mercoledì 7 luglio 2010

Interazione gazze-agricoltura nel territorio del Salento leccese


Interazione gazze-agricoltura nel territorio del Salento leccese
di Oreste Caroppo*

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Ringraziandola per i suoi ricchi interventi con cui sempre arricchisce le nostre conoscenze e ci stimola nella ricerca di soluzioni alle problematiche che ci circondano, le invio un mio umile contributo alla discussione da lei aperta sulla questione relativa all’interazione gazze-agricoltura nel territorio salentino.
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Non si inizi una nuova crociata contro gli innocenti! E mi spiego. Vada bene per i monitoraggi e la quantificazione agronomica degli eventuali danni all'agricoltura dovuti alle Gazze, ma prima di avventarsi in cacce, contro questi poveri bellissimi ed intelligenti corvidi, protetti dalla Convenzione Internazionale di Berna, in interventi drastici di diminuzione della popolazione con soluzioni chimiche, magari volte a ridurne la fertilità e con l’eliminazione fisica delle gazze stesse, fermiamoci a riflettere un attimo. L’eventuale aumento della popolazione di gazze nel Salento, (da verificare con eventuali studi avifaunistici scientifici accurati, come lei giustamente suggerisce), non rappresenterebbe che l’effetto di uno squilibrio dell’ecosistema, di cui le gazze non sono certo colpevoli! Il colpevole sarebbe solo e soltanto l’uomo, che ha alterato nel tempo, ed in maniera più drastica negli ultimi anni, il territorio, distruggendo e danneggiando gli ecosistemi e la biodiversità, e portando alla scomparsa di quegli animali della catena alimentare locale che occupavano posizioni più elevate delle gazze, nei confronti delle quali erano predatori, o posizioni vicine entrandone in competizione spaziale. Eliminare le gazze non risolverebbe nulla, sarebbe una vittoria relativa apparente e momentanea per gli agricoltori che causerebbe altri danni imprevedibili, poiché il sistema “ecosistema” è un sistema complesso, che appena alterato ritrova subito un nuovo equilibrio non necessariamente tale da favorire il raggiungimento dell’obiettivo agro-economico perseguito ab origine, con l’intervento di riduzione delle popolazioni di gazze nel Salento. Da qui invece deve scaturire una profonda riflessione e autoriflessione di tutto il comparto agricolo salentino, anche sulle sue eventuali colpe, e del mondo scientifico, nonché di tutta la politica, anche di fronte all’immane flagello, oggi, della desertificazione fotovoltaica delle campagne favorita da tanti nostri amministratori! Operare per realizzare un’agricoltura, ed in maniera più estesa una gestione del territorio, più rispettosa della natura, può in breve portare ad un risanamento di tutto l’habitat salentino e al ripristino di quell’equilibrio tra specie, con ritorno o rinfoltimenti di specie animali un tempo più numerose, che con molteplici e plurimi effetti positivi farebbe anche rientrare l’apparente anomalo eccesso di gazze di oggi. Tutti questi positivi risultati partendo dalle semplici fasce che ciascun agricoltore può lasciare alla naturalità e ai rimboschimenti con specie autoctone nei suoi poderi, che si dovrebbero incentivare politicamente e finanziariamente, fino ad azioni provinciali di rimboschimento più estese e ad interventi di ricostruzione di zone umide, ecc. ecc. Pratiche virtuose da non realizzare più soltanto nelle “oasi” ma ovunque. Le oasi erano quei luoghi dove di fronte alla quasi totale assenza di una cultura ambientalista è stato necessario preservare, come in uno scrigno, la biodiversità, in aree abbastanza integre; oggi, fermo restando l’importanza delle oasi, dobbiamo giungere alla visione dell’intero territorio, come luogo, nostro habitat, dove dobbiamo “coltivare” forme di coesistenza tra agricoltura e natura, secondo i cardini basilari delle filosofie del biologico; forme che solo in una visione miope possono essere credute fonte di diminuzione di redditività. Tutt’altro! Così ad esempio gli agricoltori del biologico sanno che avere delle semplici siepi naturali nei pressi delle colture permette di contenere il numero di eventuali insetti parassiti, naturalmente, senza l'impiego di insetticidi chimici nocivi, grazie al riparo offerto dai cespugli per la nidificazione ad uccellini insettivori, con un aumento evidente delle rese. L’eventuale lieve incremento della popolazione delle gazze non è allora che un monito che la Natura ci lancia: non è nascondendo ed eliminando gli effetti delle nostre cattive azioni che i danni fatti al nostro ambiente con ricadute economiche negative più o meno evidenti e forti, possono essere risanati! Solo ricostruendo scientificamente le catene di correlazioni causa-effetto, possiamo riconoscere gli errori, e risanarli facendo dei passi indietro. Passi indietro che ci portano oggi però avanti, poiché supportati ed illuminati dalla maggiore padronanza tecnica e scientifica dei nostri tempi; così possiamo migliorare noi stessi, il nostro ambiente, la nostra economia, e questo però solo se mai dimentichiamo che la tecnologia di cui disponiamo è nulla, e può diventare autolesiva, come sarebbe se oggi ci accanissimo contro le povere innocenti gazze, se non viene supportata dalla saggezza-logica del nostro contadino antico, che più di noi sapeva quanto nella Natura tutto è intrinsecamente collegato!





Tanti Saluti e a Presto,





Oreste Caroppo

*Leader Movimento per la Rinascita del Salento

1 commento:



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