venerdì 21 febbraio 2014

JAMES AGUET



Qual è il principio sul quale, sin dalla sua origine, si basò la costituzione della proprietà e continua oggidì ancora a fondarsi ?
L'occupazione violenta del suolo.
Chi fu il primo essere che s'impossessò di una porzione di terra?
Fu l'uomo il quale rinvenuto un albero portante frutta buone da mangiare, vi si accampò sotto e impedì con la forza ad altri di contrastargliene il possesso. Poi venne un Polifemo qualunque, il quale avendo addomesticato alcune pecore, per cibarsi del loro latte e della carne dei loro agnelli, recinse, onde procurar loro il voluto nutrimento, un terreno sul quale crescevano erbe succulenti per ricoverarle, indi s'impadronì di qualche caverna, mettendo a morte chi — al pari degl'incauti compagni di Ulisse — avesse avuto l'ardire d'introdurvisi. Più tardi, un individuo dotato di spirito d'osservazione essendosi accorto che nella terra smossa dal grugno dei cinghiali, un seme, apportatovi dal vento, nasceva e cresceva rigoglioso, ebbe la luminosa idea di imitare tale esempio: con il ramo strappato da un albero, che gli serviva di difesa contro gli animali selvaggi e suoi congeneri, avrà smosso la crosta della terra e vi avrà immesso la semenza di qualche pianta commestibile.
Al fine di assicurarsene l'incontestato possesso, egli avrà recinto con sassi il terreno lavorato, difendendolo poi, con la violenza, contro l'invasione dei suoi consimili. E così nacque il primo agricoltore, il Caino di cui le Sacre Scritture ci narrano che fu lavoratore della terra, mentre suo fratello Abele fu pastore di pecore.
« Ora avvenne che (ved. Genesi IV) essendo essi ai campi, Caino si levò contro ad Abele e l'uccise».
Ecco in poche scultorie parole la descrizione del modo con cui la proprietà venne costituita: Abele, il pastore di pecore, come fanno ancora oggidì i suoi consimili, si sarà introdotto nella terra da Caino lavorata, e questi, per difendere la sua proprietà, uccise l'invasore. La storia della proprietà non è altro che l'occupazione violenta della terra da parte di chi intende coltivarla.
Allorquando il popolo d'Israele, uscito dall'Egitto, volle stabilirsi nel paese di Canaan, un dì occupato dal suo capostirpe Abramo, trovò questa contrada in possesso di una fitta popolazione: allora la conquistò colla violenza, annientandone gli abitanti.
Nel libro di Giosuè cap. X leggiamo :
« Giosuè
« percosse tutto quel paese, la contrada del monte ed
«il mezzodì della pianura e delle pendici dei monti,
« insieme con tutti i re loro. Egli non ne lasciò alcuno
« in vita, anzi distrusse ogni anima ».
Così le terre di Canaan entrarono, in virtù del diritto d'occupazione, in possesso del popolo d'Israele. In seguito, tutti i popoli che invasero terre altrui ricorsero come gli Israeliti, alla violenza, ossia hanno praticato il diritto di occupazione. E questo è oggidì ancora in vigore.
Allorquando William Penn, il 16 settembre 1620 sbarcava con i suoi seguaci (i cosidetti Padri pellegrini) sulla costa atlantica del Nuovo Continente, per erigervi uno Stato basato sulla giustizia, egli trovò la terra occupata da una popolazione pacifica, con la quale quel sant'uomo visse in perfetta armonia. Nella costituzione ch'egli largiva allo Stato da lui fondato (che porta il nome suo), era formalmente proibito di spandere una sola goccia di sangue indiano. Ma poche diecine d'anni dopo la di lui morte, sotto il flusso degli emigranti che occupavano la terra per lavorarla, non rimaneva più nello Stato della Pensilvania un pelle-rossa : Caino aveva ucciso Abele ; e questo si ripeteva ovunque.
I disgraziati aborigeni vennero di Stato in Stato cacciati dalla loro terra, per finire coll'essere oggidì relegati negli estremi lembi del Far-West. Così gli ultimi discendenti di tribù un dì fiorenti, si trovano ora confinati in poche riserve, come l'auerochs lo è nelle foreste della Lituania, e gli stambecchi nelle proprietà reali della Valle d'Aosta.
Tutta la colonizzazione del continente nero dal Mediterraneo fino all'estrema punta del Capo di Buona Speranza, è pure basata sull'occupazione violenta della terra. Pochi anni fa i giornali inglesi contenevano ancora vivaci proteste contro gli orrori commessi dai coloni europei nel Congo e nelle colonie portoghesi.
E dopo quanto ho esposto, dobbiamo riconoscere che Proudhon dichiarando che « la proprietà è un furto » non aveva completamente torto.
Il Morelli, altro forte pensatore, lasciò scritto : « La propriété est la cause generale et prédominante de tous les désordres». Anche costui ha ragione. Il desiderio di acquistare «della proprietà», desiderio radicato nell’uomo, sarà in avvenire — come lo fu nel passato — fonte di disordini, se la società non saprà adottare le volute misure per soddisfarlo.
Gli abitanti delle campagne reclamanti il possesso della terra devono essere contentati. Suggerire il modo migliore per risolvere questo problema è il fine che mi propongo col presente mio scritto.
Prima però di esporre le misure da prendersi, ritengo utile di tracciare la storia della costituzione della proprietà sotto le varie sue forme, e di esaminare poi qual'è quella che oggi più confà allo stato attuale della società, e che per conseguenza potrà meglio soddisfare le nostre popolazioni rurali.
Ma anzitutto sarà opportuno indicare quali sono e quali debbono essere i diritti del possessore di terra.
I giureconsulti romani, i cui principi formano la base del nostro diritto, dichiararono che la proprietà si compone di tre elementi:
1° il jus atendi, ossia il diritto di usare della cosa e di ritrarne il genere di utilità che essa comporta;
2° il jus fruendi, ossia il diritto di percepirne i frutti che rinascono periodicamente ;
3° il jus abutendi, ossia il diritto di disporre della cosa, alienandola e anche deteriorandola, magari distruggendola.
Ora i principii moderni non possono più permettere l’ntegrale esercizio del jus abutendi della terra. Il diritto di alienarla deve rimanere al suo proprietario, ma non quello di distruggerla, e nemmeno di deteriorarla.
Il jus utendi poi dovrà essere esercitato in modo da ritirare dalla terra il maggior utile possibile. Justus Liebig, il creatore dell'agricoltura scientifica, lasciò scritto: «L'agricoltura è un modo di sfruttare il terreno, che ha per oggetto principale di produrre, nelle condizioni più vantaggiose, il maximum di sostanze o di organi vegetali utili all'economia domestica od all'industria».
Basandomi su tale affermazione, dichiaro che a chi non saprà, o non sarà in grado di esercitare in tal modo il jus utendi, l’uso della terra della quale ha il possesso deve essere tolto, per esser concesso a chi potrà ricavarne il maggior profitto possibile. E questo principio dovrà essere applicato, senza partigianeria, tanto ai grandi come ai piccoli detentori di terre.

JAMES AGUET, (Proprietario dell'ex feudo di S. Felice Circeo, Consigliere dell'Istituto di fondi rustici, del Comitato agrario nazionale della Società degli agricoltori italiani, ecc.)
La terra ai contadini: Il passato, il presente e l'avvenire della proprietà in Italia
Athenaeum 1919


Avrei voluto che sulla porta del cancello che dà sulla piazzetta del Palazzo Comunale di San Felice Circeo (per questo ho inoltrato diverse richieste al Comune senza mai avere risposta) ci fosse semplicemente scritto: “In questa casa visse e morì James Aguet Senior – Firenze 1848 San Felice Circeo 1932”
Avrei desiderato che rimanesse una traccia di quest’uomo, mio nonno materno che tanto ha amato questo Paese, occupandosi essenzialmente di agricoltura. James Aguet era originario del Cantone di Vaud, in Svizzera. Di famiglia economicamente modesta, rimasto orfano giovanetto con fratelli e sorelle più piccoli, aveva interrotto gli studi per mettersi a lavorare e da semplice commesso di banca era presto divenuto condirettore, poi finanziere, accumulando una grossa sostanza. Successivamente si era occupato soprattutto dell’industria alimentare, che era allora ai suoi primi albori, ed era stato tra i fondatori della società Cirio, avendo procurato a Francesco Cirio i capitali per iniziare la sua attività conserviera.
Il nonno conduceva una vita laboriosissima. Collaborava a giornali economici sia italiani che svizzeri, scambiava amichevoli polemiche con Luigi Enaudi e con De Viti De Marco.

Rigido con se stesso e con i figli era tenerissimo con la moglie, conosciuta a Roma nel 1875 e sposata dopo pochi mesi nella chiesa ortodossa di Nizza: la nonna infatti era russa.

martedì 18 febbraio 2014

Il logo vincitore del concorso “Cultura ed Enogastronomia della Terra dei Messapi” che è stato ideato e realizzato dagli studenti dell'Agrario di Maglie


Il logo vincitore del concorso “Cultura ed Enogastronomia della Terra dei Messapi” che è stato ideato e realizzato dagli studenti dell'Agrario di Maglie sarà ufficialmente presentato, insieme alla guida sulla “cultura ed Enogastronomia dei Messapi”, nel corso del convegno del 20 febbraio per promuovere una rete di punti di ristoro e di accoglienza che possa divenire garanzia di qualità e di competenza sia per i turisti che per i Salentini stessi.
La scuola deve anche impegnarsi nella promozione del territorio e e nella qualità della formazione.

Agrario di Maglie Via Circolone Martedì 25 febbraio 2014 ore 9 e 30 Convegno “La formazione oggi, cultura, tradizione, imprenditorialità

Agrario di Maglie Via Circolone Martedì 25 febbraio 2014 ore 9 e 30 Convegno “La formazione oggi, cultura, tradizione, imprenditorialità


sabato 15 febbraio 2014

A un giovane di Lecce conviene lavorare un mese per coltivare un ettaro di patata dolce o batata (Ipomoea batatas L.) a Frigole?



Mentre seguivo i lavori del Workshop sulla patata dolce, conosciuta anche come patata americana e meno comunemente come batata (Ipomoea batatas L.) che si è tenuto a Frigole (Lecce )alle 17 e 30 di sabato 15 febbraio 2014 e ho ascoltato le parole degli agricoltori coinvolti dall’amico Ernesto Mola non nascondo lo stupore che ho provato  per ciò che questi uomini hanno detto e subito ho lanciato su Facebook questa domanda scrivendo sul mio diario:

Tu che sei giovane lo sai che se prendi in ettaro di terra a Frigole producendo 600 quintali di batate e vendendole a 0, 70 centesimi di euro al chilo intaschi 36mila euro? E lavori solo per 150 giorni ovvero 5 mesi.... non è meglio dei 800 euro che riesci a fare in in mese in un CALL CENTER?

Questa è la sintesi. Ma anche se il ricavo fosse un terzo di quello che promette il produttore modello di Frigole di Lecce lo stupore di ricavare tanto da una coltivazione non mi abbandona e, sono certo che altrettanto accade a voi che leggete queste parole.

Batata, ovvero la “patata” dolce
La patata dolce di Frigole non è una pianta della stessa famiglia della patata di Galatina perché quest’ultima appartiene alla famiglia delle Solanaceae mentre invece la patata dolce di Frigole a quella delle Convolvulaceae.
L’abbiamo portata in Europa e quindi in Italia giungendo a Frigole nei primi decenni del XVII secolo ma la sua coltivazione comincia solo verso la fine dell’Ottocento.
La batata è originaria dell’America centrale, oggi è diffusa quasi esclusivamente in Asia, dove occupa una superficie di più di 10 milioni di ettari.
La pianta può raggiungere anche i tre metri di lunghezza, con foglie a forma di cuore o di imbuto e fiori bianchi, rosa, viola o rossastri. Richiede temperature elevate ed elevati fabbisogni idrici. La produzione a ettaro varia dai 200 ai 300 quintali di tuberi e il sig. Spagnolo produttore di Frigole sostiene di aver prodotto nel 2013 seicento (600) quintali di batate a ettaro.
Di questo vegetale si consuma il tubero, in modo simile alla normale patata, ma esso ha un sapore più dolce, e per questo motivo viene usato anche in numerose preparazioni dolciarie. Esistono due tipi di batata, una con tuberi secchi e farinosi e una con tuberi più umidi e ricchi di semi. Ha buccia rossastra e polpa farinosa di colore bianco o giallo, fino al rosa.
Oltre che per il consumo diretto del tubero, la patata americana viene utilizzata per la produzione di fecola e alcol. Può essere impiegata per preparazioni agrodolci. In Italia la patata americana non è un alimento molto diffuso; si trova spesso già cotta al forno, da mangiare con la buccia.

Come si coltiva la batata
La coltivazione inizia nel mese di febbraio-marzo mettendo a germogliare in vivaio, i tuberi raccolti nella campagna precedente e quando i germogli hanno raggiunto una lunghezza di 15-20 centimetri.
Ai primi di aprile si staccano dal tubero e si piantano in righe su terreno precedentemente ben coltivato e profondamente assolcato a dorso di mulo.

La coltura, sui terreni ex paludosi - e quindi umidi - che solitamente le vengono destinati, non necessita che di una sarchiatura, di una blanda concimazione e di qualche irrigazione di soccorso, in assenza di piogge estive. Di norma non abbisogna di trattamenti fitosanitari.
La raccolta si esegue già da settembre, ma i tuberi possono rimanere nel terreno sino a novembre. Le rese per ettaro oscillano solitamente dai 200 ai 400 sino a giungere ai 600 quintali.

La discussione che si è sviluppata su Facebook
Vi ho riferito della discussione a cui ha dato vita il mio post che riporto:

Alda De Pascalis: Grande, torniamo a lavorare la terra.....!!!!!!!!

Dott Giacomo Liaci: Concordo al 100%

Maria Gatto: È tutto vero!

Tonino Lezzi: E se la terra non la trovi?

Antonio Bruno: Tonino Lezzi se ti interessa la terra c'è! Fatti vivo

Tonino Lezzi: E se non sai da dove cominciare?

Antonio Bruno: Fai una società con chi sa da dove cominciare.... se hai voglia di lavorare

Tonino Lezzi: E se non hai i mezzi per coltivare?

Antonio Bruno: Fai una società con chi ce l'ha.... sempre se tu hai voglia di lavorare

Tonino Lezzi: E se come probabile hai bisogno di un paio di soci?

Tonino Lezzi: E se molto probabilmente non te le pagano a 0,70 ma a 0,26?

Marcella Spedicato: Vale anche per chi non è più tanto giovane?

Antonio Bruno: da 36mila euro a ettaro scendi a 15mila che è sempre un bel guadagno.... ma leggi il mio studio e vedrai che l'affare sta nei CIMITERI

Maria Gatto: E se... non hai altre occasioni?

Antonio Bruno: Marcella, c'era Giancarlo con me che ha sentito tutto, certo che vale anche per te e per lui..... UNA SOCIETA'

Marcella Spedicato: A me piace l'idea. Mi informo e ci faccio un pensierino. Magari è la volta buona che svolto!!!

Tonino Lezzi: Tutto questo per dire che per coltivare un campo di patate devi avere competenza e se i figli nel frattempo gli abbiamo mandati all università per farli diventare tutti dottori e abbiamo dimenticato tutto il resto?

Antonio Russo: ...secondo me l'unico settore ad averci guadagnato con l'euro e' stata l'agricoltura,sebbene con la crisi c'e' stato un drastico crollo dei consumi generalizzato in tutti i settori..crisi e consumi a parte,l'agricoltura e' pane..e questo i tanti braccianti extracomunitari lo hanno intuito..gli italiani..no!

Maria Gatto: Ci sono competenze nel territorio e la batata non ha grandi esigenze, offre alla terra, invece di prendere, chiede pochi trattamenti, ho capito, nessuno.

Brigante Massimo Sciurti: perchè a Frigole?

Tonino Lezzi: Antonio tutto questo per dire che anche chi lavora la terra a una sua professionalità che ha acquisito con il lavoro vero nella terra che ne io ne tu possiamo capire

Maria Gatto: Perché l'acidità del terreno e le altre caratteristiche lo fanno un luogo adatto, che garantisce la produzione, acqua e acidità giusta. Parola di contadini, quelli che abbiamo ascoltato

Antonella Pecura Lezzi: io ho lavorato la terra e posso dirvi che non è facile come lo si fa sembrare,perchè malattie delle piante ,agenti atmosferici sono da tenere da conto ,non illudete che sia facile

Antonio Bruno: Bisogna parlare con gli agricoltori. Io sono intervenuto all'incontro e ho detto ciò che in sintesi ho riportato in tempo reale su questo Diario. Gli agricoltori si sono subito avvicinati e mi hanno invitato a visitare le loro aziende. Poi è arrivato un ragazzo sui 25 anni che mi ha detto riferendosi al ciclo colturale di 150 giorni e al lavoro necessario: "non ci sono 150 giorni di lavoro. Il lavoro che richiede questa coltivazione è di appena un mese". Allora Tonino Lezzi, Antonella Pecura Lezzi, Antonio Russo, Marcella Spedicato, 

Alda De Pascalis, Maria Gatto io mi chiedo e vi chiedo: "Lavorereste un ettaro di terreno per un mese sapendo che alla fine tra settembre e novembre portereste a casa dai 10mila ai 40mila euro?

Maria Gatto: Si! Ma lo può fare anche una che pesa poco più di 40 kg? Se si, ribadisco il si!

Alda De Pascalis: Confesso che per una cosa così naturale oggi avrei comunque bisogno di una buona dose di coraggio , e mi piacerebbe essere un po' più giovane ed allenata, ma...........penso che varrebbe la pena provarci caspita, e non solo per il guadagno , ma perché credo che un riavvicinamento alla natura che non sia solo di concetto ma anche di fatto , non potrebbe che farmi bene.

Maria Gatto: Quelle coltivazioni sono anche fatte in un parco regionale, per le caratteristiche di coltivazione, compatibile con le esigenze del parco stesso, non incidendo negativamente nel biociclo, anzi! Si prestano in modo particolare alla rotazione delle colture in un terreno, promuovendo l'areazione dello stesso, perché è facile da capire, per estrarre i tuberi, ma per la stessa produzione, si deve smuovere il terreno, il quale rimane sempre morbido e friabile. Non dimentichiamo che una ipotesi sul problema degli alberi d'ulivo è la scarsa aereazione dei terreni, resi piatti sotto gli oliveti.

Conclusioni

Ecco in questa discussione ci sono tutte le obiezioni possibili alla proposta di coltivare un ettaro di batata. Ma se siete giovani io vi dico di tentare, di prendere questa terra, di investire il lavoro di un mese assieme ai contadini di Frigole. Facciamolo quest’anno e poi discutiamo di quanto abbiamo guadagnato e se conviene per il 2015 coltivare 10 ettari per intascare dai 100mila ai 360mila euro.

venerdì 14 febbraio 2014

Il quadrello (Cyperus esculentus L.)


Le malerbe sono molto aggressive e riescono ad adattarsi bene alle condizioni ambientali del Salento leccese, possono svilupparsi senza problemi anche sopra i teli anti-alghe, che mantengono l’umidità necessaria per la germinazione dei semi. Alcune specie, come il quadrello (Cyperus esculentus L.) che si propaga per rizoma,
riescono addirittura ad emergere dal terreno forando i teli..) che si propaga per rizoma, riescono addirittura ad emergere dal terreno forando i teli.

RoundUP è il nome commerciale del Glyfosate


Mi dice Margaret Scaramella che non c’è nulla da fare le erbe infestanti sono come giaguari mentre le nostre varietà coltivate come gatti a pelo lungo e privi di artigli. Nella competizione GIAGUARI contro GATTI PA PELO LUNGO chi vince secondo voi?
La verità è che le erbe infestanti riducono fortemente le produzioni vegetali .
Ed ecco che Margaret mi parla del del Glyphosate. Io ricordo a me stesso il suo meccanismo di azione: agisce inibento l’enzima EPSP sintasi. L’EPSP sintasi è essenziale per la sintesi degli aminoacidi aromatici e la sintesi degli aa aromatici avviene nel cloroplasto.
E’un Diserbante totale, Non selettivo, Traslocato all’apparato ipogeo e non lascia residui nel terreno.
Gli agricoltori usano un solo erbicida (RoundUP è il nome commerciale del Glyfosate ) e questo puo’ portare piu’ rapidamente allo sviluppo di malerbe resistenti.
Detto questo allora non resta che giocare di “astuzia” per attuare strategie per porre rimedio al problema delle erbe infestanti.

E’ aperto un dibattito soprattutto con Ivano e gli amici di Spazi popolari, dobbiamo cominciare a riflettere e a cercare queste strategie per evitare di assistere a quello che vediamo ogni giorno nel paesaggio rurale del Salento leccese.

venerdì 7 febbraio 2014

L’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della Provincia di Lecce si è fatto promotore del Premio BIOL 2014 "Preselezione oli biologici salentini"


L’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della Provincia di Lecce si è fatto promotore del Premio BIOL 2014 "Preselezione oli biologici salentini" (unico concorso oleario Internazionale che si svolge in Puglia) che si terrà presso l’I.I.S.S. "G. Presta" a Lecce, via per San Pietro in Lama, sabato 8 febbraio 2014 secondo l’allegato programma.

Sabato, 08 febbraio 2014 dalle ore 08,30 alle ore 10,00 presso l’Istituto Istruzione S.S. Presta-Columella, via San Pietro in Lama - Lecce

PROGRAMMA
8.30–8.45 prof. Salvatore Fasano
Agroindustria "
- Preside dell’Istituto di Istruzione Secondaria Superiore "L.G.M. Columella" - Settore Tecnico Agrario eG. Presta" – Saluto ed apertura lavori;
8.45 – 9.00 dott. agr. Rosario Centonze
- Presidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi - Ruolo tecnico e competenze degli Agronomi;
9.00 – 9.15 dott. agr. Carmelo Buttazzo
– Presidente della rete di imprese "Diversità in Concerto" – Ruolo della consulenza agraria per l’ottenimento della qualità nei prodotti agro-alimentari;
9.15–9.30 Prof. Antonio Rollo
– Presidente Consorzio Tutela Olio DOP TERRA D’OTRANTO – Opportunità economico occupazionali per il territorio salentino;
9.30–9.45 Dott. Gaetano Paparella
– Presidente del Ci.Bi. e del Premio BIOL.

Alle ore 10.00 ca. è previsto l’inizio dei lavori di preselezione della commissione del Premio BIOL 2014 e, in un’aula adiacente, il parallelo lavoro svolto da una piccola rappresentanza di alunni delle quinte classi dell’Istituto ospitante.