Perché cadono i pini? Cause scientifiche e considerazioni sul caso di Lecce
Antonio Bruno, Dottore Agronomo esperto in diagnostica
urbana e territoriale, formatore e giornalista pubblicista divulgatore
scientifico
Il forte vento di burrasca e la pioggia battente sono stati i responsabili della caduta di un pino a Lecce, lungo la strada provinciale Lecce-Frigole, all’altezza di via dell’Assiolo. L’albero ha completamente invaso la carreggiata, rendendo necessaria la chiusura della strada fino all’intervento dei vigili del fuoco. Un evento simile è avvenuto in via Venezia, nel centro cittadino, dove un altro pino ha subito il cedimento della parte alta del tronco, causando l’interruzione temporanea della circolazione.
Cause della caduta dei pini: una prospettiva scientifica
La caduta dei pini durante eventi meteorologici estremi come venti forti e piogge abbondanti non è un fenomeno raro e può essere spiegata da una combinazione di fattori naturali e ambientali:
Radici superficiali I pini, in particolare il Pinus pinea (pino domestico) comunemente presente nelle zone costiere italiane, hanno un apparato radicale tendenzialmente superficiale. Questo tipo di radicazione, pur essendo adatto a terreni sabbiosi e poveri, li rende più vulnerabili in caso di vento forte e terreno inzuppato d’acqua. Come riportato da Ferrini e Fini (2011), il ristagno idrico può ridurre ulteriormente la stabilità dell’albero, portando a un rischio maggiore di cedimento.
Condizioni meteorologiche estreme Gli episodi di vento di burrasca, definiti come venti con velocità superiori ai 75 km/h, generano una pressione laterale notevole sulla chioma degli alberi. Secondo le ricerche di Gardiner et al. (2008), questa pressione è amplificata nei pini a causa della loro chioma espansa e della forma dei rami, che agiscono come una "vela" durante le tempeste.
Stato di salute e manutenzione degli alberi Lo stato di salute degli alberi è un altro fattore determinante. Malattie fungine, marciume radicale o lesioni meccaniche possono indebolire il tronco e le radici. Uno studio di Lonsdale (1999) sottolinea che alberi con segni di stress, come chiome diradate o presenza di funghi, sono più suscettibili al cedimento. Inoltre, la mancanza di una manutenzione regolare, come la potatura preventiva, può favorire l’accumulo di biomassa in eccesso, aumentando il peso e la resistenza al vento.
Urbanizzazione e terreno modificato Nelle aree urbane, l’espansione edilizia e la pavimentazione intorno agli alberi spesso compromettono il terreno e riducono lo spazio per le radici. Ciò indebolisce ulteriormente la stabilità dell’albero, come evidenziato da Moore (2009). Nel caso specifico di Lecce, l’intervento umano potrebbe aver contribuito a peggiorare le condizioni di stabilità dei pini lungo le strade.
Conclusioni e prevenzione
Gli eventi accaduti a Lecce sono un esempio concreto di come condizioni meteorologiche avverse, combinate con le caratteristiche naturali dei pini e la gestione urbana, possano causare danni significativi. Per ridurre il rischio di caduta degli alberi, è fondamentale:
Monitorare regolarmente lo stato di salute degli alberi attraverso indagini fitosanitarie.
Adottare pratiche di potatura adeguate per ridurre la resistenza al vento.
Garantire una corretta gestione del suolo, evitando l’eccessiva compattazione e ristagni idrici.
Promuovere interventi di sostituzione con specie arboree più adatte all’ambiente urbano e alle condizioni climatiche locali.
Bibliografia
Ferrini, F., & Fini, A. (2011). Linee guida per la gestione del verde urbano. Edizioni Flaccovio.
Gardiner, B., Berry, P., & Moulia, B. (2008). Review: Wind impacts on plant growth, mechanics and damage. Plant Science, 168(3), 374-386.
Lonsdale, D. (1999). Principles of Tree Hazard Assessment and Management. Forestry Commission.
Moore, G. M. (2009). Roots in the Urban Environment: Understanding How Trees Grow in Difficult Sites. Arboricultural Journal, 32(3), 123-145.
hai assolutamente ragione nel sottolineare quanto sia importante una corretta gestione degli alberi, soprattutto per evitare errori come il taglio delle radici o la capitozzatura impropria, che compromettono la stabilità e la salute degli esemplari arborei. La distribuzione dei carichi sulla chioma è fondamentale per mantenere l’equilibrio meccanico dell’albero, come evidenziato da numerosi studi scientifici nel campo dell’arboricoltura.
Proprio per questo, ritengo che le amministrazioni comunali dovrebbero affidare il patrimonio vegetale e naturale del territorio a figure professionali qualificate, come Dottori Agronomi, Forestali, Periti Agrari e Agrotecnici. Questi professionisti, grazie alla loro formazione e competenza, possono garantire una gestione sostenibile e accurata del verde pubblico, prevenendo incidenti e preservando l’integrità degli alberi.
Esempi virtuosi nel mondo:
Singapore, spesso considerata una delle città più verdi del pianeta, affida la cura del verde urbano a squadre di arboricoltori certificati, con un approccio basato su monitoraggi tecnologici (ad esempio, sensori sulle radici per rilevare eventuali problemi).
In Germania, città come Berlino e Monaco impiegano professionisti qualificati che seguono standard rigorosi per la potatura, evitando pratiche dannose come la capitozzatura.
Melbourne, in Australia, ha investito in un programma di gestione degli alberi con il coinvolgimento di esperti per ridurre il rischio di caduta degli alberi durante eventi estremi, migliorando al contempo la biodiversità urbana.
Anche in Italia ci sono buone pratiche: in alcune cittadine, il coinvolgimento di Dottori Agronomi e Forestali ha portato a interventi di potatura più accurati, con benefici sia per la sicurezza pubblica che per la vitalità degli alberi. Sarebbe auspicabile estendere queste esperienze a livello nazionale.
Ti ringrazio per il tuo contributo e sono certo che, con una gestione più competente e consapevole, si possano evitare molti errori e garantire un ambiente urbano più sicuro e sostenibile.
A presto, Antonio Bruno
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