Finalmente c’è la quinoa una pianta molto resistente che
cresce in terreni poveri o addirittura salati dando una ottima produzione.
Potrà diventare la pianta che sfamerà tutti e 9 i miliardi di persone che
stanno sulla faccia della Terra? Su Nature 33 esperti sparsi in tutti e quattro
continenti hanno dato l’annuncio che è quasi completato la mappatura del genoma
della quinoa.
Gli Incas chiamavano la quinoa “madre di tutti i semi” ed è
una pianta della famiglia degli spinaci. Questi semi danno una farina con molto
amido.
La pianta di quinoa è
straordinaria infatti cresce fino ad altezze di 4mila metri, inoltre alcune
varietà riescono a sopportare una temperatura di 38 gradi. E’ interessante il
fatto che la quinoa non contiene glutine e quindi può essere mangiata anche dai
celiaci.
Ma com’è che nonostante tutte queste qualità la quinoa ha
una produzione di appena 100mila tonnellate l’anno che sono una goccia nel mare
delle centinaia di milioni di tonnellate del grano, riso e mais?
Ci sono due fattori che impediscono alla quinoa di sostituire
grano, riso e mais e sono alcuni composti chimici, le saponine, che rendono
amara la farina e il fusto della pianta che è lungo e che quindi diviene
fragile in caso di vento forte o pioggia.
Mark Tester, professore al King Abdullah University of
Science and Technology in Arabia Saudita e leader del team che sta studiando
questa pianta ha individuato il gene che controlla la produzione di saponine e
quindi si potrebbe fare in modo di non avere più il sapore amaro grazie a
pratiche che lo modifichino.
La quinoa quindi ottima come alimento perché ha una
componente proteica maggiore del riso ed è ricca sia di minerali come il
magnesio che di vitamina C ed E. E’ chiaro che è un altro alimento possibile e
non può diventare l’unico alimento. Ma questo vale per tutte le piante se
vogliamo conservare la biodiversità nel nostro pianeta.
In Italia si stanno effettuando delle sperimentazioni della
coltivazione della quinoa. Siccome i semi sono molto piccoli grazie alla
mappatura genetica messa a punto si potranno trovare varietà più adatte al
nostro clima.
Antonio Bruno
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