Sulla Terra siamo in 7 miliardi e mezzo di abitanti e non
possiamo più continuare a consumare risorse senza pensare a come reintegrarle
altrimenti rischiamo di compromettere la vita delle generazioni future. L’agricoltura
del terzo millennio deve produrre più cibo ma, nello stesso tempo, deve ridurre
sia i fertilizzanti che i farmaci per le piante prodotti con la sintesi
chimica.
Finalmente la ricerca scientifica ha scoperto che l’agricoltura
ha a disposizione gli abitanti del terreno, che sono migliaia di specie
microbiche, che si nutrono e si riproducono proprio nei pressi delle radici
delle piante, precisamente tra le radici delle piante e il terreno. L’ambiente che ospita questi microbi viene
chiamato rizosfera.
Tutte le specie microbiche presenti nel terreno hanno
rapporti tra di loro tanto da organizzare una vera e propria Comunità che viene
chiamata microbiota della rizosfera.
Anche noi uomini e donne abbiamo un microbiota solo che si è organizzato in comunità nell’intestino
e questo succede anche in tutti gli animali vertebrati. Ma cosa fa il
microbiota del terreno? I microbi non fanno altro che agire insieme alla pianta
per assorbire gli elementi nutritivi minerali del terreno e soprattutto difendono
le radici dai parassiti.
E allora possiamo affermare che queste migliaia di specie
microbiche sono dei BIO – FERTILIZZANTI e dei BIO – FARMACI PER LE PIANTE.
Nei secoli scorsi alcuni studiosi avevano già segnalato la
presenza e l’utilità della Comunità dei microbi, ma siccome il Microbiota è molto
complesso, non potendo distinguere le varie specie, non si è mai utilizzato in agricoltura.
Invece l’Accademia dei Georgofili con i professori Davide
Bulgarelli e Laura Pietrangelo ha reso
noto che, attraverso i recenti sviluppi delle tecniche di sequenziamento dei
genomi e degli strumenti di analisi informatica, si è potuto accertare quali
specie compongono il microbiota del terreno agrario (la rizosfera), che tipo di
funzioni benefiche essi sono in grado di esercitare e quali fattori agronomici
influenzano l’attività dei microbi.
Si è accertato che le caratteristiche del terreno e le
piante in esso coltivate influenzano i microorganismi anche nella loro
composizione e determinano le funzioni che svolgono.
Gli studi quindi hanno stabilito che la quantità di prodotto
di una pianta oltre a dipendere dal terreno e dalla varietà coltivata, dipende
dalle specie microbiche presenti tra le radici e il terreno.
La medicina moderna attraverso lo studio del Microbiota
gastro - intestinale è in grado di fornire una vera e propria medicina
personalizzata. In analogia la conoscenza del Microbiota del terreno agricolo
può portare ad una agricoltura personalizzata in grado di aumentare la
produzione e quindi di dare più cibo senza inquinare l’ambiente con i prodotti
della chimica di sintesi.
In pratica le esigenze delle piante coltivate in termini di
nutrizione minerale e di trattamenti per limitare i parassiti, potrebbero
essere soddisfatte interamente da interventi di distribuzione al terreno di
microbi diversi a seconda dei diversi tipi di suolo.
Così facendo si otterrebbe una maggiore produzione con la
distribuzione di ceppi batterici o di altri microorganismi e anche con la
semina di varietà vegetali in grado di attrarre il microbiota più adatto al
tipo di terreno su cui sono state seminate o trapiantate.
Quello che ho scritto è frutto della ricerca delle
Università ma queste informazioni hanno già convinto molti imprenditori che
utilizzano sempre più i microbi per sostituire i fertilizzanti e gli antiparassitari
di sintesi chimica.
E’ mio compito segnalare che queste tecniche, che prevedono
l’utilizzo dei microbi in agricoltura in sostituzione della chimica, essendo
innovative devono essere necessariamente seguite dai ricercatori per avere
chiari gli effetti sull’ambiente nel medio – lungo periodo. Inoltre c’è la
necessità di una normativa specifica sui microorganismi in agricoltura in grado
di regolare il loro utilizzo.
Il lavoro è appena cominciato ma è chiaro a tutti ormai che
il microbiota che prolifera all’ interfaccia suolo-radice è una grande
opportunità per lo sviluppo dell’agricoltura soprattutto in termini di
sostenibilità che come tutti sanno è la condizione di uno sviluppo in grado di
assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza
compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri.
Antonio Bruno
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