Nei campi sperimentali di Veglie e Nardò CIA Puglia e
Terranostra tracciano un bilancio sulle tecniche di contrasto al disseccamento
degli Ulivi. Ad oggi nessun riscontro- tranquillizzano- sulla possibilità che
il batterio colpisca le viti.
26 gennaio 2017
Cronaca, attualità
VEGLIE- Solo 2 anni fa quest’uliveto a Veglie, ad oggi campo
sperimentale nella lotta al dissecamento, era stato condannato a morte. Ma la
differenza, visibile ad occhio nudo tra i filari di alberi sui quali si è
tentato di correre ai ripari con studi, monitoraggi e cure e quelli che non
hanno beneficiato di tutto questo parla da sè.
Informare, mobilitarsi, continuare a lottare per individuare
soluzioni e affrontare un problema che sta causando danni enormi all’
olivicoltura pugliese e salentina: questo l’obiettivo che in mattinata ha visto
schierarsi compatti nei campi sperimentali di Veglie e di Nardò, CIA
Agricoltori Italiani della Puglia e TerraNostra (studio associato tecnico
agro-ambientale e di ingegneria), con un incontro pubblico, di carattere
scientifico-divulgativo per fare il punto della situazione.
Sebbene non ci siano report ufficiali di conferma, la
notizia di un ceppo del batterio che in Spagna sembrerebbe mietere vittime
anche in viticoltura ha messo nuovamente in allarme i salentini. Ma su questo
tema, ad oggi, i risultati dei monitoraggi nel Salento rassicurano gli animi.
Se così fosse stato, infatti, i primi danni sarebbero stati visibili già due
mesi dopo.
La Cia-Agricoltori Italiani di Puglia positiva l’apertura della
Commissione Europea alla possibilità di reimpianto di nuovi uliveti nell’area
infetta da Xylella, cioè nei territori in cui il batterio risulta endemico. “Lo
abbiamo chiesto insistentemente– affermano- adesso la speranza è che l’ipotesi
diventi realtà”.
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