Italia 2025: vendemmia in ripresa, ma tra sfide che
non vanno sottovalutate
10 settembre
2025 – Come da
consuetudine, alle porte dell’autunno, sono state presentate le stime ufficiali
della vendemmia italiana 2025, elaborate da Assoenologi, ISMEA e Unione
Italiana Vini (UIV), con il supporto del Ministero delle Politiche Agricole
Alimentari e Forestali (MASAF) e delle Regioni. Le cifre parlano chiaro: un
raccolto che si preannuncia consistente e qualitativamente promettente, ma non senza
ombre.
Le previsioni 2025
- Il volume stimato è di circa
47,4 milioni di ettolitri, una crescita dell’8% rispetto al
2024, che si avvicina alla media recente (+2%) dopo due annualità
particolarmente magre. assoenologi.it+1
- L’Italia conferma il primato
produttivo mondiale, seguita in Europa da Francia (≈ 37,4 milioni hl) e
Spagna (≈ 36,8 milioni hl). assoenologi.it+1
- Distribuzione geografica
disomogenea:
- Il Sud mostra un
incremento a due cifre (+18%), grazie alla disponibilità idrica
primaverile che ha mitigato gli effetti delle ondate di caldo. assoenologi.it+1
- Il Nord-Ovest ha
beneficiato di condizioni primaverili piovose seguite da caldo estivo
“gestibile”, con sanità delle uve preservata. assoenologi.it+1
- Il Nord-Est ha vissuto
una primavera abbondante di pioggia, che ha richiesto maggior cura e
controlli contro le fitopatie. assoenologi.it+1
- Il Centro registra una
flessione complessiva (−3%); aumenti significativi in Umbria (+10%),
Marche (+18%), Lazio (+5%) non compenseranno la perdita della Toscana. assoenologi.it+1
- Sulla qualità, le
previsioni sono ottimistiche: uve in buona salute, climatologia favorevole
e potenzialità di annata “molto buona o eccellente”. Ismea+2assoenologi.it+2
- I prezzi di mercato 2024/25
mostrano un lieve aumento complessivo. Sicilia Report+1
- La giacenza interna, al 31
luglio 2025 (dati Cantina Italia), è sostanzialmente equivalente a quella
dello stesso periodo dell’anno precedente. Sicilia Report+1
Proiezioni e scenari futuri
Alla luce di
queste stime, ma tenendo a mente le tendenze climatiche, economiche e di
mercato, è possibile formulare alcune proiezioni:
- Pressione sui prezzi
Con una produzione nazionale che torna a livelli elevati e giacenze già consistenti, il rischio è che l’offerta superi la domanda, comprimendo i compensi per produttori, soprattutto per vini meno distintivi o con marchi meno forti. L’incremento quantitivo, da solo, difficilmente tradurrà un aumento proporzionale dei ricavi se non accompagnato da strategie di valorizzazione. - Qualità vs quantità: il
trade-off
Se da un lato le condizioni sembrano favorevoli, la distribuzione disomogenea significa che non tutte le zone potranno garantire uve con standard elevatissimi. Il centro, ad esempio, dovrà lavorare su più fronti per recuperare su aree come la Toscana, che tradizionalmente pesa molto sul valore medio del settore. - Adattamenti climatici sempre
più necessari
Eventi estremi, ondate di caldo, piogge intense o scarsità d’acqua stanno diventando la norma in molte aree produttive. Serve investire in tecniche di gestione dell’acqua, varietà più resilienti, opportuna gestione del suolo e ombreggiamento, oltre che nel controllo biologico delle malattie fungine, che diventano più probabili in condizioni di umidità variabile. - Mercati internazionali e
barriere
L’Italia mantiene una posizione di leadership, ma la concorrenza è forte (Francia, Spagna, Nuovo Mondo). Le barriere tariffarie, la logistica, e le aspettative dei consumatori su sostenibilità e qualità (non solo quantità) possono penalizzare produttori meno attrezzati. - Sostenibilità ambientale
Crescerà la pressione normativa e della domanda verso produzioni a basso impatto, uso efficiente delle risorse idriche, riduzione delle emissioni, packaging ecosostenibile. Queste componenti diventeranno parte integrante del valore del vino sul mercato globale.
Criticità: evidenze dalla letteratura scientifica
Per
comprendere bene dove si annidano i rischi, vale la pena guardare alla letteratura
internazionale:
- Uno studio di environmental
footprint nel Piemonte ha evidenziato come il vetro della
bottiglia, il consumo di elettricità e il carburante per le macchine
agricole siano tra i fattori che maggiormente incidono sull’impronta
carbonica di un vino rosso (CF), mentre l’impronta idrica (Water
Footprint) è dominata dall’evapotraspirazione (“green water”) nelle fasi
vegetative e dalla disponibilità idrica naturale. mdpi.com
- La ricerca internazionale sul
cambiamento climatico mostra che temperature estremamente elevate,
particolarmente nel periodo post-veraison, possono causare
penalizzazioni importanti sia nei rendimenti sia nella qualità del vino,
con effetti su aromi, acidità, colore. ScienceDirect+2ajevonline.org+2
- In regioni calde e aride, la
scarsità d'acqua mette già a dura prova le strutture viticole,
costringendo a irrigazioni di emergenza, specializzazione delle cultivar
resistenti, gestione delle superfici fogliari per contenere stress
termico. ajevonline.org+1
- L’uso crescente di tecnologie
come il rilievo satellitare, predittivo, monitoraggio climatico di
dettaglio è emerso come fattore critico di adattamento, soprattutto per
anticipare fenomeni meteorologici estremi o malattie. oeno-one.eu+1
Casi studio internazionali
- In California, negli
ultimi anni, annate caratterizzate da ondate di calore estremo hanno
mostrato una forte correlazione con diminuzione della qualità (e dei
punteggi nei rating), soprattutto per vini premium; i prezzi subiscono
flessioni quando il caldo supera soglie critiche. Cambridge University Press &
Assessment
- In regioni semi-aride del Mediterraneo
e Australia, gli studi mostrano che l’aumento delle temperature medie e
delle condizioni di stress idrico hanno portato sia a una riorganizzazione
delle varietà coltivate sia a una modificazione del calendario vendemmiale
(raccolta anticipata per preservare acidità e aromi) ‒ ma con costi da
considerare sia in termini di gestione che di identità del vino.
Proposte di risposta: cosa fare adesso
Per evitare
che una vendemmia abbondante si trasformi in un’opportunità sprecata o in un
rischio per la sostenibilità economica, ambientale e qualitativa del comparto,
suggerisco le seguenti linee d’azione:
- Un sistema produttivo “a
fisarmonica”
Come già invocato da alcuni rappresentanti del settore: attivare strumenti normativi che permettano di modulare la produzione in base alle condizioni climatiche, ai mercati, alle giacenze. Questo potrebbe significare incentivi per le viti meno produttive o strategie di accorpamento temporaneo. - Investire nella qualità diffusa
Non bastano le zone di eccellenza: serve che anche le zone periferiche migliorino gestione, sanità fitosanitaria, vinificazione, packaging. Migliorare la qualità significa ottenere margini migliori, difendersi dalle oscillazioni del mercato globale. - Adattamento climatico
strutturale
- Varietà meno suscettibili al
caldo o con vinificazione che preservi meglio acidità e aromi.
- Gestione dell’acqua: raccolta,
conservazione, irrigazione efficiente, pratiche agroecologiche.
- Monitoraggio climatico di
precisione, uso della tecnologia per prevedere stress, malattie, per
ottimizzare l’intervento.
- Sostenibilità ambientale come
leva competitiva
Il consumatore sempre più richiede certificazioni, trasparenza, impegno ambientale. Produzioni con basso impatto ambientale, packaging sostenibile, processi energetici puliti possono diventare elementi differenzianti. - Supporto istituzionale e
finanziario
Fondi pubblici, politiche regionali, formazione rivolta ai viticoltori per le migliori pratiche, per innovazione e per mitigazione degli impatti ambientali. Occorre che le Regioni e lo Stato collaborino efficacemente non solo in termini di stime, ma anche di supporto operativo.
Quale futuro ci attende?
Se le
tendenze attuali si mantengono, potremmo ipotizzare che:
- Nei prossimi 5-10 anni l’Italia
continui a oscillare intorno ai 45-50 milioni di ettolitri, ma con una
crescente divergenza qualitativa tra aree che si adattano bene e aree che
invece soffrono condizioni climatiche più avverse.
- Le regioni meridionali, se non
gestiscono bene l’acqua e lo stress da caldo, rischiano una sorta di
“plateau” produttivo o cali in qualità, mentre zone del Nord-Est
potrebbero spingere verso nuove cultivar o versatilità produttiva.
- La sostenibilità diventerà non
solo criterio ambientale, ma requisito di mercato: accesso a mercati
esteri, apprezzamento da parte di consumatori attenti, premi di prezzo per
vini certificati o di nicchia.
Sintesi esecutiva (in una
riga)
La vendemmia
2025 mostra quantità e qualità promettenti, ma il rischio climatico resta
elevato: occorrono investimenti prioritari in gestione dell’acqua, monitoraggio
climatico di precisione, adattamento varietale e misure di
mitigazione/paesaggistiche nelle aree più vulnerabili (zone collinari
ripide — es. Prosecco/Asolo, aree costiere e interne con stress idrico
ricorrente, territori di alto valore come la Toscana). Queste priorità variano
in intensità a seconda dello scenario climatico (1.5–3°C). (Fonte:
Assoenologi/ISMEA/UIV; IPCC; studi MDPI e Frontiers). ResearchGate+3assoenologi.it+3ipcc.ch+3
Metodo e scenari (breve)
Non propongo
una simulazione numerica completa qui (richiederebbe modelli ad hoc e dati
locali), ma uno schema di simulazione qualitativa utile alle decisioni:
- Scenario A: +1.5 °C →
aumento moderato degli stress termici; maggiore variabilità stagionale;
adattamenti tecnici e gestionali possono limitare danni significativi.
(IPCC). ipcc.ch
- Scenario B: +2.0 °C →
incremento dei giorni di caldo estremo d’estate, aumento siccità
stagionali nelle aree mediterranee; più frequenti eventi estremi (piogge
intense alternate a siccità). Richiede investimenti strutturali. (IPCC /
MED). ipcc.ch+1
- Scenario C: ~+3.0 °C o più
→ riduzione estesa della suitability per molte cultivar tradizionali nelle
zone basse e costiere; spinta verso altitudini maggiori e cambi varietali;
impatti profondi su qualità e identità territoriale (studi regionali). ResearchGate
Le
raccomandazioni qui sotto sono organizzate per priorità d’investimento e
regione.
Priorità 1 — Gestione idrica e
infrastrutture (investimento immediato e centrale)
Perché: la
scarsità d’acqua è il fattore che più limita la resilienza. In Italia solo una
parte limitata dei vigneti è irrigata: molte zone ancora dipendono dalle
piogge. (Fonte CREA / studi nazionali). WineNews
Dove
investire (priorità alta):
- Sud (Puglia, Sicilia, Calabria,
Campania): aree
con alta esposizione al calore ma con potenziale per accumulo idrico
primaverile; investire in serbatoi, micro-irrigazione a goccia ad alta
efficienza, sistemi di ricarica delle falde e in agricoltura rigenerativa
che aumenti la ritenzione idrica del suolo. (Scenario B–C: alto rischio) ipcc.ch+1
- Aree collinari con suoli
sottili
(alcune parti di Sicilia, Puglia, ma anche microzone in Toscana/Marche):
costi di implementazione più bassi rispetto a grandi impianti, ma alta
efficacia locale.
Azioni
concrete:
- Piani regionali per
invasi/serbatoi diffusi, incentivi per impianti micro-irrigui,
regolamentazione sull’uso integrato delle acque, formazione per
l’irrigazione a deficit controllato.
Priorità 2 — Protezione dei
territori collinari e mitigazione dei rischi geomorfologici
Perché: aree
con forte pendenza e suoli fragili (Prosecco/Asolo, Colline del Nord-Est,
alcune zone del Centro) stanno già sperimentando frane, erosione e fenomeni
collegati a eventi pluviometrici intensi seguiti da siccità. Caso esemplare:
crisi nelle colline del Prosecco (asolo/valdobbiadene) con frane e siccità
alternate. The Guardian
Dove
investire (priorità alta):
- Prosecco (Veneto) — misure urgenti: rinforzo
della rete di drenaggio, fasce vegetative, gestione del sovraccarico
turistico/agricolo, monitoraggio delle frane; incentivi per pratiche che
aumentano la stabilità (siepi, alberature, coperture vegetali). The Guardian
- Colline toscane e marche
collinari:
sistemi di contenimento erosione e infrastrutture verdi.
Azioni
concrete:
- Mappe di rischio idro-geomorfologico,
cantieri verdi, limitazioni a pratiche che aumentano l’erosione (es.
lavorazioni profonde senza copertura), sovvenzioni per rimboschimento a
filari.
Priorità 3 — Adattamento
varietale e gestione della vigna (medio termine)
Perché: con
l’aumento delle temperature molte varietà tradizionali perdono acidità e
cambiano profilo aromatico; alcune regioni vedranno la “suitability climatica”
spostarsi in altitudine ~+100–+300 m (evidenze da studi comparativi). ResearchGate+1
Dove
investire (priorità media-alta):
- Toscana, Marche, Umbria: aree ad alto valore che
dovranno investire in selezione varietale (rootstock, scion), prove di
micro-vinificazione e sperimentazione di nuove cultivar in vigneti pilota.
(Scenario B–C suggerisce forte pressione). MDPI+1
- Piemonte e Nord-Est: sperimentare spostamenti
altitudinali e microclimi favorevoli per mantenere tipicità.
Azioni
concrete:
- Programmi regionali di
sperimentazione varietale, incentivi per passage a rootstock più
resistenti, banca regionale di germoplasma, sostegno a progetti di
ricerca-azione.
Priorità 4 — Monitoraggio
climatico di precisione e tecnologia (immediato-continuo)
Perché:
anticipare fitopatie (fungine dopo primavere piovose), evitare raccolte dannose
per qualità, ottimizzare interventi. Studi mostrano l’efficacia del
monitoraggio satellitare e IoT. cp.copernicus.org+1
Dove
investire:
- Tutte le regioni, con priorità
per Nord-Est dove la primavera piovosa richiede gestione fitosanitaria
puntuale e Centro dove la variabilità aumenta il rischio di perdita
qualitativa.
Azioni
concrete:
- Stazioni meteorologiche
aziendali (rete interoperabile), immagini satellitari per stress idrico,
piattaforme di allerta fitosanitaria; formazione per interpretare dati.
Priorità 5 — Valorizzazione
commerciale e gestione delle giacenze (strategia di mercato)
Perché:
anche con produzione elevata (47,4 Mhl, stime Assoenologi/ISMEA/UIV), il
rischio è la pressione sui prezzi e giacenze stabili; servono strategie per
evitare cali di prezzo generalizzati. assoenologi.it+1
Azioni
concrete:
- Promozione dei vini sostenibili
(certificazioni), contratti a termine/assicurazioni di prezzo,
investimenti in marketing per segmenti premium, sviluppo di filiere corte
e turismo del vino per aumentare valore locale.
Priorità per Regione: elenco
rapido e motivato
- Veneto (Prosecco/Valdobbiadene,
Triveneto in generale) — Altissimo rischio geomorfologico e
turismo-pressures: priorità su interventi paesaggistici, drenaggio,
monitoraggio frane. (Caso Prosecco: frane e dissesti riportati). The Guardian
- Toscana — Rischio qualitativo per
vini di pregio: priorità su adattamento varietale, sperimentazione e
ricerca per preservare acidità e profili aromatici. MDPI
- Puglia & Sicilia — Stress da calore ma utile
capacità di accumulo idrico se gestita: priorità su sistemi di
irrigazione efficienti e raccolta/stoccaggio dell’acqua. WineNews
- Piemonte — Rischio minore immediato
ma attenzione ai cambi di fenologia: investire in monitoraggio
climatico, prove varietali d’altitudine. ResearchGate
- Trentino-Alto Adige / Friuli — Opportunità di
“migrazione verticale”: investire in ricerca varietale e
infrastrutture che supportino vigneti in quota. ResearchGate
Misure di adattamento
collegate a pratiche enologiche
- Modifiche in cantina per
gestire uve con maggiore zucchero / minore acidità (tecniche di
vinificazione per mantenere equilibrio; vedi review su effetti climatici
sulla composizione del vino). ResearchGate
- Canopy management e pratiche di
ombreggiatura per ridurre sunburn e perdita di acidi: efficaci in regioni
calde. ScienceDirect
Che cosa finanziare subito
(programa operativo suggerito, 3 anni)
- Reti e invasi d’acqua regionali
+ incentivi micro-irrigazione (budget: alto) — target: Sud, Puglia, Sicilia,
Campania. WineNews
- Progetti pilota (10–30 aziende)
per adattamento varietale + banca germoplasma — target: Toscana, Marche,
Umbria, Piemonte. ResearchGate
- Monitoraggio nazionale
integrato (stazioni + satellite + piattaforma dati open) — target: tutte le regioni
(priorità Nord-Est e Centro). cp.copernicus.org
- Interventi paesaggistici e
stabilizzazione nelle colline fragili — target: Prosecco, aree collinari toscane e
marchigiane. The Guardian
- Fondo per la valorizzazione
commerciale e certificazioni di sostenibilità — target: produttori diffusi
per aumentare valore unitario.
Rischi residui e come
monitorarli
- Rischio di perdita di identità
territoriale se si
abbandonano cultivar storiche senza una strategia di tutela. Monitorare
attraverso progetti pilota che includano analisi sensoriale e di mercato. ResearchGate
- Rischio finanziario per piccole
aziende:
favorire strumenti di credito agevolato e assicurazione climatica.
Conclusione rapida
Selezionando
investimenti che combinino infrastrutture idriche, protezione del
paesaggio, sperimentazione varietale e precision farming,
l’Italia può trasformare l’attuale abbondanza produttiva (vendemmia 2025) in
un’opportunità di consolidamento competitivo, evitando che l’aumento
quantitativo si traduca in perdita di valore. Gli scenari 1.5–2°C sono ancora
gestibili con investimenti mirati; oltre il 2–3°C servirebbe una strategia
sistemica molto più radicale (migrazione altitudinale, nuovi modelli
varietali).
Conclusione
La vendemmia
2025 italiana è senza dubbio un buon segno per il settore: quantità in aumento,
condizioni spesso favorevoli, qualità attesa in molti casi elevata. Ma non
possiamo adagiarci: in un contesto globale segnato dal cambiamento climatico,
dalla competizione internazionale, da richieste di sostenibilità crescente,
l’Italia del vino deve muoversi su più fronti per non perdere terreno. Le
risorse ci sono: know-how, territorialità, varietà, approccio enogastronomico.
È il momento di usarli, non solo per brindare, ma per costruire.
Bibliografia
- Assoenologi, ISMEA, Unione
Italiana Vini, “Presentate le stime vendemmiali 2025”, 10 settembre 2025.
Disponibile su: https://www.assoenologi.it/2025/09/10/presentate-le-stime-vendemmiali-2025-di-assoenologi-ismea-e-uiv/
assoenologi.it
- ISMEA, “Presentate le stime
vendemmiali di Assoenologi, ISMEA e UIV – Vendemmia 2025”, 10 settembre
2025. Disponibile su: https://www.ismea.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/13393
Ismea
- Environmental Footprints of Red
Wine Production in Piedmont, Italia (Studio su CF, WF, EF) –
Sustainability, MDPI. mdpi.com
- The impact of climate change on
the global wine industry – Scientifc review. ScienceDirect
- Climate Change Impacts on
Vineyards in Warm and Dry Areas – AEJV overview. ajevonline.org
- Environmental sustainability in
the wine industry, a literature review. ScienceDirect
Fonti / Bibliografia (link)
- Assoenologi — Presentate le
stime vendemmiali 2025 (10/09/2025). assoenologi.it
https://www.assoenologi.it/2025/09/10/presentate-le-stime-vendemmiali-2025-di-assoenologi-ismea-e-uiv/ - ISMEA — Stime vendemmiali 2025
(10/09/2025). Ismea
https://www.ismea.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/13393 - Unione Italiana Vini (UIV) —
Vendemmia 2025: approfondimento (10/09/2025). Unione Italiana Vini
https://www.unioneitalianavini.it/approfondimenti-tematici/confederazione/vendemmia-2025-produzione-in-crescita-e-qualita-eccellente-ma-il-mercato-resta-fragile/ - IPCC — Cross-Chapter Paper 4:
Mediterranean Region (AR6 WGII) — proiezioni e vulnerabilità mediterranea.
ipcc.ch+1
https://www.ipcc.ch/report/ar6/wg2/chapter/ccp4/ - MDPI (Atmosphere) — Climate
Change and Viticulture in Italy: Historical Trends and Future... —
analisi di trend e suitability. MDPI
https://www.mdpi.com/2073-4433/15/8/885 - Frontiers / studi su canopy
& irrigazione — adattamenti in condizioni calde (review/esperimenti). ResearchGate+1
(es. Front. Plant Sci. 2022; e recenti review su canopy management) - Guardian — reportage su crisi
Prosecco (case study, frane e impatti climatici). The Guardian
https://www.theguardian.com/environment/article/2024/jun/08/from-parched-earth-to-landslides-crisis-in-the-prosecco-hills-of-italy

Nessun commento:
Posta un commento