La scommessa
digitale dell’agricoltura europea: più flessibilità o ambiguità normativa?
Autore: Antonio Bruno
Istituzione: Associazione dei Laureati in Scienze Agrarie e Scienze
Forestali della Provincia di Lecce
Entro la
fine del 2025 la Commissione Europea intende presentare due nuovi regolamenti
legati all’adozione delle tecnologie digitali in agricoltura. Il cuore della
questione – che potrebbe cambiare il volto delle campagne del Vecchio
Continente – ruota su due nodi centrali: 1) il rinvio dell’obbligo di
tracciatura elettronica dell’uso dei prodotti fitosanitari, e 2) l’apertura
normativa all’uso dei droni per l’irrorazione, oggi in buona parte vietata
salvo deroghe.
Il rinvio della tracciabilità digitale: i motivi e le
incognite
Secondo
fonti interne all’UE, la proposta che si dovrebbe presentare in ottobre
conterrà una “moratoria condizionata”: i governi nazionali potrebbero ottenere
il potere di esentare, in tutto o in parte, gli agricoltori dall’obbligo di
registrare digitalmente l'applicazione dei fitofarmaci per il 2026. La notizia
è stata originariamente anticipata dal ministro polacco dell’agricoltura, che
ha reso noto il contenuto di una lettera della Commissione, successivamente
confermata da funzionari europei.
Dietro a
questa decisione c’è un’ambizione politica evidente: evitare l’antipolitica del
“registro digitale obbligatorio” che potrebbe essere percepita come un onere
burocratico gravoso per molti agricoltori, specialmente le aziende di piccola
scala. Allo stesso tempo, si vuole evitare che l’innovazione si inceppi in
vincoli normativi troppo rigidi, in un momento in cui la digitalizzazione è vista
come una leva strategica per la sostenibilità dell’agricoltura.
Tuttavia, il
rinvio solleva questioni non trascurabili. La tracciabilità digitale è
considerata da molti esperti un pilastro per garantire trasparenza,
responsabilità e controllo dell’uso dei pesticidi. In letteratura – da studi
sull’agricoltura di precisione alla digitalizzazione dei sistemi agricoli – il
“log-book digitale” è indicato come uno strumento cruciale per monitorare
l’efficacia delle strategie di riduzione dei rischi ambientali e sanitarî. Frontiers+1
La
sospensione temporanea, dunque, rischia di generare un vuoto regolamentare:
saranno i singoli Stati membri a decidere criteri e modalità di esenzione, con
il pericolo di disomogeneità e fughe in avanti (o regressive) tra Paesi. In un
mercato agricolo integrato come quello europeo, una simile disomogeneità può
tradursi in distorsioni concorrenziali e in difficoltà per il controllo
comunitario.
Droni per l’irrorazione: da tabù a diritto
regolamentato
L’altro
punto centrale della riforma prevista riguarda l’uso di droni per l’irrorazione
dei prodotti fitosanitari. Oggi, in base alla Direttiva 2009/128/CE (la
cosiddetta “Direttiva sull’uso sostenibile dei pesticidi”), la spruzzatura
aerea di pesticidi è vietata salvo deroghe particolari. E la normativa non
contempla originariamente i velivoli a pilotaggio remoto come i droni. endseurope.com+3Parlamento Europeo+3Food
Safety+3
Tuttavia,
con l’evoluzione tecnologica dei droni (piattaforme leggere, sensori,
navigazione autonoma, algoritmi di decision-support), molti Paesi e attori del
settore chiedono un aggiornamento del quadro normativo. Le fonti della
Commissione avrebbero dichiarato che sono in corso trattative con gli Stati
membri per modificare le norme attuali, con l’obiettivo di includere
espressamente i droni nel novero delle tecnologie ammissibili per
l’irrorazione. endseurope.com+1
In
particolare, si valuterebbe la possibilità di introdurre deroghe e regole
standard per operazioni con droni, ad esempio sotto soglie di peso, altezze,
densità di goccioline, o condizioni meteo fissate. Alcune proposte parlano di
operare tra 2 e 3 metri sopra la coltura, così da ridurre il drift (il fenomeno
della deriva chimica) e contenere l’impatto ambientale. eurofins.com
Questo
dibattito non è solo tecnico, è politico. Rappresenta una scelta di fondo:
considerare il drone come una mera “macchina di nebulizzazione” soggetta a
restrizioni, oppure riconoscerlo come uno strumento avanzato di agricoltura di
precisione, con potenziale di riduzione dei volumi chimici.
Cosa dice la letteratura internazionale
Il dibattito
non è teorico: molte ricerche mostrano la potenzialità e i limiti delle
tecnologie digitali e dei droni in agricoltura. Qualche sintesi:
- Una review del 2024 su “Drones
in Precision Agriculture” passa in rassegna applicazioni diagnostiche
(monitoraggio vegetativo, mappature multispettrali) e interventistiche
(irrorazione mirata, semina assistita), mostrando che in contesti
sperimentali i droni possono contribuire a una gestione più precisa dei
parassiti, delle malattie e delle risorse idriche. Tuttavia, la diffusione
su scala commerciale è ostacolata da vincoli normativi, costi iniziali
elevati, complessità di integrazione con sistemi digitali e problemi di
regolamentazione dei voli BVLOS (“beyond visual line of sight”). MDPI+1
- Uno studio presente su Frontiers
sulla “Digitalization of agriculture for sustainable crop production”
evidenzia come, pur essendo molte sperimentazioni promettenti, l’adozione
su larga scala sia rallentata da problemi di accesso a finanziamenti,
consapevolezza tecnica degli agricoltori, interoperabilità dei sistemi e
protezione dei dati. Frontiers
- Un caso concreto è lo studio
condotto in Tunisia, nella zona di Sidi Bouzid, in cui droni dotati di
sensori multispettrali sono stati impiegati per il monitoraggio di oliveti
in un ambiente semi-arido. I risultati hanno permesso di identificare zone
con stress idrico o carenza nutrizionale con risoluzione spaziale molto
elevata, offrendo indicazioni puntuali su interventi agronomici. SCIEPublish
- In un’altra esperienza (su
colture di canna da zucchero) è stato testato un sistema robotico di
spot‐spraying (irrorazione selettiva guidata da visione artificiale e
apprendimento automatico). I risultati hanno mostrato che l’efficacia sul
controllo delle infestanti era circa il 97 % rispetto all’applicazione
convenzionale, ma con una riduzione media dell’uso di erbicidi del 35 %.
In alcune condizioni con bassa densità infestante, la riduzione è arrivata
al 65 %. Inoltre, i parametri chimici nelle acque di deflusso si sono
ridotti sensibilmente (-39 % nella concentrazione media, -54 % nel carico
totale) rispetto al metodo broadcast. arXiv
Questi
esempi indicano che la digitalizzazione e i droni non sono soluzioni magiche,
ma strumenti che – ben calibrati e regolati – possono ridurre l’impatto
ambientale e migliorare l’efficienza agronomica.
Rischi, resistenze e nodi critici
La proposta
UE di concedere esenzioni alla tracciabilità e liberalizzare i droni non è
priva di costi e rischi:
- Frammentazione normativa: se gli Stati membri possano
liberalizzare a piacimento, si rischia di avere scenari disparati: in un
Paese il drone è usabile liberamente, in un altro è ancora bandito con
deroga. Ciò può generare “turismo regolamentare” e squilibri competitivi.
- Controllo, responsabilità e
trasparenza:
rinviare la tracciabilità significa a lungo termine indebolire la capacità
di verifica delle autorità ambientali e sanitarie. Senza dati digitali
unificati, sarà difficile monitorare l’aderenza alle strategie di
mitigazione del rischio previsto dal Green Deal.
- Sovente gap tecnologico e
culturale: molte
aziende agricole, in particolare quelle minori, non dispongono delle
competenze o dei capitali per adottare sistemi digitali avanzati. Se non
accompagnati da supporto tecnico, incentivi e formazione, gli obblighi
possono diventare un freno piuttosto che una spinta.
- Protezione dei dati e diritto
alla privacy agricola: l’uso massiccio di droni e sensori digitali
pone questioni di proprietà dei dati, usi commerciali, responsabilità in
caso di malfunzionamenti e conflitti tra agricoltore e operatori
tecnologici.
- Aspetti ambientali non lineari: la promessa di riduzione
chimica è reale ma condizionata da molti fattori: densità delle
infestanti, modulazione corretta dello spruzzo, accuratezza del sensore,
condizioni meteo. Un drone mal calibrato o male impiegato può anche
aumentare la deriva o l’effetto collaterale su aree non bersaglio.
Confronti globali: chi ha già legiferato
Non è vero
che l’Europa sia l’unica a misurarsi con queste sfide: ecco qualche esempio
internazionale:
- Cina: ha promosso con decisione
l’uso dei droni agricoli. Le normative consentono l’irrorazione tramite
UAV con regolamentazioni specifiche, sostenute da incentivi governativi,
certificazioni e standard per i droni agricoli. MDPI
- India: ha introdotto
regolamentazioni (Drone Rules 2021) che prevedono procedure per l’uso
agricolo, operazioni autorizzate, licenze, e integrazione con le agenzie
agricole nazionali per promuovere l’adozione nei contesti rurali. MDPI
- Brasile: l’uso agricolo di droni è
regolato sia dall’agenzia aeronautica nazionale che dall’ente per i
pesticidi (MAPA). Le operazioni devono rispettare limiti di peso,
autorizzazioni, e normative ambientali complementari. MDPI
- Bulgaria: è uno dei Paesi UE che ha già
adottato una legge per regolare i droni da irrorazione. Future Farming
Questi
modelli mostrano che la regolamentazione non è un blocco ideologico: è
possibile contemperare innovazione e tutela ambientale, se lo Stato accompagna
la transizione con regole chiare, protocolli, incentivi e controllo.
Visione finale: innovare senza prevaricare
Il piano di
Bruxelles – così come anticipato – è ambizioso e rischioso allo stesso tempo.
Da un lato, concede margini di flessibilità agli Stati e attenua i vincoli
immediati sull’agricoltore; dall’altro, rischia di sviarsi dalla rotta indicata
dal Green Deal e dalle strategie di riduzione dei pesticidi.
Un’Europa
agricola davvero “smart” non può prescindere da un sistema integrato:
tracciabilità digitale, strumenti di decision-support, sensoristica avanzata,
agronomi formati, ruolo attivo del comparto di ricerca e sorveglianza efficace.
Le esenzioni e le deroghe, se ben governate, possono essere utili per gestire
la transizione — ma devono essere temporanee, trasparenti e condizionate a fasi
evolutive ben definite.
L’Italia,
che possiede una fitta rete agricola e una forte pressione ambientale, dovrebbe
farsi parte attiva nel negoziato europeo: chiedere che le deroghe siano ben
circoscritte e che la Commissione introduca meccanismi di verifica armonizzati.
E insieme agli altri Stati deve investire nella formazione degli agricoltori,
negli incentivi per l’adozione degli strumenti digitali e nell’infrastruttura
di rete (banda larga, sistemi cloud, interoperabilità).
Se il rinvio
della tracciabilità e l’apertura ai droni saranno accompagnati da una politica
lungimirante di accompagnamento tecnologico e controllo, l’agricoltura europea
potrebbe trasformarsi davvero in un laboratorio della sostenibilità. Se invece
resteranno scelte normative casuali, rischiano di consegnarci un “boom
tecnologico disorganico”, con sfruttamento di derivazioni normative e
arretramento in chiave ambientale.
In questo
equilibrio delicato sta la vera sfida: non rinnegare la tecnologia, ma non
abbandonare il rigore.
Fonti istituzionali e normative
- Direttiva 2009/128/CE del
Parlamento Europeo e del Consiglio, che istituisce un quadro per l'azione
comunitaria ai fini dell'utilizzo sostenibile dei pesticidi.
- Parlamento Europeo. Answer
given by Ms Kyriakides on behalf of the European Commission – Aerial
spraying of pesticides using drones. Documento E-000920/2024.
Disponibile su: europarl.europa.eu
- Commissione Europea. Revision
of pesticide rules to facilitate aerial spraying. endseurope.com
Letteratura scientifica internazionale
- Frontiers in Environmental
Science. Digitalization of agriculture for sustainable crop production.
2024. DOI: 10.3389/fenvs.2024.1375193.
- MDPI – Drones. Drones in
Precision Agriculture: A Review of Applications, Challenges, and Future
Trends. 2024. mdpi.com/2504-446X/8/11/686
- SciePublish. Monitoring
Olive Groves in Semi-Arid Tunisia Using UAV Multispectral Imaging.
2024. sciepublish.com/article/pii/449
- arXiv. Robot Vision-Based
Spot Spraying for Weed Management in Sugarcane Fields. 2024. arxiv.org/abs/2401.13931
- MDPI – Drones. Agricultural
Drone Regulations and Global Adoption Models. 2024. mdpi.com/2504-446X/9/6/388
Casi di studio e analisi settoriali
- Eurofins Agroscience Services. Drone
spraying regulation and opportunities in Europe. 2024. eurofins.com
- Future Farming. Bulgaria
adopts legislation to regulate spray drones in agriculture. 2024. futurefarming.com
Fonti giornalistiche
- Di Mambro, A. Agrofarmaci:
in arrivo deroghe al registro digitale e ok ai droni. L’Informatore
Agrario, n. 30/2025.
- Ends Europe. Commission
mulls revision of pesticide rules to facilitate aerial spraying. 2024.

Nessun commento:
Posta un commento