giovedì 18 settembre 2025

La scommessa digitale dell’agricoltura europea: più flessibilità o ambiguità normativa?

 


La scommessa digitale dell’agricoltura europea: più flessibilità o ambiguità normativa?

Autore: Antonio Bruno

Istituzione: Associazione dei Laureati in Scienze Agrarie e Scienze Forestali della Provincia di Lecce

 

Entro la fine del 2025 la Commissione Europea intende presentare due nuovi regolamenti legati all’adozione delle tecnologie digitali in agricoltura. Il cuore della questione – che potrebbe cambiare il volto delle campagne del Vecchio Continente – ruota su due nodi centrali: 1) il rinvio dell’obbligo di tracciatura elettronica dell’uso dei prodotti fitosanitari, e 2) l’apertura normativa all’uso dei droni per l’irrorazione, oggi in buona parte vietata salvo deroghe.

Il rinvio della tracciabilità digitale: i motivi e le incognite

Secondo fonti interne all’UE, la proposta che si dovrebbe presentare in ottobre conterrà una “moratoria condizionata”: i governi nazionali potrebbero ottenere il potere di esentare, in tutto o in parte, gli agricoltori dall’obbligo di registrare digitalmente l'applicazione dei fitofarmaci per il 2026. La notizia è stata originariamente anticipata dal ministro polacco dell’agricoltura, che ha reso noto il contenuto di una lettera della Commissione, successivamente confermata da funzionari europei.

Dietro a questa decisione c’è un’ambizione politica evidente: evitare l’antipolitica del “registro digitale obbligatorio” che potrebbe essere percepita come un onere burocratico gravoso per molti agricoltori, specialmente le aziende di piccola scala. Allo stesso tempo, si vuole evitare che l’innovazione si inceppi in vincoli normativi troppo rigidi, in un momento in cui la digitalizzazione è vista come una leva strategica per la sostenibilità dell’agricoltura.

Tuttavia, il rinvio solleva questioni non trascurabili. La tracciabilità digitale è considerata da molti esperti un pilastro per garantire trasparenza, responsabilità e controllo dell’uso dei pesticidi. In letteratura – da studi sull’agricoltura di precisione alla digitalizzazione dei sistemi agricoli – il “log-book digitale” è indicato come uno strumento cruciale per monitorare l’efficacia delle strategie di riduzione dei rischi ambientali e sanitarî. Frontiers+1

La sospensione temporanea, dunque, rischia di generare un vuoto regolamentare: saranno i singoli Stati membri a decidere criteri e modalità di esenzione, con il pericolo di disomogeneità e fughe in avanti (o regressive) tra Paesi. In un mercato agricolo integrato come quello europeo, una simile disomogeneità può tradursi in distorsioni concorrenziali e in difficoltà per il controllo comunitario.

Droni per l’irrorazione: da tabù a diritto regolamentato

L’altro punto centrale della riforma prevista riguarda l’uso di droni per l’irrorazione dei prodotti fitosanitari. Oggi, in base alla Direttiva 2009/128/CE (la cosiddetta “Direttiva sull’uso sostenibile dei pesticidi”), la spruzzatura aerea di pesticidi è vietata salvo deroghe particolari. E la normativa non contempla originariamente i velivoli a pilotaggio remoto come i droni. endseurope.com+3Parlamento Europeo+3Food Safety+3

Tuttavia, con l’evoluzione tecnologica dei droni (piattaforme leggere, sensori, navigazione autonoma, algoritmi di decision-support), molti Paesi e attori del settore chiedono un aggiornamento del quadro normativo. Le fonti della Commissione avrebbero dichiarato che sono in corso trattative con gli Stati membri per modificare le norme attuali, con l’obiettivo di includere espressamente i droni nel novero delle tecnologie ammissibili per l’irrorazione. endseurope.com+1

In particolare, si valuterebbe la possibilità di introdurre deroghe e regole standard per operazioni con droni, ad esempio sotto soglie di peso, altezze, densità di goccioline, o condizioni meteo fissate. Alcune proposte parlano di operare tra 2 e 3 metri sopra la coltura, così da ridurre il drift (il fenomeno della deriva chimica) e contenere l’impatto ambientale. eurofins.com

Questo dibattito non è solo tecnico, è politico. Rappresenta una scelta di fondo: considerare il drone come una mera “macchina di nebulizzazione” soggetta a restrizioni, oppure riconoscerlo come uno strumento avanzato di agricoltura di precisione, con potenziale di riduzione dei volumi chimici.

Cosa dice la letteratura internazionale

Il dibattito non è teorico: molte ricerche mostrano la potenzialità e i limiti delle tecnologie digitali e dei droni in agricoltura. Qualche sintesi:

  • Una review del 2024 su “Drones in Precision Agriculture” passa in rassegna applicazioni diagnostiche (monitoraggio vegetativo, mappature multispettrali) e interventistiche (irrorazione mirata, semina assistita), mostrando che in contesti sperimentali i droni possono contribuire a una gestione più precisa dei parassiti, delle malattie e delle risorse idriche. Tuttavia, la diffusione su scala commerciale è ostacolata da vincoli normativi, costi iniziali elevati, complessità di integrazione con sistemi digitali e problemi di regolamentazione dei voli BVLOS (“beyond visual line of sight”). MDPI+1
  • Uno studio presente su Frontiers sulla “Digitalization of agriculture for sustainable crop production” evidenzia come, pur essendo molte sperimentazioni promettenti, l’adozione su larga scala sia rallentata da problemi di accesso a finanziamenti, consapevolezza tecnica degli agricoltori, interoperabilità dei sistemi e protezione dei dati. Frontiers
  • Un caso concreto è lo studio condotto in Tunisia, nella zona di Sidi Bouzid, in cui droni dotati di sensori multispettrali sono stati impiegati per il monitoraggio di oliveti in un ambiente semi-arido. I risultati hanno permesso di identificare zone con stress idrico o carenza nutrizionale con risoluzione spaziale molto elevata, offrendo indicazioni puntuali su interventi agronomici. SCIEPublish
  • In un’altra esperienza (su colture di canna da zucchero) è stato testato un sistema robotico di spot‐spraying (irrorazione selettiva guidata da visione artificiale e apprendimento automatico). I risultati hanno mostrato che l’efficacia sul controllo delle infestanti era circa il 97 % rispetto all’applicazione convenzionale, ma con una riduzione media dell’uso di erbicidi del 35 %. In alcune condizioni con bassa densità infestante, la riduzione è arrivata al 65 %. Inoltre, i parametri chimici nelle acque di deflusso si sono ridotti sensibilmente (-39 % nella concentrazione media, -54 % nel carico totale) rispetto al metodo broadcast. arXiv

Questi esempi indicano che la digitalizzazione e i droni non sono soluzioni magiche, ma strumenti che – ben calibrati e regolati – possono ridurre l’impatto ambientale e migliorare l’efficienza agronomica.

Rischi, resistenze e nodi critici

La proposta UE di concedere esenzioni alla tracciabilità e liberalizzare i droni non è priva di costi e rischi:

  1. Frammentazione normativa: se gli Stati membri possano liberalizzare a piacimento, si rischia di avere scenari disparati: in un Paese il drone è usabile liberamente, in un altro è ancora bandito con deroga. Ciò può generare “turismo regolamentare” e squilibri competitivi.
  2. Controllo, responsabilità e trasparenza: rinviare la tracciabilità significa a lungo termine indebolire la capacità di verifica delle autorità ambientali e sanitarie. Senza dati digitali unificati, sarà difficile monitorare l’aderenza alle strategie di mitigazione del rischio previsto dal Green Deal.
  3. Sovente gap tecnologico e culturale: molte aziende agricole, in particolare quelle minori, non dispongono delle competenze o dei capitali per adottare sistemi digitali avanzati. Se non accompagnati da supporto tecnico, incentivi e formazione, gli obblighi possono diventare un freno piuttosto che una spinta.
  4. Protezione dei dati e diritto alla privacy agricola: l’uso massiccio di droni e sensori digitali pone questioni di proprietà dei dati, usi commerciali, responsabilità in caso di malfunzionamenti e conflitti tra agricoltore e operatori tecnologici.
  5. Aspetti ambientali non lineari: la promessa di riduzione chimica è reale ma condizionata da molti fattori: densità delle infestanti, modulazione corretta dello spruzzo, accuratezza del sensore, condizioni meteo. Un drone mal calibrato o male impiegato può anche aumentare la deriva o l’effetto collaterale su aree non bersaglio.

Confronti globali: chi ha già legiferato

Non è vero che l’Europa sia l’unica a misurarsi con queste sfide: ecco qualche esempio internazionale:

  • Cina: ha promosso con decisione l’uso dei droni agricoli. Le normative consentono l’irrorazione tramite UAV con regolamentazioni specifiche, sostenute da incentivi governativi, certificazioni e standard per i droni agricoli. MDPI
  • India: ha introdotto regolamentazioni (Drone Rules 2021) che prevedono procedure per l’uso agricolo, operazioni autorizzate, licenze, e integrazione con le agenzie agricole nazionali per promuovere l’adozione nei contesti rurali. MDPI
  • Brasile: l’uso agricolo di droni è regolato sia dall’agenzia aeronautica nazionale che dall’ente per i pesticidi (MAPA). Le operazioni devono rispettare limiti di peso, autorizzazioni, e normative ambientali complementari. MDPI
  • Bulgaria: è uno dei Paesi UE che ha già adottato una legge per regolare i droni da irrorazione. Future Farming

Questi modelli mostrano che la regolamentazione non è un blocco ideologico: è possibile contemperare innovazione e tutela ambientale, se lo Stato accompagna la transizione con regole chiare, protocolli, incentivi e controllo.

Visione finale: innovare senza prevaricare

Il piano di Bruxelles – così come anticipato – è ambizioso e rischioso allo stesso tempo. Da un lato, concede margini di flessibilità agli Stati e attenua i vincoli immediati sull’agricoltore; dall’altro, rischia di sviarsi dalla rotta indicata dal Green Deal e dalle strategie di riduzione dei pesticidi.

Un’Europa agricola davvero “smart” non può prescindere da un sistema integrato: tracciabilità digitale, strumenti di decision-support, sensoristica avanzata, agronomi formati, ruolo attivo del comparto di ricerca e sorveglianza efficace. Le esenzioni e le deroghe, se ben governate, possono essere utili per gestire la transizione — ma devono essere temporanee, trasparenti e condizionate a fasi evolutive ben definite.

L’Italia, che possiede una fitta rete agricola e una forte pressione ambientale, dovrebbe farsi parte attiva nel negoziato europeo: chiedere che le deroghe siano ben circoscritte e che la Commissione introduca meccanismi di verifica armonizzati. E insieme agli altri Stati deve investire nella formazione degli agricoltori, negli incentivi per l’adozione degli strumenti digitali e nell’infrastruttura di rete (banda larga, sistemi cloud, interoperabilità).

Se il rinvio della tracciabilità e l’apertura ai droni saranno accompagnati da una politica lungimirante di accompagnamento tecnologico e controllo, l’agricoltura europea potrebbe trasformarsi davvero in un laboratorio della sostenibilità. Se invece resteranno scelte normative casuali, rischiano di consegnarci un “boom tecnologico disorganico”, con sfruttamento di derivazioni normative e arretramento in chiave ambientale.

In questo equilibrio delicato sta la vera sfida: non rinnegare la tecnologia, ma non abbandonare il rigore.

Fonti istituzionali e normative

  • Direttiva 2009/128/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio, che istituisce un quadro per l'azione comunitaria ai fini dell'utilizzo sostenibile dei pesticidi.
  • Parlamento Europeo. Answer given by Ms Kyriakides on behalf of the European Commission – Aerial spraying of pesticides using drones. Documento E-000920/2024. Disponibile su: europarl.europa.eu
  • Commissione Europea. Revision of pesticide rules to facilitate aerial spraying. endseurope.com

Letteratura scientifica internazionale

  • Frontiers in Environmental Science. Digitalization of agriculture for sustainable crop production. 2024. DOI: 10.3389/fenvs.2024.1375193.
  • MDPI – Drones. Drones in Precision Agriculture: A Review of Applications, Challenges, and Future Trends. 2024. mdpi.com/2504-446X/8/11/686
  • SciePublish. Monitoring Olive Groves in Semi-Arid Tunisia Using UAV Multispectral Imaging. 2024. sciepublish.com/article/pii/449
  • arXiv. Robot Vision-Based Spot Spraying for Weed Management in Sugarcane Fields. 2024. arxiv.org/abs/2401.13931
  • MDPI – Drones. Agricultural Drone Regulations and Global Adoption Models. 2024. mdpi.com/2504-446X/9/6/388

Casi di studio e analisi settoriali

  • Eurofins Agroscience Services. Drone spraying regulation and opportunities in Europe. 2024. eurofins.com
  • Future Farming. Bulgaria adopts legislation to regulate spray drones in agriculture. 2024. futurefarming.com

Fonti giornalistiche

  • Di Mambro, A. Agrofarmaci: in arrivo deroghe al registro digitale e ok ai droni. L’Informatore Agrario, n. 30/2025.
  • Ends Europe. Commission mulls revision of pesticide rules to facilitate aerial spraying. 2024.

 

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