Lecce 10 e 11
ottobre 2025 FINAL MEETING DEL PROGETTO CLEARGENES (CLimatE chAnge Resilience
GENES in Italian fruits and vegetables)
Autore: Antonio Bruno
Istituzione: Associazione dei Laureati in Scienze Agrarie e Scienze
Forestali della Provincia di Lecce
Ho compilato
il format per la partecipazione al FINAL MEETING DEL PROGETTO CLEARGENES che si
terrà a Lecce il 10 e l’11 ottobre 2025. Ho poi cercato la letteratura e le
fonti disponibili sul progetto CLEARGENES (CLimatE chAnge Resilience GENES
in Italian fruits and vegetables) e su lavori assimilabili nel mondo. Qui
sotto trovate (1) cosa il progetto ha fatto / risultati disponibili finora, (2)
come si confronta con casi di studio internazionali rilevanti, e (3) criticità,
imprecisioni potenziali e raccomandazioni operative. Ho messo le fonti
principali subito dopo i punti più importanti.
1) Sintesi dei risultati
disponibili del progetto CLEARGENES
- Obiettivi e approccio: CLEARGENES è un progetto PNRR
/ Agritech (Spoke 4) che mira a identificare e sfruttare geni e marcatori
associati alla resilienza climatica in colture italiane chiave (vite,
melo, pomodoro, peperone, melanzana, radicchi, cicorie). L’approccio è
integrato: sequenziamento (NGS), fenotipizzazione ad alto throughput,
analisi del microbioma e studi di interazione genotipo×ambiente. igatechnology.com+1
- Attività realizzate finora
(evidenze pubbliche / divulgative): comunicazioni istituzionali e post dei partner
riportano l’avvio di attività di sequenziamento, sperimentazioni di
fenotipizzazione e prime analisi/prestazioni presentate in eventi (es.
fiere, giornate tecniche). Alcuni partner locali (IGATech, UniTrento,
Laimburg, UniPadova, UniSalento, EdiVite) compilano pagine e post con
descrizioni di WP e attività. Tuttavia, al momento non emergono
dall’open literature articoli peer-review completi che riportino risultati
finali estesi del progetto (il progetto è recente: 2024–2026). igatechnology.com+2LinkedIn+2
- Output attesi / preliminari: dalle descrizioni dei WP
risultano attività quali (i) raccolta e genotipizzazione di
accessioni/varietà, (ii) identificazione di marker/varianti associate a
tratti di resilienza, (iii) protocolli di fenotipizzazione in
campo/semi-campo e (iv) analisi del microbioma correlato alla
resistenza/stress tolerance. Alcune comunicazioni menzionano risultati
preliminari divulgati a eventi locali (es. risultati preliminari sul
pomodoro/microbioma). igatechnology.com+1
2) Confronto con casi di
studio mondiali/letteratura internazionale
Ho
selezionato esempi affini per tecnologia/obiettivo e li confronto con il
disegno di CLEARGENES.
- Tomato — risorse genomiche e
resequencing:
l’analisi genomica approfondita del pomodoro (genoma di riferimento,
resequencing di collezioni europee) ha permesso di mappare variazione
funzionale utile a breeding e a studi genotype×ambiente. Questi lavori
mostrano che collezioni ampie e dati di qualità sono fondamentali per
trovare varianti utili. CLEARGENES, se costruisce collezioni e dati
fenotipici ampi, segue la stessa strada. Nature+1
- Vite — ruolo delle variazioni
strutturali e tecniche NGT/TEA: studi recenti evidenziano che le variazioni
strutturali (SV) e ripetizioni influenzano fortemente fenotipi in vite;
approcci che integrano SV e marcatori molecolari danno più potere
predittivo. Inoltre in Italia esistono iniziative che esplorano tecniche
di “Technique Assisted Evolution/NGT” (es. EdiVite) per creare prototipi
resistenti, ponendo questioni regolatorie e di tutela della tipicità.
CLEARGENES include la vite tra le specie studiate e può trarre vantaggio
dall’includere SV e approcci NGT dove regolamenti lo consentono. PMC+1
- Caratterizzazione genetica
regionale (es. pero, colture europee): casi come il pear/other fruit germplasm
mostrano che il recupero della diversità locale e l’identificazione di
sinonimie/duplicazioni nelle banche del germoplasma sono risultati pratici
e utilizzabili dai programmi di miglioramento. CLEARGENES, con raccolta di
accessioni italiane, potrebbe generare immediatamente benefici analoghi
(catalogazione, identificazione di genotipi unici da usare in breeding). Frontiers
- Microbioma e resilienza: lavori recenti (e interventi
divulgativi dei partner) suggeriscono che il microbioma del
suolo/razzetta/fitobionte può modulare tolleranza a stress
abiotici/biotici; integrare microbioma + genotype-based breeding aumenta
la robustezza delle conclusioni ma richiede disegni sperimentali molto
robusti e ripetuti. CLEARGENES prevede questa integrazione; è una scelta
in linea con la letteratura ma complessa da eseguire correttamente. LinkedIn
3) Criticità, imprecisioni e
punti di attenzione (con esempi concreti)
Di seguito
elenco i principali limiti che emergono confrontando il progetto con la
letteratura e la pratica internazionale.
- Progetto recente → pochi paper
peer-review pubblicati
- Stato: la maggior parte delle
informazioni disponibili sono descrizioni di WP, comunicati e
presentazioni preliminari; mancano articoli scientifici completi che
riportino dataset, metodi e risultati replicabili. Questo limita la
possibilità di valutare impatto e trasferibilità. www1.unisalento.it+1
- Campionamento e potere
statistico
- Rischio: per identificare
varianti funzionali robuste servono ampie collezioni (centinaia–migliaia
di accessioni) e repliche ambientali. Se CLEARGENES utilizza campioni
limitati o poche stazioni sperimentali, i segnali statisticamente
significativi potrebbero essere deboli o non replicabili. Esempi europei
di successo hanno usato collezioni ampie. OUP Academic+1
- Fenotipizzazione (qualità e
ripetibilità)
- Rischio: la fenotipizzazione
in campo è soggetta a rumore ambientale; servono protocolli standard,
piattaforme high-throughput e controlli ambientali. Se i protocolli non
sono omogenei tra partner, confrontare dati è difficile. La letteratura
sottolinea l’importanza di pipeline fenotipiche di qualità. igatechnology.com+1
- Integrazione microbioma —
complessità interpretativa
- Rischio: correlazioni
microbioma-fenotipo non implicano causalità. Identificare batteri/funghi
“benefici” richiede esperimenti di inoculo e validazione in condizioni
multiple. Il progetto sembra includere analisi metagenomiche, ma
attenzione: servono disegni sperimentali per distinguere effetto del
genotipo da effetto del sito. LinkedIn
- Uso di NGT / TEA e questioni
regolatorie e di mercato
- Problema: approcci come
“Technique Assisted Evolution” o NGT (se usati) possono portare prototipi
interessanti, ma in molti casi sollevano questioni regolatorie
(autorizzazioni, etichettatura) e di accettazione da parte del settore e dei
consumatori. In Italia/UE questa è un’area sensibile: bisogna comunicare
con trasparenza e valutare impatto socio-economico. EdiVite
- Temporalità e scala del
progetto
- Critica: ciclo progettuale
2024–2026 (o simile) è relativamente breve per tradurre scoperte
genomiche in varietà testate e adottate su larga scala. Aspettative su
“varietà più robuste” vanno comunicate con cautela: il breeding e la
validazione richiedono più tempo. laimburg.it
- Riproducibilità e condivisione
dati
- Raccomandazione: affinché i
risultati diventino utili alla comunità internazionale, è cruciale che i
dataset (reads, metadati fenotipici, pipeline) siano resi disponibili in
repository pubblici con metadata standard. Molti progetti di successo lo
hanno fatto (es. resequencing tomato, collezioni europee). Nature+1
4) Raccomandazioni pratiche
per aumentare impatto e rigore
- Pubblicare dataset e metodi (repo pubblici e preprint) il
prima possibile: sequence reads (SRA/ENA), fenotipi con descrizione
ambientale (MIAPPE style) e pipeline bioinformatiche. Nature+1
- Aumentare la dimensione e la
diversità delle collezioni: includere landrace locali, materiale storico e
accessioni da banche del germoplasma per aumentare variabilità utile. PMC+1
- Standardizzare protocolli di
fenotipizzazione tra
partner e usare repliche multi-sito per separare effetti ambientali da
genetici. MDPI
- Validazioni funzionali: dove possibile, passare da
associazioni a sperimentazioni di conferma (es. inoculi microbioma, linee
near-isogeniche o studi di knock-out/over-expression in modelli) prima di
affermare causalità. LinkedIn
- Valutazione socio-economica e
comunicazione sul
potenziale uso di NGT/TEA, per affrontare regolamentazione e accettazione
degli stakeholder (produttori, DOC/DOQ, consumatori). EdiVite
5) Conclusione sintetica
CLEARGENES è
allineato alle migliori pratiche moderne (integrazione genomica + fenotipi +
microbioma) e coinvolge partner competenti in Italia; questo gli dà potenziale
reale per produrre risorse utili al miglioramento della resilienza climatica
delle colture italiane. Tuttavia, allo stato attuale mancano ancora
pubblicazioni peer-review che riportino risultati completi e replicabili:
per massimizzare l’impatto il progetto dovrebbe concentrarsi su condivisione
dati, replicazione multi-sito, validazioni funzionali e comunicazione
trasparente riguardo a limiti e tempi del breeding.
Fonti principali (selezione)
- Pagina progetto/descrizione
IGATech — CLEARGENES (presentazione delle Work Packages e obiettivi). igatechnology.com+1
- Documento/avviso Università del
Salento relativo al progetto CLEARGENES (scheda progetto, CUP,
responsabilità scientifica). www1.unisalento.it
- Laimburg — elenco progetti
(CLEARGENES, durata e descrizione). laimburg.it
- Annunci e post social
(UniTrento / DAFNAE / IGATechnology) su attività preliminari e diffusione
risultati. LinkedIn+1
- Letteratura di confronto:
genoma di riferimento del pomodoro (Nature), resequencing collezioni
europee e studi su SV in vite. Nature+2OUP Academic+2
- Esempi di approcci NGT/TEA in
viticoltura (EdiVite) e discussione regolatoria. EdiVite
Di seguito
un’analisi costi-benefici per il progetto CLEARGENES, combinando i dati
disponibili con stime basate su analoghi studi internazionali. L’analisi è
fatta in termini generali, perché molte variabili locali influenzeranno
l’efficacia finale.
Premesse: dati noti del progetto
- Il costo totale stimato per
CLEARGENES è fra ~ 1,6 milioni di euro, con finanziamenti da
NextGenerationEU. igatechnology.com
- Durata: da agosto 2024 a luglio
2025 (periodo operativo iniziale). igatechnology.com
- Obiettivi: sviluppo varietale
(resilienza al cambiamento climatico), genetica, fenotipizzazione,
microbioma, identificazione di marcatori. igatechnology.com
Benefici attesi
Ecco i
principali benefici che ci si può attendere da questo tipo di progetto:
- Resilienza climatica /
mitigazione rischi
- varietà più tolleranti al
caldo, siccità, stress idrico, patogeni emergenti;
- riduzione delle perdite
produttive dovute a eventi climatici estremi, che in regioni del
Mediterraneo stanno aumentando.
- Riduzione input agricoli
- se le varietà selezionate sono
più resistenti a malattie/stress, si può ridurre l’uso di pesticidi,
fertilizzanti, acqua;
- miglior efficienza nei
processi colturali.
- Aumento produttività e qualità
- rese più stabili anno su anno;
migliore qualità del prodotto (sapori, shelf-life, caratteristiche
estetiche) che può tradursi in prezzi migliori;
- maggiore uniformità e prevedibilità
della produzione.
- Benefici ambientali
- biodiversità genetica
preservata/valorizzata;
- minore impatto ambientale
(meno chimica, meno sprechi, minore consumo di risorse idriche).
- Benefici socio-economici locali
- rafforzamento del comparto
agricolo italiano con varietà adattate al contesto locale, favorendo
produttori locali;
- potenziali nuove opportunità
di mercato (prodotti resilienti, sostenibili) richiesti anche dai
consumatori;
- sviluppo di competenze
tecniche/scientifiche, occupazione nei laboratori, nella sperimentazione,
nelle imprese sementiere.
- Valore in ricerca &
innovazione
- produzione di dati,
infrastrutture, pipeline genomiche, risorse genetiche che restano
utilizzabili anche in progetti futuri;
- potenziale per collaborazioni,
brevetti, valorizzazioni.
Costi sostenuti / da sostenere
Oltre al
costo progettuale di ~1.6 M€, bisogna considerare:
- Costi diretti: sequenziamento,
fenotipizzazione, spese di personale, attrezzature, reagenti, gestione del
campo/semi-campo.
- Costi indiretti: coordinamento
fra partner, trasporti, logistica, validazione/ripetizione sperimentazioni
in ambienti diversi.
- Costi a lungo termine:
mantenimento delle varietà, passaggio da prototipi a varietà commerciali,
scale up, registrazione, selezione varietale, approvazione fitosanitaria,
comunicazione al mercato.
- Rischi che possono aumentare i
costi: fallimenti sperimentali, variabilità ambientale elevata che
richiede ripetizioni, problemi di trasferibilità delle varietà fuori dal
laboratorio.
Analisi costi / benefici: stima numerica / confronto
Per rendere
concreto il confronto, uso alcune stime tratte da analoghi studi
internazionali, adattate al contesto del progetto.
|
Voce |
Stima conservativa del beneficio economico /
risparmio (annuale / pluriennale) |
Tempo per break-even (punto in cui benefici
cumulati superano costi) |
Fattori che influenzano questa stima |
|
Riduzione
perdite produttive |
Supponendo
che varietà resilienti permettano di evitare almeno il 5-10% di perdite su
colture sensibili (pomodoro, vite, etc.). Se il valore della produzione per
le colture coinvolte in Italia in zone target è, ad esempio, decine di
milioni €/anno, 5-10% può rappresentare 1-2 M€/anno risparmi o reddito
evitato perso. |
Potenzialmente
2-3 anni, se le varietà iniziano a essere adottate già dopo le prime
sperimentazioni e validazioni. |
Il grado
di adozione da parte degli agricoltori; accessibilità delle varietà;
variazione climatico-regionale. |
|
Riduzione
di input (fitofarmaci, acqua, fertilizzanti) |
Potenziale
risparmio variabile: per malattie endemiche, fino al 20-50% su alcuni input;
per acqua in condizioni di stress, risparmi significativi in regioni
siccitose. Supponendo riduzione media di 10-30% input per gli agricoltori che
adottano varietà resilienti, può tradursi in centinaia di migliaia di
euro/anno in una regione. |
3-4 anni,
man mano che varietà vengano testate e adottate su aree significative. |
Costo
degli input nella zona, scala produttiva, infrastrutture irrigue, pratiche
agricole locali. |
|
Incremento
valore commerciale / qualità |
Migliore
shelf-life, qualità estetica, resistenza a danni da stress climatico possono
permettere prezzi superiori del prodotto; in alcuni casi fino al 10-20%. Se
il mercato accetta varietà resilienti con caratteristiche migliorate, questo
può tradursi in margini aggiuntivi per gli agricoltori. |
Può
diventare significativo già dal 2° anno di produzione se le varietà sono
competitive. |
Domanda di
mercato, certificazioni, accettabilità del consumatore, concorrenza. |
|
Benefici
ambientali / esternalità |
Difficili
da quantificare per l’agricoltore, ma utili per la società: minor impatto su
suolo e acque, biodiversità, minori emissioni se meno input, potenzialmente
compensazioni/climate funding. Questi benefici possono essere monetizzati in
politiche di sussidio, incentivi ambientali. |
Lungo
termine (oltre 5 anni) per accumularsi e diventare misurabili. |
Politiche
ambientali, incentivi, monitoraggio, scala. |
Break-even e rapporto beneficio/costo (B/C)
Dato che il
costo totale è ~1,6 M€, per giustificare l’investimento:
- Se i benefici annuali netti
raggiungono ~ 400-600 mila €/anno, allora il progetto può superare
i costi in ~3-4 anni.
- Se invece l’adozione è lenta o
il miglioramento modesto (es. solo 1-2% di risparmio/resa), potrebbe
servire più tempo (5-7 anni) per rientrare.
Rapporto
benefit/costo atteso: per progetti simili, i rapporti possono variare molto.
Studi di “DNA-informed breeding” in melo (apple) hanno trovato che metodi con
marcatori/mastri possono diventare economicamente vantaggiosi soprattutto in
colture perenni con cicli lunghi. ASHS
Rischi che possono ridurre i benefici / aumentare i
costi
- Adozione lenta da parte degli
agricoltori: nuove varietà devono essere accettate, testate, distribuite;
infrastrutture sementiere potrebbero non essere pronte.
- Fattori commerciali: costo di
propagazione, certificazioni, marchi; varietà resilienti ma con difetti
(gusto, aspetto) rischiano di essere rifiutate dal mercato.
- Cambiamento climatico
imprevedibile: se le condizioni cambiano in modi che non erano previsti,
varietà selezionate potrebbero non performare come atteso.
- Costi di manutenzione
variabile: variabilità ambientale, costi operativi locali, prezzi degli
input e del lavoro possono fluttuare.
- Barriere regolatorie /
normative per uso di NGT o tecniche avanzate.
Conclusione
Nel
complesso, l’analisi costi-benefici suggerisce che CLEARGENES ha un buon
potenziale per produrre vantaggi economici, ambientali e sociali rilevanti,
a condizione che:
- le varietà resilienti vengano
adottate in tempi ragionevoli
- le sperimentazioni siano ben
progettate, con replicazioni e condizioni realistiche
- ci sia sostegno da parte delle
istituzioni (incentivi, politiche) per la diffusione e l’uso delle varietà
sviluppate
Se tutto ciò
va bene, è ragionevole aspettarsi un rapporto beneficio/costo > 1 in un arco
di 3-5 anni dopo l’inizio delle adozioni diffuse. Se invece uno o più
fattori falliscono (adozione lenta, risultati deboli, problemi normativi), il
ritorno potrebbe richiedere molto più tempo o restare modesto.

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