giovedì 9 ottobre 2025

“Agrivoltaico e sostenibilità territoriale: dal progetto di Noha a un modello integrato per la provincia di Lecce”

 


“Agrivoltaico e sostenibilità territoriale: dal progetto di Noha a un modello integrato per la provincia di Lecce”

Autore: Antonio Bruno

Istituzione: Associazione dei Laureati in Scienze Agrarie e Scienze Forestali della Provincia di Lecce

 

Di seguito una verifica critica (basata sulla letteratura scientifica) delle affermazioni principali dell’articolo del giornale locale, seguita da alcune proposte di “ampliamento del paradigma” adattate alla realtà della provincia di Lecce.

Verifica critica rispetto alla letteratura scientifica

Il testo propone un paradigma relativamente ambizioso: “impianto agri-fotovoltaico + compensazioni ambientali → sviluppo sostenibile territoriale”. Vediamo quanto le evidenze scientifiche supportano tali affermazioni, quali sono i punti deboli o le incognite, e dove si possono porre eventuali cautele.

1. Il concetto di agrivoltaico: stato dell’arte

  • L’agrivoltaico (o agri-photovoltaics, AgroPV) è l’idea di utilizzare lo stesso suolo sia per la produzione agricola sia per l’installazione di moduli fotovoltaici, in configurazioni tali da minimizzare la competizione tra uso agricolo e produzione energetica. MDPI+3science.osti.gov+3NREL Documenti+3
  • Una recente rassegna sistematica mostra che la letteratura è in crescita, ma evidenzia anche incertezze importanti su resa agricola, effetti ambientali, progettazione ottimale, costi e modelli socioeconomici. ScienceDirect+2NREL Documenti+2
  • Gli studi mostrano che l’agrivoltaico può mitigare il conflitto tra domanda energetica e uso del suolo, fornendo una “dual use” che può migliorare l’efficienza complessiva dell’uso del territorio (ad esempio, “land equivalent ratio” > 1). MDPI+3NREL Documenti+3science.osti.gov+3

→ Quindi l’assunto di base (“integrazione energia + agricoltura”) è fondato e condiviso nella letteratura, ma con varianti forti in funzione del contesto (clima, colture, densità d’impianto, assetto strutturale).

2. Effetti sulle colture agricole

Il testo suggerisce implicitamente (o almeno non esclude) che le colture possano convivere bene con i pannelli, e che non ci sia una perdita produttiva significativa, specie se ben progettato.

Cosa dicono gli studi:

  • L’ombreggiamento parziale è un elemento centrale: la riduzione della luce disponibile può penalizzare le colture che richiedono forte irradiamento. AIP Publishing+4QualEnergia.it+4ScienceDirect+4
  • Alcune ricerche (es. Enel / Università della Tuscia) hanno segnalato che le colture più “sensibili” (mais, frumento, girasole) subiscono riduzioni anche marcate sotto ombreggiatura, mentre colture più tolleranti o a ciclo breve possono resistere meglio o addirittura trarre beneficio in contesti climatici caldi. QualEnergia.it+2MDPI+2
  • In alcuni casi, la presenza di pannelli può ridurre il consumo idrico (meno evaporazione), mantenere microclimi più freschi e proteggere le piante da stress climatici forti (eccesso di calore, radiazione, siccità) — effetti che possono compensare la perdita di luce sotto certe condizioni. ResearchGate+3The Department of Energy's Energy.gov+3NREL Documenti+3
  • Tuttavia, l’effetto finale sulla resa agricola dipende fortemente da: tipo di coltura, densità dei moduli, disposizione spaziale, orientamento, altezza del telaio, distanza tra file, stagione climatica, gestione agronomica. Nature+3NREL Documenti+3MDPI+3
  • Alcuni studi puntano a “fattori di progettazione ottimale” e metriche (es. “light productivity factor”) per mediare la condivisione della luce tra coltura e pannelli. NREL Documenti+3arXiv+3arXiv+3
  • Un altro problema è che l’installazione, manutenzione e ombre dei telai possono ostacolare le semine meccaniche, il passaggio di macchine agricole, l’irrigazione, il diserbo, il drenaggio. ResearchGate+2NREL Documenti+2

→ Conclusione: non si può dare per scontato che non ci sia perdita agricola — serve progettazione rigorosa calata sul contesto (colture locali, condizioni climatiche) e monitoraggio sperimentale.

3. Impatti ambientali, biodiversità e paesaggio

Il testo sottolinea che il progetto prevede misure di compensazione, piantumazioni, mitigazioni paesaggistiche, e che l’impianto “può migliorare il paesaggio e la biodiversità”.

Cosa dice la letteratura:

  • Alcuni studi mostrano che, in impianti agrivoltaici ben progettati, la biodiversità (in particolare insetti impollinatori, entomofauna, flora autoctona) può aumentare rispetto a terreni agricoli intensivi o incolti degradati. ResearchGate+5ScienceDirect+5ScienceDirect+5
  • Il progetto InSPIRE su due siti negli Stati Uniti ha documentato che l’abbondanza totale di insetti è triplicata, e le api autoctone sono aumentate di venti volte dopo 5 anni, con visita anche nei campi agricoli circostanti. Rinnovabili
  • L’effetto microclimatico dei pannelli (ombreggiamento, minore evaporazione, caldo mitigato) può favorire specie vegetali più adattate all’ombra o ambienti più umidi in prossimità dei moduli, e attrarre fauna utile. PMC+3Wired Italia+3WWF Italia+3
  • Tuttavia, la letteratura avverte che gli impatti positivi non sono automatici: la perdita di habitat o la frammentazione possono dominare se il progetto non è ben pensato, se i corridoi ecologici sono ignorati, se non si preserva la connettività ecologica, se le compensazioni sono solo formali, se la qualità del suolo è compromessa. ScienceDirect+4ResearchGate+4NREL Documenti+4
  • È essenziale un monitoraggio a lungo termine (anni o decenni), perché molte dinamiche ecologiche (successione vegetale, colonizzazione, equilibrio specie) avvengono lentamente. NREL Documenti+2ResearchGate+2
  • L’impatto paesaggistico (visibilità dell’impianto, alterazione del contesto collinare, barriere visive) è un tema critico nelle autorizzazioni, specie in zone sensibili o con forte valore estetico. Le misure di mitigazione visiva (barriere verdi, piantumazioni, conformazioni del terreno) sono pratiche frequentemente suggerite, ma la loro efficacia dipende da tempi di crescita (le piante impiegano anni), specie utilizzate, continuità e manutenzione. WWF Italia+3ResearchGate+3NREL Documenti+3
  • Il suolo è un’altra criticità: la realizzazione delle fondazioni, scavi, compattamenti, drenaggi, movimentazioni possono alterare la struttura del suolo, la sua fertilità, il ciclo idrico e i microrganismi; in contesti fragili (aree costiere, suoli poveri, zone con forte falda) ciò può essere rilevante. NREL Documenti+2ResearchGate+2
  • Infine, la coerenza delle “compensazioni ambientali” (versamento monetario + piantumazioni) con benefici reali ecologici è spesso problematica: c’è il rischio che siano “mitigazioni cartolari” senza reale restituzione ecologica se non ben vigilate. La letteratura critica spesso le compensazioni “one-off” non integrate nel tessuto ecologico locale. NREL Documenti+2ResearchGate+2

→ Il testo è corretto nel valorizzare le compensazioni ambientali come elemento centrale, ma tali misure vanno progettate con rigore ecologico e integrate con il contesto locale; non basta “versare somme e piantare a caso”.

4. Accettazione sociale, governance e rischi

Il testo mette in rilievo il ruolo del Comune come garante e promotore, e la necessità di vigilanza.

Cosa dice la letteratura:

  • Un aspetto spesso sottovalutato è l’accettazione sociale: gli impianti (anche agrivoltaici) possono suscitare opposizione per motivi paesaggistici, percezione del “consumo del suolo”, timori per emissioni (anche se nulle) o alterazioni dell’ambiente locale. Il coinvolgimento della comunità, trasparenza, partecipazione e condivisione dei benefici sono fattori chiave per la legittimità dei progetti. NREL Documenti+2ScienceDirect+2
  • La governance locale è cruciale: il monitoraggio, controlli ambientali, procedure di adeguamento e sanzioni devono essere ben predisposti, con capacità tecnica dell’amministrazione. Altrimenti, gli accordi di convenzione rischiano di restare “lettera morta”. NREL Documenti+1
  • Costo e sostenibilità economica: l’agrivoltaico richiede spesso maggiori investimenti (strutture portanti, spazio tra i moduli, sistemi di irrigazione adeguati) e una complessità operativa maggiore rispetto al fotovoltaico tradizionale. La redditività (combinata produzione agricola + energia + eventuali contributi) deve essere attentamente valutata nel contesto italiano. The Department of Energy's Energy.gov+2NREL Documenti+2
  • Rischi tecnici: resistenza al vento, stabilità strutturale, manutenzione, ombreggiamento e usura dei pannelli, interferenza meccanica con le operazioni agricole. ResearchGate+1

→ Il testo è consapevole (almeno implicitamente) che il Comune deve vigilare, ma dovrebbe meglio considerare i rischi gestionali, tecnici ed economici, oltre all’importanza del coinvolgimento sociale e della capacità tecnica locale.

Valutazione complessiva del testo rispetto alla letteratura

In sintesi:

  • Le idee generali del testo (“integrazione energia + agricoltura”, “compensazioni ambientali”, “restaurazione del valore territoriale”) trovano un buon supporto nella letteratura recente, che indica come l’agrivoltaico sia una delle soluzioni emergenti più promettenti per conciliare transizione energetica e uso del suolo.
  • Tuttavia, molte delle affermazioni del testo sono più “ideali” che “garantite” — occorre dire che i benefici (ambientali, agricoli, paesaggistici) sono condizionati da progettazione puntuale, contesto locale, monitoraggio, gestione e governance.
  • Alcuni passaggi del testo (ad esempio, “migliorare la biodiversità e la qualità della vita” con certezza) possono essere considerati come ambiziosi esperimenti piuttosto che garanzie certe, almeno inizialmente.

Proposte di ampliamento del paradigma per la provincia di Lecce / contesto locale

Partendo dal progetto di Galatina/Noha come “caso pilota”, si può pensare a una strategia più articolata — un modello replicabile e adattato alla provincia di Lecce, con alcune linee guida e idee:

A. Approccio integrato e multidimensionale del “modello locale di agrivoltaico sostenibile”

  1. Progetti pilota sperimentali con monitoraggio di lungo periodo
    Prima di replicare su vasta scala, realizzare uno o più impianti pilota con protocollo di monitoraggio ambientale, agricolo, socioeconomico (ad es., produttività, biodiversità, qualità del suolo, accettazione locale).
    L’obiettivo è raccogliere dati locali specifici (climatici, idrici, suoli salini, vento, colture mediterranee) per adattare i modelli generali alla realtà salentina.
  2. Selezione “colture compatibili” con ombreggiamento parziale
    In provincia di Lecce si dovrà tenere conto del clima caldo, della siccità estiva, delle colture prevalenti (ulivo, vite, orticole, cereali).
    Potrebbero essere privilegiati ortaggi estivi che tollerano ombra, colture aromatiche, leguminose, colture a ciclo breve.
    Si può esplorare l’uso di colture “di servizio” (erbai, fiori, leguminose per sovescio) tra le file di moduli, piuttosto che colture principali sotto moduli, per mitigare il rischio.
    La progettazione modulare (file più larghe, moduli elevati) può lasciare sufficiente luce e “porte” per operazioni agricole.
  3. Corridoi ecologici e connettività naturale
    Nel modello locale dovrebbe essere previsto fin dall’inizio un “mosaico ecologico”: bordure vegetate a specie autoctone, siepi, fasce tampone, zone non modulate, canali di drenaggio naturali, aree non coltivate per la fauna (rifugi, microhabitat).
    Le operazioni di compensazione non dovrebbero essere isolate: vanno integrate in una strategia di paesaggio (es. collegamento con altre aree naturali, boschi, corsi d’acqua).
  4. Mitigazione paesaggistica come elemento progettuale (non addizionale)
    Le barriere verdi e le piantumazioni devono essere disposte in modo da armonizzarsi con la morfologia del territorio (altitudine variabile, colline, tipicità pugliese), utilizzando specie locali che richiedono manutenzione minima.
    È utile studiare gli aspetti visivi da prospettive privilegiate (dai centri abitati, dalle strade panoramiche) fin dalla fase di progetto, anche con simulazioni 3D.
  5. Partecipazione e condivisione dei benefici con la comunità locale
    Per aumentare l’accettazione sociale, occorre coinvolgere i cittadini, agricoltori, associazioni ambientali nel disegno del progetto.
    Il “ritorno territoriale” non dovrebbe limitarsi a somme monetarie, ma includere azioni concrete condivise: gestione condivisa delle aree verdi, urban trails, education ambientale, agricoltura sociale, orti didattici legati all’impianto.
    Si potrebbe valutare un modello di “proprietà mista” o “quota sociale” dell’impianto (partecipazione pubblica/comunitaria).
  6. Meccanismi di controllo, trasparenza e adattamento
    L’amministrazione comunale (o un organismo di terza parte) dovrebbe avere facoltà di audit, monitoraggi ambientali periodici, sanzioni per inadempienza, clausole di adeguamento tecnico se i risultati (es. impatti agricoli, ambientali) deviano dai valori attesi.
    Prevedere un fondo di contingenza per interventi correttivi (es. miglioramento suoli, consolidamento barriere, riforestazioni aggiuntive).
  7. Economia e incentivi locali
    Valutare incentivi locali o agevolazioni comunali (riduzioni IMU, facilitazioni urbanistiche) per progetti che rispettino criteri di sostenibilità avanzata.
    Favorire la partecipazione degli agricoltori locali negli accordi, con contratti di affitto, rendite agricole supplementari, forme di integrazione economica.
    Collegare il progetto con strategie energetiche regionali e PNRR/PON, per ottenere finanziamenti aggiuntivi per la fase “verde”, biodiversità e monitoraggio.
  8. Replicabilità e rete territoriale
    Se il modello ha successo, estenderlo a contesti analoghi nel Salento (aree rurali intorno ai comuni, zone meno densamente urbanizzate).
    Creare una rete “Salento Agrivoltaico” che connetta i vari impianti, favorisca scambio di dati, buone pratiche, laboratori locali di ricerca/applicazione.

B. Criticità specifiche da considerare per il Salento / Lecce

Nel contesto salentino vi sono alcune condizioni particolari che richiedono attenzione:

  • Clima mediterraneo secco e elevata irradiazione estiva: l’ombreggiamento può essere un vantaggio contro stress idrici, ma deve essere calibrato per non penalizzare troppo la fotosintesi.
  • Ventosi e condizioni di vento forte: le strutture devono essere dimensionate per resistere a venti intensi; la progettazione strutturale è cruciale.
  • Suoli fragili, salinità e falda superficiale: i lavori di fondazione possono alterare l’assetto idrico; serve cura nelle opere di drenaggio e rispetto delle caratteristiche idrologiche locali.
  • Pressione urbanistica e densità abitativa: il paesaggio pugliese è molto valorizzato, spesso vi sono vincoli paesaggistici o ambientali; l’accettabilità visiva sarà un tema sensibile.
  • Capacità tecnica e risorse “locali”: l’amministrazione comunale e le comunità locali devono avere supporto tecnico specialistico per valutare, controllare e gestire il progetto.
  • Colture tradizionali prevalenti: viti, olivi, colture mediterranee storiche hanno caratteristiche peculiari (in genere alta luce, lunga durata). Sarà fondamentale valutare se queste colture tradizionali “classiche” possono coesistere o se è meglio riservare gli impianti agrivoltaici su terreni agricoli secondari o marginali.

C. Un possibile “modello concettuale” per la provincia di Lecce

Ecco uno schema sintetico di come potrebbe essere strutturato un programma provinciale di agrivoltaico sostenibile:

Fase

Azione chiave

Obiettivo / output atteso

1. analisi territoriale

mappare suoli agricoli marginali, aree con bassa produttività, aree con vincoli paesaggistici, idoneità solare e venti

selezione dei siti candidabili con minor impatto agricolo/ambientale

2. progetto sperimentale

realizzazione 1-2 impianti pilota (es. 1–2 MW) con protocolli di ricerca

acquisizione dati locali su rese, biodiversità, suolo, microclimi

3. modulazione agricola

definizione di “pacchetti agronomici” (colture locali compatibili, consociazione, irrigazione, rotazioni)

minimizzazione del rischio agricolo e valorizzazione produttiva

4. progettazione ecologica integrata

inserimento di corridoi verdi, fasce tampone, piantumazioni autoctone, gestione ecologica del suolo

massimo beneficio per biodiversità e mitigazione visiva

5. governance & partecipazione

meccanismi di coinvolgimento dei cittadini (workshop, comitati), trasparenza nei contratti, monitoraggio pubblico

supporto sociale e legittimità del progetto

6. controllo e adattabilità

monitoraggio ambientale, agricolo, paesaggistico a 5, 10, 20 anni; clausole di revisione tecnica

correzioni evolutive e miglioramenti negli impianti futuri

7. scaling-up intelligente

espansione graduale verso altri comuni/aree rurali con criteri di selezione e replicabilità

diffusione del modello su scala provinciale

D. Conclusione e raccomandazioni

  • Il paradigma presentato nel testo — impianto agri-fotovoltaico con compensazioni ambientali per coniugare transizione ecologica e sviluppo locale — è in gran parte coerente con le tendenze emergenti nella letteratura, ma va inteso come modello condizionato, non come formula automatica.
  • La chiave del successo sarà la contestualizzazione locale, la progettazione integrata, la partecipazione sociale, il monitoraggio serio e a lungo termine e una governance competente.
  • Il caso di Galatina/Noha può diventare un laboratorio virtuoso: se ben riuscito, può fornire dati e buone pratiche per replicare un “modello Lecce-Salento” di agrivoltaico sostenibile, con un approccio che non sia solo energetico ma territoriale, agricolo, ecologico e comunitario.

 

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