“Bioeconomia,
l’Europa dei sogni e delle scrivanie (e la Puglia che si muove)”
Autore: Antonio Bruno
Istituzione: Associazione dei Laureati in Scienze Agrarie e Scienze
Forestali della Provincia di Lecce
La
Commissione europea si appresta a lanciare una nuova fase della bioeconomia,
con una strategia volta a creare ulteriori opportunità di reddito per
agricoltori e operatori forestali, stimolare lo sviluppo dei bioprodotti e
semplificare il quadro normativo. Una bozza interna di 19 pagine, che sarà resa
pubblica il 12 novembre, descrive la bioeconomia come “una leva strategica per
il XXI secolo”, capace di alimentare crescita sostenibile, competitività e
resilienza.
C’è un
paradosso tutto europeo: il continente che vorrebbe guidare la transizione
verde fatica a muovere un solo foglio di carta senza inciampare nella
burocrazia. La bioeconomia, definita con enfasi strategica come il motore del
XXI secolo, rischia di rimanere una bella promessa nelle slide delle
commissioni, tra acronimi, fondi e regolamenti rinviati.
Per chi non
lo sapesse, la bioeconomia è l’insieme di attività economiche che utilizzano
risorse biologiche – piante, foreste, scarti organici – per produrre cibo,
materiali e energia in modo sostenibile. In altre parole, è il tentativo di
trasformare ciò che cresce nei campi e nei boschi in reddito, innovazione e
futuro, senza devastare il pianeta.
Non siamo
soli in questa sfida. Guardando oltre i confini europei, paesi come il Brasile
hanno puntato sulla bioenergia da canna da zucchero, la Svezia sulla biomassa
forestale e negli Stati Uniti si sperimentano bioraffinerie integrate che
trasformano scarti agricoli in fertilizzanti e biopolimeri. Se funziona
altrove, perché non dovrebbe funzionare anche qui, in Puglia?
Mentre la
Commissione europea traccia filiere di bioplastiche, biofertilizzanti e
bioraffinerie, i parlamentari discutono se un Fondo Unico sia manna o condanna.
Da un lato l’ambizione di centralizzare risorse e semplificare; dall’altro, la
paura di smantellare la Politica Agricola Comune e di scontentare gli Stati
membri. È un dibattito che assomiglia a una partita di scacchi in cui le
pedine, più che muoversi, litigano sul colore della scacchiera.
Nel
frattempo, le foreste aspettano, i contadini contano i soldi, e le Ong sbuffano
per i regolamenti rinviati. Il cacao e il caffè fanno festa nelle esportazioni,
mentre cereali e olio d’oliva pagano il conto delle inefficienze. Tutto procede
a ritmo di statistiche, eppure la realtà sembra meno armoniosa della strategia
disegnata su carta.
Ed ecco la
Puglia: ulivi secolari, vigneti, mandorleti e coste assolate. Regione ideale
per trasformare la bioeconomia in concretezza. Alcune proposte operative:
1. Valorizzazione dei residui di olivicoltura
- Investimento stimato: 15-20 milioni di euro per
impianti regionali di trasformazione della sansa in biocarburanti e
fertilizzanti organici.
- Posti di lavoro diretti: 150-200 nuovi occupati tra
impianti, logistica e manutenzione.
- Impatto ambientale: riduzione stimata del 20%
delle emissioni locali di CO₂ da smaltimento rifiuti agricoli;
fertilizzanti organici sostituiranno prodotti chimici su circa 5.000
ettari.
2. Bioraffinerie su biomasse agricole
- Investimento stimato: 25-30 milioni di euro per 3-4
micro-bioraffinerie distribuite in zone strategiche (Taranto, Brindisi,
Foggia).
- Posti di lavoro diretti: 200-250; indiretti stimati in
500 tra fornitori e servizi correlati.
- Impatto ambientale: produzione di 15.000
tonnellate annue di biopolimeri e biofertilizzanti; riduzione del 15% del
conferimento di scarti agricoli in discarica.
3. Agricoltura circolare e innovazione
- Investimento stimato: 10 milioni di euro in
incentivi per cooperative, startup e centri di ricerca.
- Posti di lavoro: 100-150 nuovi tecnici e
ricercatori.
- Impatto ambientale: incremento dell’uso
efficiente di acqua e nutrienti; diminuzione dei fertilizzanti chimici
fino al 25% nelle aziende coinvolte.
4. Turismo verde e forestazione sostenibile
- Investimento stimato: 5-8 milioni di euro in
percorsi ecoturistici, manutenzione forestale e segnaletica.
- Posti di lavoro diretti: 50-70 guide ambientali,
manutentori e addetti ai percorsi.
- Impatto ambientale: miglioramento della
biodiversità e della resilienza dei boschi costieri; aumento della
superficie forestale gestita secondo criteri sostenibili del 10%.
5. Cooperazione universitaria e ricerca applicata
- Investimento stimato: 7-10 milioni di euro in
laboratori, borse di ricerca e infrastrutture.
- Posti di lavoro: 80-100 ricercatori e tecnici
specializzati.
- Impatto ambientale: sviluppo di tecnologie
applicabili in tutta la regione per ridurre sprechi e valorizzare
biomasse.
Ecco
l’Europa: capace di pronunciare parole altisonanti come resilienza,
sostenibilità e bioeconomia, ma incapace di trasformarle in azioni rapide. In
questa danza tra visionari e burocrati, tra Bruxelles e la Puglia, il rischio è
che chi produce – l’agricoltore, il silvicultore, il piccolo innovatore – resti
spettatore di un film in cui avrebbe dovuto essere protagonista.
Forse il
vero compito dell’Europa non è solo guidare la transizione verde, ma ricordarsi
che anche i sogni hanno bisogno di piedi ben piantati a terra. La bioeconomia
può attendere una definizione normativa, i fondi possono essere discussi
all’infinito, ma le foreste, gli ulivi e gli agricoltori pugliesi non conoscono
scadenze parlamentari. E forse, alla fine, è in quell’equilibrio fragile tra
visione e concretezza che si misura davvero la maturità di un’Unione.
Bibliografia e riferimenti internazionali
- European Commission. A
Sustainable Bioeconomy for Europe: Strengthening the Connection between
Economy, Society and the Environment (2021).
- FAO. The State of the
World’s Forests 2022.
- OECD. Bioeconomy and Green
Growth: International Case Studies (2020).
- International Energy Agency
(IEA). Bioenergy: Tracking Report (2023).
- United Nations Environment
Programme (UNEP). Global Bioeconomy Outlook (2022).
- Cherubini, F., et al. Global
perspectives on bioeconomy and biorefineries, Renewable and
Sustainable Energy Reviews, 2021.
- Rinaldi, F., & Pülzl, H. European
bioeconomy policies in comparative perspective, Journal of Cleaner
Production, 2020.
- Brasil, Ministry of Energy. Sugarcane
Bioenergy and Sustainability Reports (2015-2022).
- Swedish Forest Industries
Federation. Biomass and Biofuel Case Studies (2019).
- Regione Puglia, Piano
Strategico per lo Sviluppo Sostenibile e l’Innovazione in Agricoltura,
2023.

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