lunedì 6 ottobre 2025

“Bioeconomia, l’Europa dei sogni e delle scrivanie (e la Puglia che si muove)”

 


“Bioeconomia, l’Europa dei sogni e delle scrivanie (e la Puglia che si muove)”

Autore: Antonio Bruno

Istituzione: Associazione dei Laureati in Scienze Agrarie e Scienze Forestali della Provincia di Lecce

 

La Commissione europea si appresta a lanciare una nuova fase della bioeconomia, con una strategia volta a creare ulteriori opportunità di reddito per agricoltori e operatori forestali, stimolare lo sviluppo dei bioprodotti e semplificare il quadro normativo. Una bozza interna di 19 pagine, che sarà resa pubblica il 12 novembre, descrive la bioeconomia come “una leva strategica per il XXI secolo”, capace di alimentare crescita sostenibile, competitività e resilienza.

C’è un paradosso tutto europeo: il continente che vorrebbe guidare la transizione verde fatica a muovere un solo foglio di carta senza inciampare nella burocrazia. La bioeconomia, definita con enfasi strategica come il motore del XXI secolo, rischia di rimanere una bella promessa nelle slide delle commissioni, tra acronimi, fondi e regolamenti rinviati.

Per chi non lo sapesse, la bioeconomia è l’insieme di attività economiche che utilizzano risorse biologiche – piante, foreste, scarti organici – per produrre cibo, materiali e energia in modo sostenibile. In altre parole, è il tentativo di trasformare ciò che cresce nei campi e nei boschi in reddito, innovazione e futuro, senza devastare il pianeta.

Non siamo soli in questa sfida. Guardando oltre i confini europei, paesi come il Brasile hanno puntato sulla bioenergia da canna da zucchero, la Svezia sulla biomassa forestale e negli Stati Uniti si sperimentano bioraffinerie integrate che trasformano scarti agricoli in fertilizzanti e biopolimeri. Se funziona altrove, perché non dovrebbe funzionare anche qui, in Puglia?

Mentre la Commissione europea traccia filiere di bioplastiche, biofertilizzanti e bioraffinerie, i parlamentari discutono se un Fondo Unico sia manna o condanna. Da un lato l’ambizione di centralizzare risorse e semplificare; dall’altro, la paura di smantellare la Politica Agricola Comune e di scontentare gli Stati membri. È un dibattito che assomiglia a una partita di scacchi in cui le pedine, più che muoversi, litigano sul colore della scacchiera.

Nel frattempo, le foreste aspettano, i contadini contano i soldi, e le Ong sbuffano per i regolamenti rinviati. Il cacao e il caffè fanno festa nelle esportazioni, mentre cereali e olio d’oliva pagano il conto delle inefficienze. Tutto procede a ritmo di statistiche, eppure la realtà sembra meno armoniosa della strategia disegnata su carta.

Ed ecco la Puglia: ulivi secolari, vigneti, mandorleti e coste assolate. Regione ideale per trasformare la bioeconomia in concretezza. Alcune proposte operative:


1. Valorizzazione dei residui di olivicoltura

  • Investimento stimato: 15-20 milioni di euro per impianti regionali di trasformazione della sansa in biocarburanti e fertilizzanti organici.
  • Posti di lavoro diretti: 150-200 nuovi occupati tra impianti, logistica e manutenzione.
  • Impatto ambientale: riduzione stimata del 20% delle emissioni locali di CO₂ da smaltimento rifiuti agricoli; fertilizzanti organici sostituiranno prodotti chimici su circa 5.000 ettari.

2. Bioraffinerie su biomasse agricole

  • Investimento stimato: 25-30 milioni di euro per 3-4 micro-bioraffinerie distribuite in zone strategiche (Taranto, Brindisi, Foggia).
  • Posti di lavoro diretti: 200-250; indiretti stimati in 500 tra fornitori e servizi correlati.
  • Impatto ambientale: produzione di 15.000 tonnellate annue di biopolimeri e biofertilizzanti; riduzione del 15% del conferimento di scarti agricoli in discarica.

3. Agricoltura circolare e innovazione

  • Investimento stimato: 10 milioni di euro in incentivi per cooperative, startup e centri di ricerca.
  • Posti di lavoro: 100-150 nuovi tecnici e ricercatori.
  • Impatto ambientale: incremento dell’uso efficiente di acqua e nutrienti; diminuzione dei fertilizzanti chimici fino al 25% nelle aziende coinvolte.

4. Turismo verde e forestazione sostenibile

  • Investimento stimato: 5-8 milioni di euro in percorsi ecoturistici, manutenzione forestale e segnaletica.
  • Posti di lavoro diretti: 50-70 guide ambientali, manutentori e addetti ai percorsi.
  • Impatto ambientale: miglioramento della biodiversità e della resilienza dei boschi costieri; aumento della superficie forestale gestita secondo criteri sostenibili del 10%.

5. Cooperazione universitaria e ricerca applicata

  • Investimento stimato: 7-10 milioni di euro in laboratori, borse di ricerca e infrastrutture.
  • Posti di lavoro: 80-100 ricercatori e tecnici specializzati.
  • Impatto ambientale: sviluppo di tecnologie applicabili in tutta la regione per ridurre sprechi e valorizzare biomasse.

Ecco l’Europa: capace di pronunciare parole altisonanti come resilienza, sostenibilità e bioeconomia, ma incapace di trasformarle in azioni rapide. In questa danza tra visionari e burocrati, tra Bruxelles e la Puglia, il rischio è che chi produce – l’agricoltore, il silvicultore, il piccolo innovatore – resti spettatore di un film in cui avrebbe dovuto essere protagonista.

Forse il vero compito dell’Europa non è solo guidare la transizione verde, ma ricordarsi che anche i sogni hanno bisogno di piedi ben piantati a terra. La bioeconomia può attendere una definizione normativa, i fondi possono essere discussi all’infinito, ma le foreste, gli ulivi e gli agricoltori pugliesi non conoscono scadenze parlamentari. E forse, alla fine, è in quell’equilibrio fragile tra visione e concretezza che si misura davvero la maturità di un’Unione.


Bibliografia e riferimenti internazionali

  1. European Commission. A Sustainable Bioeconomy for Europe: Strengthening the Connection between Economy, Society and the Environment (2021).
  2. FAO. The State of the World’s Forests 2022.
  3. OECD. Bioeconomy and Green Growth: International Case Studies (2020).
  4. International Energy Agency (IEA). Bioenergy: Tracking Report (2023).
  5. United Nations Environment Programme (UNEP). Global Bioeconomy Outlook (2022).
  6. Cherubini, F., et al. Global perspectives on bioeconomy and biorefineries, Renewable and Sustainable Energy Reviews, 2021.
  7. Rinaldi, F., & Pülzl, H. European bioeconomy policies in comparative perspective, Journal of Cleaner Production, 2020.
  8. Brasil, Ministry of Energy. Sugarcane Bioenergy and Sustainability Reports (2015-2022).
  9. Swedish Forest Industries Federation. Biomass and Biofuel Case Studies (2019).
  10. Regione Puglia, Piano Strategico per lo Sviluppo Sostenibile e l’Innovazione in Agricoltura, 2023.

 

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