venerdì 3 ottobre 2025

La responsabilità della Pac


 

La responsabilità della Pac

Autore: Antonio Bruno

Istituzione: Associazione dei Laureati in Scienze Agrarie e Scienze Forestali della Provincia di Lecce

 

“Alla radice c’è un passato di scelte storte”, dice con tono assertivo Franco Sotte, ex professore di economia agraria che ha dedicato una vita a studiare la Pac. Da quando è in pensione vive in una villetta alle porte di Pesaro. Nel giardino coltiva un piccolo frutteto: mele antiche, pere dimenticate, ciliegi da salvare dall’oblio.

Camminando tra gli alberi che descrive con affetto come se fossero dei figli, ricostruisce la storia della politica agricola comune. “La Pac ha avuto un ruolo fondamentale nella nascita e nel consolidamento dell’Unione europea. Per decenni è stata l’unica politica davvero comune. E i meriti non mancano: ha garantito in pochi anni la sicurezza alimentare a un continente reduce da guerre e carestie”. Ma poi col tempo il suo volto è cambiato. Quello che doveva essere un salvagente si è trasformato in uno strumento di omologazione: premiando la quantità, non la qualità; le superfici, non le storie; le aziende grandi, non le piccole.

Penalizza soprattutto l’agricoltura che concentrando molto lavoro su superfici ridotte ottiene prodotti di qualità e ad alto valore aggiunto. Come avviene in Italia, che in Europa pesa poco in termini di ettari, ma primeggia per occupazione agricola e valore creato per unità di superficie. “Una ricerca ha stimato che, se i fondi fossero ripartiti non solo sulla base degli ettari ma anche considerando occupazione e numero di aziende, l’Italia avrebbe dovuto – e dovrebbe – ricevere circa il 46 per cento di risorse in più”.

Il risultato, osserva Sotte, è un sistema che ha spinto molti a “coltivare il contributo” più che il campo. “La verità è che gli aiuti Pac sono come una droga”, dice. “Specie se assunti per tanti anni, creano dipendenza e attenuano lo spirito imprenditoriale. Invece di innovare, diversificare, riqualificare la produzione, ci si abitua a incassare il sostegno”.

“Abbiamo provato a diventare i Paesi Bassi, la Germania, la Francia del grano e del latte”, aggiunge, “dimenticando che eravamo il paese dei mille orti, delle vigne arrampicate sui colli, dei fichi, delle melanzane, del basilico e dell’olio. Un mosaico fragile ma prezioso, che negli anni è stato spianato e convertito in una catena di montaggio all’aperto”.

Sotte insiste: l’agricoltura non è solo produzione, ma anche custodia di paesaggi, biodiversità, comunità. “Abbiamo abbandonato le aree interne e abbiamo prediletto le grandi superfici”.

E oggi il sistema sta mostrando crepe anche nel suo cuore pulsante, la pianura padana. Non solo perché i contributi della Pac si assottigliano, ma perché quel modello agricolo, costruito sull’idea della massima produttività, oggi si trova davanti a dei limiti strutturali.

 

Questo brano è tratto dall’articolo di Stefano Liberti, giornalista pubblicato ieri 3.10.2025

 

https://www.internazionale.it/notizie/stefano-liberti/2025/10/03/aziende-agricole-pianura-padana-chiusure-pac-unione-europea

Di seguito confronto l’ipotesi (proprietario conferisce volontariamente terreno a un Ente pubblico che lo gestisce e gli corrisponde una quota annuale dei profitti) con la letteratura scientifica e casi-studio internazionali, indico rischi, potenziali benefici e proposte di design operativo e normativo (anche con uno schema di pilot per la Puglia).


1) Che cosa propongo (sintesi)

Proposta: creare un Ente pubblico per la gestione del paesaggio rurale (EPPR). Proprietari volontari affidano in gestione al Ente il loro terreno agricolo; l’Ente gestisce (direttamente o tramite concessioni/affitti/partnership) la produzione, la multifunzionalità (biodiversità, paesaggio, fruizione), vende prodotti/servizi e distribuisce al proprietario un dividendo annuo (quota di profitto) o una rata garantita. L’Ente può inoltre erogare servizi non-mercato (conservazione, tutela paesaggistica, adattamento climatico).


2) Cosa dice la letteratura / quali modelli esistono nel mondo (rilevanti per confrontare l’ipotesi)

  1. Land banks / land banking & public land management (Europa)
    • Strumenti di “land banking” pubblici o semipubblici che acquistano/affittano e rilasciano terreni agricoli sono praticati in vari paesi europei per obiettivi diversi (riordino fondiario, sviluppo rurale, progetti ambientali). La letteratura FAO riassume pratiche, strumenti legali e lezioni su acquisto/cessione e su lease facilitation. Questo mostra che l’idea di uno strumento pubblico che gestisca terreni è praticabile e ha precedenti. Open Knowledge FAO
  2. Community Land Trusts (CLT) e Agricultural CLT
    • I CLT (soprattutto negli USA, ma con esperienze anche in Europa) separano la proprietà del suolo dal diritto di uso: il trust possiede la terra, la concede in lunga locazione a produttori che investono in azienda. I CLT agricoli sono usati per garantire accesso a terra, stabilità dei contratti e obiettivi sociali/ambientali. La letteratura pratica e le guide operative sottolineano vantaggi in termini di accesso e gestione con finalità pubbliche. Grounded Solutions+1
  3. Organismi pubblici/ente di gestione ambientale che possiedono e danno in affitto (National Trust, Staatsbosbeheer, ecc.)
    • In UK il National Trust (entità no-profit ma a scala nazionale) possiede grandi estensioni agricole e affitta in tenancy a fattori con contratti che integrano pratiche “nature-friendly” e revenue-sharing su innovazioni come agroforestry. In Olanda agenzie come Staatsbosbeheer gestiscono territori per conservazione e, in alcuni casi, gestiscono attività agricole/ricreative. Questi modelli dimostrano che entità non necessariamente statali possono gestire terra con obiettivi multipli e con contratti che coniugano redditività e beni pubblici. National Trust+1
  4. Long-term leasing (letteratura empirica)
    • Revisione empirica recente mostra i benefici di locazioni a lungo termine (maggior investimento del conduttore, migliore sostenibilità, riduzione di incertezza). Se l’Ente pubblica propone lease di lunga durata a conduttori professionali, la produttività e sostenibilità tendono a migliorare rispetto a contratti brevi e frammentati. ResearchGate
  5. Agri-environment schemes e gestione congiunta da gruppi multi-attore
    • Studi su schemi agro-ambientali e su gestione multi-attore del paesaggio (es. collettivi di agricoltori in NL) mostrano che risultati ecologici positivi richiedono progettazione mirata, co-progettazione con agricoltori e incentivi ben strutturati. L’Ente dovrà dunque integrare incentivi economici con obiettivi ambientali misurabili. Conservation Biology+1

3) Quali benefici teorici e pratici sono attesi

  • Stabilità dell’uso del suolo: gestione coordinata riduce frazionamento e speculazione; la terra può essere orientata a obiettivi a lungo termine (biodiversità, paesaggio). (esperienze land bank / CLT). Open Knowledge FAO+1
  • Maggiore investimento in pratiche sostenibili: contratti di lunga durata facilitano investimenti (irrigazione efficiente, agroforestry, pratiche rigenerative). ResearchGate
  • Fornitura di beni pubblici (paesaggio, biodiversità, adattamento climatico) che i mercati non remunerano adeguatamente: l’Ente può internalizzare questi servizi e monetizzarli tramite pagamenti per servizi ecosistemici, turismo sostenibile, marchi/valorizzazione. Conservation Biology
  • Accesso e governance partecipata: modelli CLT e multi-actor mostrano come gestire accesso alla terra con partecipazione locale e controllo sociale. Lincoln Institute of Land Policy+1

4) Rischi e criticità (e cosa dice la letteratura)

  1. Diritto di proprietà e vincoli legali
    • In UE (e in Italia) il mercato fondiario è regolato: esistono limiti su trasferimenti, vincoli agricoltori locali, norme sulle espropriazioni, diritti ereditari ecc. L’analisi JRC mostra ampia variabilità normativa fra MS. Occorre verificare compatibilità normativa e possibili esigenze di legge per un ente che acquisisca o prenda in gestione terreni. Repository di pubblicazioni JRC
  2. Problemi di valutazione e pricing (equità per il proprietario)
    • Stabilire la «quota di profitto» giusta è complesso: profitti agricoli oscillano e sono volatili; senza garanzie si può creare insoddisfazione del proprietario / abbandono del programma. La letteratura raccomanda formule miste: pagamento minimo garantito + quota variabile legata a indicatori di performance. ResearchGate
  3. Rischio di cattura politica e governance debole
    • Un ente pubblico soggetto a pressioni politiche può distorcere obiettivi (favorire alcuni agricoltori, ritardare investimenti ambientali). La letteratura sui land banks e gestione pubblica raccomanda forte governance indipendente, trasparenza e partecipazione multi-stakeholder. Open Knowledge FAO
  4. Costi di transazione e di gestione
    • Acquisizione, mappatura, gestione delle locazioni, contabilità dei dividendi e monitoraggio ambientale richiedono competenze e risorse. Se i costi amministrativi sono troppo elevati, la rendita per il proprietario si riduce e il modello perde attrattiva. Studi su CLT mostrano che modelli cooperativi o ibridi riducono costi attraverso economie di scala. Grounded Solutions+1
  5. Crowding-out del settore privato / effetti sul mercato
    • Interventi pubblici su larga scala possono alterare prezzi terreni e mercati di affitto; la letteratura segnala che bisogna limitare distorsioni e mantenere opzioni di mercato competitive (es. lease facilitation invece di esproprio). Open Knowledge FAO

5) Come disegnare un Ente pubblico operativo: raccomandazioni basate su evidenze

Obiettivi chiari e multipli

  • definire nel mandato la coniugazione di produzione agricola, tutela paesaggistica, servizi ecosistemici e fruizione pubblica. (es. National Trust + PSR style).

Struttura giuridica e governance

  • Ente pubblico con board multilaterale (Regione, comuni, rappresentanti agricoltori, società civile, esperti ambientali) e regole anti-cattura. Prevedere autonomia gestionale e trasparenza reporting. (lezioni da land banks e CLT).

Tipologie di contratti con il proprietario

  • Opzioni:
    1. Affidamento gestionale conservativo (proprietà resta privata; Ente gestisce e condivide profitti) — basso impatto su mercato.
    2. Acquisto/land banking temporaneo (Ente compra per ristrutturare e poi rivende con vincoli) — utile in aree di degrado ma comporta maggiori rischi finanziari.
    3. Long-term lease a terzi conduttori (Ente affitta a operatori selezionati con obblighi ambientali).
  • Prediligere formule con pagamento minimo + variabile legata a performance ambientali (indicatori di biodiversità, riduzione GHG, qualità del suolo, produzione certificata).

Politiche di incentivazione

  • Combina dividendo per proprietario + accesso a pagamenti per servizi ecosistemici + possibilità di partecipare a filiere a valore aggiunto (marchi collettivi). Questo aumenta attrattiva e mantiene incentivi di gestione sostenibile.

Monitoraggio, valutazione e trasparenza

  • Sistema digitale di mappatura (GIS), contratti intelligenti con indicatori misurabili, report annuale pubblico. Lezione: progetti agro-ambientali hanno più impatto se c’è monitoraggio robusto. Conservation Biology+1

Dimensione pilota

  • Avviare un progetto pilota territoriale (es. una sub-area della Puglia con problemi paesaggistici / oliveti monumentali / aree marginali) per testare modelli contrattuali e costi di gestione prima di scala. I piloti sono la pratica raccomandata dalla letteratura per land banking. Open Knowledge FAO

6) Esempi concreti utili come “benchmark” per il disegno

  • Community Land Trusts—USA & Europa: modelli di separazione suolo/diritto d’uso e gestione partecipata; utili per meccanismi di governance e accesso alla terra. Grounded Solutions+1
  • National Trust (UK): gestione su larga scala di terreni agricoli con tenancy e pratiche nature-friendly; buone pratiche su integrazione fruizione/turismo/agroecologia. National Trust
  • Staatsbosbeheer (NL): gestione pubblica di territori con obiettivi conservativi e sperimentazione su pascoli e gestione faunistica. Utile per regole di stewardship del paesaggio. National Trust
  • Land banking / lease facilitation practices (Europa): strumenti istituzionali per la riorganizzazione fondiaria e per temporanee acquisizioni pubbliche. Open Knowledge FAO

7) Applicazione pratica in Puglia — proposta di roadmap sintetica (6 passi)

  1. Analisi di fattibilità normativa e cartografica: mappare capillarmente le aree candidate e vincoli legali (uso suolo, servitù, limitazioni). (usare JRC e legge nazionale come riferimento). Repository di pubblicazioni JRC
  2. Stakeholder engagement: creare tavolo Regione–Comuni–Associazioni agricole–NGO ambientali–proprietari.
  3. Design pilota: definire 200–1.000 ha pilota (es. oliveti monumentali, aree costiere o aree interne marginali). Testare tre schemi contrattuali (affidamento gestionale, lease a lungo termine, CLT-like). Open Knowledge FAO
  4. Finanziamento iniziale: combinare PSR/EAFRD, fondi regionali, partenariati pubblico-privati e strumenti di investimento impact.
  5. Monitoraggio & MIS: sistemi GIS + indicatori ambientali/economici + report annuale. publications.naturalengland.org.uk
  6. Valutazione e scala: valutazione dopo 3–5 anni; scala dove efficacia e rapporto costi-benefici sono positivi.

8) Conclusione operativa (breve)

L’idea di un Ente pubblico che gestisca il paesaggio rurale e redistribuisca dividendi ai proprietari restituendo al contempo beni pubblici è plausibile e sostenuta da esempi e letteratura (land banks, CLT, enti di gestione paesaggistica). Tuttavia occorre disegnare meccanismi contrattuali robusti, prevedere governance indipendente, limitare i costi di transazione e rispettare la normativa fondiaria nazionale e UE. La soluzione più prudente è partire con un pilota territoriale che privilegi contratti volontari, lease di lunga durata e formule miste di remunerazione (minimo + performance), imparando dalle esperienze di CLT, National Trust e pratiche di land banking europee. Open Knowledge FAO+2Grounded Solutions+2


9) Riferimenti selezionati (per approfondire — lettura immediata)

  • FAO, European land banking practices — good practices and lessons. (sintesi e linee guida su land banking). Open Knowledge FAO
  • Grounded Solutions / resources on Agricultural and Commercial Community Land Trusts (risorse su CLT agricoli). Grounded Solutions
  • National Trust — pagine su nature-friendly farming e case study (es. Cinderbarrow Farm). National Trust+1
  • Review: The Case for Long-Term Land Leasing — review of empirical literature (benefici del leasing a lungo termine). ResearchGate
  • JRC (European Commission) — Agricultural land market regulations in the EU Member States (utile per inquadrare vincoli legali in Italia/UE). Repository di pubblicazioni JRC

 

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