sabato 4 ottobre 2025

Nubifragio nel Brindisino: cambiamento climatico e risposte necessarie

 


Autore: Antonio Bruno

Istituzione: Associazione dei Laureati in Scienze Agrarie e Scienze Forestali della Provincia di Lecce

Premessa

Il 2 ottobre 2025 un violento nubifragio ha colpito la provincia di Brindisi, con particolare intensità nell’area di Ostuni. Secondo i dati diffusi da organismi meteorologici e banche dati ufficiali come l’European Severe Weather Database (ESWD), si sono registrati oltre 70 mm di pioggia in tre ore, accompagnati da forti raffiche di vento e grandine. L’evento ha provocato gravi danni al territorio, all’agricoltura e alle infrastrutture, nonché la tragica perdita di una vita umana. Solo nel 2025, in Puglia, si contano più di cinquanta episodi meteorologici estremi, tra nubifragi, grandinate e trombe d’aria, a conferma di una tendenza in crescita.

Analisi

Gli episodi di precipitazione intensa osservati in Puglia non rappresentano un’eccezione isolata, ma si inseriscono in un quadro più ampio di aumento degli eventi estremi legati al cambiamento climatico. Le evidenze scientifiche contenute nei rapporti dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) confermano che il riscaldamento globale sta intensificando le piogge torrenziali e gli eventi meteo estremi, con particolare incidenza nel bacino del Mediterraneo, area considerata “hotspot climatico”.

Il nubifragio del Brindisino è un caso emblematico: l’impatto è stato aggravato da una combinazione di fattori antropici e naturali. La fragilità idrogeologica del territorio — con una percentuale altissima di suoli a rischio idraulico e geomorfologico — si somma a pratiche di uso del suolo non sempre sostenibili, all’urbanizzazione crescente e a fenomeni di abbandono delle aree rurali. La conseguenza è un territorio meno resiliente, dove le piogge intense si trasformano rapidamente in alluvioni lampo e smottamenti.

Un ruolo importante è svolto anche dalla gestione delle opere idrauliche. La corretta manutenzione dei canali di scolo, dei fossi e delle infrastrutture di bonifica avrebbe potuto contenere una parte significativa dei danni. La mancanza di interventi preventivi si traduce in perdite economiche di milioni di euro e in effetti a catena che colpiscono non solo l’agricoltura, ma anche centri abitati, infrastrutture e famiglie.

Interventi prioritari

L’esperienza del Brindisino mostra con chiarezza che non basta attribuire al cambiamento climatico la responsabilità dei disastri: l’esposizione e la vulnerabilità locale sono determinanti. Gli interventi devono articolarsi su più livelli:

  1. Gestione e prevenzione
    • Manutenzione costante dei sistemi di drenaggio e delle opere di regimazione delle acque.
    • Ripristino delle aree naturali di laminazione e adozione di infrastrutture verdi (fasce tampone vegetali, bacini di ritenzione, parchi allagabili).
  2. Uso sostenibile del suolo
    • Arresto del consumo di suolo e limitazione della cementificazione nelle aree a rischio.
    • Pianificazione urbanistica resiliente, capace di integrare sistemi di drenaggio urbano sostenibile (SuDS).
  3. Agricoltura adattiva
    • Adozione di pratiche conservative: cover crops, lavorazioni in contorno, drenaggi controllati.
    • Realizzazione di piccoli invasi aziendali e tecniche di bioritenzione per ridurre erosione e perdita di fertilità.
  4. Governance e strumenti economici
    • Schemi di assicurazione mutualistica e agevolata per sostenere gli agricoltori nelle perdite.
    • Piani finanziari condivisi che distribuiscano i costi della prevenzione su tutta la collettività, dato che i benefici delle opere idrauliche non ricadono solo sul settore agricolo.

Lezioni dai casi internazionali

Di seguito 6 casi utili: ognuno con sintesi rapida e le lezioni che si possono trasferire in Puglia.


1) Room for the River — Paesi Bassi

Cosa: programma nazionale per ridare spazio ai fiumi (allargamento floodplain, aree di laminazione, abbassamento terreni, rimozione ostacoli).
Risultato: riduzione del rischio fluviale a scala di bacino, miglior qualità spaziale/ambientale in aree trasformate; buone evidenze di efficacia nel gestire eventi estremi.
Lezione per Puglia: progettare spazi di laminazione/aree di ritenzione a scala di bacino (anche agricola) e politiche di compensazione/partecipazione finanziaria tra beneficiari.


2) Sponge City Programme — Cina (es. Wuhan, altre città pilota)

Cosa: interventi di “assorbimento” urbano (parchi allagabili, pavimentazioni permeabili, giardini pluviali, vasche/riduzione ruscellamento).
Risultato: in molte città pilota diminuito waterlogging urbano e migliorata gestione acque di pioggia; problemi rimangono su coerenza di gestione e finanziamento su larga scala.
Lezione per Puglia (aree urbane e periurbane): integrare SuDS (sistema di drenaggio sostenibile) per ridurre pressione sulle reti e proteggere stazioni, strade e zone produttive.


3) Restauro floodplain / Elbe e Germania

Cosa: ripristino di pianure alluvionali e gestione integrata delle zone fluviali per aumentare capacità di ritenzione e biodiversità.
Risultato: benefici combinati su riduzione picchi di piena, biodiversità e servizi ecosistemici; efficacia maggiore se pensata a scala di bacino.
Lezione: proteggere/recuperare aree naturali di laminazione vicino a corsi d’acqua, anche con politiche che esentano/condividono costi con agricoltori.


4) Valencia / Alcuni comuni spagnoli — esempi di spazi pubblici allagabili e NBS urbane

Cosa: uso di parchi e piazze progettati per essere temporaneamente allagabili (e allo stesso tempo fruibili per la comunità) + fasce verdi lungo corsi d’acqua.
Risultato: riduzione degli effetti più dannosi dell’ondata di piena in aree urbane; utile co-beneficio sociale ed estetico.
Lezione: creare spazi multipurpose in prossimità dei centri abitati che assorbano picchi di pioggia.


5) Controllo dei drenaggi e pratiche agricole (esempi internazionali: USA, Paesi Bassi, Spagna)

Cosa: tecniche come drenaggio controllato, fasce tampone vegetali, piccoli bacini/laghetti di ritenzione, terrazze e conservazione della sostanza organica del suolo.
Risultato: riduzione del deflusso di punta, minor erosione e migliore capacità di recupero produttivo dopo eventi intensi.
Lezione: misure in campo (terrazzo, linee di contorno, cover crops, fossette/detention basins) sono efficaci e spesso economiche per gli agricoltori.


6) Assicurazioni mutualistiche e schemi pubblici per agricoltura (diversi paesi UE)

Cosa: schemi assicurativi sovvenzionati, gruppi mutualistici, fondi di solidarietà locale.
Risultato: miglior resilienza economica delle imprese agricole quando combinati con misure preventive.
Lezione: sostenere gli agricoltori con assicurazioni agevolate riduce la vulnerabilità economica e facilita l’adozione di misure preventive.

Questi casi dimostrano che l’approccio vincente unisce infrastrutture grigie e verdi, pianificazione attenta del territorio e strumenti finanziari inclusivi.

Conclusioni

Il nubifragio che ha colpito Ostuni e il Brindisino è un paradigma del cambiamento climatico in atto, ma anche della vulnerabilità di un territorio che necessita di interventi strutturali e gestionali urgenti. Eventi di questa portata sono destinati a ripetersi: la sfida è ridurne l’impatto. Ciò richiede una combinazione di prevenzione tecnica, adattamento agricolo e responsabilità condivisa. Solo una strategia integrata permetterà di costruire resilienza e garantire la sicurezza delle comunità e delle economie locali.


Bibliografia essenziale

  • IPCC, Sixth Assessment Report (AR6), 2021–2023.
  • Lionello, P. et al., Extreme precipitation events in the Mediterranean under climate change, Climatic Change, 2022.
  • Alfieri, L. et al., Increasing flood risk under climate change in Europe, Global Environmental Change, 2015.
  • European Severe Weather Database (ESWD), Report eventi 2025.
  • Van Stokkom, H.T. et al., Room for the River: A new approach to flood risk management in the Netherlands, Water Management, 2005.
  • Chan, F.K.S. et al., Sponge City Programme and urban flood resilience in China, Urban Water Journal, 2018.
  • Acreman, M. et al., Restoration of floodplains for flood risk management and biodiversity, Journal of Applied Ecology, 2014.

 

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