Autore: Antonio Bruno
Istituzione: Associazione dei
Laureati in Scienze Agrarie e Scienze Forestali della Provincia di Lecce
Premessa
Il 2 ottobre
2025 un violento nubifragio ha colpito la provincia di Brindisi, con
particolare intensità nell’area di Ostuni. Secondo i dati diffusi da organismi
meteorologici e banche dati ufficiali come l’European Severe Weather
Database (ESWD), si sono registrati oltre 70 mm di pioggia in tre ore,
accompagnati da forti raffiche di vento e grandine. L’evento ha provocato gravi
danni al territorio, all’agricoltura e alle infrastrutture, nonché la tragica
perdita di una vita umana. Solo nel 2025, in Puglia, si contano più di
cinquanta episodi meteorologici estremi, tra nubifragi, grandinate e trombe
d’aria, a conferma di una tendenza in crescita.
Analisi
Gli episodi
di precipitazione intensa osservati in Puglia non rappresentano un’eccezione
isolata, ma si inseriscono in un quadro più ampio di aumento degli eventi estremi
legati al cambiamento climatico. Le evidenze scientifiche contenute nei
rapporti dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change)
confermano che il riscaldamento globale sta intensificando le piogge
torrenziali e gli eventi meteo estremi, con particolare incidenza nel bacino
del Mediterraneo, area considerata “hotspot climatico”.
Il
nubifragio del Brindisino è un caso emblematico: l’impatto è stato aggravato da
una combinazione di fattori antropici e naturali. La fragilità idrogeologica
del territorio — con una percentuale altissima di suoli a rischio idraulico
e geomorfologico — si somma a pratiche di uso del suolo non sempre sostenibili,
all’urbanizzazione crescente e a fenomeni di abbandono delle aree rurali. La
conseguenza è un territorio meno resiliente, dove le piogge intense si
trasformano rapidamente in alluvioni lampo e smottamenti.
Un ruolo
importante è svolto anche dalla gestione delle opere idrauliche. La
corretta manutenzione dei canali di scolo, dei fossi e delle infrastrutture di
bonifica avrebbe potuto contenere una parte significativa dei danni. La
mancanza di interventi preventivi si traduce in perdite economiche di milioni
di euro e in effetti a catena che colpiscono non solo l’agricoltura, ma anche
centri abitati, infrastrutture e famiglie.
Interventi prioritari
L’esperienza
del Brindisino mostra con chiarezza che non basta attribuire al cambiamento
climatico la responsabilità dei disastri: l’esposizione e la vulnerabilità
locale sono determinanti. Gli interventi devono articolarsi su più livelli:
- Gestione e prevenzione
- Manutenzione costante dei
sistemi di drenaggio e delle opere di regimazione delle acque.
- Ripristino delle aree naturali
di laminazione e adozione di infrastrutture verdi (fasce tampone
vegetali, bacini di ritenzione, parchi allagabili).
- Uso sostenibile del suolo
- Arresto del consumo di suolo e
limitazione della cementificazione nelle aree a rischio.
- Pianificazione urbanistica
resiliente, capace di integrare sistemi di drenaggio urbano sostenibile
(SuDS).
- Agricoltura adattiva
- Adozione di pratiche
conservative: cover crops, lavorazioni in contorno, drenaggi controllati.
- Realizzazione di piccoli
invasi aziendali e tecniche di bioritenzione per ridurre erosione e
perdita di fertilità.
- Governance e strumenti economici
- Schemi di assicurazione
mutualistica e agevolata per sostenere gli agricoltori nelle perdite.
- Piani finanziari condivisi che
distribuiscano i costi della prevenzione su tutta la collettività, dato
che i benefici delle opere idrauliche non ricadono solo sul settore
agricolo.
Lezioni dai casi internazionali
Di seguito 6
casi utili: ognuno con sintesi rapida e le lezioni che si possono trasferire in
Puglia.
1) Room for the River — Paesi Bassi
Cosa:
programma nazionale per ridare spazio ai fiumi (allargamento floodplain, aree
di laminazione, abbassamento terreni, rimozione ostacoli).
Risultato: riduzione del rischio fluviale a scala di bacino, miglior qualità
spaziale/ambientale in aree trasformate; buone evidenze di efficacia nel
gestire eventi estremi.
Lezione per Puglia: progettare spazi di laminazione/aree di ritenzione a scala
di bacino (anche agricola) e politiche di compensazione/partecipazione
finanziaria tra beneficiari.
2) Sponge City Programme — Cina (es. Wuhan, altre
città pilota)
Cosa:
interventi di “assorbimento” urbano (parchi allagabili, pavimentazioni
permeabili, giardini pluviali, vasche/riduzione ruscellamento).
Risultato: in molte città pilota diminuito waterlogging urbano e migliorata
gestione acque di pioggia; problemi rimangono su coerenza di gestione e
finanziamento su larga scala.
Lezione per Puglia (aree urbane e periurbane): integrare SuDS (sistema di
drenaggio sostenibile) per ridurre pressione sulle reti e proteggere stazioni,
strade e zone produttive.
3) Restauro floodplain / Elbe e Germania
Cosa:
ripristino di pianure alluvionali e gestione integrata delle zone fluviali per
aumentare capacità di ritenzione e biodiversità.
Risultato: benefici combinati su riduzione picchi di piena, biodiversità e
servizi ecosistemici; efficacia maggiore se pensata a scala di bacino.
Lezione: proteggere/recuperare aree naturali di laminazione vicino a corsi d’acqua,
anche con politiche che esentano/condividono costi con agricoltori.
4) Valencia / Alcuni comuni spagnoli — esempi di spazi
pubblici allagabili e NBS urbane
Cosa: uso di
parchi e piazze progettati per essere temporaneamente allagabili (e allo stesso
tempo fruibili per la comunità) + fasce verdi lungo corsi d’acqua.
Risultato: riduzione degli effetti più dannosi dell’ondata di piena in aree
urbane; utile co-beneficio sociale ed estetico.
Lezione: creare spazi multipurpose in prossimità dei centri abitati che
assorbano picchi di pioggia.
5) Controllo dei drenaggi e pratiche agricole (esempi
internazionali: USA, Paesi Bassi, Spagna)
Cosa:
tecniche come drenaggio controllato, fasce tampone vegetali, piccoli
bacini/laghetti di ritenzione, terrazze e conservazione della sostanza organica
del suolo.
Risultato: riduzione del deflusso di punta, minor erosione e migliore capacità
di recupero produttivo dopo eventi intensi.
Lezione: misure in campo (terrazzo, linee di contorno, cover crops,
fossette/detention basins) sono efficaci e spesso economiche per gli
agricoltori.
6) Assicurazioni mutualistiche e schemi pubblici per
agricoltura (diversi paesi UE)
Cosa: schemi
assicurativi sovvenzionati, gruppi mutualistici, fondi di solidarietà locale.
Risultato: miglior resilienza economica delle imprese agricole quando combinati
con misure preventive.
Lezione: sostenere gli agricoltori con assicurazioni agevolate riduce la
vulnerabilità economica e facilita l’adozione di misure preventive.
Questi casi
dimostrano che l’approccio vincente unisce infrastrutture grigie e verdi,
pianificazione attenta del territorio e strumenti finanziari inclusivi.
Conclusioni
Il
nubifragio che ha colpito Ostuni e il Brindisino è un paradigma del cambiamento
climatico in atto, ma anche della vulnerabilità di un territorio che necessita
di interventi strutturali e gestionali urgenti. Eventi di questa portata sono
destinati a ripetersi: la sfida è ridurne l’impatto. Ciò richiede una
combinazione di prevenzione tecnica, adattamento agricolo e responsabilità
condivisa. Solo una strategia integrata permetterà di costruire resilienza e
garantire la sicurezza delle comunità e delle economie locali.
Bibliografia essenziale
- IPCC, Sixth Assessment
Report (AR6), 2021–2023.
- Lionello, P. et al., Extreme
precipitation events in the Mediterranean under climate change,
Climatic Change, 2022.
- Alfieri, L. et al., Increasing
flood risk under climate change in Europe, Global Environmental
Change, 2015.
- European Severe Weather
Database (ESWD), Report eventi 2025.
- Van Stokkom, H.T. et al., Room
for the River: A new approach to flood risk management in the Netherlands,
Water Management, 2005.
- Chan, F.K.S. et al., Sponge
City Programme and urban flood resilience in China, Urban Water
Journal, 2018.
- Acreman, M. et al., Restoration
of floodplains for flood risk management and biodiversity, Journal of
Applied Ecology, 2014.

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