Il melone che non volle farsi raccogliere
Autore: Antonio Bruno
Istituzione: Associazione dei Laureati in Scienze Agrarie e Scienze
Forestali della Provincia di Lecce
C’è un
profumo dolce che aleggia nelle campagne del Brindisino, e non è quello
dell’estate. È l’odore dei meloni che marciscono al sole. Migliaia di frutti
rimasti nei campi, dimenticati, come lettere mai spedite. Non perché fossero
cattivi, anzi. Troppo buoni, forse, per un mercato che non sa più riconoscere
la bontà.
Quest’anno i
contadini del Salento hanno guardato le loro angurie maturare e poi marcire,
perché raccoglierle sarebbe costato più che lasciarle lì. I prezzi sono
crollati a sette centesimi al chilo: meno di una caramella. La concorrenza
dall’Egitto, dalla Tunisia, dal Marocco – dove il sole scotta uguale ma il
lavoro costa meno – ha fatto il resto.
Così le
campagne si sono riempite di frutti abbandonati e di uomini sconfitti. Non da
un uragano, ma dall’economia: quella tempesta invisibile che travolge senza
fare rumore.
Eppure, se
ci pensiamo, l’assurdo non è che i meloni marciscano. L’assurdo è che nel
frattempo, a poche decine di chilometri, qualcuno paga tre euro per un
centrifugato “bio” in una bottiglietta di plastica. È come se vivessimo in due
mondi paralleli: quello dell’eccesso e quello dell’abbandono, separati solo da
un’etichetta e da un algoritmo.
In Giappone,
in California, perfino in Portogallo, quando i prezzi crollano, le cooperative
trasformano i frutti in succhi, confetture, gelati. Lì, ciò che il mercato
scarta diventa valore. Da noi, invece, diventa compost. O poesia triste sui
social.
Ma
basterebbe poco — una cella frigorifera condivisa, una piccola linea di
trasformazione, una cooperativa che raccolga invece di disperdere — per far sì
che quei meloni non finiscano dimenticati, e che chi li ha coltivati possa
almeno sperare in un domani.
Il melone
del Brindisino non chiede carità: chiede senso. Chiede che qualcuno si accorga
che dietro ogni frutto lasciato marcire c’è una mano che lo ha piantato, un
credito non pagato, un figlio che forse se ne andrà altrove.
E allora,
forse, la prossima volta che compriamo una fetta d’anguria al supermercato,
potremmo chiederci se arriva da lontano o da vicino, da una terra che muore o
da una che resiste. Perché un Paese che lascia marcire i suoi frutti, presto
finirà per lasciare marcire anche le sue speranze.
Dai campi al
valore: strategie integrate per ridurre le perdite e valorizzare le eccedenze
ortofrutticole nel Salento
Studio
pilota per la Provincia di Lecce e Brindisi – Modelli di economia circolare,
cooperazione agricola e trasformazione a valore aggiunto contro la crisi dei
prezzi e l’abbandono delle colture ortofrutticole (Campagna 2025)
Punti chiave dalla letteratura (breve)
- Le perdite post-raccolta e gli
“eccessi” di offerta per prodotti deperibili sono un fenomeno mondiale e
richiedono interventi su più fronti: gestione dell’offerta, catena del
freddo, trasformazione/valorizzazione e organizzazione collettiva dei
produttori. Open Knowledge FAO+1
- Le Organizzazioni di Produttori
(PO/OP) e le cooperative svolgono un ruolo cruciale nel concentrare
l’offerta, negoziare prezzi e investire in infrastrutture condivise
(logistica, stoccaggio, trasformazione). Agriculture and rural development+1
- La trasformazione a valle
(conserve, succhi/concentrati, puree, surgelazione, prodotti a valore
aggiunto) è una via efficace per assorbire eccedenze di frutta che non
possono entrare sul mercato fresco. Esistono anche studi su accettazione
dei consumatori e modelli aziendali. PMC+1
Pacchetto di soluzioni
pratiche (prioritizzate)
A — Interventi immediati (settimane–3 mesi) — togliere
valore dalle perdite oggi
- Raccogliere dati rapidi e
centralizzati
- Ogni comune/consorzio
raggruppi dati su superfici in maturazione, rese stimate e stima di
eccedenza. Serve per attivare canali rapidi (donazione, trasformazione,
vendite dirette).
- Perché: molte risposte
richiedono semplicemente informazione aggregata per abbinare
domanda/offerta (food banks, trasformatori). (EIP-AGRI raccomanda sistemi
informativi per ridurre perdite on-farm). eu-cap-network.ec.europa.eu
- Accordi rapidi con
trasformatori locali/mobili (juicing, puree, surgelazione)
- Contrattare capacità di
trasformazione mobile o “contratti spot” con industrie di trasformazione
(succhi, puree, conserve, concentrati, surgelazione). Anche micro-linee
comunali / cooperative possono funzionare per piccoli volumi. La
trasformazione aumenta la shelf-life e assorbe surplus. uoguelph.ca+1
- Canali di redistribuzione e donazione
organizzata
- Protocollo rapido con
organizzazioni caritative, mense scolastiche/ospedali, o programmi di
pubblica utilità: ritiro gratuito (o a costo contenuto) per eccedenze.
Prevedere sgravi fiscali o incentivi per la donazione (norme
nazionali/regionali da verificare concretamente). (FAO/EIP raccomandano
integrazione donazione come opzione temporanea). Open Knowledge FAO+1
- “Harvest for processing”
prioritario
- Prioritizzare la raccolta di
campi destinati alla trasformazione; lasciare solo quelle porzioni che
costerebbe più raccogliere che trasformare. Questo massimizza il ritorno
economico netto.
B — Soluzioni a 3–12 mesi — infrastrutture e
organizzazione
- Costituire o rafforzare una
O.P./Cooperativa intercomunale (modello EU PO)
- Obiettivo: concentrare
offerta, pianificare i volumi, negoziare contratti a monte (retailer,
trasformatori, export), usare fondi operativi EU per campagne
promozionali e stoccaggio. Le PO migliorano il potere contrattuale e la
capacità di programmare piantagioni per evitare picchi. Agriculture and rural
development+1
- Investire in logistica freddo
condivisa (cold chain mobile e camere fredde comuni)
- Piccoli impianti di
pre-raffreddamento e celle frigorifere remote (anche mobili) vicino alle
aree di raccolta riducono deterioramento e permettono l’accumulo
temporaneo finché il mercato non assorbe. Studi mostrano la riduzione
sostanziale delle perdite dove la catena del freddo è efficiente. postharvest.org
- Micro-impianti di
trasformazione locale (linee per succhi, puree, cubettatura, surgelazione,
snack di frutta)
- Creare una o più micro-linee
comuni per trasformare i volumi eccedenti in prodotti a valore aggiunto
vendibili su mercati indoor/online, GDO locale, Horeca o per esport.
Modelli come “value-added processing” mostrano che piccole realtà possono
essere sostenibili con contratti di conferimento. Cornell Cooperative Extension+1
- Pianificazione colturale e
strumenti contrattuali
- Pianificare semine/impianti
fra produttori associati per distribuire maturazioni (staggering),
inserire clausole di prezzo minimo/contrattazione anticipata con
acquirenti (contratti forward) per ridurre il rischio di glut. Le PO
possono coordinare la programmazione produttiva.
C — Politiche e strategie strutturali (1–3+ anni)
- Accesso a finanziamenti e fondi
CAP/UE per PO, logistica e trasformazione
- Usare fondi CAP, programmi
regionali e bandi nazionali per finanziare investimenti in camere fredde,
micro-impianti di trasformazione e formazione. (La Commissione UE
contempla misure specifiche per le PO e programmi operativi). Agriculture and rural
development+1
- Promuovere filiere corte e
marchi di origine (traceability & labeling)
- Rafforzare il posizionamento
dei prodotti locali (etichettatura chiara “origine Salento / qualità
controllata”, DOP/IGP se applicabile) e costruire mercati premium
(turismo enogastronomico, GDO locale, ristorazione). Questo contrasta la
competizione esclusivamente sul prezzo.
- Diversificazione colturale e
pratiche risparmio idrico
- Promuovere colture alternative
a più alto valore o rotazioni che riducano il rischio di glut; applicare
irrigazione a goccia, pratiche di deficit controllato e varietà a
maturazione scaglionata per mitigare la crisi idrica e ridurre i costi.
(Interventi tecnici per risparmio idrico possono ridurre i costi di
produzione).
- Strumenti di mercato:
contratti, assicurazioni mutuali, fondi di solidarietà
- Sviluppare strumenti di
stabilizzazione dei redditi (assicurazioni parametriche contro cali di
prezzo/produzione, fondi mutualistici nella PO) per smussare i picchi
negativi.
- Regole commerciali e
trasparenza d’origine
- Spingere a livello
regionale/nazionale per etichettatura completa (origine e periodo di
raccolta) e controllo delle pratiche doganali/reciprocità su prodotti
esteri, come richiesto anche dalle associazioni di categoria. Questo è un
tema politico e richiede advocacy collettiva. (Coldiretti ha sollevato lo
stesso tema). La Moncloa
Piccolo progetto pilota
proposto (schema operativo) — “Salento Surplus Valorization Pilot” (6–12 mesi)
Obiettivo:
ridurre le rese lasciate in campo e creare 2 linee di ricavo alternative
(trasformazione + vendita diretta).
- Coordinamento e governance
(mese 0–1)
- Creare un nucleo operativo
(5–10 produttori + comune/provincia + Coldiretti locale + una ONG
alimentare + un trasformatore) → raccogliere dati su 200–500 ha irrigati
a rischio.
- Intervento operativo (mese 1–6)
- Allestire 1 cella frigorifera
mobile + 1 micro-linea per puree/succo (contratto co-finanziamento con PO
e bando regionale).
- Raccogliere e deviare il
30–50% dell’eccedenza su trasformazione e il resto su donazioni/mercati
diretti.
- Attivare e-commerce locale
(box Salento) + accordi Horeca/mercati turistici.
- Valutazione economica e scala
(mese 6–12)
- Analisi costi-benefici,
individuazione di incentivi fiscali per donazioni e piani per scalare
infrastrutture su 2–3 centri strategici.
Risultati
attesi: riduzione significativa dell’abbandono, nuove entrate da prodotti
trasformati, rafforzamento contrattuale dei produttori.
Esempi e casi di studio utili
(da cui trarre modelli)
- Conserve Italia / cooperative
italiane —
modello di seconda livello cooperativo per concentrare produzione e
trasformazione (esperienze di internazionalizzazione e filiera). ResearchGate
- EIP-AGRI (UE) – Focus Group
"Reducing food loss on the farm" — raccomandazioni pratiche su
misure on-farm, informazione e strumenti per ridurre le perdite.
Utilissimo come guida per misure locali. eu-cap-network.ec.europa.eu
- Studi su valorizzazione dei
sottoprodotti e piccola trasformazione (revue su gestione sottoprodotti frutta) —
tecnologie e modelli commerciali per purea, succhi e concentrati. PMC+1
Azioni consigliate subito
(checklist rapida)
- Mobilitare una riunione entro
7–10 giorni con produttori, Coldiretti, Comune/Provincia, associazioni
caritative e almeno 1 trasformatore.
- Raccolta dati (scheda semplice)
su volumi maturi e stima eccedenza (entro 1 settimana dalla riunione).
- Identificare un trasformatore
locale/distributore disponibile e contrattare un primo accordo per almeno
una partita di prova.
- Presentare una richiesta di
finanziamento urgente (bando regionale o misura PO/CAP) per camera fredda
mobile e microlinea.
- Promuovere accordi di donazione
semplificati con organizzazioni no-profit locali.
Bibliografia selezionata (principali fonti consultate)
- FAO, The State of Food and
Agriculture 2019 (analisi su perdite alimentari e indicatori). Open Knowledge FAO
- EIP-AGRI Focus Group, Reducing
food loss on the farm — raccomandazioni pratiche per riduzione perdite
on-farm. eu-cap-network.ec.europa.eu
- Kitinoja L. et al., The
critical role of clean cold-chain development (postharvest losses
& cold chain). postharvest.org
- Campos D.A. et al., Management
of Fruit Industrial By-Products — review (integrazione/valorisation). PMC
- Cornell Cooperative Extension, Value-Added
Processing (pratiche e modelli per piccoli trasformatori). Cornell Cooperative Extension

Nessun commento:
Posta un commento