sabato 18 ottobre 2025

Pacciamature vive perenni per gestire le malerbe in provincia di Lecce

 


Il futuro cresce tra i solchi della memoria

Autore: Antonio Bruno

Istituzione: Associazione dei Laureati in Scienze Agrarie e Scienze Forestali della Provincia di Lecce

Negli ultimi decenni abbiamo spremuto la terra come un limone d’agosto. Le abbiamo chiesto di produrre di più, e lei lo ha fatto. Prima matura, poi stanca. Oggi respira a fatica tra ulivi falcidiati, serre di plastica e campi che odono più di diserbante che di primavera. Lecce, come tante province del Sud, è un laboratorio naturale dove il cambiamento climatico non è uno slogan, ma una ferita aperta sulla pelle secca dei campi.

E allora — domanda che suona come una confessione collettiva — può ancora esserci un’agricoltura che abbracci la terra senza soffocarla?


Biologica sì, ma con radici profonde

Le strade alternative già ci sono. L’agricoltura biologica e quella conservativa insegnano che la produttività non deve per forza significare distruzione. Ma anche queste, se prese da sole, perdono l’equilibrio: la prima, troppo energica con l’aratro; la seconda, troppo tollerante con i diserbanti.

Nei dintorni di Nardò, un gruppo di giovani agricoltori ha deciso di fare a modo loro: hanno seminato trifoglio bianco e ginestrino tra le file dei broccoli. Il suolo è rimasto coperto tutto l’anno, fresco anche sotto la scottatura del sole di luglio. Hanno notato che, senza bisogno di scavare troppo o usare prodotti tossici, la terra ha cominciato a respirare di nuovo. L’humus si rigenera, gli insetti tornano, e persino le api — quelle vere, non le metafore da spot — si sentono di casa.


Piccole pratiche, grandi cambiamenti

Il principio è semplice ma rivoluzionario: mantenere il terreno sempre vivo. Le cosiddette “pacciamature vive perenni” non sono un’idea romantica, ma una strategia concreta.

Ecco cosa hanno scoperto a Melpignano, dove un progetto europeo ha sperimentato pacciamature miste di trifoglio e veccia sotto melanzane e cavolfiori:

·         meno erosione dopo le piogge torrenziali di ottobre;

·         meno perdita di nutrienti con le annaffiature estive;

·         suolo più friabile, più profondo, più fertile;

·         api e coccinelle in aumento;

·         possibilità di lavorare subito dopo la pioggia, senza che il trattore affondi.

In pratica, un campo che si cura da sé — o quasi. Perché il segreto resta la costanza: sfalci regolari, attrezzature leggere, attenzione alle distanze. Serve pazienza, quella che i salentini conoscono bene ogni volta che potano un ulivo o aspettano che il vento cambi.


Dal Salento alla Maremma: la forza dell’esperimento

Esperienze simili sono nate anche altrove, dalla Maremma toscana alle campagne di Brindisi, dove si testano robot autonomi con sistemi GPS per lo sfalcio delle interfila. Tecnologie “dolci”, che non sostituiscono il contadino, ma gli restituiscono tempo per osservare la terra invece di combatterla.

Eppure, la sfida resta. A volte le rese calano, altre volte la pacciamatura compete troppo con le colture principali. Ma forse è giusto così: stiamo imparando a convivere, non a dominare.


La morale del solco

C’è un modo antico e insieme nuovo di guardare ai campi di Lecce, ed è quello di chi, zappa in mano, pensa al futuro senza rinnegare il passato.
Le pacciamature vive non sono solo una tecnica agronomica: sono una metafora di convivenza. Fra uomo e natura, fra tradizione e innovazione.

Il giorno in cui torneremo a chiamarla “madre terra” senza ironia, quel giorno la pianura salentina non sarà più soltanto un paesaggio, ma una promessa: che si può crescere, rigenerare, fiorire — anche dopo essere rimasti aridi troppo a lungo.

Ecco i riferimenti bibliografici con i link diretti alle fonti utilizzate:

·         Esperienze sulle pacciamature vive e sistemi conservativi:

·         “Valorizzare la biodiversità: l’esperienza delle pacciamature vive” (CCPB):
https://www.ccpb.it/blog/2019/10/03/valorizzare-biodiversita-esperienza-pacciamature-vive/

·         “Pacciamatura viva per la gestione del sottofilare del pescheto” (Rivista Frutticoltura Edagricole, 2024):
https://rivistafrutticoltura.edagricole.it/fertilizzazione/pacciamatura-viva-sottofilare-pescheto/

·         “Pacciamature vive per la gestione del sottofila: un caso applicativo” (Academia.edu):
https://www.academia.edu/93655367/Pacciamature_vive_per_la_gestione_del_sottofila_un_caso_applicativo

·         Contesto salentino e pratiche locali innovative:

·         Video esempio nel Salento “Ritorno alla terra nel Salento: coltivare senza pesticidi”:
https://www.youtube.com/watch?v=Y2TjhH8S4vE

·         Dati su agricoltura biologica in Puglia – Osservatorio Agricoltura Biologica:
https://www.regione.puglia.it/web/osservatorio-agricoltura-biologica/statistiche

·         Aspetti tecnici e casi simili in Italia centro-meridionale:

·         Studi su cover crops e gestione conservativa (Atti Congresso RIRAB 2011):
https://openpub.fmach.it/retrieve/e1dbfeaa-60ab-4ac9-e053-1705fe0a1c61/2011-CongressoRIRAB.pdf

·         “Linee guida PI tecniche agricole Marche” (DGR 936/2022, Regione Marche):
https://meteo.regione.marche.it/assets/news/2024/DGR_936_2022_Appr_e_DiscTecnicheAgro_Marche_2022.pdf
https://www2.meteo.marche.it/news/LineeGuidaPI_TecnicheAgro_2022.pdf

In queste fonti sia casi studio di territori con clima simile a Lecce che approfondimenti tecnici sulle pratiche citate nell’articolo.

 

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