Il futuro cresce tra i solchi
della memoria
Autore: Antonio Bruno
Istituzione: Associazione dei Laureati in Scienze Agrarie e Scienze
Forestali della Provincia di Lecce
Negli ultimi decenni abbiamo
spremuto la terra come un limone d’agosto. Le abbiamo chiesto di produrre di
più, e lei lo ha fatto. Prima matura, poi stanca. Oggi respira a fatica tra
ulivi falcidiati, serre di plastica e campi che odono più di diserbante che di
primavera. Lecce, come tante province del Sud, è un laboratorio naturale dove
il cambiamento climatico non è uno slogan, ma una ferita aperta sulla pelle
secca dei campi.
E allora — domanda che suona come
una confessione collettiva — può ancora esserci un’agricoltura che abbracci la
terra senza soffocarla?
Biologica sì, ma con radici
profonde
Le strade alternative già ci
sono. L’agricoltura biologica e quella conservativa insegnano che la
produttività non deve per forza significare distruzione. Ma anche queste, se
prese da sole, perdono l’equilibrio: la prima, troppo energica con l’aratro; la
seconda, troppo tollerante con i diserbanti.
Nei dintorni di Nardò, un gruppo
di giovani agricoltori ha deciso di fare a modo loro: hanno seminato trifoglio
bianco e ginestrino tra le file dei broccoli. Il suolo è rimasto coperto tutto
l’anno, fresco anche sotto la scottatura del sole di luglio. Hanno notato che,
senza bisogno di scavare troppo o usare prodotti tossici, la terra ha
cominciato a respirare di nuovo. L’humus si rigenera, gli insetti tornano, e
persino le api — quelle vere, non le metafore da spot — si sentono di casa.
Piccole pratiche, grandi
cambiamenti
Il principio è semplice ma
rivoluzionario: mantenere il terreno sempre vivo. Le cosiddette “pacciamature
vive perenni” non sono un’idea romantica, ma una strategia concreta.
Ecco cosa hanno scoperto a
Melpignano, dove un progetto europeo ha sperimentato pacciamature miste di
trifoglio e veccia sotto melanzane e cavolfiori:
·
meno erosione dopo le piogge torrenziali di ottobre;
·
meno perdita di nutrienti con le annaffiature estive;
·
suolo più friabile, più profondo, più fertile;
·
api e coccinelle in aumento;
·
possibilità di lavorare subito dopo la pioggia, senza che il trattore
affondi.
In pratica, un campo che si cura
da sé — o quasi. Perché il segreto resta la costanza: sfalci regolari,
attrezzature leggere, attenzione alle distanze. Serve pazienza, quella che i
salentini conoscono bene ogni volta che potano un ulivo o aspettano che il
vento cambi.
Dal Salento alla Maremma: la
forza dell’esperimento
Esperienze simili sono nate anche
altrove, dalla Maremma toscana alle campagne di Brindisi, dove si testano robot
autonomi con sistemi GPS per lo sfalcio delle interfila. Tecnologie “dolci”,
che non sostituiscono il contadino, ma gli restituiscono tempo per osservare la
terra invece di combatterla.
Eppure, la sfida resta. A volte
le rese calano, altre volte la pacciamatura compete troppo con le colture principali.
Ma forse è giusto così: stiamo imparando a convivere, non a dominare.
La morale del solco
C’è un modo antico e insieme
nuovo di guardare ai campi di Lecce, ed è quello di chi, zappa in mano, pensa
al futuro senza rinnegare il passato.
Le pacciamature vive non sono solo una tecnica agronomica: sono una metafora di
convivenza. Fra uomo e natura, fra tradizione e innovazione.
Il giorno in cui torneremo a
chiamarla “madre terra” senza ironia, quel giorno la pianura salentina non sarà
più soltanto un paesaggio, ma una promessa: che si può crescere, rigenerare,
fiorire — anche dopo essere rimasti aridi troppo a lungo.
Ecco i riferimenti bibliografici con i link diretti alle
fonti utilizzate:
·
Esperienze sulle pacciamature vive e sistemi
conservativi:
·
“Valorizzare la biodiversità: l’esperienza delle
pacciamature vive” (CCPB):
https://www.ccpb.it/blog/2019/10/03/valorizzare-biodiversita-esperienza-pacciamature-vive/
·
“Pacciamatura viva per la gestione del sottofilare del
pescheto” (Rivista Frutticoltura Edagricole, 2024):
https://rivistafrutticoltura.edagricole.it/fertilizzazione/pacciamatura-viva-sottofilare-pescheto/
·
“Pacciamature vive per la gestione del sottofila: un caso
applicativo” (Academia.edu):
https://www.academia.edu/93655367/Pacciamature_vive_per_la_gestione_del_sottofila_un_caso_applicativo
·
Contesto salentino e pratiche locali innovative:
·
Video esempio nel Salento “Ritorno alla terra nel
Salento: coltivare senza pesticidi”:
https://www.youtube.com/watch?v=Y2TjhH8S4vE
·
Dati su agricoltura biologica in Puglia – Osservatorio
Agricoltura Biologica:
https://www.regione.puglia.it/web/osservatorio-agricoltura-biologica/statistiche
·
Aspetti tecnici e casi simili in Italia
centro-meridionale:
·
Studi su cover crops e gestione conservativa (Atti
Congresso RIRAB 2011):
https://openpub.fmach.it/retrieve/e1dbfeaa-60ab-4ac9-e053-1705fe0a1c61/2011-CongressoRIRAB.pdf
·
“Linee guida PI tecniche agricole Marche” (DGR 936/2022,
Regione Marche):
https://meteo.regione.marche.it/assets/news/2024/DGR_936_2022_Appr_e_DiscTecnicheAgro_Marche_2022.pdf
https://www2.meteo.marche.it/news/LineeGuidaPI_TecnicheAgro_2022.pdf
In queste fonti sia casi studio di territori con clima simile a Lecce
che approfondimenti tecnici sulle pratiche citate nell’articolo.

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