Nessuno vuole le Angurie del Salento leccese e l’ADAF Lecce istituisce un tavolo tecnico telematico
Nel Salento leccese si producono le migliori Angurie del mondo che vengono raccolte ogni anno dalle persone “venute da lontano”. Quest’anno per la psicosi Batterio Killer e per il caldo che tarda a farsi sentire nonché per la concorrenza sleale di angurie importate dall’Estero le angurie del Salento leccese non si stanno vendendo più!
Quali sono i danni?
C’è chi ha fatto le prime stime dei danni affermando che ammontano a oltre venti milioni di euro di mancato guadagno dei produttori, addetti ai lavori, raccoglitori e commercianti. Sempre secondo queste stime ammonterebbero a quindici milioni i soldi spesi fino ad ora per portare a piena produzione circa duemila ettari di angurie tra Nardò, Leverano, Copertino, Galatina, Aradeo e altri comuni limitrofi. Ma la parte del leone è quella di Nardò in cui alcuni hanno stimato una superficie di terreno coltivata ad angurie di 1500 ettari con 150 aziende a cui sono legate almeno altrettante famiglie, senza contare il numero degli addetti ai lavori, duemila persone impiegate nell’attività di raccolta di cui circa 700 sono lavoratori extracomunitari.
Le richieste delle Organizzazioni agricole del Salento leccese
Il 7 luglio 2011 negli uffici della Provincia di Lecce le Organizzazioni Professionali Agricole della Provincia di Lecce hanno stilato un documento da inviare alla Regione Puglia, al Ministero delle politiche agricole e a Bruxelles.
In questo documento si chiede un contributo economico per la distruzione delle angurie che rimangono invendute nei campi. Sempre nel documento si chiedono altri soldi all’UE per far rientrare le Angurie del Salento leccese tra le produzioni ammesse al beneficio per aver subito la crisi di mercato generata dal batterio killer ed infine si è chiesto la determinazione dello stato di crisi del settore agricolo per l’ortofrutta chiedendo l’utilizzo del meccanismo “de minimis” che consente l’erogazione di aiuti nazionali senza il nulla osta dell’Unione Europea.
Ma che ne pensano le persone?
Giuseppe Parigi commenta che è purtroppo la solita storia da diversi anni determinata dalla incapacità dei nostri agricoltori a fare sistema e squadra, perché producono su appezzamenti troppi piccoli.
Se non si capisce che dalla produzione alla mise-en -marche' (marketing ) bisogna operare con logiche economiche ferree e non con improvvisazione, sarà sempre cosi.
Afferma ancora Parigi “Ricordo la mia intervista per la mia tesi sulla Filiera Ortofrutta in Francia ed in Italia ad un capo acquisti di Auchan che già 10 anni fa mi parlava di angurie non raccolte sui campi pugliesi per gli stessi problemi”.
I consumatori di oggi vogliono angurie più piccole, senza semi, e possibilmente in ambito di produzioni certificate e biologiche.
Le aziende agricole salentine, dovrebbero riunirsi in consorzi, produrre ciò che il consumatore vuole comprare, raggiungere una massa critica adatta alla negoziazione con la GDO e la Grande Distribuzione. Altrimenti di cosa ci si lamenta?
In Germania le angurie spagnole, greche e nordafricane vanno a ruba
Ma a E. che scrive dall’Estero, più precisamente dalla Germania, sembra un po' strano che la causa sia "l'effetto virus" (batterio killer n.d.r). Questo effetto è già passato da un pezzo (e non si è mai parlato di angurie). Qui in Germania le angurie (spagnole, greche, nordafricane) vanno a ruba. Prezzo medio: 1,50 al Kg, peso medio dell'anguria in vendita 5/6 Kg.
Le Angurie costano troppo
C’è anche Ben Hur di San Pietro Vernotico che afferma che le angurie non si vendono perchè costano 40 centesimi al kg che non è poco considerando che un'anguria pesa circa 8 kg e ci vogliono euro 3,20 circa 6000 delle vecchie lire. E’ chiaro che i produttori hanno le loro ragioni e devono quadrare i conti ma anche i consumatori con questa crisi non la passano bene. magari abbassando i prezzi si possono aumentare i consumi. è sempre stata questa la legge del mercato.
La voce dei produttori
Gerardo Latino è tra i più conosciuti produttori di angurie della Puglia e dell'Italia che ha avuto modo di dichiarare: "Questa frenata, per noi produttori, è come una doccia gelata. Inserire l'anguria nell'elenco previsto dalla comunità europea sembrava una strada percorribile per le tante aziende agricole che sono in grave difficoltà. L'incubo di finire stritolati in mano alle banche potrebbe diventare un dramma concreto per molti produttori che sono fortemente preoccupati di non riuscire a onorare gli impegni assunti con i fornitori. Non possiamo che apprezzare l'impegno che avete dimostrato fino ad ora ma il morale è sotto i piedi. Una misura d'urgenza per aiutare immediatamente l'economia locale potrebbe essere costituita da un tavolo tecnico con le banche e l'Inps".
Michele Muci, imprenditore agricolo neretino che in questi giorni si è fatto portavoce della protesta afferma e « Ci sono aziende che hanno già perso interamente il frutto e campi già abbandonati. Su 1500 ettari di terra coltivata ad angurie, a Nardò è stato raccolto appena un 20 per cento. Non possiamo avere certezza di quali sono le cause, noi abbiamo pensato a una psicosi da batterio killer perché ci siamo accorti che la richiesta del prodotto, a differenza degli altri anni, è praticamente assente proprio dal nord Europa e perché una cosa simile non era mai successa in passato e mai già ad inizio raccolto. Alla storia della concorrenza poi crediamo poco perché altrimenti il nostro prodotto continua a rimanere invenduto anche al prezzo di 2 o 3 centesimi al chilo, concorrenziale anche se confrontato con quello della Grecia o della Turchia?».
Le iniziative dei rappresentati del Salento leccese presso la Regione, il Parlamento Nazionale e quello Europeo
L’assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia Dario Stefàno ha indirizzato una lettera al Ministero delle Politiche Agricole, tramite il Servizio Alimentazione dell’Area Politiche per lo Sviluppo Rurale, per chiedere misure a tutela e a sostegno del comparto. La parlamentare salentina del Pd, Teresa Bellanova, ha presentato una interrogazione parlamentare sulla crisi delle angurie rivolta all’attenzione del ministro Saverio Romano. L'europarlamentare Raffaele Baldassarre, chiamato spesso in causa per l'importante ruolo che ricopre, smonta le speranze degli agricoltori: "Le angurie non sono state inserite nel provvedimento iniziale, né, a dire il vero, l'inclusione di questo prodotto è stata sollecitata. È evidente quindi che sarà difficile immaginare un nuovo regolamento ad hoc per le angurie". In ogni caso, l'on.le Baldassarre si è immediatamente adoperato presso il Presidente della commissione per l'agricoltura, Paolo de Castro, affinché ponga con urgenza la questione all'attenzione del Commissario europeo competente per la materia, Dacian Ciolos. Al parlamentare salentino è stato assicurato, che le risorse, seppure non ingenti, possono essere recuperate per un intervento di urgenza, il quale però dovrà essere motivato e veicolato dalle istituzioni.
Il Tavolo tecnico dei Laureati in Scienze Agrarie e Forestali della Provincia di Lecce
Al fine di consentire la razionalizzazione della coltivazione dell’Anguria nella Provincia di Lecce l’Associazione dottori in Scienze Agrarie e Forestali della Provincia di Lecce (ADAF Lecce) istituisce immediatamente un tavolo tecnico telematico di confronto tra i tecnici dell’Associazione, le amministrazioni interessate, le associazioni e gli imprenditori agricoli. Per partecipare al tavolo spedire i propri interventi a angurie.crisisalento@libero.it gli interessati verranno poi convocati per un workshop.
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