lunedì 31 dicembre 2012

La coltivazione della Stevia rebaudiana Bertoni nel Salento leccese



La coltivazione della Stevia rebaudiana Bertoni nel Salento leccese

Ho ricevuto moltissime richieste finalizzate a sapere come coltivare la Stevia, in questa nota cercherò di dare le informazioni utili.
La Stevia rebaudiana e una pianta arbustiva perenne Erbacea, di piccole dimensioni, della Famiglia delle Asteraceae (Compositae), nativa delle montagne fra Paraguay e Brasile .
La Stevia “fai da te”
E’ una pianta che sostituisce lo zucchero. Il metodo più naturale per servirsene è coltivarla in proprio con metodi naturali, essiccarne le foglie e triturarle in un macina-caffé ottenendo così la polverina verde leggera che fa da dolcificante naturale. Si può utilizzare in bevande calde e/o fredde, nei dolci, sia a freddo che in cottura. Si trova ormai anche in vendita in erboristeria o online. Ma, soprattutto, si può coltivare in proprio e ottenere in proprio un dolcificante a zero calorie, con un potere dolcificante doppio rispetto allo zucchero, utilizzabile anche dai diabetici e che non provoca carie. La pianta di stevia può essere coltivata in vaso anche sul balcone, su un davanzale, su una finestra.

Dal 2 dicembre 2011 la stevia può sostituire i dolcificanti naturali.
Nel novembre del 2011 la Commissione Europea autorizzò l'uso della Stevia come dolcificante, dopo un primo parere positivo da parte dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA). Tale autorizzazione è entrata in vigore il 2 dicembre 2011 e permette la sostituzione di dolcificanti artificiali come l'aspartame. 
Nell'immagine dsottostante potete vedere il famoso dolcificante dietor pubblicizzato per la presenza della stevia.
Dove trovare i semi
In Italia si trovano facilmente nei Consorzi Agrari della Toscana, Emilia Romagna, e Umbria. Li potete trovare anche in Olanda e in Gran Bretagna. Il costo? Un chilo di semi costa circa 10 Euro. In un chilo ci sono 1 milione di semi. La germinabilità è del 15%.
I semi sono piccoli e ricordano vagamente quelli del tarassaco, infatti sono provvisti di una leggera peluria che ne facilita la propagazione con il vento.
I semi della Stevia sono molto sensibili e vanno conservati in luoghi freschi e asciutti, lontano dalla luce e possibili fonti di calore.


Semina della Stevia
Le due condizioni indispensabili per la buona riuscita della semina sono calore ed umidità costante.
    Il calore non deve essere nè inferiore nè superiore ai 20°-25°, ecco perchè si consiglia di seminare in primavera , mai in estate , in quanto le temperature elevate influiscono anche sull'umidità, e mai in autunno, in quanto in realtà in questo periodo la Stevia , che è una pianta brevidiurna (il ciclo vegetale è influenzata dalle ore di luce), và in riposo vegetativo.
    Altro aspetto fondamentale è l'umidità costante: i semi, una volta idratati, attivano una serie di reazioni enzimatiche che ne determinano la germinazione, se l'umidità non è costante, tali reazioni si fermano e il seme muore!
La semina inizia da Marzo, quando le temperature iniziano a mantenersi costanti. 
Tutta la semina della stevia minuto per minuto
Il seme di stevia è molto piccolo e volatile, ha una bassa germinazione e per questo va seminato con questa procedura:
1)prepariamo il nostro substrato in un recipiente con:
-terriccio universale per semi 70%
-torba di sfagno 20%
-sabbia di fiume (quella non salata)10%
Il substrato che ha il maggior successo in termine di percentale di geminabilità è la vermiculite. Alcuni hanno raggiunto la geminazione del 75% dei semi! Nella foto sottostante la vemicultite substrato del seme di stevia

2)aggiungiamo del'acqua per inzuppare il terriccio

3)riempiamo i vasetti o bicchierini con il terriccio, ma non lo riempite del tutto, perchè sennò vi risulterà difficile gestire i semi


5)mettiamo dentro a un colino un po di terriccio ben asciutto e separiamo il materiale grosso da quello fine

6) copriamo i semi con un leggero strato di terriccio fine, poi ripassiamo con l'evaporatore

7) fatto ciò dobbiamo mettere i semi al caldo, mantenendo il tutto in un atmosfera con il 100% di umidità oppure nebulizzando regolarmente la superficie

8) i semi germoglieranno dal 5°giorno fino ad un mese, ma questa non è una regola fissa perchè ci sono semi che germogliano già dal 3°giorno ed altri ci mettono ben 2 mesi
All'inizio i semi vogliono molta acqua, ma quando la piantina inizia ad avere 1 o 2 settimane bisogna mantenere il terriccio umido perchè le radici della stevia rebaudiana marciscono facilmente.

Potatura della Stevia
Le piante vanno potate almeno due volte: prima e dopo la fioritura.
 La prima potatura  va eseguita quando la pianta raggiunge 10-12 centimetri di altezza, con tagli netti e obliqui e fatti al di sopra di una gemma, dalla quale si formerà un nuovo ramo. Questa potatura ha la funzione di far crescere la pianta in larghezza, piuttosto che in lunghezza, aumentando quindi il numero delle foglie.
La seconda potatura va fatta subito dopo la fioritura ( da Ottobre in poi), e dopo che tutti i semi siano stati raccolti: infatti in autunno la pianta generalmente comincia a seccare .
Raccolta dei semi
I semi della Stevia vanno raccolti nel momento in cui i fiori, piccoli e bianchi, iniziano a seccare.
Vendita delle piantine
Nel nord le piantine di Stevia vengono vendute a 6 – 7 Euro. Come già detto se coltivata in vaso sul balcone tale pianta diviene la fonte del dolcificante per la famiglia. Già la vendita delle piantine rappresenta un affare. (Fonte Settimanale Millionaire del 1 gennaio 2013 pagina 10). 

Pianta poliannuale
La pianta nel nostro clima è poliannuale e pare continui a produrre per 5 anni come i prati di Erba Medica. 

Prospettive per il prodotto
In Italia non ci sono ancora impianti di trasformazione per l’ottenimento del dolcificante ma siccome c’è molta richiesta il mercato cresce. I coltivatori come noto possono effettuare la vendita diretta e quindi è possibile offrire da subito le foglie essiccate ai consumatori o a gruppi di acquisto.
La coltivazione di stevia è stata già finanziata nei bandi UE di Lombardia, Emilia Romagna, Toscana e Piemonte.

sabato 29 dicembre 2012

L'olio selezionato dal dottore agronomo vale dieci volte quanto l'hai pagato

L'olio selezionato dal dottore agronomo vale dieci volte quanto l'hai pagato




Con 'ombrello verso via Capitano Ritucci a Lecce per l'ultimo Consiglio dell'Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali della Provincia di Lecce del 2012 in un venerdì di pioggia. Mi sento immerso nelle nuvole grige che si addensano sulla città in questo tempo di vacanze. Il mio collega Nino Buttazzo mi chiede se dopo il Consiglio fossi libero; mi chiede se mi sarebbe piaciuto andare con lui al Ristorante “Caronte” di Vernole di Lecce dove l'attendeva una comitiva di turisti provenienti da tutta Italia.



Il viaggio attraverso l'Oleificio Cooperativo

Il viaggio da Lecce a Vernole è breve, passiamo prima dall'Oleificio Cooperativo Sant'Anna dove ancora si moliscono olive. Ci sono i soci, c'è aria d'Olio d'oliva. Infine eccoci giunti a destinazione. Il computer da collegare al videoproiettore già presente in sala e si inizia. Cosa si inizia? Ma a fare la narrazione di un profumo. Come dici? No! Non si tratta delle tante dimostrazioni di ditte di profumeria ma del profumo per eccellenza dei nostri piatti ovvero l'olio d'oliva d'eccellenza.



Il frutto dell'Olio d'Oliva: il barocco di Chiese e Palazzi

Nino racconta il territorio, dice del periodo di splendore economico della Terra d'Otranto che ha come conseguenza un lussureggiare di arte e cultura, racconta il barocco leccese che è una forma artistica e architettonica sviluppatasi tra la fine del XVI secolo e la prima metà del XVIII secolo.

Mi ha colpito un'informazione che non era in mio possesso circa la gara tra i proprietari delle case costruite in quel periodo sulla costa ionica. Gli oliveti di quella zona erano prevalentemente in mano ai ricchi commerciati di olio ed è per questo motivo che su quella costa insistono una serie di ville barocche la cui bellezza era frutto della gara tra questi “nuovi ricchi” di allora che volevano affermare la supremazia sul possessore della villa vicina. Diversa la situazione della costa adriatica i cui oliveti erano prevalentemente in mano alla Chiesa ed è per questo che l'ostentazione di ricchezza di quella zona è percepibile nella presenza di Chiese barocche di particolare bellezza.



Gli olivi millenari con la faccia

Che osservando gli olivi millenari del Salento si possano scorgere Leonardo da Vinci o un Orango lo sapevi? No? Non lo sapevi? Adesso l'hai saputo anche perchè su questo tema c'è Angelo Amato, presidente di Olivinopoli, che addirittura c'ha fatto un fumetto proprio come quelli della walt disney.

Nino ieri sera ne ha fatti vedere parecchi e alcuni dalle forme strabilianti. Mi ha colpito soprattutto l'olivo che somiglia a Leonardo da Vinci.



Il ruolo dell'olio extra-vergine d'oliva in cucina

Nino è andato avanti esponendo i risultati delle ricerche del prof. Raffaele Sacchi sull'uso dell'olio extra vergine d'oliva in cucina. Ho scoperto che il ruolo dell'olio extra vergine d'oliva nella conservazione e preparazione del tonno, dei gelati, della pizza e soprattutto nella frittura è importantissimo perchè protegge i cibi durante la cottura. Il tutto è stato scoperto dal prof. Sacchi con l'ausilio degli spettroscopi di massa ed altre apparecchiature. Infatti l'olio extra vergine di oliva conserva il suo potere antiossidante anche a temperature molto elevate riducendo il potenziale cancerogeno. Ciò lo rende consigliabile per la conservazione e la cottura delle carni. Sono rimasto colpito dalla scoperta sempre ad opera del prof. Sacchi che abbinandolo con il pomodoro, anche dopo lunghe cotture, la sua attività antiossidante aumenta e l'olio consente all’organismo di assorbire meglio i suoi carotenoidi. Ricordo la descrizione della preparazione del sugo nel film Filumena Marturano.



Capire l'olio d'oliva d'eccellenza

Poi Nino ha iniziato la degustazione degli oli e ha subito sfatato la convinzione che un olio amaro e piccante è cattivo. Con sapienza ha accompagnato i presenti a capire, provando e riflettendo sull'assaggio, che esistono diversi aromi e sapori. La cosa più importante è che ha convinto i tutti che un olio che costa due euro, non dà ai nostri cibi lo stesso sapore di un olio sicuramente più caro, ma del quale basta versare due gocce per ottenere profumi e sapori che esaltano il cibo che stiamo per mangiare.



I dottori agronomi raccontano l'olio d'oliva e lo fanno apprezzare

Il turista a questo punto è informato correttamente e ha la certezza che il professionista dottore agronomo che ha davanti gli offre un prodotto solo dopo averlo opportunamente valutato. E' capitato a tutti di sentire marche in commercio anche locali tessere le lodi del proprio olio extra vergine di oliva. Alcune volte queste lodi corrispondono alla effettiva qualità d'eccellenza del prodotto altre volte si tratta solo di un normale olio extra vergine di oliva che puoi acquistare a poco prezzo in qualunque punto vendita. Ma se vuoi l'eccellenza devi essere disposto a pagare di più e solo se un dottore agronomo te lo certifica puoi stare certo di aver acquistato un prodotto che vale dieci volte quanto l'hai pagato.



di Antonio Bruno

venerdì 28 dicembre 2012

Proposta per la stesura di linee guida per la corretta potatura dei Lecci (Quercusilex) in città.



Alle cortese attenzione
dell’Ordine dei Dottori agronomi e forestali della provincia di Lecce.

Oggetto : Proposta per la stesura di linee guida per la corretta potatura dei Lecci (Quercusilex) in città.

Egregi Sig. consiglieri dell’ordine
Con la presente lettera vorrei porvi all’attenzione un problema che dilaga nei nostri paesini quello cioè della potatura selvaggia dei Lecci. Questa pratica in numerosi comuni della provincia di Lecce viene effettuata esclusivamente recidendo tutti i rami vegetativi e lasciando le due-tre branche principali alla lunghezza di massimo 80 centimetri. Questo modo di agire porta ad una lenta agonia della pianta che vive in eterno stress dovuto sia alle ferite inflitte dai grossi tagli, sia dagli attacchi parassitari che ne conseguono, e sia al fatto che si fa vivere la pianta in controtendenza rispetto al suo metabolismo sciafilo, tutto questo porta delle volte anche alla morte della pianta stessa.
Un ultimo esempio di questa pratica si è avuto a Galatina, dove per tutta via Soleto, i Lecci sono stati totalmente dilaniati.



Da voci di corridoio, anche nel mio paese (Soleto) a breve dovrebbero intervenire in questo modo perché secondo gli amministratori “potandoli in quel modo si risparmia, e si può intervenire solo una volta ogni 5 anni”. Io da singolo cittadino prima, e poi da agronomo quale sono, ho sentito la necessità di chiedere soccorso all’ordine per fermare questi criminali ,ed ecco arrivati al motivo di questa mia lettera, infatti io tramite il vostro aiuto vorrei redigere delle linee guida per la corretta potatura di questi Lecci ultracentenari che sono presenti nei nostri paesi. Queste linee guida vorrei fossero portate all’attenzione sia della mia amministrazione tramite lettera o tramite la mia persona, quando arriverà il momento del loro intervento,ma anche che vengano prese in considerazione dagli altri comuni della provincia. Un qualcosa che assomigli ad una convenzione.
Concludendo vorrei evidenziare un mio pensiero che vorrebbe un po’ smentire la convinzione delle amministrazioni comunali secondo le quali solo con quei tipi di intervento si risparmia. Sono fortemente convinto che si può arrivare ad un giusto compromesso tra interessi di risparmio dei comuni e tutela degli alberi, proprio per questo chiedo il vostro aiuto in quanto delle linee guida dettate da un ente autorevole e credibile come l’Ordine dei dottori agronomi siano più forti di una semplice proposta che arriva da uno o più cittadini.

Distinti saluti

Soleto 28 Dicembre 2012                                                                                                         Dott. Alessandro Stanca

giovedì 27 dicembre 2012

Mega Centro Commerciale Pantacom: opportunità o danni all'economia e al territorio?

Mega Centro Commerciale Pantacom:
opportunità o danni all'economia e al territorio?

Sabato 29 dicembre 2012
ore 16.00
Presso sede dell'Università Popolare – Palazzo della Cultura Galatina

Relatori:

prof. Angelo Salento – Docente di Analisi sociologica dei processi di sviluppo e di Sociologia generale ed economica (Fac. di Economia) Università del Salento
prof. Giuseppe Attanasi - Docente, Università di Strasburgo, Dipartimento di Economia Teorica e Applicata (BETA)
prof. Luca Carbone Docente Sociologia Generale Università del Salento

Interventi

dr. Antonio Bruno – ADAF Lecce (Associazione dei Dottori in Scienze Agrarie e Forestali della Provincia di Lecce)
Telesforo Rollo – Confesercenti Galatina
Marcello Seclì - Italia Nostra sez. Sud Salento
arch. Tiziana Lettere – presidente regionale AIAPP (Ass.ne Italiana Architetti Per il Paesaggio)

Dibattito
liberi interventi di cittadini

Conclusioni
dr. Cosimo Montagna Sindaco di Galatina

Modera
Oreste Caroppo

Domenica 30 dicembre
ore 9,30 – Piazza Alighieri

Incontro con la città
Associazioni e cittadini faranno il resoconto sul tema Centro Commerciale


Promuovono l'iniziativa: Italia Nostra sez. Sud Salento, Unione dei Commercianti Galatina, Confesercenti, ass. Nadir, Arci Km Zero, Arci Eutopya, ass. Città Nostra, ADAF, Forum Ambiente e Salute, Collettivo artistico Nuovi Selvaggi, Coordinamento Civico per la Difesa del Territorio e della Salute del Cittadino, Nuova Messapia

Un bel giardino storico nel Parco Urbano nella Ex-Distilleria De Giorgi

Un bel giardino storico nel Parco Urbano nella Ex-Distilleria De Giorgi



Un pomeriggio con il sole in un paese del Salento, arrivo nei pressi del Bar Natale che sta nel mio paese per aspettare un amico. Sono a San Cesario di Lecce il paese più bello del mondo e che tanto amo. Arriva Salvatore Capone fresco di candidatura alle Primarie del Partito Democratico per la scelta dei Parlamentari, mi saluta e io ricambio cordialmente come sempre. Poi ecco Roberto Malerba agrotecnico, cultore di botanica e giardinaggio e, secondo la mia opinione, l’unico Esperto di Gelsi e Bachicoltura del Salento.

In giro per le strade di San Cesario di Lecce
Facciamo un giro in paese, mi confessa che non ci veniva da tanto e che ricordava quando per andare a Lecce lo si doveva attraversare tutto prima da via Dante e poi Piazza XX Settembre, Via Manno, Piazza Garibaldi fino a giungere in Via Vittorio Emanuele III e di li a Lecce. Ricorda pure quando fecero la Circonvallazione, gli sembra di ricordare che fosse il 1965 – 67.

I giardini del Salento
Mi dice dei giardini del Salento che dalla fine del ‘700 agli inizi dell’’800 diventano l’emblema della ricchezza dei ricchi commercianti di vino e di olio. Soprattutto vino che viene ottenuto strappando la terra alla palude per farne vigneti. I ricchi vollero i loro giardini uguali a quelli della Reggia di Caserta o addirittura come quelli di Versailles.
L’attenzione di Roberto si fissa soprattutto agli anni che vanno dal 1850 al 1930 quando oltre alle infrastrutture delle Ferrovie Sud Est e dell’Acquedotto Pugliese arrivano grandi giardinieri chiamati da questi nuovi ricchi tra cui il famoso Porcinai.
L’amico Roberto ha scoperto che tutte le piante che arrivarono in Salento in quel periodo erano del vivaista Sgarravatti di Saonara (Padova).
Le piante di Sgaravatti
Roberto me le elenca tutte: Giglio di Sant’Antonio Lilium candidum, Calle zantedeschia aethiopica, Violetta di Parma Viola spp. Lingue delle suocere aspidistra, Aupuba japonica, Fresie delle Iridaceae, Iris delle Iridacee, Tulipani del genere Tulipa della famiglia delle Liliaceae, Dahlie Cav., 1791 della famiglia delle Asteraceae, Zinnie, petunie, giacinti.
La particolarità che ha notato Malerba in queste piante di Sgaravatti è che tutte sono colorate o di Bianco, Rosa e Rosso oppure Bianco, Rosso e Blu. Inoltre i giardinieri che curavano questi splendidi luoghi di delizia e di ostentazione dei ricchi portavano a casa i semi oppure le talee riproducendole nelle corti o nei loro giardini.
Roberto Malerba afferma che questo patrimonio di piante è rimasto immutato nel tempo tanto da rappresentare un relitto genetico e un UNICUM a livello mondiale.
Sarebbe interessante se i botanici dell’Università del Salento facessero fare delle tesi sull’argomento.
Non c’è più un giardino che ricordi il lusso di allora.
Oggi infatti ci sono solo briciole di quel Salento, piccole tessere di un puzzle. Io gli ho chiesto perché non avesse pensato di rifare un giardino così com’era allora. Roberto mi ha risposto che non si tirerebbe indietro anche perché lo farebbe in collaborazione con l’Orto Botanico dell’Università del Salento con il collega Fabio Ippolito.
Un turismo dei giardini del Salento
I re normanni, Federico II, la dominazione spagnola, i Borboni e il Regno delle due Sicilie.  La storia del Salento è lunga, e abbraccia diversi millenni, tra guerre, usanze, costumi, aneddoti e storie di tutti i tipi. Ma, un punto fermo c'è; tutte queste dominazioni e re ci hanno lasciato un tesoro d'arte e di verde che impreziosisce Lecce e i suoi dintorni. Dagli antichi viaggiatori storiografi ai moderni viaggiatori è stata tramandata l'immagine di un Salento rigoglioso, ricca di giardini, con dovizia di particolari. Perché non farne la meta turistica dei visitatori della Lecce barocca? San Cesario potrebbe diventare il giardino di Lecce? Sono questi pensieri che mi venivano in mente sentendo parlare Roberto.
L’ex distilleria De Giorgi di San Cesario di Lecce
Non so perché mi è venuta in mente la frase di Phantom F. Harlock “I sogni non svaniscono finché le persone non li abbandonano” che campeggia sulla pubblicazione sull’ex Distilleria De Giorgi che volle fare Antonio Girau Sindaco di San Cesario dall’inconfondibile cognome.
Ed è per questo che mi è venuto in mente il giornalino che da anni si pubblica a San Cesario di Lecce che ha un nome legato alle distillerie l’alambicco.
C’è scritto sull’ultimo numero de l’alambicco “Finanziato il primo lotto del recupero della ex distilleria: il giardino storico diventerà Parco Urbano, un’area verde attrezzata anche per eventi culturali. Dalla prossima estate la Distilleria De Giorgi tornerà a vivere”. E continuando si legge ancora “Il giardino storico sarà riportato al suo antico splendore: sarà restaurata la vasca d’acqua con la fontana centrale e ripristinato l’impianto idrico; l’antica voliera in lamiera sarà recuperata e ricollocata nel giardino; saranno ripristinati i vialetti interni del giardino e il percorso pedonale; saranno restaurate e ripristinate le colonnine in pietra leccese che delimitano il perimetro del giardino. Sarà inoltre installata una balaustra in legno di delimitazione dell’area verde.”
Sono 500mila euro quelli del finanziamento ottenuto per la realizzazione dei Piani Integrati di sviluppo territoriale. Ho chiesto a un assessore se si potesse intervenire con le piante di Sgaravatti, se si poteva rendere il parco urbano meta dei circa 2 milioni di turisti che ogni anno arrivano nel Salento. Mi piacerebbe che grazie alla botanica e all’Agraria il mio paese divenisse meta dei turisti di tutto il mondo, mi piacerebbe che questo determinasse la ricchezza e il lavoro per tanti miei concittadini. Mi hanno detto che devo parlarne a Salvatore Capone. Io te lo sto scrivendo Salvatore, se vuoi ti porto Fabio Ippolito dell’Orto Botanico dell’Università e Roberto Malerba per illustrarti cosa si potrebbe ottenere dalle piante di Sgaravatti. Che ne dite? Vale la pena tentare? Non so perché ma mi è tornata di nuovo in mente la frase di Phantom F. Harlock “I sogni non svaniscono finché le persone non li abbandonano”
Come dici? Non sai chi sia Phantom F. Harlock? Ma è Capitan Harlock quello dei cartoni animati giapponesi! 
di Antonio Bruno