lunedì 10 dicembre 2012

Desidero che il pezzetto di paesaggio rurale che possiedo sia libero da ogni pianta selvatica

Nella foto Gilles Clemént - Parc Henri Matisse, Lille
Desidero che il pezzetto di paesaggio rurale che possiedo sia libero da ogni pianta selvatica


“Chi parla male, pensa male e vive male. Bisogna trovare le parole giuste: le parole sono importanti!“(Michele interpretato da Nani Moretti) Palombella rossa, film italiano del 1989 diretto e interpretato da Nanni Moretti.

Gilles Clément, paesaggista e scrittore francese, conia il termine Terzo Paesaggio, riferendosi a quegli spazi indecisi, frammentari, liberi, incolti.

Come può questo spazio essere libero e nello stesso tempo “indeciso”. Io sono certo che Gilles Clément si riferisca all’uomo, alla indecisione degli uomini su come “snaturare” quel pezzetto di Paesaggio.

Infatti proprio Gilles Clément afferma: “vicino alla stazione di Lille ho realizzato il parco Henri Matisse, con al centro un’isola di 3500 metri quadrati, sopraelevata di sette metri e mezzo rispetto al resto. Questo altopiano, costruito su un cumulo di detriti del cantiere Euralille, è un emblema del Terzo Paesaggio, perché lassù la natura fa quello che vuole. Ci si va infatti solo due volte l’anno, per registrare le osservazioni scientifiche.”

Vedete? La natura non è indecisa, la natura, per le stesse affermazioni di Gilles Clément “FA QUELLO CHE VUOLE”. E allora direte voi: chi è che fa quello che vuole? Ma chi è libero! E chi se no?

Di spazi indecisi non ce ne sono, fosse per gli spazi, essi non farebbero altro che osservare senza intervenire la competizione tra tutti gli esseri viventi che vivono in e su loro. E questo fanno! Lo fanno anche quando l’uomo interviene negli oliveti del Salento leccese informato e motivato dalle seguenti parole: “OIU BBISCIU PULITU” ovvero traducendo “desidero che il pezzetto di paesaggio rurale che possiedo sia libero da ogni pianta selvatica”. E sapete che fa per ottenere ciò? Non lo sapete? E allora ve lo scrivo io: utilizza ogni genere di erbicida, distruggendo tutti gli esseri viventi vegetali e animali che “OSANO” contaminare il suo fondo. Lui ovvero l’olivicoltore del Salento leccese, e non solo lui, il suo pezzetto di oliveto lo vuole vedere pulito facendo “piazza pulita”! Ovvero mettendo in atto la strage di tutte le erbe selvatiche che invece ci poterebbero vivere facendogli anche un servizio ovvero tenendo umido il terreno e , di conseguenza, fornendo acqua alle radici dell’olivo che produrrebbe di più. Venerdì 7 dicembre 2012 in un dibattito a Specchia (Le) e Domenica 9 mattina in un incontro organizzato da Italia Nostra a Corigliano d’Otranto ho detto che mi piacerebbe andare a casa di questi “avvelenatori” per verificare se la stessa sia pulita e, in caso contrario, provvedere io stesso a renderla tale effettuando nella loro abitazione un trattamento a base di erbicidi e insetticidi velenosissimi!

Li vorrei vedere reagire alle mie parole. Come dici? Quali parole? Queste: “OIU BBISCIU PULITU” ovvero traducendo “desidero che la casa che possiedi sia libera da ogni essere vivente che possa OSARE contaminarla”

Anche il nostro proprietario di un pezzetto di Paesaggio rurale del Salento leccese è libero. Libero di avvelenare tutto! Spetta a noi Dottori Agronomi impedirglielo. Domenica l’Ing. Antonio De Giorgi (Energy Manager) socio di Italia Nostra è intervenuto per suggerirci una presenza in tutti i gruppi di lavoro dei professionisti che realizzano il Piano Urbanistico Generale (P.U.G.) nei 100 Comuni del Salento leccese, introdotto dalla L.R. 27 luglio 2001 n. 20, che è il principale strumento di pianificazione comunale e sostituisce il Piano Regolatore Generale.

Mi rivolgo a tutti i colleghi della Provincia di Lecce, voi come me sapete che è nostro compito stimolare un dibattito sulla necessità di prevedere all’interno del gruppo di lavoro del PUG il Dottore Agronomo e il Dottore Forestale proprio perché il Paesaggio rurale costituisce la massima parte rispetto al paesaggio urbano e a quello naturale. E proprio perché è necessario impedire che la cattiva gestione e le cattive pratiche dei proprietari del Paesaggio rurale danneggi l’intera comunità!

A te che mi leggi metto a disposizione la sala conferenze del Palazzo Baronale di Castrignano dei Greci per discutere il da farsi. Ti ricordo che nello steso Palazzo sino al 31 maggio c’è la mostra sul Paesaggio organizzata in collaborazione con l’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali della Provincia di Lecce e con l’Associazione dei Dottori in Scienze Agrarie e Forestali della Provincia di Lecce aderente alla FIDAF. In attesa di un tuo cortese riscontro ti saluto con la più viva cordialità

Antonio Bruno (Presidente dell’Adaf e Consigliere dell’Ordine)

1 commento:

  1. Gent.mo Presidente, come lei sono un agronomo convinto che quanto da lei illustrato debba essere pertinenza e quindi responsabilità di un agronomo. Così come condivido la sua "visione" della corretta gestione dell'agroecosistema. Scrivo queste poche righe, dunque, per manifestare questo mio pensiero. Vivo e lavoro a Bari ma mi piacerebbe partecipare al dibattito, possibilmente di persona altrimenti a distanza. Buon lavoro,
    Umberto Medicamento

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