Il presidente della sezione leccese dell’Associazione Dottori Agrari e Forestali per il momento esclude solo
l’inquinamento tra le cause scatenanti, ma occorre indagare a fondo
L’agronomo Antonio
Bruno(nella foto), presidente
dell’Adaf Lecce,
in questa intervista ci
spiega quali potrebbero
essere le cause della
malattia diffusa che sta
colpendo gli ulivi salentini
e non solo. E
non risparmia critiche
agli agricoltori: “Dovrebbero
ascoltarci di più”.
Dottor Bruno, cosa sta succedendo
agli ulivi salentini?
Potrebbe trattarsi di infezioni o di
epidemie. Bisogna capire al più
presto quale tipo di attacco parassitario
(virus, insetti o batteri)
li stia mettendo in seria crisi, portandoli
addirittura ad un repentino
disseccamento.
Quali rischi corrono adesso le
piante?
Il 75% delle coltivazioni della provincia
di Lecce è costituito da uliveti.
Vi lascio immaginare cosa accadrebbe
se si ammalassero o
addirittura sparissero.
Si rischierebbe una vera
e propria desertificazione.
Quindi lo ritengo
un fenomeno di
straordinaria importanza
e rilevanza.
Che idea si è fatto sulle
possibili cause?
Al momento mi sento
solo di escluderne alcune. Per
esempio, sicuramente non si tratta
di inquinamento. Ma in questo
caso io sono impressionato dalla
rapidità con cui i nostri ulivi si seccano.
Potrei sbagliarmi, ma secondo
me non agisce un unico
agente parassitario. E poi, questo
problema può essere anche conseguenza
di una cattiva conduzione
degli uliveti. Come quando
vengono effettuate delle capitozzature
con la finalità di abbassarne
la chioma per favorire la raccolta.
Non sono quelli i modi, esistono
delle tecniche precise.
Quindi è anche colpa degli agricoltori?
Lo dico con molta franchezza: gli
agricoltori non si rivolgono quasi
mai ai dottori agronomi. C’è un
patrimonio immateriale di saperi
all’interno di questo territorio
che è rappresentato dai dottori
agronomi e dai dottori forestali
della provincia di Lecce. Attualmente
siamo in 260 ad essere
iscritti all’ordine. Gli agricoltori ti
trovano in piazza e ti chiedono
consigli, come se il nostro fosse un
hobby! Siamo dei professionisti,
siamo i “medici della terra”.
C’è anche un altro aspetto anomalo:
il manifestarsi di questa
“malattia” a macchia di leopardo.
Come mai?
Come in tutte le epidemie, per rispondere
a questa domanda c’è bisogno
di strumenti diagnostici.
Vanno accertate le cause, e poi occorre
capire l’evoluzione. Ho già
dichiarato nei giorni scorsi che il
sottoscritto, insieme ai suoi colleghi,
è disponibile a mettere a disposizione
le proprie competenze
per lavorare a questa task force.
Le istituzioni cosa le hanno risposto?
L’assessore provinciale Francesco
Pacella ci ha informati che l’assessore
regionale all’Agricoltura
Fabrizio Nardoni verrà a Lecce in
questi giorni per un tavolo tecnico
sul problema degli ulivi. Laboratori
di ricerca e istituti specializzati
stanno elaborando degli
interventi di cui ci parlerà Nardoni.
Sempre a proposito di istituzioni,
l’ex senatore Rosario Giorgio
Costa invoca un intervento del Ministero
dell’Agricoltura.
Agricoltura e sanità sono nelle
mani delle Regioni, quindi è la Regione
Puglia a dover intervenire.
E deve farlo utilizzando gli strumenti
che ha, nella fattispecie
l’Osservatorio Fitosanitario Regionale,
guidato egregiamente dal
dottor Antonio Guario.
Stefano Manca
l’inquinamento tra le cause scatenanti, ma occorre indagare a fondo
L’agronomo Antonio
Bruno(nella foto), presidente
dell’Adaf Lecce,
in questa intervista ci
spiega quali potrebbero
essere le cause della
malattia diffusa che sta
colpendo gli ulivi salentini
e non solo. E
non risparmia critiche
agli agricoltori: “Dovrebbero
ascoltarci di più”.
Dottor Bruno, cosa sta succedendo
agli ulivi salentini?
Potrebbe trattarsi di infezioni o di
epidemie. Bisogna capire al più
presto quale tipo di attacco parassitario
(virus, insetti o batteri)
li stia mettendo in seria crisi, portandoli
addirittura ad un repentino
disseccamento.
Quali rischi corrono adesso le
piante?
Il 75% delle coltivazioni della provincia
di Lecce è costituito da uliveti.
Vi lascio immaginare cosa accadrebbe
se si ammalassero o
addirittura sparissero.
Si rischierebbe una vera
e propria desertificazione.
Quindi lo ritengo
un fenomeno di
straordinaria importanza
e rilevanza.
Che idea si è fatto sulle
possibili cause?
Al momento mi sento
solo di escluderne alcune. Per
esempio, sicuramente non si tratta
di inquinamento. Ma in questo
caso io sono impressionato dalla
rapidità con cui i nostri ulivi si seccano.
Potrei sbagliarmi, ma secondo
me non agisce un unico
agente parassitario. E poi, questo
problema può essere anche conseguenza
di una cattiva conduzione
degli uliveti. Come quando
vengono effettuate delle capitozzature
con la finalità di abbassarne
la chioma per favorire la raccolta.
Non sono quelli i modi, esistono
delle tecniche precise.
Quindi è anche colpa degli agricoltori?
Lo dico con molta franchezza: gli
agricoltori non si rivolgono quasi
mai ai dottori agronomi. C’è un
patrimonio immateriale di saperi
all’interno di questo territorio
che è rappresentato dai dottori
agronomi e dai dottori forestali
della provincia di Lecce. Attualmente
siamo in 260 ad essere
iscritti all’ordine. Gli agricoltori ti
trovano in piazza e ti chiedono
consigli, come se il nostro fosse un
hobby! Siamo dei professionisti,
siamo i “medici della terra”.
C’è anche un altro aspetto anomalo:
il manifestarsi di questa
“malattia” a macchia di leopardo.
Come mai?
Come in tutte le epidemie, per rispondere
a questa domanda c’è bisogno
di strumenti diagnostici.
Vanno accertate le cause, e poi occorre
capire l’evoluzione. Ho già
dichiarato nei giorni scorsi che il
sottoscritto, insieme ai suoi colleghi,
è disponibile a mettere a disposizione
le proprie competenze
per lavorare a questa task force.
Le istituzioni cosa le hanno risposto?
L’assessore provinciale Francesco
Pacella ci ha informati che l’assessore
regionale all’Agricoltura
Fabrizio Nardoni verrà a Lecce in
questi giorni per un tavolo tecnico
sul problema degli ulivi. Laboratori
di ricerca e istituti specializzati
stanno elaborando degli
interventi di cui ci parlerà Nardoni.
Sempre a proposito di istituzioni,
l’ex senatore Rosario Giorgio
Costa invoca un intervento del Ministero
dell’Agricoltura.
Agricoltura e sanità sono nelle
mani delle Regioni, quindi è la Regione
Puglia a dover intervenire.
E deve farlo utilizzando gli strumenti
che ha, nella fattispecie
l’Osservatorio Fitosanitario Regionale,
guidato egregiamente dal
dottor Antonio Guario.
Stefano Manca
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