Si legge inoltre che "tutti gli isolati di Xylella all’analisi molecolare sono riconducibili a un identico genotipo», un ceppo denominato CoDiRO. «La loro omogeneità molecolare sostiene l’origine della malattia da una unica e recente fonte di infezione. I vettori della malattia sono gli insetti e le piante che dai vivai vengono trasportate in nuovi impianti olivicoli». Il documento entra poi anche nelle questioni 'politichè della faccenda e sulla contrapposizione tra i gruppi di ricerca di Bari e Lecce, «sarebbe invece urgente abbassare l’eccesso dialettico che confonde lo sviluppo di esperimenti e la definizione di conclusioni scientifiche, necessarie e preliminari a decisioni normative e operative».
Il rapporto si conclude con la solidarietà espressa verso il gruppo barese (accusati di aver avuto un ruolo nella diffusione della malattia) «abbiamo, infatti, verificato che le certezze sul caso Xylella dei ricercatori baresi hanno una solida base scientifica». «Stupisce invece - prosegue - che i ricercatori che hanno contribuito a sostenere ipotesi alternative, a fronte di elementi scientifici certi emersi nell’ultimo anno, non abbiano riveduto le loro posizioni e preso le distanze dai gruppi che le sostengono».
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