Il Salento leccese è da sempre considerato un ricco
serbatoio di biodiversità; qui si trova una quantità di germoplasma superiore
rispetto ad altre regioni della penisola italiana, poiché funge da CERNIERA
BIOGEOGRAFICA tra Oriente e Occidente.
A conferma di ciò, le Specie Vegetali presenti in Italia
ammontano a 7.050, di cui 2.076 si trovano in Puglia. Ma la cifra più
sorprendente è che NEL SOLO SALENTO si registrano ben 1.400 SPECIE VEGETALI,
rappresentanti il 2/3 della Flora della Puglia e il 1/3 della Flora dell’intera
Penisola Italiana.
Tra le Specie Vegetali di interesse Agrario del Salento
leccese, spicca un cavolo Broccolo chiamato “Mugnuli”, apprezzato anche per le
sue molteplici denominazioni locali come “spuntature leccesi”, “spuriàtu”,
“Spuntature”, “càulu pòeru” e “caùli paesani”.
Il "Mugnuli" è particolarmente resistente alle
avversità, definito più rustico rispetto ad altre varietà, e si distingue per
la sua morfologia unica, con un'infiorescenza più piccola e meno compatta. Il
suo sapore dolce e aromatico lo rende molto apprezzato.
Questo ortaggio è stato menzionato solo occasionalmente da
Calzecchi-Onesti nel 1954 e da Massie nel 1993. Gli studiosi del Laboratorio di
Botanica Sistematica ed Ecologia vegetale presso l’Università del Salento hanno
individuato la presenza di indoli nei “Mugnuli”, confermando i benefici per la
prevenzione di certi tumori dell’apparato digerente e addirittura l'aumento
della produzione di latte nelle donne che li consumano durante l'allattamento.
Il termine "Mugnuli" sembra collegarsi al
significato di "capricci", suggerito dal professor Armando Polito. Si
presume che la parola potrebbe derivare dalla credenza antica secondo cui chi
aveva capelli ricci manifestava voglie misteriose e pungenti.
Nel Salento leccese, si distinguono almeno tre ecotipi di
"Mugnuli": praecox, major e serotino. Il primo, noto anche come
“mugnulettu”, ha uno sviluppo contenuto ed è molto ricercato per la sua
produzione precoce e gradevole.
La disponibilità di questa prelibatezza va dalla metà di
novembre fino a marzo-aprile, con le ultime spuntature che arrivano in tempo
per la Massa di San Giuseppe il 19 marzo.
Per coltivare il "Mugnuli" nel proprio giardino, è
consigliabile trapiantare una piantina allevata in semenzaio, con la semina
effettuata 20-25 giorni prima del trapianto. La concimazione, lotta contro
insetti e roditori sono fasi importanti della coltivazione.
Un aspetto interessante è che, data la dimensione limitata
dei campi, gli erbicidi non vengono utilizzati nella coltivazione dei
“Mugnuli”, tipicamente destinati al consumo familiare e ai piccoli mercati
locali.
Alcuni agricoltori lasciano crescere le piante di “Mugnuli”
per molti anni, anche se il raccolto tende a peggiorare qualitativamente nel
tempo. Da notare che i semi di "Mugnuli" possono disperdersi
attraverso il vento, crescendo spontaneamente in altri terreni del Salento
leccese.
Dottore Agronomo
Nessun commento:
Posta un commento