mercoledì 20 novembre 2024

Giornata degli Alberi 2024

 


Giornata degli Alberi 2024

Tre giorni di eventi per celebrare il verde

Il Coordinamento per gli Alberi e il Verde Urbano di Lecce, in occasione della Giornata Nazionale degli Alberi, organizza Talee 2024, un’iniziativa già alla terza edizione, che ha ricevuto il Patrocinio del Comune di Lecce e la collaborazione del Polo Biblio-museale di Lecce, dedicata agli alberi in città, che si svolgerà a Lecce con tre appuntamenti per divulgare nuove conoscenze e prassi per la gestione del rischio arboreo, far conoscere le diverse specie botaniche esistenti e le loro capacità di adattamento e resilienza in ambiente urbano e, in ultimo, per diffondere la cultura ecologista e le prassi e politiche necessarie per l’ambiente e la società umana.

Oggi 21 novembre 2024 dalle 11 alle 12.30, viale San Nicola (nei pressi di Porta Napoli), la dimostrazione di valutazione del rischio arboreo e divulgazione del Protocollo Areté, metodo per indagare il Sistema Albero nella sua complessità. Questo evento, aperto come i seguenti a tutta la cittadinanza, è dedicato anche al personale tecnico dell’Amministrazione Comunale e a tutti i professionisti interessati al tema della gestione degli alberi in città.

Domenica 24 novembre, dalle 10 alle 12, passeggiata botanica itinerante da Porta Napoli al giardino delle Mura Urbiche - aperto per l’occasione - attraverso i parchi arborei del Circolo tennis “Mario Stasi” e dell’area c.d. “ex Carlo Pranzo”. La passeggiata sarà un’occasione di conoscenza di alcune specie botaniche esistenti e delle loro strategie di adattamento e resilienza in ambiente urbano e si articolerà in momenti divulgativi alternati a letture e accompagnamenti musicali. Mercoledì 4 dicembre, infine, dalle 18 alle 20, presso la Biblioteca Bernardini, ex Convitto Palmieri, presentazione del libro “Le parole giuste. Glossario ecologista”, una collettanea a cura di A Sud, edita da Fandango editore. La presentazione ha l’obiettivo di divulgare conoscenze e strumenti indispensabili per la partecipazione dei cittadini al dibattito e alle scelte su ambiente ed ecologia.

Città più ’green’ : "Così si riduce il rischio di danni alluvionali"

Le piante in città: benefici ambientali, gestione sostenibile e risparmio energetico. Intervista a Francesco Ferrini sull'importanza del verde urbano per migliorare la qualità della vita e contrastare il dissesto idrogeologico.


Un mondo più verde per migliorare la vivibilità delle città e favorire il risparmio energetico. Le piante possono contribuire non poco alla qualità della vita dei centri urbani. Ne abbiamo parlato con Francesco Ferrini, docente di Arboricoltura generale e coltivazioni arboree presso il Dipartimento di Scienze e tecnologie agrarie, alimentari, ambientali e forestali (Dagri) dell’Università di Firenze e presidente del Distretto Vivaistico Ornamentale di Pistoia.
Quali sono gli effetti delle piante nei centri abitati?
"Oltre a sottrarre anidride carbonica e rilasciare ossigeno, le piante contribuiscono a ridurre l’inquinamento atmosferico, mitigano l’effetto "isola di calore" rendendo l’ambiente più confortevole durante l’estate. Inoltre, aiutano a trattenere l’acqua piovana, riducendo il rischio di allagamenti. Non secondari sono gli effetti su salute e benessere mentale. Dal punto di vista psicologico, il verde riduce lo stress e favorisce l’interazione sociale, migliorando il senso di comunità e la qualità della vita urbana".
Qual è il giusto approccio per gestire il verde in città? E quanti alberi servono?
"Occorre un approccio integrato e sostenibile, tenendo conto sia dei benefici ambientali che delle esigenze della comunità. Questo implica una pianificazione a lungo termine, con la scelta di specie vegetali non solo autoctone, ma soprattutto in grado di far fronte ai cambiamenti climatici, l’adozione di tecniche di gestione ecologiche e l’implementazione di spazi verdi accessibili a tutti. È essenziale coinvolgere i cittadini nella cura del verde, creando un senso di responsabilità collettiva. L’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda almeno 9 mq di verde urbano per abitante, e uno studio dell’Onu suggerisce di piantare almeno un albero per ogni tre abitanti. Un parametro attualmente considerato è il 30% almeno di copertura arborea, percentuale che pochissime città italiane possono raggiungere".
Le piante possono contribuire a limitare il dissesto idrogeologico?
"Svolgono un ruolo cruciale nella prevenzione e limitazione del dissesto idrogeologico. Le radici stabilizzano il suolo, riducendo l’erosione. Le radici trattengono il terreno, migliorandone la struttura e riducendo la possibilità che piogge intense provochino cedimenti. Inoltre, gli alberi intercettano grandi quantità di acqua piovana con le chiome e attraverso le radici, rallentando il flusso superficiale dell’acqua. La chioma aiuta anche a disperdere la forza delle precipitazioni, riducendo il rischio di erosione. In aree collinari e montuose, dove il dissesto idrogeologico è comune, la presenza di vegetazione è essenziale per mitigare questi rischi. La riforestazione e la corretta gestione del verde possono quindi contribuire significativamente alla riduzione dei fenomeni di dissesto, migliorando la capacità di assorbimento del terreno e la sua stabilità".
Alberi ed energia: quali legami ci sono?
"Le piante convertono l’energia solare in energia chimica, immagazzinata sotto forma di zuccheri. E questa capacità è alla base di molte fonti energetiche rinnovabili. Poi le piante possono essere utilizzate per produrre energia rinnovabile. Biomasse vegetali, come legna, scarti agricoli e colture dedicate (mais, canna da zucchero), vengono trasformate in biocarburanti (bioetanolo, biodiesel) o utilizzate direttamente per produrre calore ed elettricità. A questo si aggiunge il loro uso come isolanti naturali: la vegetazione urbana, come tetti e pareti verdi, riduce il consumo energetico degli edifici".
L’uso delle piante può quindi contribuire al risparmio energetico?
"Certamente, soprattutto in contesti urbani. Ad esempio, alberi e vegetazione ben posizionati possono ridurre la necessità di condizionamento durante i mesi estivi, abbassando il consumo energetico. Le coperture vegetali sugli edifici (tetti e pareti verdi) agiscono come isolanti termici, riducendo la dispersione di calore in inverno e mantenendo gli edifici freschi d’estate. Questo migliora l’efficienza energetica, riducendo il bisogno di riscaldamento e raffreddamento. Alberi e siepi possono fungere da barriere naturali contro il vento, proteggendo edifici e spazi aperti. Riducendo la velocità del vento, aiutano a diminuire la dispersione termica degli edifici e quindi la richiesta energetica per il riscaldamento. In sintesi, la corretta gestione del verde urbano e l’uso strategico delle piante non solo migliorano l’efficienza energetica degli edifici, ma contribuiscono anche a rendere le città più sostenibili e vivibili".

fonte: https://www.quotidiano.net/speciali/energia/citta-piu-green-cosi-a8fbd5b5?fbclid=IwY2xjawGrvLlleHRuA2FlbQIxMAABHX6XCT-iDpSY434hyDp_LKMYYjoW-XXBDwFlvmtA5FvCmrzXmr4nfrcGFA_aem_c71EKM97Y2DHW99r3D-WHg&live

Un nuovo paradigma per la gestione del paesaggio rurale del Salento: tra agricoltura, ambiente ed energia verde

 


Un nuovo paradigma per la gestione del paesaggio rurale del Salento: tra agricoltura, ambiente ed energia verde 

di Antonio Bruno

Il paesaggio rurale del Salento, segnato dalle drammatiche conseguenze della diffusione del batterio Xylella fastidiosa, è un simbolo della necessità di ripensare la gestione territoriale in Puglia. Le province di Lecce e Brindisi, in particolare, testimoniano gli effetti di una crisi ambientale che non si limita all’olivicoltura, ma interessa l’intera struttura socio-economica e paesaggistica del territorio.

Il recente decreto del Ministero dell’Ambiente delinea un approccio contestuale nella pianificazione regionale, ponendo un’urgenza: ripartire da una ricognizione dello stato del paesaggio rurale. Questo obbliga a considerare non solo le dinamiche agricole, ma anche l’integrazione con la produzione di energia verde, in un’ottica di sviluppo sostenibile e tutela ambientale.

La Xylella e il degrado del paesaggio salentino

Il disseccamento della foresta di ulivi nel Salento rappresenta una delle crisi ambientali più gravi della storia recente del Mediterraneo. Secondo il rapporto EFSA (European Food Safety Authority, 2020), la diffusione della Xylella fastidiosa è stata favorita da un complesso intreccio di fattori, tra cui l’incuria diffusa, la frammentazione della proprietà fondiaria e l’assenza di una strategia coordinata per la gestione del territorio.

Le province di Lecce e Brindisi hanno subito un fenomeno di desertificazione che non può essere affrontato con misure frammentarie. La rigenerazione del paesaggio richiede un intervento organico che coniughi agricoltura e innovazione. La produzione di energia verde, se integrata in maniera armonica, può costituire un’occasione per ridare vitalità al territorio, creando nuovi modelli di sostenibilità e sviluppo.


Superare i nodi strutturali dell’agricoltura locale

Il rilancio del Salento deve partire dalla rimozione degli ostacoli strutturali che bloccano l’agricoltura locale. Tra questi spiccano:

  1. La rendita agraria delle grandi proprietà terriere, spesso orientata più alla conservazione che alla produzione.
  2. La parcellizzazione del territorio agricolo, aggravata dai processi ereditari che frammentano ulteriormente le proprietà, rendendone complessa la gestione.

Questa situazione richiede un progetto di rigenerazione territoriale che superi le logiche del latifondo e della piccola agricoltura di sussistenza, promuovendo forme cooperative e innovative di gestione agricola. Come sottolineato da Fleskens et al. (2014), il recupero dei terreni abbandonati attraverso pratiche sostenibili può migliorare la resilienza agricola e ridurre l’erosione del suolo, un problema critico per le aree mediterranee.

 

Un Ente per la Rigenerazione e la Gestione Integrata del Paesaggio Salentino

Il Salento, devastato dal batterio Xylella fastidiosa e da decenni di incuria e crisi strutturali, necessita di un intervento sistemico che guardi oltre le logiche emergenziali. La Regione Puglia deve assumere il ruolo di promotrice di un Ente Statale per la rigenerazione e gestione integrata del paesaggio agrario, capace di coniugare produzione agricola e transizione ecologica attraverso un approccio innovativo e sostenibile.

Un modello integrato di agricoltura e energia: l’agrivoltaico

Un elemento chiave per la rinascita del Salento è l’introduzione dell’agrivoltaico, una soluzione che permette di integrare la produzione di energia rinnovabile con l’agricoltura. L’agrivoltaico consente di:

  • Massimizzare l’uso del suolo, con impianti fotovoltaici sopraelevati che permettono il mantenimento della coltivazione sottostante.
  • Ridurre l’impatto ambientale rispetto agli impianti fotovoltaici tradizionali a terra.
  • Incrementare la resilienza climatica, migliorando la qualità del suolo e proteggendo le colture da eventi meteorologici estremi.

L’Ente Statale proposto deve essere incaricato della gestione congiunta dell’agrivoltaico e della produzione agricola. In questo modo, la produzione di cibo ed energia diventa una funzione strategica dello Stato, con il duplice obiettivo di garantire la sicurezza alimentare e accelerare la transizione energetica.

I compiti dell’Ente Statale

L’Ente, con finanziamenti adeguati e una visione di lungo periodo, deve svolgere le seguenti funzioni:

  1. Sviluppo e gestione dell’agrivoltaico:
    • Identificare le aree idonee per impianti agrivoltaici, privilegiando terreni degradati o abbandonati.
    • Promuovere progetti che rispettino le caratteristiche paesaggistiche e culturali del Salento, come previsto dal Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR).
    • Realizzare un sistema di co-gestione che coinvolga agricoltori e tecnici dell’energia, garantendo che la produzione agricola non sia sacrificata.
  2. Rigenerazione del paesaggio agrario:
    • Incentivare il reimpianto di ulivi resistenti alla Xylella e la diversificazione delle colture.
    • Promuovere una gestione agricola sostenibile, attraverso pratiche di agroecologia e conservazione del suolo.
  3. Produzione di energia rinnovabile:
    • Integrare la produzione di energia verde con la rigenerazione del paesaggio, contribuendo agli obiettivi di decarbonizzazione del Paese.
    • Coordinare la distribuzione dell’energia prodotta dall’agrivoltaico, destinandola in parte alle comunità locali per contrastare la povertà energetica.
  4. Promozione di ricerca e innovazione:
    • Sostenere lo sviluppo di tecnologie per migliorare l’efficienza degli impianti agrivoltaici e la produttività agricola.
    • Collaborare con università e centri di ricerca per studiare gli effetti dell’agrivoltaico sul paesaggio, sul suolo e sulle comunità locali (Amaducci et al., 2018).

Finanziamento e governance

La Regione Puglia deve avanzare al Governo la proposta di un Ente pubblico interamente finanziato dallo Stato, con un modello di governance che coinvolga:

  • Rappresentanti delle istituzioni locali e regionali.
  • Associazioni di agricoltori e operatori del settore energetico.
  • Esperti di pianificazione territoriale e gestione del paesaggio.

I fondi possono provenire da programmi europei per la sostenibilità, come il Green Deal Europeo, il Programma LIFE e il Fondo per una Transizione Giusta.

Conclusione: un futuro resiliente e sostenibile

La creazione di un Ente Statale per la rigenerazione del Salento rappresenta un passo decisivo per trasformare una crisi profonda in un’opportunità di innovazione e sviluppo sostenibile. Attraverso l’agrivoltaico, l’Ente diventerà il motore di un modello che integra agricoltura, energia e tutela ambientale, restituendo vitalità a un territorio unico e prezioso.

Questo approccio sistemico garantisce non solo il recupero del paesaggio salentino, ma anche la creazione di un paradigma replicabile in altre aree del Paese colpite da sfide simili. È un’occasione per ridisegnare il futuro del territorio, unendo tradizione e innovazione in una visione condivisa di benessere e sostenibilità.

 Antonio Bruno

Guida pratica alla coltivazione della Setcreasea viola (Tradescantia pallida)

 


Guida pratica alla coltivazione della Setcreasea viola (Tradescantia pallida)

La Tradescanthia , meglio nota come Erba Miseria, è chiamata così perché capace di sopravvivere in condizioni estreme.

La Tradescantia pallida, comunemente chiamata "setcreasea viola" o "pianta porpora", è una pianta ornamentale molto apprezzata per le sue foglie di un vivace colore viola, ideali per ravvivare gli interni. Di seguito trovi una guida pratica per coltivarla al meglio, con spiegazioni scientifiche e consigli applicabili.


1. Luce e Posizione

  • Consiglio: Posiziona la pianta in un luogo ben illuminato, evitando però la luce solare diretta.
  • Spiegazione: La luce intensa stimola la produzione di antociani, i pigmenti responsabili del colore viola delle foglie. Tuttavia, l’esposizione diretta può causare scottature alle foglie, compromettendo la fotosintesi【1】【2】.

2. Temperatura

  • Consiglio: Mantieni una temperatura tra i 18-20°C, evitando correnti fredde.
  • Spiegazione: Temperature costanti favoriscono l’attività metabolica della pianta, mentre il freddo riduce la circolazione dei nutrienti e il metabolismo delle cellule, causando decolorazione o arresto della crescita【2】【3】.

3. Irrigazione

  • Consiglio: Annaffia solo quando il substrato è asciutto, circa ogni 3-4 giorni, evitando ristagni.
  • Spiegazione: La setcreasea ha radici sensibili all’asfissia causata da ristagni idrici. Un’umidità controllata permette alle radici di assorbire ossigeno necessario alla respirazione cellulare【4】【5】.

4. Potatura

  • Consiglio: Pota ogni 2-3 anni per stimolare la crescita e mantenere una forma compatta.
  • Spiegazione: La potatura rimuove le parti invecchiate o danneggiate, riducendo il consumo di risorse da parte di tessuti non più funzionali e stimolando la crescita di nuove gemme【6】.

5. Propagazione

  • Consiglio: Prendi talee dai gambi durante il trapianto e radicale in acqua o direttamente nel terreno.
  • Spiegazione: Le talee sfruttano la capacità delle cellule meristematiche di rigenerare tessuti mancanti, formando nuove radici in pochi giorni grazie alla presenza di ormoni vegetali naturali come le auxine【7】【8】.

6. Substrato

  • Consiglio: Usa un substrato ben drenante, mescolato con materiali come corteccia, perlite o ghiaia.
  • Spiegazione: Un substrato poroso permette il corretto drenaggio dell’acqua, prevenendo il ristagno e favorendo una buona ossigenazione delle radici, essenziale per il loro metabolismo【5】【9】.

7. Fertilizzazione

  • Consiglio: Applica fertilizzante ricco di fosforo e potassio ogni 1-2 settimane durante il periodo di crescita attiva.
  • Spiegazione: Il fosforo favorisce lo sviluppo radicale e la fioritura, mentre il potassio rafforza le pareti cellulari, migliorando la resistenza della pianta a stress ambientali e parassiti【10】【11】.

8. Pulizia delle Foglie

  • Consiglio: Usa un pennello morbido per rimuovere polvere o sporco dalle foglie.
  • Spiegazione: Una superficie fogliare pulita migliora l’assorbimento della luce, essenziale per la fotosintesi. Inoltre, la rimozione regolare previene l’accumulo di spore di funghi o larve di parassiti【12】【13】.

9. Protezione contro i Parassiti

  • Consiglio: Controlla la comparsa di parassiti e utilizza un mix di acqua, sapone e alcool per combatterli.
  • Spiegazione: La miscela rompe la cuticola protettiva dei parassiti, causando la loro disidratazione e morte. È una soluzione efficace e rispettosa dell’ambiente【14】【15】.

10. Ventilazione

  • Consiglio: Evita correnti fredde durante la ventilazione. Se necessario, sposta la pianta in un ambiente più caldo.
  • Spiegazione: Le correnti fredde riducono rapidamente la temperatura delle foglie, provocando stress termico e rallentando i processi fotosintetici e metabolici【16】【17】.

Fonti

  1. Taiz, L., Zeiger, E. (2015). Plant Physiology and Development. Sinauer Associates.
  2. Lichtenthaler, H.K. (1987). "Chlorophylls and carotenoids: Pigments of photosynthetic biomembranes." Methods in Enzymology, 148.
  3. Nobel, P.S. (1999). Physicochemical and Environmental Plant Physiology. Academic Press.
  4. Jones, H.G. (2013). Plants and Microclimate: A Quantitative Approach to Environmental Plant Physiology. Cambridge University Press.
  5. Soil and Water Journal, articoli sull'irrigazione ottimale e drenaggio del substrato.
  6. European Journal of Horticulture Studies (2020). "Potatura e strategie di mantenimento per piante ornamentali".
  7. Raven, P.H., Evert, R.F., Eichhorn, S.E. (2005). Biology of Plants. Freeman.
  8. Chapman, G.P. (1996). The Biology of Grasses. CAB International.
  9. Baker, K.F., & Cook, R.J. (1982). Biological Control of Plant Pathogens. W.H. Freeman and Company.
  10. Marschner, H. (2011). Marschner's Mineral Nutrition of Higher Plants. Academic Press.
  11. Mortensen, L.M. (1992). "Effects of temperature and light on the growth and yield of some ornamental pot plants." Scientia Horticulturae.
  12. Powell, C.C., & Lindquist, R.K. (1997). "Fungal pathogens on ornamental plants." Journal of Plant Protection.
  13. Richardson, M.D. (2003). "Foliar diseases of ornamental plants: Management and control." HortScience.
  14. Arnold, S.E.J. (2020). "Biopesticidi e protezione ambientale." Agricultural Science Review.
  15. Pimentel, D. (2009). Environmental and Economic Costs of the Application of Pesticides Primarily in the United States. Springer.
  16. Berry, J.A., Björkman, O. (1980). "Photosynthetic response and adaptation to temperature in higher plants." Annual Review of Plant Biology.
  17. Zhu, X.G., Long, S.P., Ort, D.R. (2010). "Improving photosynthetic efficiency for greater yield." Annual Review of Plant Biology.

La Zucca e la Cucuzza Genovese a Supersano (LE) è la “Cucuzza paccia”: Delizie Salentine Ricche di Proprietà e Benefici


 La Zucca e la Cucuzza Genovese a Supersano (LE) è la “Cucuzza paccia”: Delizie Salentine Ricche di Proprietà e Benefici

L'agricoltura salentina si distingue per la sua varietà di prodotti, tra cui spiccano la zucca e la Cucuzza Genovese, ortaggi che non solo soddisfano il palato ma offrono anche numerosi benefici per la salute e la bellezza.
La Versatilità delle Zucche Salentine: Cucurbita Maxima, Cucurbita Pepo, Cucurbita Moschata
Le zucche della Cucurbitaceae, come la Cucurbita maxima, la Cucurbita pepo e la Cucurbita moschata, arricchiscono l'agricoltura salentina con la loro varietà di forme e sapori. La Cucurbita maxima, imponente e adatta alla conservazione, trova spazio nelle zuppe e nei purè. La Cucurbita pepo, regina da tavola, offre polpa succulenta ideale per molteplici preparazioni. La Cucurbita moschata, con la sua dolcezza delicata, è protagonista di zuppe, risotti e dolci.
La Misteriosa Cucuzza Genovese e la Storia dell'Agricoltura Salentina
Nel ricco panorama agricolo salentino, la Cucuzza Genovese emerge come una figura affascinante. Consumabile sia verde che matura, questa cucurbitacea dalla forma bizzarra ha conquistato le tavole salentine. L'origine dell'appellativo "genovese" potrebbe risalire a secoli fa, durante i traffici tra Liguria e Puglia. Documenti storici confermano la sua presenza già nel XIX secolo, e un antico Codice ebraico di Parma del 1072 menziona la "cucuzza longa", termine ancora in uso per identificarla.
Proprietà e Benefici della Zucca: Un Alleato per la Salute
Oltre al suo ruolo nelle ricette e nelle tradizioni, la zucca si distingue per le sue proprietà salutari. Povera di calorie ma ricca di fibre, la zucca è un ortaggio dalle qualità antiossidanti, diventando un alleato per la salute del cuore. La presenza di carotene, vitamina A, vitamina C e vitamina B1, unitamente a minerali come calcio, fosforo, sodio e potassio, rendono la zucca un alimento nutriente e benefico per il nostro organismo.
I Benefici della Zucca nella Dieta e nella Cosmesi
La zucca, con il suo contenuto di acqua elevato e la bassa presenza di zuccheri, è un elemento consigliato nelle diete per la sua alta digeribilità e capacità di stimolare la diuresi. Contribuisce alla riduzione del colesterolo, proteggendo il cuore e le arterie. Inoltre, i suoi semi, ricchi di cucurbitina, sono utili nella prevenzione di disfunzioni dell'apparato urinario.
La zucca non è solo una delizia culinaria; le sue proprietà benefiche si estendono anche alla cosmesi. Amica della pelle, la zucca è utilizzata in maschere nutrienti per il viso e nelle creme fai-da-te per lenire le infiammazioni cutanee, particolarmente adatte al periodo autunnale.
Valori Nutrizionali della Zucca: Un Regalo dalla Natura
La tabella dei valori nutrizionali della zucca, riconosciuta da CREA, il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l'Analisi dell'Economia Agraria, conferma la ricchezza di questo ortaggio. Con soli 18 kcal per 100 grammi, la zucca offre un concentrato di sostanze benefiche, tra cui vitamine, minerali, aminoacidi e fibre.
Conclusioni: Celebrare la Zucca e la Cucuzza Genovese nelle Tradizioni Salentine
In conclusione, la zucca e la Cucuzza Genovese si rivelano non solo delizie per il palato ma veri e propri elisir di salute. Da protagonisti nelle cucine salentine a alleati per la bellezza della pelle, questi ortaggi rappresentano un patrimonio agricolo e culinario da celebrare. Che siano utilizzati in zuppe, risotti, creme viso o maschere nutrienti, la zucca e la Cucuzza Genovese aggiungono colore e benessere alle tradizioni salentine, rendendo ogni boccone e ogni trattamento un omaggio alla ricchezza della terra e alla saggezza delle antiche tradizioni.
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martedì 19 novembre 2024

Il pungitopo: un piccolo grande arbusto dalle molteplici virtù


 Il pungitopo: un piccolo grande arbusto dalle molteplici virtù

di Antonio Bruno

Nel vasto e affascinante mondo delle piante, alcune specie spiccano non solo per il loro aspetto ornamentale ma anche per le molteplici proprietà che le rendono preziose per l'uomo. Il pungitopo (Ruscus aculeatus), conosciuto anche come rusco, è una di queste piante straordinarie, che unisce bellezza, utilità e una lunga storia di tradizioni e usi.

Identikit della pianta

Appartenente alla famiglia delle Liliacee, il pungitopo è un piccolo arbusto sempreverde che può raggiungere un’altezza massima di 80 centimetri. La sua vegetazione è particolarmente fitta e spinosa, caratterizzata dai peculiari cladodi – rametti secondari appiattiti che svolgono la funzione delle foglie. Questi cladodi, di un verde intenso e coriacei al tatto, terminano con una punta acuminata, da cui deriva il nome comune "pungitopo".

Nonostante le sue dimensioni contenute, il pungitopo è una pianta robusta, in grado di crescere in diverse condizioni climatiche, prediligendo tuttavia zone collinari ombrose e ben esposte. In Italia lo si può trovare praticamente ovunque, dal livello del mare fino ai 1.200 metri di quota nel Sud, pur essendo meno diffuso nelle pianure del Nord.

Fioritura e frutti

La stagione della fioritura, che avviene tra aprile e maggio, passa quasi inosservata: i piccoli fiori unisessuali, di colore discreto, compaiono nella pagina superiore dei cladodi. È in autunno, però, che il pungitopo dà il meglio di sé. Le sue bacche rosse, del diametro di circa 1 centimetro, spiccano come piccole gemme sulla vegetazione verde e persistono a lungo, spesso fino alla fine dell’inverno.

Sebbene queste bacche siano attraenti, non sono adatte al consumo umano per via del loro sapore sgradevole. Tuttavia, si rivelano fondamentali per la pianta: rappresentano il contenitore per uno o due semi, la chiave per la sua riproduzione. Curiosamente, nessun animale sembra cibarsene, una caratteristica insolita nel mondo vegetale.

Utilizzo nella tradizione e nella medicina

Il pungitopo ha una lunga storia di utilizzo, sia pratico che simbolico. Nel passato, i suoi rami spinosi venivano disposti intorno ai granai per tenere lontani i topi, un impiego che ne ha ispirato il nome. Nel periodo natalizio, i suoi rami decorati con bacche rosse diventano un elemento ornamentale tradizionale, simbolo di vitalità e prosperità.

Ma è in erboristeria che il pungitopo rivela il suo valore più significativo. Fin dall’antichità, i suoi rizomi – le radici sotterranee – sono stati utilizzati per preparare decotti dalle molteplici proprietà benefiche. Questi rimedi naturali si distinguono per gli effetti diuretici, sudoripari, sedativi e decongestionanti. Ancora oggi, il pungitopo è un alleato prezioso per il benessere, impiegato soprattutto per trattare disturbi legati alla circolazione e alla ritenzione idrica.

Un arbusto da scoprire e rispettare

Il pungitopo non è solo una pianta utile e decorativa; rappresenta anche un elemento importante degli ecosistemi locali. La sua capacità di crescere in ambienti difficili, spesso trascurati dall’uomo, lo rende una specie resiliente e indispensabile. È dunque fondamentale proteggerlo e rispettarne l’habitat, specialmente nelle zone in cui risulta più raro.

In conclusione, questo piccolo arbusto spinato ci offre un esempio straordinario di come la natura, nella sua semplicità, possa riservare sorprese e insegnamenti preziosi. Attraverso il pungitopo, possiamo ricordare che ogni pianta, anche la più umile, ha un ruolo fondamentale nella grande rete della vita.

Antonio Bruno

Il Ruolo Centrale delle Cime di Rapa nella Tradizione Gastronomica Pugliese e il Beneficio per il Microbioma Intestinale


 Il Ruolo Centrale delle Cime di Rapa nella Tradizione Gastronomica Pugliese e il Beneficio per il Microbioma Intestinale

La cucina pugliese, ricca di tradizioni e sapori autentici, trova il suo culmine in piatti emblematici come le orecchiette con le cime di rapa. Questa coltivazione, diffusa e caratterizzata da una vasta variabilità, rappresenta un pilastro della tradizione agroalimentare della regione. La sua resistenza alla modernizzazione agricola e la sua diffusione basata sulla semina a spaglio testimoniano della sua importanza nella cultura culinaria locale.
Le varietà di cime di rapa, identificate in base al periodo di maturazione, al luogo di coltivazione e al ciclo colturale, sono tramandate attraverso una ricca nomenclatura che riflette la connessione tra la semina e le celebrazioni religiose. Questa pratica testimonia l'importanza della trasmissione orale delle conoscenze, che ha guidato i contadini nella coltivazione di ogni varietà in armonia con i ritmi naturali e culturali.
Galatina, celebre per la sua produzione di cime di rapa, ha attirato l'attenzione fin dal 1931, quando il fotografo Giuseppe Palumbo dedicò un articolo alle specialità gastronomiche salentine. Le rape di Galatina, esportate in quantità notevoli anche fuori provincia, sono elogiate non solo per il loro sapore delizioso ma anche per lo sviluppo perfetto di ogni pianta, un risultato della dedizione degli agricoltori locali alla coltivazione di qualità.
Oltre alla loro importanza nella tradizione culinaria, le cime di rapa hanno un legame profondo con la spiritualità e la ritualità dei giorni di magro, specialmente nelle vigilie dell’Immacolata Concezione e del Natale. Questi piatti, sebbene considerati poveri, rappresentano un'eccellenza della cucina locale e incarnano l'identità stessa della Puglia.
Ma c'è di più nella storia delle cime di rapa oltre al loro impatto sulla cultura gastronomica. La recente ricerca scientifica ha evidenziato il ruolo cruciale del consumo di verdure, come le cime di rapa, nel favorire il benessere umano attraverso il nutrimento del microbioma intestinale. Il microbioma, un complesso ecosistema di microrganismi che risiede nel nostro intestino, svolge un ruolo fondamentale nella salute generale dell'organismo.
Le cime di rapa, ricche di fibre, vitamine e minerali, forniscono un nutrimento prezioso per i batteri intestinali benefici. Consumare regolarmente verdure come le cime di rapa contribuisce a mantenere un equilibrio sano nel microbioma, supportando la digestione, rafforzando il sistema immunitario e influenzando positivamente la salute mentale.
In conclusione, le cime di rapa non sono solo un piatto delizioso che incarna la tradizione e l'identità pugliese, ma sono anche un alleato prezioso per il benessere intestinale. L'unione di gusto e salute nelle cime di rapa riflette la profonda connessione tra la cultura alimentare e il mantenimento della salute, dimostrando che ciò che è buono per il palato può anche essere benefico per il corpo, in particolare per il nostro prezioso microbioma intestinale.
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