Di alcune cause e rimedi della saltuaria e scarsa produttività degli oliveti
In questo periodo in cui facile è l'alzarsi delle lamentele di agricoltori delusi per la mancanza, o la scarsezza, o le deficienti sanità e resa in olio del raccolto, è ben adatto richiamare l'attenzione di essi su alcune delle cause che le determinano e sui rimedi necessari.
Innumerevoli olivicoltori hanno radicata in mente l'idea che l'ulivo non possa produrre se non ogni due anni, bene inteso, quando non vi siano avversità speciali che ne rendano ancor più lunga l'aspettativa. Essi giustificano l'alternanza della produzione come in tutto dipendente dal fatto che in seguito ad un buon raccolto rimangano spossate le piante e perciò le vermene non abbiano la capacità di portarne nuovamente dell'altro copioso e ben nutrito.
A parte le inclemenze stagionali, che nelle Puglie ed in Lucania spiegano la loro nociva azione più che in altre regioni olivicole italiane, l'improduttività, la scarsezza e l'alternanza della produzione di molti oliveti dipendono dal non volere e non saper mettere le piante nelle condizioni di non esaurire le riserve di sostanze da esse elaborate, immagazzinate e distribuite nei diversi organi.
L'opera della potatura ed il sussidio delle concimazioni adeguate, portano in seno alle piante energie eccedenti il bisogno della buona nutrizione dei frutti, siano pur essi abbondanti, energie che vengono anche usufruite dai rametti fruttiferi del venturo anno per il loro normale sviluppo.
In diverse località intercorrono serie di 4, 5, 6 anni prima che si compia la rimonda. Negli ulivi trascurati i rami fruttiferi non sono regolarmente vestiti di rigogliose fronde; essi presentano nuda la base, scarsa anche di gemme e solo la cima, incapace di accrescersi, presenta un ciuffetto di anemiche foglie.
Quivi le piante acquistano il carattere cespuglioso, per il disordinato sviluppo in larghezza anziché in altezza. Con le due cure essenziali della potatura e della concimazione razionali, insieme ai lavori del terreno, annualmente e previdentemente applicate, subito dopo la raccolta delle olive e mai oltre il mese di marzo, si procurerà una più redditizia olivicoltura.
Caso per caso, dall'esame delle condizioni ambientali di clima e terreno, delle varietà coltivate, dello sviluppo delle piantagioni, della esecuzione dei lavori, del valore delle varie sostanze concimanti, calcolato in base al prezzo delle unità fertilizzanti contenute, le Istituzioni agrarie locali ed in ispecie le Cattedre ambulanti di agricoltura, potranno dare i più giusti consigli al premuroso agricoltore.
Numerose esperienze, ripetute anche nei luoghi più ingrati della nostra regione, han chiaramente dimostrato che la potatura razionale e la concimazione fosfo-potassico-azotata, hanno elevato e stabilizzato la produzione degli oliveti trattati.
Non solo, ma hanno anche elevato la resa in olio delle olive e migliorato la qualità di esso ed ancora, hanno reso le piante ed il prodotto più resistenti e meno attaccabili dalle avversità parassitarie.
Il valore medio delle produzioni di tali oliveti è stato sempre molto più alto e remunerativo, da sorpassare spesso del doppio quello della produzione degli oliveti vicini di controllo.
L'olivicoltura è uno dei più importanti settori dell'agricoltura nazionale. Per la nostra regione essa dovrebbe stare molto vicina alla viticoltura e beneficiare analogamente delle attenzioni che a questa si prodigano, specialmente ora che le numerose provvidenze del Governo Nazionale han difeso e valorizzato il prodotto oleario.
Dott. Sava Salvatore
Nessun commento:
Posta un commento