Lo scrivo a scanso di equivoci, prima di ogni cosa voglio
affermare che sono assolutamente convinto che è necessario ritornare a una agricoltura
naturale che sia appunto sostenibile. Ciò scritto vi prego di leggere
attentamente ciò che segue:
«Con una malattia come il complesso del disseccamento rapido
dell’olivo si deve imparare a convivere. L’esperienza con altri batteri che
hanno colpito altre specie arboree da frutto (batteriosi del kiwi, Ervinia
amylovora del pero ) conferma che l’eradicazione delle piante è inutile di
fronte a batteri come Xylella fastidiosa, ospite non solo dell’olivo ma di
centinaia di altre specie di piante. Bisogna invece rafforzare le difese delle
piante, tornando a nutrire il terreno con sostanza organica e a rispolverare
buone pratiche come la trinciatura delle malerbe e la potatura, annuale e con
piccoli tagli, perché l’ulivo ha bisogno di luce e aria in ogni sua parte».
Cristos Xiloyannis, ordinario di Fisiologia delle specie da frutto,
Frutticoltura generale e tecniche vivaistiche presso il Dipartimento delle
Colture europee e del Mediterraneo (DiCEM) dell’Università della Basilicata
L’articolo completo è pubblicato su Terra e Vita n. 19/2015
Sono stato al Convegno del Prof Cristos Xiloyannis e ho
ascolato personalmente e letto poi le sue affermazioni. Lo scienziato in sintesi afferma che
per fa si che l’olivo riesca a convivere con il batterio Xylella fastidiosa subspecie
pauca ceppo Co. Di.R.O. bisogna rafforzare le difese delle piante, tornando a
nutrire il terreno con sostanza organica e a rispolverare buone pratiche come
la trinciatura delle malerbe e la potatura, annuale e con piccoli tagli, perché
l’ulivo ha bisogno di luce e aria in ogni sua parte.
La domanda che in tutta umiltà gli rivolgo deriva dalle mie
osservazioni del territorio del Salento leccese ed è la seguente:
Perché gli oliveti del est del Salento non presentano nessun
disseccamento a partire da Frigole, San Cataldo, Vernole, Melendugno, Otranto, Santa
Cesarea terme, Castro, Andrano, Corsano per
arrivare sino a Santa Maria di Leuca nonostante i proprietari degli oliveti
usino diserbanti, concimi chimici e antiparassitari e, nella stragrande maggioranza dei casi, non facciano ricorso a nessuna
delle buone pratiche agricole?
Aspetto una cortese risposta.
Grazie
Per contenere la malattia, consiglia il professor Xiloyannis (Terra e Vita n. 19; 2015), è necessario:
1) ripristinare la fertilità del suolo (in Salento la frazione organica è al di sotto dell'1%) e dunqueevitare operazioni come aratura e fresatura;
2) contrastare il vettore si consiglia di eliminare le erbe infestanti e preferire erpicature leggereper contrastare le larve di sputacchina media.
3) non trascurare il piano nutrizionale, al contrario di come alcuni agricoltori hanno agito negli ultimi anni, prediligendo concimazioni organiche.
Per contenere la malattia, consiglia il professor Xiloyannis (Terra e Vita n. 19; 2015), è necessario:
1) ripristinare la fertilità del suolo (in Salento la frazione organica è al di sotto dell'1%) e dunqueevitare operazioni come aratura e fresatura;
2) contrastare il vettore si consiglia di eliminare le erbe infestanti e preferire erpicature leggereper contrastare le larve di sputacchina media.
3) non trascurare il piano nutrizionale, al contrario di come alcuni agricoltori hanno agito negli ultimi anni, prediligendo concimazioni organiche.
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