Gentile dottor Bruno,
ben volentieri rispondo alle sue cortesi considerazioni.
Nelle malattie vascolari di origine batterica la presenza dell'agente causale
non implica la manifestazione della malattia, manifestazione che è spesso
legata alla presenza di uno o più fattori predisponenti (es: stress ambientali,
eccesso di azoto, temperature favorevoli). Questo può giustificare i fenomeni
da lei osservati di piante contaminate ma asintomatiche, casi che peraltro sono
ben noti in bibliografia e sono più volte citati nel report EFSA segnalato nel
mio scritto (http://www.efsa.europa.eu/it/efsajournal/doc/3989.pdf)
ed in cui fra l'altro si scrive che:
-
Asymptomatic hosts, asymptomatic infections or low infections can escape
surveys based solely on visual inspection and even based on laboratory tests as
early infections or heterogeneous distribution of the bacterium in the plant
may lead to false-negative results
- The
symptoms associated with the presence of Xylella fastidiosa in plants vary from
asymptomatic
-
Associations to plant death, due to the large number of different host affected
by the bacteria, pathogen diversity, and partly because of the wide range of
climatic conditions in areas where the pathogen is found
- Most host
plants infected with X. fastidiosa do not express any symptom. Symptoms often
consist of a rapid drying of leaf margins, with scorched leaves. The different
names given to the disease illustrate this heterogeneity of symptoms: “Pierce’s
disease” on grapevine, “alfalfa dwarf”, “almond leaf scorch”, “phony peach
disease”, “plum leaf scald”, “citrus variegated chlorosis” or “leaf scorch” of
elm, coffee, oak, sycamore and oleander. In Taiwan, pear leaf scorch was also
reported on Pyrus pyrifolia (Japanese pear) and P. serotina (Asian pear) (Chen
et al., 2006).
- Symptom
development depends on host plant species – Xylella fastidiosa genotype
(Almeida and Purcell, 2003) and is usually correlated with high bacterial
populations within plants (Hill and Purcell, 1995; Newman et al., 2003).
- Since
infected plants might be missed because they are asymptomatic or show symptoms
that could be due to drought, the known distribution can be linked only to
areas where the disease has provoked clearly visible symptoms, and usually
epidemics.
Dalla bibliografia consultata mi ha particolarmente colpito
la velocità di diffusione della malattia ove l'eradicazione sia risultata
infruttuosa. In particolare è assai educativo il caso della clorosi variegata
dell'arancio da Xylella in Brasile. Quando a malattia fu per la prima volta
segnalata (1987) essa era presente solo su poche piante d'arancio ma dopo 5
anni la stessa colpiva già 2 milioni di piante. Oggi la malattia è endemica
nell'area agrumicola dello Stato di San Paolo e circa il 40% dei 200 milioni di
piante d'arancio dolce presenti è infetto e manifesta sintomi.
Concludo rilevando che, come ho tenuto a precisare già
all'inizio del mio scritto da lei citato, non sono un fitopatologo (anche se mi
onoro di essere stato allievo dell’indimenticabile professor Elio Baldacci
presso la facoltà di agraria di Milano) ed il mio scritto si configura pertanto
come una review divulgativa di quanto fin qui emerso riguardo all'epidemia di Xylella,
review che mi fu sollecitata da alcuni amici e che era soprattutto destinata a
sgombrare il campo dalle ipotesi più fantasiose messe sul tappeto in questi
mesi e che rischiano di far perdere tempo prezioso. Pertanto rinvio al
professor Martelli per considerazioni più specifiche relative alle domande da
lei sollevate.
Cordiali saluti.
Luigi Mariani
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