Secondo i ricercatori siamo giunti a capire che ad ammalare i nostri ulivi è la sequenza ospite-vettore-parassita, quello che la fitopatologia presume da sempre nella spiegazione di fatti che apparentemente soggiacciono a una linearità di questo tipo!
Ma sarà vero? Non manca qualcosa in questa spiegazione, che ha tutta l'aria di una tautologia? Se lo chiedono in molti, tranne chi è veramente deputato a chiederselo! E questa non è una contraddizione inspiegabile, perché ciò vu...ol dire ignorare il fatto che il progresso scientifico nel disseccamento non è da imputare al solo fatto (ammesso che lo sia) di svelare il mistero di ciò che non si sa, ma soprattutto nel pensare in modo diverso ciò che si sa.
E questo prova il fatto che ciò che abbiamo prodotto come conoscenza non è solo un mero errore descrittivo (perché altrimenti capiremmo bene che qualunque significato si voglia attribuire, questo non può fare a meno del contesto in cui il fenomeno si verifica: la verità che soggiace nel disseccamento deve valere per l'albero-nel-suo-ambiente e non per la sequenza ospite-parassita-vettore), ma è anche e soprattutto un errore epistemologico, vale a dire un modo errato di conoscere e pensare le cose: infatti non si tiene conto dello scarto esistente tra una mappa mentale della cosa (la rappresentazione o immagine) e la cosa in sé, che si autodescrive nella sua configurazione e cioè nella relazione tra le parti che comportano l'espressione del fenomeno. Semplicemente non possiamo fare alcuna determinazione significativa (motivo dello stallo) senza tener conto del contesto in cui quella sequenza lineare prende forma e significato e si traforma in una sequenza di tipo circolare, tipica dei processi biologici che nulla hanno a che fare con il mondo pleromatico delle palle da biliardo, che possiamo spiegare facilmente attraverso processi lineari di tipo causa-effetto.
Così potremmo affermare che il disseccamento dei nostri ulivi è un problema contingente che richiama ed esprime altri problemi che nessuno (politicamente) sembra avere il coraggio di affrontare!
Nel disseccamento sono errate le premesse con cui si pretende di conoscerlo: in questo modo ogni azione che ne consegue avrà il sapore di un paradosso.
Ma sarà vero? Non manca qualcosa in questa spiegazione, che ha tutta l'aria di una tautologia? Se lo chiedono in molti, tranne chi è veramente deputato a chiederselo! E questa non è una contraddizione inspiegabile, perché ciò vu...ol dire ignorare il fatto che il progresso scientifico nel disseccamento non è da imputare al solo fatto (ammesso che lo sia) di svelare il mistero di ciò che non si sa, ma soprattutto nel pensare in modo diverso ciò che si sa.
E questo prova il fatto che ciò che abbiamo prodotto come conoscenza non è solo un mero errore descrittivo (perché altrimenti capiremmo bene che qualunque significato si voglia attribuire, questo non può fare a meno del contesto in cui il fenomeno si verifica: la verità che soggiace nel disseccamento deve valere per l'albero-nel-suo-ambiente e non per la sequenza ospite-parassita-vettore), ma è anche e soprattutto un errore epistemologico, vale a dire un modo errato di conoscere e pensare le cose: infatti non si tiene conto dello scarto esistente tra una mappa mentale della cosa (la rappresentazione o immagine) e la cosa in sé, che si autodescrive nella sua configurazione e cioè nella relazione tra le parti che comportano l'espressione del fenomeno. Semplicemente non possiamo fare alcuna determinazione significativa (motivo dello stallo) senza tener conto del contesto in cui quella sequenza lineare prende forma e significato e si traforma in una sequenza di tipo circolare, tipica dei processi biologici che nulla hanno a che fare con il mondo pleromatico delle palle da biliardo, che possiamo spiegare facilmente attraverso processi lineari di tipo causa-effetto.
Così potremmo affermare che il disseccamento dei nostri ulivi è un problema contingente che richiama ed esprime altri problemi che nessuno (politicamente) sembra avere il coraggio di affrontare!
Nel disseccamento sono errate le premesse con cui si pretende di conoscerlo: in questo modo ogni azione che ne consegue avrà il sapore di un paradosso.
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