mercoledì 11 novembre 2015

Le discussioni su Xylella tra l'indifferenza del 99% dei salentini leccesi

La Iena Nadia Toffa chiede ad alcuni ricercatori e contadini se l’eradicazione sia davvero l’unica soluzione. Alcuni, per cercare di salvare il proprio tesoro avevano infatti proposto rimedi alternativi come l’aratura per contrastare il ciclo biologico del batterio favorendo anche lo sviluppo dei suoi predatori naturali, il ricorso a particolari potature per tentare di risanare gli alberi colpiti e l’impiego di trattamenti a base di calce e rame.
Nel servizio che è andato in onda ieri sera 9 novembre 2015 alle 21.10 su Italia 1, Nadia Toffa è tornata in Salento a vedere cosa è cambiato, ha raccolto ulteriori testimonianze di agricoltori disperati e ha annunciato l’esistenza di una nuova cura per il parassita.
Sono stati quindi fatti passi avanti? Siamo davvero vicini a una soluzione non drastica del problema? Guardate il video per avere le risposte.

Davide de Lentinis: a mio modesto parere no. C'è da dire che la star delle iene ora nel suo ultimo viaggio nel Salento è andata a intervistare gli agricoltori del brindisino dove anche il co.di.ro non ha manifestato la sua violenza come nel Salento leccese.
Michele Trotti: Se pur le ricerche non siano state ancora condotte a termine, ciò che emerge dalle diverse sperimentazioni in atto (Scortichini, Carlucci) è una remissione sintomatologica accompagnata, come ha evidenziato Scortichini, da una ridotta virulenza del supposto patogeno e dalla riduzione della sua presenza nei supposti vettori. Modalità e protocolli attraverso cui si è giunto a tale risultato sono stati anticipati nel corso di iniziative pubbliche e saranno oggetto quanto prima di specifiche pubblicazioni scientifiche. Tali sperimentazioni sono state esperite nell'ambito della zona infetta. Se a tanto si aggiunge che ad oggi, nonostante le prove in atto, non risulta ancora dimostrata la patogenicità della Xylella e tantomeno sono confermati i caratteri di vettore del Philaenus spumarius, se si aggiunge ancora che si è posto in essere un protocollo di estirpazione degli alberi privo di qualsivoglia validazione scientifica, ne emerge un quadro complessivo che dovrebbe indurre ogni tecnico addetto ai lavori ad abbandonare convinzioni ed emozioni personali a carattere soggettivo e valutare i fatti solo ed esclusivamente sulla base delle evidenze oggettive fino ad oggi emerse. Nulla di più, ma nulla, nulla di meno.
Davide de Lentinis: tipo queste per esempio? (foto)

Davide de Lentinis: Trotti, questo è un leccino vivente e produttivo in un oliveto di 3,5 ha (foto)

Michele Trotti Sì, senza alcun pregiudizio alcuno, se trattasi di una foto (la prima) riferibile agli alberi su cui sono state condotte le sperimentazioni cui ho fatto riferimento. Se così non è, resta quanto ho premesso.
Davide de Lentinis: Non credo che siano oggetto di sperimentazione alcuna.
Michele Trotti Ciò non inficia quanto da me asserito. De Lentinis, non ho certezze ma mi infastidisce non poco sentir contrabbandate per tali quelle che a ben vedere certezze non sono. Ne ho citate alcune. Ho sempre ritenuto che il tema sia estremamente complesso, riferibile a un complesso di fattori, e pertanto poco si presta a semplificazioni, richiedendo invero un approccio scevro da "appartenenze" e "posizionismi" che sono e devono restare estranei al confronto tecnico/scientifico. Sono certissimo che tu convenga con me su tale considerazione. Per il resto, ogni diversità di opinione è legittima.
Davide de Lentinis L'unica certezza è che in gran parte del Salento leccese gli alberi stanno morendo........venga a vedere con i suoi occhi.
Michele Trotti Conosco bene la situazione. Ho fatto riferimento agli esiti incoraggianti, se pur parziali, di due sperimentazioni e quanto da me asserito (l'evidenza di una remissione sintomatologica) è riferibile per il momento solo agli alberi oggetto di tali ricerche. La ricerca in atto potrà confermare o meno la bontà di tali protocolli di intervento e la possibilità/opportunità di estenderne l'applicazione. P.S. mi scuso con il Dott. A. Bruno per lo spazio occupato.
Caro Dott. Trotti è da sempre che noi tecnici stiamo affrontando la questione tenendo conto delle nostre osservazioni dirette che sono relative a un disseccamento molto accentuato nel Salento Ovest molto meno accentuato nel Salento Est oltre che ad una osservazione di olivi che con una progressione davvero impressionante disseccano sulle vie di comunicazione dell’Ovest Salento (da Ugento a Gallipoli verso Porto Cesareo) e tendendo conto altresì dell'assenza di pubblicazioni scientifiche che dimostrino come corrispondenti alla realtà dei fatti, le varie ipotesi oggi in campo, anche se vi è da aggiungere che l’unica ipotesi che spiega le osservazioni fatte è quella dell’infezione del batterio tramite l’insetto vettore. Inoltre nel Salento leccese si osserva una diffusa indifferenza della stragrande maggioranza dei proprietari del Paesaggio rurale unitamente a un attivismo militante di tanti innamorati del territorio.
Gli unici ad essere seriamente allarmati è quella parte dei 9mila Imprenditori agricoli a titolo principale che hanno investito in questi anni nell'olivicoltura ottenendo un reddito altissimo.
La popolazione della Provincia di Lecce è di 850mila abitanti quindi i 9mila Imprenditori agricoli rappresentano solo uno sparuto gruppo dell'1% della popolazione.
Manca la presa di posizione del restante 99% della popolazione.

Per dirla tutta si muovono in maniera disarmonica e senza nessun coordinamento parte dei 9mila imprenditori e uno sparutissimo gruppo di qualche decina o al massimo un centinaio di attivisti autodefinitisi “Popolo degli ulivi” in tutto giungendo a qualche migliaio di persone che si sono distinte sin  qui per le posizioni diversissime e per un antagonismo da tifoserie che numerose volte ha sfiorato la rissa.  Questa rissa ha MONOPOLIZZATO la questione degli ulivi mentre gli 850mila abitanti della Provincia di Lecce se ne stanno a casa loro e soprattutto i 250mila proprietari del Paesaggio rurale non  prendono alcuna iniziativa. Ecco perché non intervengo, perché si rischia di creare ancora più confusione. Grazie di aver scritto sul mio diario, lo faccia sempre, mi fa immensamente piacere. Condivido ogni parola che ha scritto!
Michele Trotti Grazie a Lei. Auspico maturi la convinzione comune che compito del buon pastore è tosare le pecore, non scorticarle. Non credendo troppo in fretta... (Nec cito crederis. Non credere troppo in fretta esortava Ovidio.).
La ringrazio vivamente per le sue considerazioni e per l'attenzione critica che da tempo dedica alla problematica. Ho ritenuto doverosamente di dovermi scusare per aver abusato, dilungandomi  oltremodo, di uno spazio non proprio. Faccio mie le sue riflessioni: il tema è complesso e l'indifferenza di molti,  l’intemperanza di alcuni,  l'impotenza dei più e la supponenza di pochi rappresentano le molteplici espressioni di una comunità, anche scientifica, che su tale drammatica questione stenta a far sintesi, per cui pare di assistere alla medesima partita - ma un gioco purtroppo non è - diversamente letta e narrata da avverse tifoserie… 
Di tanto mi rammarico, confortandomi tuttavia la certezza che anche nel mondo tecnico non mancano sensibilità e intelligenze, Lei ne è autorevole conferma,  che con spirito critico, umiltà e indispensabile pacatezza guardano con oggettività ai fatti traendone elementi di riflessione non condizionati.
Con stima, La saluto cordialmente.

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