domenica 22 novembre 2015

Xylella 21 novembre 2015



Xylella, plotone di esperti

e uno zibaldone di teorie

«Indagare sui topolini»


TONIO TONDO

BARI - La Task Force antixylella di Michele Emiliano, nella prima lunga audizione del 16 novembre, ha riservato molte sorprese. Un esperto si è avventurato su un campo inesplorato: . Gelo in sala. . Ma ci vuole ben altro per combattere Xylella fastidiosa, sottospecie aggressiva che si è insediata tra Lecce e Brindisi e che sta provocando il disseccamento di decine di migliaia di alberi di Ogliarola e Cellina.


L’assemblea scientifica con 45 invitati secondo un ordine alfabetico, del Nord e del Sud – e non con un criterio scientifico di competenze e di apporti di ricerca certificati – si è conclusa come tutte le assemblee. Tante opinioni e pareri. Nessuna intenzione espressa. La conseguenza è che al pressing dell’Unione europea sugli sradicamenti degli alberi la regione Puglia non può allo stato contrapporre un’azione fondata su posizioni scientifiche credibili. Anche i ricercatori che mettono in dubbio l’efficacia dell’eliminazione degli alberi infetti e di quelli entro il raggio di 100 metri nel contenimento del batterio hanno evitato lo scontro.


Task Force, nel nostro caso, è un’espressione sbagliata. Di derivazione militare, usata poi anche nelle aziende, dovrebbe essere costituita da forze o persone in grado di intervenire per un obiettivo specifico con un forte coordinamento e un’intenzione energica e imbattibile, o almeno con un’alta probabilità di successo. Per questo, condizione per una Task Force efficiente è la selezione dei membri, una selezione dura e inappellabile, proprio in base all’obiettivo, ovviamente da decidere con metodo scientifico. Michele Emiliano, in questa vicenda, è stato molto ottimista. Ha pensato di poter sovrapporre una realtà politica e amministrativa alla realtà della scienza, che invece è un mondo che funziona con suoi regolamenti, codici anche non scritti, e convenzioni di alcuni secoli. Neanche la promessa di distribuire soldi in base a buone intenzioni politiche può travalicare gli standard scientifici. Anzi, quando la politica ha scelto e assegnato fondi in base alla propria discrezionalità, si sono accumulati i fallimenti.


Un grosso equivoco accompagna il dibattito e le decisioni su xylella da più di due anni, da quando il batterio è stato individuato, per la prima volta in Europa, nella zona di Gallipoli. Un equivoco provocato purtroppo dalla politica. Prima reticente e con gli occhi bendati, quindi indifferente e accidiosa, infine impaurita dal corso devastante dell’epidemia. Il gruppo dirigente della regione, almeno da ottobre 2013 in poi, si è interessato di altro in attesa delle elezioni mentre il batterio trovava terreno fertile per la sua diffusione in tutto il Salento. Nel frattempo, all’interno delle organizzazioni agricole e nei gruppi che si interessano di ambiente, si è sviluppato un confronto disordinato e inconcludente.


Nei social è cresciuta l’idea del complotto ai danni del Salento e i poveri scienziati che tentavano di riportare la discussione alla razionalità sono stati tacciati di essere sul libro paga delle multinazionali. Un disastro. Emiliano, gli va dato atto, la faccia ce la sta mettendo. Ma con un’impostazione sbagliata. Il presidente della giunta ritiene che è sufficiente un’intenzione comunicativa, che prosegue la sagra del programma con la sua gradualità, (), per un’azione efficace e concreta contro un batterio del quale ancora non si conosce neanche la fisiologia della moltiplicazione nei vasi linfatici degli ulivi. E’ vero che un’intenzione comunicativa può avere anche una sua forza energetica, ma è improbabile che questa forza energetica sia capace di rallentare la campagna distruttiva di xylella.


Qualche anno fa alcuni scienziati riduzionisti hanno voluto indagare sull’energia mentale dei guaritori, visti come esponenti privilegiati dell’energia cosmica in terra, e sulla forza di risanamento delle malattie. Lo scopo era di verificare la potenza psichica dell’intenzione dei guaritori. Ecco, è meglio non avventurarsi su questo terreno e di restare invece legati al realistico procedimento scientifico, forse meno attraente, ma l’unico in grado di fornire qualche informazione utile a contrastare il batterio e a indicare un’alternativa utile per il futuro. Sembra che l’assemblea di patologi vegetali, virologi, entomologi, microbiologi, chimici e anche ingegneri, si sia conclusa senza un’indicazione di lavoro precisa. L’unica cosa certa è la segreteria affidata a Gianluigi Cesari, consulente del presidente. Sarà creata una rete di ricerca alternativa a quella messa in campo da Cnr e Università di Bari? Sarà allargata ancora ad altre figure? Non può esserci un modello politico di scienza, né tantomeno è sufficiente un’espressione azzardata, Task Force, per compiere un’azione corretta e coerente con una volontà chiaramente determinata.

Fonte: http://m.lagazzettadelmezzogiorno.it/notizie_editoriali.php?IDNotizia=867443&IDCategoria=1






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