venerdì 6 novembre 2015

Risultati preliminari di una sperimentazione condotta in uliveti in agro di Gallipoli (Lecce)


Gli ulivi che erano dati per spacciati, completamente secchi e con il batterio Xylella nei propri tessuti, sono stati “resuscitati” dall’Università di Foggia. Le sperimentazioni condotte sul campo, su stimolo di Copagri Lecce, danno frutti insperati. Gli alberi hanno ripreso tutti a vegetare, dimostrando che sì, “la pianta è riuscita a superare la presenza del batterio e la convivenza tra Xylella e ulivi e tra Xylella e territorio è possibile”, hanno rimarcato i ricercatori Antonia Carlucci e Francesco Lops.
Si attenderà aprile per validare scientificamente il tutto, ma i risultati preliminari presentati presso la Camera di Commercio di Lecce sono più che incoraggianti: sugli alberi trattati con sostanze a basso impatto ambientale non solo sono spuntate le foglie, ma anche il frutto. Questo a dispetto del credo professato dalla Regione Puglia anche in mattinata di tagli assolutamente necessari per contenere la malattia, come ribadito dal direttore dell’Osservatorio fitosanitario regionale Silvio Schito.
Il 16 novembre, si discuterà di Xylella in un Consiglio regionale monotematico. E lì è certo che approderanno anche i risultati delle sperimentazioni condotte su 120 ulivi malati di due aziende di Matino, una di Leverano, una Sannicola, una di Presicce e l’altra di Melendugno. “La prima sensazione avuta – ha spiegato Carluccio – è di avere a che fare con piante trascurate” e tra l’altro non irrigate. Prima è stata effettuata l’aratura e poi sono stati usati dodici prodotti, forniti gratuitamente dalle aziende produttrici, tutti registrati come concimi, fertilizzanti o biostimolanti, somministrati per via radicale o fogliare. “In ogni caso, possiamo affermare che tutti i trattamenti, nessuno escluso, hanno dato alla pianta la giusta spinta per rivegetare”, hanno sottolineato i ricercatori. Se compariranno sintomi di disseccamento, ovviamente, si vedrà nei prossimi mesi. Ciò che è certo è che quest’anno da quegli alberi dati per persi è stato possibile raccogliere le olive.
Gli ulivi con la xylella rivegetano e producono. Dalla ricerca ancora buone notizie

Antonia Carlucci e Francesco Lops dell’Università di Foggia, che hanno coordinato le ricerche su iniziativa di Copagri, la collaborazione di aziende e proprietari che hanno offerto i propri terreni, ma senza un euro di contributi pubblici, hanno illustrato oggi presso la Camera di Commercio di Lecce lo stato dell’arte.
Intanto si può già affermare –considerando che la sperimentazione terminerà ad aprile con la conclusione del ciclo biologico – che i circa 120 ulivi (tutti sintomatici già all’osservazione iniziale) sottoposti ad un massimo di sei trattamenti con l’utilizzo, anche in maniera combinata, di prodotti a basso o nullo impatto ambientale, hanno ripreso a vegetare e produrre, pur confermando nei tre prelievi effettuati nell’arco di questi cinque mesi, la permanenza del batterio.
D’altra parte la ricerca era stata indirizzata sin dalla conferenza stampa di presentazione, il 16 marzo scorso, non all’individuazione di un sistema per eliminare la xylella, ma di rendere possibile la convivenza tra la pianta e quello che è considerata la causa del complesso del disseccamento rapido dell’ulivo. E una buona “manutenzione” della pianta si starebbe rivelando efficace. Certo, resta da capire – hanno avvisato i ricercatori - se il batterio deve ancora dispiegare tutta la sua capacità distruttiva nelle piante osservate, ma è solo una questione di tempo. Intanto gli alberi hanno ripreso rapidamente vigore e producono olive. Nessun trionfalismo, quindi, ma la consapevolezza che il cammino intrapreso può portare lontano.

Nessun commento:

Posta un commento