Piuttosto che aumentare il livello di resistenza della vite al PD il Dr. Carlos Gonzalez, professore di ruolo di batteriologia presso la Texas A & M, e il suo team di ricercatori hanno sviluppato un sistema di biocontrollo usando dei virus batteriofagi.
Sono dei virus in grado di attaccare i batteri e la squadra di Gonzalez ha isolato alcuni ceppi selettivi in grado di attaccare la Xylella.
Hanno usato un “cocktail” che includeva ben quattro differenti virus affinché la soluzione rimanesse efficace evitando che la Xf sviluppasse una forma di resistenza contro un singolo ceppo.
Su un altro fronte, il dottor Andrew Walker, professore di viticoltura ed enologia presso l’Università della California ha sviluppato un’azione preventiva nei confronti della Xf: utilizzando strumenti di mappatura genetica e tecniche di coltivazione aggressive, nel corso degli ultimi 12 anni Walker ha prodotto un vitigno che appartiene al 97% alla Vitis Vinifera, capace di produrre vini di buona qualità e di resistere al PD; tuttavia queste nuove barbatelle non verrano messe in commercio prima di alcuni anni.
Storicamente, i coltivatori hanno usato insetticidi per combattere l’insetto vettore ma il Dott David N. Appel, professore di patologia vegetale alla Texas A & M, ha detto in un’intervista su Wines & Vines che “L’ingrediente principale di questi insetticidi è l’imidacloprid, che è stato vietato in Europa a causa del suo effetto sulla popolazione di api.”
I Batteriofagi, invece, offrono un alternativa “verde” per i pesticidi, perché sono abbondanti nell’ambiente e bersagliano batteri specifici. La soluzione è stata testata su viti coltivate in una serra applicandola su alcune viti prima dell’infestazione e su altre dopo.
In entrambi i casi si sono avuti esiti positivi, il cocktail previene l’attacco ed è in grado anche di fermarlo
“Abbiamo bisogno di una intera stagione di crescita, e poi una seconda stagione in modo da poter controllare il vigore della pianta.”
Inoltre garantisce che questi virus risultano essere innocui per la specie umana in quanto altamente selettivi. Non sarà possibile commercializzare il tutto prima di due o tre anni. L’EPA (Ente per la Protezione Ambientale americano) rilascerà il prossimo anno la sua opinione.
Per il produttore il kit, composto dal cocktail e una pistola atta ad iniettare il tutto nella pianta, si aggirerà intorno ai 3800 €.
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