comunicato stampa
ARRIVA DAL TERRITORIO SALENTINO UNA POSSIBILE RISPOSTA A
XYLELLA: INTERCETTATE, IN ZONE DISTRUTTE, DIECI PIANTE SELVATICHE DI ULIVO
ASINTOMATICHE E PRIVE DEL BATTERIO.
Arriva dal Salento una ulteriore speranza e linea di ricerca
per la convivenza con Xylella grazie al germoplasma di olivo rappresentato
dagli olivastri o meglio le tantissime nuove potenziali varietà originate da
semenzali spontanei sul territorio. Destano grande interesse dieci esemplari
unici di olivastri, che pur essendo cresciuti ed in alcuni casi anche entrati
in produzione in zone fortemente attaccate dal batterio, al momento, non
presentano sintomi di disseccamento e sono risultati negativi alle analisi per
Xylella (ripetute tre volte in un arco temporale di sei mesi). I primi
territori interessati dalla malattia, ove tutte le piante sono state esposte,
per almeno quattro anni, ad una fortissima pressione di inoculo in presenza di
abbondanti popolazioni di vettori, si confermano un laboratorio a cielo aperto
ove poter condurre osservazioni e studi su ampia scala in pieno campo. Le
aspettative su questi esemplari unici sono cresciute in modo considerevole
osservando gli olivi coltivati delle principali varietà locali circostanti con
forti disseccamenti e, una volta analizzati, risultati contenere enormi
quantità di batterio. Oltre quindi all’individuazione nella varietà Leccino dei
primi meccanismi di resistenza al batterio ed all’avvio delle sperimentazioni
in zona infetta (sia con giovani piante inoculate o esposte ad infezioni
naturali che attraverso sovrainnesti su piante secolari sintomatiche) per
testare moltissime varietà italiane e mediterranee, lo studio dei semenzali
locali, andando ad esplorare una biodiversità ed una variabilità genetica ancor
più ampia, incrementa notevolmente la possibilità di individuare
fattori/caratteri di resistenza, tolleranza o addirittura immunità. In attesa
delle verifiche ed i necessari approfondimenti già avviati da parte della
comunità scientifica si continua a mantenere accesa la speranza di trovare
nello stesso olivo una soluzione “genetica” definitiva e non temporanea alla
malattia, considerata ormai non più eradicabile in gran parte del Salento.
Ma non basta, da una prima analisi dei profili genetici dei
semenzali è emerso, oltre ad una eccezionale variabilità genetica, che alcuni
dei semenzali, come atteso, sono "figli" delle cultivar locali
Cellina di Nardò e Ogliarola Salentina. È questa la seconda interessante
importante novità che consentirebbe di preservare, in possibili nuove ed uniche
varietà locali, alcune delle caratteristiche delle varietà autoctone dominanti,
oggi nelle aree infette a rischio di estinzione proprio per colpa del batterio.
Ci si augura quindi che alcuni "figli" delle nostre cultivar possano
servire, attraverso gli innesti, a salvare il patrimonio olivicolo monumentale
mantenendo in questo modo una similitudine di tipo genetico/varietale con
l’attuale olivicoltura tradizionale salentina.
Questa linea di ricerca è partita da un'idea di Giovanni
Melcarne, Agronomo e presidente del Consorzio Dop Terra d'Otranto, il quale
perlustrando per circa sei mesi diverse zone focolaio in Provincia di Lecce ha
selezionato, dopo numerose verifiche in campo e in laboratorio, i dieci olivi
selvatici asintomatici e privi del batterio su un totale di circa 10.000 piante
osservate, nate anch'esse da seme. Tutto questo è stato reso possibile dal
costante supporto scientifico da parte del CNR (IPSP di Bari e IBBR di
Perugia), UNIBA e CRSFA “BASILE CARAMIA”, che fin dall'inizio, pur mantenendo
sospeso ogni giudizio definitivo in attesa delle verifiche scientifiche, hanno
condiviso e sostenuto con entusiasmo l’idea. E proprio per quest'ultime che si
è già provveduto a innestare le marze di questi dieci olivastri su piante
infette di Ogliarola in campo, come lo è stato per le 250 cultivar nel progetto
"Xylella quick tollerance test ", nonché su semenzali infetti in
ambiente controllato, al fine di accelerare i tempi per la verifica e arrivare
nel più breve tempo possibile a decretarne l’elevata resistenza o, si spera,
l'immunità al batterio. I ricercatori affermano che, se fosse raggiunto
l’obiettivo dell’elevata resistenza/immunità di questi o altri semenzali,
seppur la successiva valutazione produttiva/tecnologica/qualitativa di questo
germoplasma autoctono richiederà tempo, si disporrebbe comunque di caratteri
preziosi per il miglioramento genetico.
Per i ricercatori, quella dei “selvatici”, rimane comunque
una strada importante da percorrere e proseguire per almeno due ordini di
motivi; la quasi totalità delle attuali varietà mondiali di olivo deriva
proprio dalla selezione, operata dagli agricoltori per caratteri interessanti
produttivi e qualitativi, di semenzali spontanei e non da incroci controllati
solo recentemente avviati su olivo; numerosissimi, e quindi enorme la
variabilità genetica da esplorare, sono gli esemplari selvatici in Salento,
tutti geneticamente diversi e rappresentanti una importante banca di geni e
caratteri locali che potrà rappresentare una chiave di volta alla drammatica
fitopatia che affligge il nostro territorio.
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