Antonio Bruno Caro Michele Trotti, non riesco a trovare al distinzione tra OLIVASTRO e OLEASTRO. Potresti chiarirmela? Ti riporto cosa afferma Treccani.it
Michele Trotti Caro
Antonio, il tuo dubbio è più che legittimo atteso che in letteratura
divulgativa, e non solo, spesso si usano i due termini scambievolmente.
La classificazione botanica dell’olivo resta comunque abbastanza
problematica. L’olivo (Olea europaea L.) appartiene
alla famiglia Oleaceae. La famiglia comprende più di 30 generi di cui 8
(Fraxinus, Jasminum, Ligustrum, Olea, Phyllirea, Fontanesia, Syringa e
Forsythia) sono presenti nella flora italiana (Pignatti, 1982). Tra
questi la Phillyrea latifolia è comunemente individuata come
olivastro (genere diverso dall’Olea).
Il genere Olea include 30-35 taxa, considerati specie, subspecie o varietà, di alberi e arbusti sempreverdi, nativi delle zone temperate calde e/o delle regioni tropicali (Taylor, 1945; Green, 2002). Nel genere si annoverano tre sottogeneri: Tetrlpilus, Paniculatae e Olea. Quest’ultimo è suddiviso in due sezioni:
- Ligustroides, con taxa che hanno infiorescenze terminali;
- Olea, con taxa con infiorescenze ascellari o subterminali; a questa sezione appartiene la specie Olea europaea L. che raggruppa forme coltivate e selvatiche dell’olivo (Green, 2002).
La specie può essere considerata un complesso di 6 sottospecie che si differenziano per determinati caratteri morfologici e per una specifica distribuzione geografica (Mazzolani e Altamurara, 1976-77; Besrnard et al., 2002):
- Olea europaea subsp. europaea corrispondente all’olivo del Mediterraneo;
- Olea europaea subsp. cuspidata con taxa del sud-est dell’Africa e Asia;
- Olea europaea subsp. maroccana endemica del sud del Marocco;
- Olea europaea subsp. cerasiformis corrispondente alle forme selvatiche della Macronesia;
- Olea europaea subsp. lapperinei presente nel Sahara e Nord Africa;
- Olea europaea subsp. guanchiaca.
E’ opinione comune a molti, tuttavia, che gli scambi genetici avvenuti tra la forma mediterranea e i rimanenti taxa hanno concorso, molto probabilmente, all’evoluzione dell’olivo attualmente coltivato (Besnard et al., 2001)
Nella subspecie europaea si distinguono due varietà botaniche:
O. e. subsp. europaea var. sylvestris (Mill.) Lehr., l’olivo selvatico o oleaster (comunemente indicato oleastro);
O. e. subspecie europaea var. europaea (communis o sativa), l’olivo coltivato.
La classificazione riportata ha subito nel tempo alcune rivisitazioni. Per eventuali approfondimenti, invito la consultazione del testo “Biologia e fisiologia dell’olivo” di Shimon Lavee in Enciclopledia Mondiale dell’Olivo (C.O.I.) 1996. Un caro saluto.
Il genere Olea include 30-35 taxa, considerati specie, subspecie o varietà, di alberi e arbusti sempreverdi, nativi delle zone temperate calde e/o delle regioni tropicali (Taylor, 1945; Green, 2002). Nel genere si annoverano tre sottogeneri: Tetrlpilus, Paniculatae e Olea. Quest’ultimo è suddiviso in due sezioni:
- Ligustroides, con taxa che hanno infiorescenze terminali;
- Olea, con taxa con infiorescenze ascellari o subterminali; a questa sezione appartiene la specie Olea europaea L. che raggruppa forme coltivate e selvatiche dell’olivo (Green, 2002).
La specie può essere considerata un complesso di 6 sottospecie che si differenziano per determinati caratteri morfologici e per una specifica distribuzione geografica (Mazzolani e Altamurara, 1976-77; Besrnard et al., 2002):
- Olea europaea subsp. europaea corrispondente all’olivo del Mediterraneo;
- Olea europaea subsp. cuspidata con taxa del sud-est dell’Africa e Asia;
- Olea europaea subsp. maroccana endemica del sud del Marocco;
- Olea europaea subsp. cerasiformis corrispondente alle forme selvatiche della Macronesia;
- Olea europaea subsp. lapperinei presente nel Sahara e Nord Africa;
- Olea europaea subsp. guanchiaca.
E’ opinione comune a molti, tuttavia, che gli scambi genetici avvenuti tra la forma mediterranea e i rimanenti taxa hanno concorso, molto probabilmente, all’evoluzione dell’olivo attualmente coltivato (Besnard et al., 2001)
Nella subspecie europaea si distinguono due varietà botaniche:
O. e. subsp. europaea var. sylvestris (Mill.) Lehr., l’olivo selvatico o oleaster (comunemente indicato oleastro);
O. e. subspecie europaea var. europaea (communis o sativa), l’olivo coltivato.
La classificazione riportata ha subito nel tempo alcune rivisitazioni. Per eventuali approfondimenti, invito la consultazione del testo “Biologia e fisiologia dell’olivo” di Shimon Lavee in Enciclopledia Mondiale dell’Olivo (C.O.I.) 1996. Un caro saluto.
Antonio Bruno Fermo
restando l'oleastro: TU SCRIVI [O. e. subsp. europaea var. sylvestris
(Mill.) Lehr., l’olivo selvatico o oleaster (comunemente indicato
oleastro);] quel'è invece L'OLIVASTRO?
Michele Trotti La stessa Treccani si contraddice... http://www.treccani.it/.../olivastro_(Enciclopedia.../
Antonio Bruno ecco perchè la dizione olivastro nel caso specifico di ciò che avvenne in Sardegna è errata
Michele Trotti Ritengo di sì, ma, come dicevo, spesso i due termini sono utilizzati scambievolmente. Altro interessante particolare da notare è che un tempo gli innesti erano alti, in Sardegna come in Puglia. Poi in Puglia si è iniziato a far innesti bassi, come in Toscana, con nesti che sovente radicano soppiantando il soggetto e rendendo di fatto inutile l'innesto. Grazie a te.
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Io ho trovato Olea oleaster (oleastro) e Olea europea varietà olivaster (olivastro), usati come porta innesti dell'Olea europea var. sativa
RispondiEliminaSalve, l'oleastro è l'ulivo selvatico (O. europaea sylvestrys), invece l'olivastro è un O. europaea sativa nata da seme e che quindi presenta un carattere selvatico nella sua fase giovanile, ingentilendosi col tempo (portando potenzialmente ad una nuova cultivar di olivo domestico). Giovanni Roviello
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