Sig. DESTINATARI
Si chiede di
sottoscrivere, entro mercoledi 19pv, se ritenete opportuno,
l’allegata lettera in merito alla gestione del verde pubblico di Lecce e del
superamento delle attuali criticità.
E’ elaborata dal
Cordinamento per il verde urbano di Lecce, promotore delle ultime iniziative in
merito. Rinviare al mittente con semplice ok.
Cordiali saluti
Per il Coordinamento
Giovanni Seclì
Silvia Pedone
Ho provveduto
ad analizzare punto per punto la lettera aperta del confrontando con quanto
afferma la letteratura scientifica e normativa di settore e alla luce delle risultanze
ho sottoscritto la lettera aperta del forum.ambientesalute.lecce@gmail.com
1) Importanza del verde urbano
Tesi dello
scritto:
Sostiene che la presenza di alberi sia fondamentale per la qualità della vita
urbana, menzionando benefici ecologici, paesaggistici, di salute pubblica e
psicofisici, richiamando anche il concetto della "regola del
3-30-300" (30% copertura arborea urbana).
Congruenza
con la letteratura scientifica:
- Confermato: la letteratura è
molto solida su questo. Diversi studi e review sistematiche, tra cui
proprio quello citato di Van den Bosch & Sang (2017), confermano che
la presenza di aree verdi, soprattutto alberate, è associata a
miglioramenti sulla salute mentale, riduzione dello stress, minore
incidenza di malattie cardiovascolari e respiratorie.
- Anche la "regola
3-30-300" proposta da Cecil Konijnendijk è ormai largamente
riconosciuta come best practice per il verde urbano: 3 alberi visibili da
ogni finestra, 30% copertura arborea minima, massimo 300 metri di distanza
da un’area verde. Lecce sembra lontana da questi parametri, il che rende
pertinente la critica.
Fonti:
- Konijnendijk, C. C. (2022). Urban
Forestry & Urban Greening
- WHO (2017). Urban green spaces
and health – A review of evidence.
2) Perdita di alberi e compensazione inadeguata
Tesi dello
scritto:
Denuncia la perdita di circa 5000 alberi in dieci anni, abbattuti per vari
motivi (sicurezza, radici invasive, dissesto idrogeologico, progetti PNRR),
senza adeguata sostituzione.
Congruenza
con la letteratura:
- In linea: è ampiamente
dimostrato che la perdita di alberi maturi ha un forte impatto negativo.
Gli alberi giovani, anche se piantati in sostituzione, non compensano i
benefici ecosistemici degli alberi maturi, che assorbono più CO2, hanno
maggiore capacità ombreggiante e maggiore biodiversità associata.
- La sostituzione con specie di
“seconda grandezza” comporta una riduzione a lungo termine di questi
servizi ecosistemici.
Fonti:
- Roman, L.A. et al. (2014). "Urban
tree mortality: a literature review." Urban Forestry & Urban
Greening.
- Ferrini, F., & Fini, A.
(2019). "Valutazione e gestione del rischio degli alberi."
3) Abbattimenti per motivi di sicurezza e dissesto
idrogeologico
Tesi dello
scritto:
Sostiene che abbattere alberi per ragioni di sicurezza o per dissesto sia
spesso ingiustificato, e che gli alberi contrastino in realtà il dissesto
idrogeologico.
Congruenza
con la letteratura:
- Confermato: gli alberi riducono
il rischio idrogeologico migliorando la stabilità del suolo, aumentando
l’infiltrazione d’acqua e trattenendo il terreno con le radici.
- Tuttavia, è vero che le radici
possono danneggiare infrastrutture, ma la letteratura suggerisce soluzioni
non distruttive, come barriere radicali, pavimentazioni drenanti, e
progettazione integrata.
Fonti:
- Stokes, A. et al. (2014). "Engineering
the forest: reducing infrastructure vulnerability to trees."
- FAO, Urban forestry
guidelines.
4) Potature drastiche e scorrette
Tesi dello
scritto:
Critica le potature pesanti e non conformi agli standard europei.
Congruenza
con la letteratura:
- Pienamente corretto: le
potature drastiche (capitozzatura, rimozione eccessiva della chioma)
riducono la stabilità della pianta, causano stress, facilitano malattie e
aumentano il rischio di schianto.
- Lo Standard Europeo sulla
Potatura (2021) vieta pratiche drastiche e sottolinea l’importanza di
interventi calibrati, rispettando la fisiologia e la struttura naturale
dell'albero.
Fonti:
- European Tree Pruning Standard
(ETPS) 2021.
- Gilman, E.F. (2012). "An
Illustrated Guide to Pruning."
5) Critiche ai progetti PNRR e al concetto di
“riqualificazione ecologica”
Tesi dello
scritto:
Si sostiene che gli abbattimenti legati a progetti PNRR contraddicano il
principio DNSH (Do No Significant Harm).
Congruenza
con la normativa:
- Corretto: il principio DNSH
impone che i progetti finanziati con fondi europei non provochino danni
significativi all’ambiente, inclusa la biodiversità urbana.
- Diversi esperti hanno segnalato
che interpretazioni troppo semplificate di “riqualificazione” rischiano di
essere in contrasto con la sostenibilità.
Fonti:
- Linee guida UE sul DNSH (2021).
- Osservazioni di ISPRA e SNPA
sulle valutazioni ambientali urbane.
6) Legame con eventi mediatici (Giro d’Italia)
Tesi dello
scritto:
Si critica l'intervento di potatura per motivi legati all'immagine e alla
visibilità mediatica.
Congruenza:
- Anche se non strettamente
scientifico, l’intervento sembra contrastare con le politiche
internazionali UCI che promuovono eventi a basso impatto ambientale. È
coerente richiamare che una manifestazione “ecologica” non dovrebbe
giustificare pratiche dannose per l’ambiente locale.
Eventuali criticità dello scritto:
L’unico
punto su cui si potrebbe richiedere un approfondimento ulteriore riguarda i
dati quantitativi:
- I 5000 alberi persi in 10 anni
non sono ufficialmente corroborati da fonti istituzionali (il testo cita
dati raccolti da un giornalista e attivista, che però non derivano da un
censimento pubblico).
- Un’analisi comparativa con
altri comuni simili in Italia avrebbe rafforzato il messaggio, fornendo un
benchmark.
Conclusione:
Lo scritto
risulta in larghissima parte coerente con la letteratura scientifica attuale
sull’arboricoltura urbana, i servizi ecosistemici del verde e le buone pratiche
di gestione. La denuncia relativa ad abbattimenti preventivi, potature
scorrette, perdita di biodiversità e gestione poco integrata trova solido
riscontro nella comunità scientifica.
Un'analisi
comparativa della gestione del verde urbano tra Lecce e altri comuni italiani
di dimensioni simili evidenzia differenze significative nella disponibilità e
nella cura delle aree verdi.
Disponibilità
di verde urbano
Secondo i
dati ISTAT del 2011, Lecce si posizionava al 108° posto su 116 province
analizzate, con una disponibilità di 5,5 mq di verde urbano per abitante. In
confronto, Brindisi occupava l'89° posto con 12,2 mq/ab, mentre Taranto era
all'ultimo posto con 1,8 mq/ab. Matera, al primo posto, offriva 978,2 mq per
abitante. https://salentometropoli.it
Iniziative
per la gestione del verde urbano
Alcuni
comuni italiani hanno adottato Piani del Verde Urbano come strumenti strategici
per guidare uno sviluppo sostenibile delle città, integrando aspetti antropici
con quelli ambientali ed ecologici. Questi piani mirano a mitigare gli impatti
climatici attraverso interventi basati sulla natura, incrementare le
infrastrutture verdi e blu per una maggiore resilienza e riconnettere la
popolazione urbana con la natura attraverso aree verdi accessibili e di
qualità. Studio Bellesi Giuntoli+1Ingenio+1Ingenio
Partecipazione
dei cittadini
Il Comune di
Lecce promuove la partecipazione dei cittadini nella cura dei beni comuni,
favorendo forme di collaborazione e autogestione delle aree destinate a verde
urbano attraverso l'adozione e la sponsorizzazione. Comune di Lecce
Conclusioni
Nonostante
Lecce abbia registrato progressi nella gestione ambientale, come evidenziato
dalla risalita di nove posizioni nella classifica dell'Ecosistema Urbano, la
disponibilità di verde pubblico rimane inferiore rispetto ad altri comuni
italiani. L'adozione di strumenti strategici, come i Piani del Verde Urbano, e
una maggiore partecipazione dei cittadini potrebbero contribuire a migliorare
la situazione, rendendo la città più resiliente ai cambiamenti climatici e
migliorando la qualità della vita dei suoi abitanti.https://lecceoggi.com
LETTERA
APERTA A
I Cittadini di Lecce
Direzione
Organizzativa Giro d'Italia
Unione
Ciclistica Internazionale Dott. Mario Tozzi
Dott. Luca Mercalli
Dott.
Daniele Zanzi
Prof. Grammenos Mastrojeni
Sua
Eccellenza il Vescovo Mons. Seccia
ONDA
Organizzazione Nazionale per la Difesa degli Alberi
GRIG Gruppo
d’Intervento Giuridico
Stimatissimi,
Ci rivolgiamo
a Voi per denunciare un problema che sta gravemente compromettendo
il patrimonio verde della nostra città, offendendone la bellezza, la
ricchezza paesaggistica, la vivibilità, la salute dei cittadini.
Negli ultimi anni il patrimonio
vegetale della città di Lecce (arboreo, ma non solo) ha subito un
depauperamento vieppiù preoccupante per la rapidità con cui è avvenuto.
Per molti, purtroppo, gli alberi
non sono altro che un inutile ingombro, un fastidio, un pericolo; per
l'Amministrazione Comunale solo un costo e una fonte di preoccupazione, perciò
quello che diremo potrà sembrare un capriccio, un’esagerazione
o una lamentela che non attiene i reali problemi della città... Ma non è così!
Quanti si occupano seriamente di
pianificazione urbana, da tempo hanno dimostrato che non c’è futuro vivibile
(né presente) senza un’elevata copertura arborea nelle città, che dovrebbe
attestarsi al livello ottimale del 30% del territorio (1, 2).
La situazione a Lecce,
evidentemente, è invece in totale controtendenza: alcune stime riportano che
negli ultimi nove, dieci anni Lecce ha perso circa 5000 (cinquemila!) alberi,
per i motivi più svariati (3), abbattimenti, ma anche crolli (dovuti quasi
sempre a danni inferti alle piante o assenza di manutenzione) e incendi (quasi
sempre dolosi), e solo in minima parte tale perdita è stata compensata da nuovi
alberi effettivamente attecchiti.
Citando il prof. Daniele Zanzi,
esperto di Arboricoltura di fama internazionale: «Vi è sempre un motivo per
uccidere un albero.»
Nello specifico, gli abbattimenti più gravi a Lecce sono
avvenuti per i seguenti motivi:
•
Presunte esigenze di sicurezza attorno allo stadio “Ettore
Giardiniero” (2019) hanno portato all’eliminazione di circa 230 alberi, la metà
dei quali pini;
•
Necessità di riparazione di asfalti e marciapiedi
dissestati dalle radici dei pini;
•
Progetti di “Mitigazione del dissesto idrogeologico”,
ma abbattere alberi con questa motivazione è un controsenso, essendo gli alberi
il principale elemento di contrasto al dissesto idrogeologico, grazie al
rallentamento della violenza della pioggia e all’aumento di penetrazione di acqua
nel terreno, che ostacolano lo scorrimento superficiale causa di allagamenti (naturalmente
occorrerebbe, oltre a mantenere gli alberi esistenti, ridurre le superfici
impermeabili costituite da asfalto, cemento e mattoni “tradizionali”,
aumentando al contempo le superfici coperte con
materiali drenanti e il terreno coperto da prati);
•
Potature fatte senza competenza specifica “alla
maniera degli alberi da frutto” e sempre in modo troppo drastico, che hanno
talvolta portato alla morte degli alberi;
•
Per ultimo gli sventurati progetti PNRR finalizzati
alla “riqualificazione ecologica”, in nome dei quali (non solo a Lecce) si
abbattono senza pietà alberi ultradecennali sani e stabili. Le alberature previste per la
loro sostituzione darebbero i loro benefici non prima di 10-15 anni, quando le
chiome potranno avere forse un’ampiezza comparabile alle attuali (comunque è
difficile dal momento che i nuovi alberi saranno di seconda o terza grandezza
così da avere chiome e apparati radicali contenuti), con un ovvio saldo
ecologico ed ecosistemico negativo.
Tutto ciò è inaccettabile,
soprattutto in un ambiente urbano come quello salentino, caratterizzato da
estati sempre più prolungate, siccitose e con picchi termici sempre più
elevati, che gli alberi contribuiscono a mitigare.
Con l’alibi della
“riqualificazione”, pertanto, si decidono a tavolino abbattimenti preventivi e specieselettivi, in particolare si
condannano e si eliminano indiscriminatamente i pini definendoli “instabili di
per sé” e quindi soggetti a crollare al primo colpo di vento, una sostituzione
botanica che ha l'aspetto di una “soluzione finale”.
La scienza invece, in
particolare l’arboricoltura moderna, ci insegna tutt’altro: i
cedimenti improvvisi sono causati il più delle volte dalla compromissione
dell’apparato radicale in occasione di lavori stradali invasivi svolti in
assenza di supervisione agronomica e in modo approssimativo, d'altro canto per
valutare la pericolosità bisogna interpellare tecnici preparati specificamente
sugli alberi urbani. L’abbattimento
preventivo annunciato dall’Assessorato all'Ambiente di Lecce durante una Commissione
Consiliare dello scorso febbraio è un vero “suicidio ecologico” che, se messo
in atto, causerebbe una perdita incalcolabile di benefici ecologici, essenziali
per il benessere della cittadinanza
(come autorevolmente descritto
dal neurobiologo vegetale prof. Stefano Mancuso in numerose pubblicazioni, dal
prof. Francesco Ferrini, docente di spessore internazionale
di Arboricoltura e Coltivazioni Arboree dell’Università di Firenze, e da tanti altri
studiosi) tra i quali:
•
Effetto condizionatore (mitigazione dell’isola di
calore urbana)
•
Assorbimento della CO2
•
Assorbimento del particolato
•
Produzione di ossigeno
•
Mitigazione degli effetti delle piogge
torrenziali
•
Miglioramento generale del benessere psicologico, con
effetti benefici anche sugli stati depressivi (Forest therapy)
•
Riduzione dell’incidenza di malattie cardiovascolari e
respiratorie e miglioramento del benessere psicofisico in generale
L’Amministrazione comunale è
stata dagli scriventi messa al corrente diciotto mesi fa sulla possibilità
concreta di rimodulare il Progetto di “riqualificazione ecologica” della
circonvallazione cittadina, che prevede l’abbattimento di 107
esemplari (in buona parte già compiuto), salvaguardando le alberature di alto
valore ecologico e paesaggistico grazie a tecniche moderne di “risoluzione
delle interferenze tra apparati radicali e infrastrutture urbane”, ma le
proposte avanzate (per l’ennesima volta ai primi di febbraio 2025) non sono mai
state ritenute meritevoli di attenzione.
Un altro pericolo si profila a
breve ed è rappresentato da un evento, il Giro d'Italia, che dovrebbe portare
lustro e prestigio alla città ed essere occasione di attrazione turistica e passione sportiva.
Ma sfortunatamente, in nome delle
“suggestive riprese dall’elicottero”, come dichiarato dall'assessore Severo
Martini sul Quotidiano di Puglia del 23 febbraio 2025, si preannuncia un
intervento di potatura di 1800 alberi, in gran parte già effettuato, su tutto
il percorso cittadino del Giro. Le immagini delle potature già
effettuate sul viale dell'Università mostrano che tali interventi sono
estremamente aggressivi e portano a una profonda alterazione della struttura
naturale della chioma e della salute della pianta.
Da diversi anni l’Unione
Ciclistica Internazionale promuove “il rispetto assoluto del territorio in cui
si svolgono gli eventi, con particolare attenzione alla tutela della
biodiversità locale”, pertanto un intervento come quello in corso di esecuzione
da parte dell’Ufficio Ambiente di Lecce è totalmente incoerente con lo spirito
della manifestazione, essendo il ciclismo lo sport “ecologico” per eccellenza.
In più, come segnalato all’Assessorato all’Ambiente, al Sindaco e all’Ordine degli
Agronomi di Lecce, le modalità con cui le potature sono state eseguite in
specie su viale dell’Università, viale Otranto e viale Marconi, sono contrarie
a tutte le norme di buona pratica agronomica note da almeno 50 anni e
recentemente aggiornate e definite nello Standard Europeo di Potatura degli
Alberi Ornamentali, elaborato nel 2021 a cura di un Gruppo di Lavoro
Internazionale, in collaborazione con l’European Arboricolture Council, e
approvato dalla Società Italiana di Arboricoltura (S.I.A.).
Può darsi che
anche l’accelerazione impressa agli abbattimenti nelle ultime settimane sia
motivata dalla volontà di approntare le strade per l’evento del prossimo 13 maggio,
un motivo in più per ritenere che il Giro d’Italia si sia trasformato in una
condanna per la città.
Facciamo quindi appello alla cittadinanza affinché con uno
scatto di orgoglio e consapevolezza faccia comprendere all'Amministrazione che
non è questa la Lecce che vogliamo: gli altari della fruizione
sportiva e mediatica non dovrebbero richiedere un tale olocausto al nostro
paesaggio urbano, alla bellezza e alla vivibilità di viali storici e zone
residenziali (se il motivo sono le riprese, esse possono utilizzare tecniche, come
i droni, in grado di operare in qualunque contesto ambientale), così come l’utilizzo
di fondi PNRR non dovrebbe richiedere interventi così distruttivi, al contrario
tali fondi obbligano al rispetto del principio, evidentemente disatteso dalla
stessa commissione di assegnazione degli stessi, di non arrecare danno
significativo all’ambiente (DNSH).
Alle personalità e agli Enti
destinatari della presente chiediamo di supportare in ogni modo la nostra
istanza per il suo carattere di assoluta urgenza.
Ancora (sull’esempio della
resilienza degli alberi) fiduciosi in un estremo ripensamento da parte dell'Amministrazione
Comunale di Lecce, chiediamo con le parole dell’illustre professor Daniele Zanzi:
«Fermatevi finché siete in tempo!».
Coordinamento Alberi e Verde Urbano di Lecce
Forum Ambiente e Salute
ADIPA Puglia
WWF Salento
Italia Nostra sezione Sud Salento
Adaf Lecce
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