martedì 18 marzo 2025

Adaf Lecce per il verde urbano della Città di Lecce

 


Sig. DESTINATARI

 

Si chiede di sottoscrivere, entro mercoledi 19pv,   se ritenete opportuno, l’allegata lettera in merito alla gestione del verde pubblico di Lecce e del superamento delle attuali criticità.

E’ elaborata dal Cordinamento per il verde urbano di Lecce, promotore delle ultime iniziative in merito. Rinviare al mittente con semplice ok.

Cordiali saluti

Per il Coordinamento

Giovanni Seclì

Silvia Pedone

 

 

 

Ho provveduto ad analizzare punto per punto la lettera aperta del confrontando con quanto afferma la letteratura scientifica e normativa di settore e alla luce delle risultanze ho sottoscritto la lettera aperta del forum.ambientesalute.lecce@gmail.com


1) Importanza del verde urbano

Tesi dello scritto:
Sostiene che la presenza di alberi sia fondamentale per la qualità della vita urbana, menzionando benefici ecologici, paesaggistici, di salute pubblica e psicofisici, richiamando anche il concetto della "regola del 3-30-300" (30% copertura arborea urbana).

Congruenza con la letteratura scientifica:

  • Confermato: la letteratura è molto solida su questo. Diversi studi e review sistematiche, tra cui proprio quello citato di Van den Bosch & Sang (2017), confermano che la presenza di aree verdi, soprattutto alberate, è associata a miglioramenti sulla salute mentale, riduzione dello stress, minore incidenza di malattie cardiovascolari e respiratorie.
  • Anche la "regola 3-30-300" proposta da Cecil Konijnendijk è ormai largamente riconosciuta come best practice per il verde urbano: 3 alberi visibili da ogni finestra, 30% copertura arborea minima, massimo 300 metri di distanza da un’area verde. Lecce sembra lontana da questi parametri, il che rende pertinente la critica.

Fonti:

  • Konijnendijk, C. C. (2022). Urban Forestry & Urban Greening
  • WHO (2017). Urban green spaces and health – A review of evidence.

2) Perdita di alberi e compensazione inadeguata

Tesi dello scritto:
Denuncia la perdita di circa 5000 alberi in dieci anni, abbattuti per vari motivi (sicurezza, radici invasive, dissesto idrogeologico, progetti PNRR), senza adeguata sostituzione.

Congruenza con la letteratura:

  • In linea: è ampiamente dimostrato che la perdita di alberi maturi ha un forte impatto negativo. Gli alberi giovani, anche se piantati in sostituzione, non compensano i benefici ecosistemici degli alberi maturi, che assorbono più CO2, hanno maggiore capacità ombreggiante e maggiore biodiversità associata.
  • La sostituzione con specie di “seconda grandezza” comporta una riduzione a lungo termine di questi servizi ecosistemici.

Fonti:

  • Roman, L.A. et al. (2014). "Urban tree mortality: a literature review." Urban Forestry & Urban Greening.
  • Ferrini, F., & Fini, A. (2019). "Valutazione e gestione del rischio degli alberi."

3) Abbattimenti per motivi di sicurezza e dissesto idrogeologico

Tesi dello scritto:
Sostiene che abbattere alberi per ragioni di sicurezza o per dissesto sia spesso ingiustificato, e che gli alberi contrastino in realtà il dissesto idrogeologico.

Congruenza con la letteratura:

  • Confermato: gli alberi riducono il rischio idrogeologico migliorando la stabilità del suolo, aumentando l’infiltrazione d’acqua e trattenendo il terreno con le radici.
  • Tuttavia, è vero che le radici possono danneggiare infrastrutture, ma la letteratura suggerisce soluzioni non distruttive, come barriere radicali, pavimentazioni drenanti, e progettazione integrata.

Fonti:

  • Stokes, A. et al. (2014). "Engineering the forest: reducing infrastructure vulnerability to trees."
  • FAO, Urban forestry guidelines.

4) Potature drastiche e scorrette

Tesi dello scritto:
Critica le potature pesanti e non conformi agli standard europei.

Congruenza con la letteratura:

  • Pienamente corretto: le potature drastiche (capitozzatura, rimozione eccessiva della chioma) riducono la stabilità della pianta, causano stress, facilitano malattie e aumentano il rischio di schianto.
  • Lo Standard Europeo sulla Potatura (2021) vieta pratiche drastiche e sottolinea l’importanza di interventi calibrati, rispettando la fisiologia e la struttura naturale dell'albero.

Fonti:

  • European Tree Pruning Standard (ETPS) 2021.
  • Gilman, E.F. (2012). "An Illustrated Guide to Pruning."

5) Critiche ai progetti PNRR e al concetto di “riqualificazione ecologica”

Tesi dello scritto:
Si sostiene che gli abbattimenti legati a progetti PNRR contraddicano il principio DNSH (Do No Significant Harm).

Congruenza con la normativa:

  • Corretto: il principio DNSH impone che i progetti finanziati con fondi europei non provochino danni significativi all’ambiente, inclusa la biodiversità urbana.
  • Diversi esperti hanno segnalato che interpretazioni troppo semplificate di “riqualificazione” rischiano di essere in contrasto con la sostenibilità.

Fonti:

  • Linee guida UE sul DNSH (2021).
  • Osservazioni di ISPRA e SNPA sulle valutazioni ambientali urbane.

6) Legame con eventi mediatici (Giro d’Italia)

Tesi dello scritto:
Si critica l'intervento di potatura per motivi legati all'immagine e alla visibilità mediatica.

Congruenza:

  • Anche se non strettamente scientifico, l’intervento sembra contrastare con le politiche internazionali UCI che promuovono eventi a basso impatto ambientale. È coerente richiamare che una manifestazione “ecologica” non dovrebbe giustificare pratiche dannose per l’ambiente locale.

Eventuali criticità dello scritto:

L’unico punto su cui si potrebbe richiedere un approfondimento ulteriore riguarda i dati quantitativi:

  • I 5000 alberi persi in 10 anni non sono ufficialmente corroborati da fonti istituzionali (il testo cita dati raccolti da un giornalista e attivista, che però non derivano da un censimento pubblico).
  • Un’analisi comparativa con altri comuni simili in Italia avrebbe rafforzato il messaggio, fornendo un benchmark.

Conclusione:

Lo scritto risulta in larghissima parte coerente con la letteratura scientifica attuale sull’arboricoltura urbana, i servizi ecosistemici del verde e le buone pratiche di gestione. La denuncia relativa ad abbattimenti preventivi, potature scorrette, perdita di biodiversità e gestione poco integrata trova solido riscontro nella comunità scientifica.


​Un'analisi comparativa della gestione del verde urbano tra Lecce e altri comuni italiani di dimensioni simili evidenzia differenze significative nella disponibilità e nella cura delle aree verdi.​

Disponibilità di verde urbano

Secondo i dati ISTAT del 2011, Lecce si posizionava al 108° posto su 116 province analizzate, con una disponibilità di 5,5 mq di verde urbano per abitante. In confronto, Brindisi occupava l'89° posto con 12,2 mq/ab, mentre Taranto era all'ultimo posto con 1,8 mq/ab. Matera, al primo posto, offriva 978,2 mq per abitante. ​https://salentometropoli.it

Iniziative per la gestione del verde urbano

Alcuni comuni italiani hanno adottato Piani del Verde Urbano come strumenti strategici per guidare uno sviluppo sostenibile delle città, integrando aspetti antropici con quelli ambientali ed ecologici. Questi piani mirano a mitigare gli impatti climatici attraverso interventi basati sulla natura, incrementare le infrastrutture verdi e blu per una maggiore resilienza e riconnettere la popolazione urbana con la natura attraverso aree verdi accessibili e di qualità. ​Studio Bellesi Giuntoli+1Ingenio+1Ingenio

Partecipazione dei cittadini

Il Comune di Lecce promuove la partecipazione dei cittadini nella cura dei beni comuni, favorendo forme di collaborazione e autogestione delle aree destinate a verde urbano attraverso l'adozione e la sponsorizzazione. ​Comune di Lecce

Conclusioni

Nonostante Lecce abbia registrato progressi nella gestione ambientale, come evidenziato dalla risalita di nove posizioni nella classifica dell'Ecosistema Urbano, la disponibilità di verde pubblico rimane inferiore rispetto ad altri comuni italiani. L'adozione di strumenti strategici, come i Piani del Verde Urbano, e una maggiore partecipazione dei cittadini potrebbero contribuire a migliorare la situazione, rendendo la città più resiliente ai cambiamenti climatici e migliorando la qualità della vita dei suoi abitanti.​https://lecceoggi.com

LETTERA APERTA A

 

I Cittadini di Lecce 

Direzione Organizzativa Giro d'Italia   

Unione Ciclistica Internazionale Dott. Mario Tozzi 

Dott. Luca Mercalli  

Dott. Daniele Zanzi

Prof. Grammenos Mastrojeni

Sua Eccellenza il Vescovo Mons. Seccia

ONDA Organizzazione Nazionale per la Difesa degli Alberi

GRIG Gruppo d’Intervento Giuridico

  

Stimatissimi,

Ci rivolgiamo a Voi per denunciare un problema che sta gravemente compromettendo il patrimonio verde della nostra città, offendendone la bellezza, la ricchezza paesaggistica, la vivibilità, la salute dei cittadini.

Negli ultimi anni il patrimonio vegetale della città di Lecce (arboreo, ma non solo) ha subito un depauperamento vieppiù preoccupante per la rapidità con cui è avvenuto.

Per molti, purtroppo, gli alberi non sono altro che un inutile ingombro, un fastidio, un pericolo; per l'Amministrazione Comunale solo un costo e una fonte di preoccupazione, perciò quello che diremo potrà sembrare un capriccio, un’esagerazione o una lamentela che non attiene i reali problemi della città... Ma non è così!  

Quanti si occupano seriamente di pianificazione urbana, da tempo hanno dimostrato che non c’è futuro vivibile (né presente) senza un’elevata copertura arborea nelle città, che dovrebbe attestarsi al livello ottimale del 30% del territorio (1, 2).

La situazione a Lecce, evidentemente, è invece in totale controtendenza: alcune stime riportano che negli ultimi nove, dieci anni Lecce ha perso circa 5000 (cinquemila!) alberi, per i motivi più svariati (3), abbattimenti, ma anche crolli (dovuti quasi sempre a danni inferti alle piante o assenza di manutenzione) e incendi (quasi sempre dolosi), e solo in minima parte tale perdita è stata compensata da nuovi alberi effettivamente attecchiti.

Citando il prof. Daniele Zanzi, esperto di Arboricoltura di fama internazionale: «Vi è sempre un motivo per uccidere un albero.»

Nello specifico, gli abbattimenti più gravi a Lecce sono avvenuti per i seguenti motivi:

      Presunte esigenze di sicurezza attorno allo stadio “Ettore Giardiniero” (2019) hanno portato all’eliminazione di circa 230 alberi, la metà dei quali pini;

      Necessità di riparazione di asfalti e marciapiedi dissestati dalle radici dei pini;

      Progetti di “Mitigazione del dissesto idrogeologico”, ma abbattere alberi con questa motivazione è un controsenso, essendo gli alberi il principale elemento di contrasto al dissesto idrogeologico, grazie al rallentamento della violenza della pioggia e all’aumento di penetrazione di acqua nel terreno, che ostacolano lo scorrimento superficiale causa di allagamenti (naturalmente occorrerebbe, oltre a mantenere gli alberi esistenti, ridurre le superfici impermeabili costituite da asfalto, cemento e mattoni “tradizionali”, aumentando al contempo le superfici coperte con materiali drenanti e il terreno coperto da prati);

      Potature fatte senza competenza specifica “alla maniera degli alberi da frutto” e sempre in modo troppo drastico, che hanno talvolta portato alla morte degli alberi;

      Per ultimo gli sventurati progetti PNRR finalizzati alla “riqualificazione ecologica”, in nome dei quali (non solo a Lecce) si abbattono senza pietà alberi ultradecennali sani e stabili.  Le alberature previste per la loro sostituzione darebbero i loro benefici non prima di 10-15 anni, quando le chiome potranno avere forse un’ampiezza comparabile alle attuali (comunque è difficile dal momento che i nuovi alberi saranno di seconda o terza grandezza così da avere chiome e apparati radicali contenuti), con un ovvio saldo ecologico ed ecosistemico negativo.

 

Tutto ciò è inaccettabile, soprattutto in un ambiente urbano come quello salentino, caratterizzato da estati sempre più prolungate, siccitose e con picchi termici sempre più elevati, che gli alberi contribuiscono a mitigare. 

Con l’alibi della “riqualificazione”, pertanto, si decidono a tavolino abbattimenti preventivi e specieselettivi, in particolare si condannano e si eliminano indiscriminatamente i pini definendoli “instabili di per sé” e quindi soggetti a crollare al primo colpo di vento, una sostituzione botanica che ha l'aspetto di una “soluzione finale”. 

La scienza invece, in particolare l’arboricoltura moderna, ci insegna tutt’altro: i cedimenti improvvisi sono causati il più delle volte dalla compromissione dell’apparato radicale in occasione di lavori stradali invasivi svolti in assenza di supervisione agronomica e in modo approssimativo, d'altro canto per valutare la pericolosità bisogna interpellare tecnici preparati specificamente sugli alberi urbani.  L’abbattimento preventivo annunciato dall’Assessorato all'Ambiente di Lecce durante una Commissione Consiliare dello scorso febbraio è un vero “suicidio ecologico” che, se messo in atto, causerebbe una perdita incalcolabile di benefici ecologici, essenziali per il benessere della cittadinanza

(come autorevolmente descritto dal neurobiologo vegetale prof. Stefano Mancuso in numerose pubblicazioni, dal prof. Francesco Ferrini, docente di spessore internazionale di Arboricoltura e Coltivazioni Arboree dell’Università di Firenze, e da tanti altri studiosi) tra i quali:

      Effetto condizionatore (mitigazione dell’isola di calore urbana)

      Assorbimento della CO2 

      Assorbimento del particolato

      Produzione di ossigeno 

      Mitigazione degli effetti delle piogge torrenziali 

      Miglioramento generale del benessere psicologico, con effetti benefici anche sugli stati depressivi (Forest therapy)

      Riduzione dell’incidenza di malattie cardiovascolari e respiratorie e miglioramento del benessere psicofisico in generale

 

L’Amministrazione comunale è stata dagli scriventi messa al corrente diciotto mesi fa sulla possibilità concreta di rimodulare il Progetto di “riqualificazione ecologica” della circonvallazione cittadina, che prevede l’abbattimento di 107 esemplari (in buona parte già compiuto), salvaguardando le alberature di alto valore ecologico e paesaggistico grazie a tecniche moderne di “risoluzione delle interferenze tra apparati radicali e infrastrutture urbane”, ma le proposte avanzate (per l’ennesima volta ai primi di febbraio 2025) non sono mai state ritenute meritevoli di attenzione.

Un altro pericolo si profila a breve ed è rappresentato da un evento, il Giro d'Italia, che dovrebbe portare lustro e prestigio alla città ed essere occasione di attrazione turistica e passione sportiva.

Ma sfortunatamente, in nome delle “suggestive riprese dall’elicottero”, come dichiarato dall'assessore Severo Martini sul Quotidiano di Puglia del 23 febbraio 2025, si preannuncia un intervento di potatura di 1800 alberi, in gran parte già effettuato, su tutto il percorso cittadino del Giro.  Le immagini delle potature già effettuate sul viale dell'Università mostrano che tali interventi sono estremamente aggressivi e portano a una profonda alterazione della struttura naturale della chioma e della salute della pianta.

Da diversi anni l’Unione Ciclistica Internazionale promuove “il rispetto assoluto del territorio in cui si svolgono gli eventi, con particolare attenzione alla tutela della biodiversità locale”, pertanto un intervento come quello in corso di esecuzione da parte dell’Ufficio Ambiente di Lecce è totalmente incoerente con lo spirito della manifestazione, essendo il ciclismo lo sport “ecologico” per eccellenza. In più, come segnalato all’Assessorato all’Ambiente, al Sindaco e all’Ordine degli Agronomi di Lecce, le modalità con cui le potature sono state eseguite in specie su viale dell’Università, viale Otranto e viale Marconi, sono contrarie a tutte le norme di buona pratica agronomica note da almeno 50 anni e recentemente aggiornate e definite nello Standard Europeo di Potatura degli Alberi Ornamentali, elaborato nel 2021 a cura di un Gruppo di Lavoro Internazionale, in collaborazione con l’European Arboricolture Council, e approvato dalla Società Italiana di Arboricoltura (S.I.A.).

Può darsi che anche l’accelerazione impressa agli abbattimenti nelle ultime settimane sia motivata dalla volontà di approntare le strade per l’evento del prossimo 13 maggio, un motivo in più per ritenere che il Giro d’Italia si sia trasformato in una condanna per la città. 

Facciamo quindi  appello alla cittadinanza affinché con uno scatto di orgoglio e consapevolezza faccia comprendere all'Amministrazione che non è questa la Lecce che vogliamo: gli altari della fruizione sportiva e mediatica non dovrebbero richiedere un tale olocausto al nostro paesaggio urbano, alla bellezza e alla vivibilità di viali storici e zone residenziali (se il motivo sono le riprese, esse possono utilizzare tecniche, come i droni, in grado di operare in qualunque contesto ambientale), così come l’utilizzo di fondi PNRR non dovrebbe richiedere interventi così distruttivi, al contrario tali fondi obbligano al rispetto del principio, evidentemente disatteso dalla stessa commissione di assegnazione degli stessi, di non arrecare danno significativo all’ambiente (DNSH).

 

 

 

Alle personalità e agli Enti destinatari della presente chiediamo di supportare in ogni modo la nostra istanza per il suo carattere di assoluta urgenza.

Ancora (sull’esempio della resilienza degli alberi) fiduciosi in un estremo ripensamento da parte dell'Amministrazione Comunale di Lecce, chiediamo con le parole dell’illustre professor Daniele Zanzi: «Fermatevi finché siete in tempo!».

 

Coordinamento Alberi e Verde Urbano di Lecce

Forum Ambiente e Salute

ADIPA Puglia

WWF Salento

Italia Nostra sezione Sud Salento

Adaf Lecce

 

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