Ivano Gioffreda
Caro Antonio, l'associazione degli agronomi è forestali, vorrebbe fare mea culpa anziché di promuovere impianti superintensivi.
Antonio Bruno
Caro Ivano Gioffreda,
comprendo perfettamente la tua posizione e la tua preoccupazione rispetto ai modelli agricoli superintensivi. Tuttavia, permettimi di chiarire e ampliare la proposta che come ADAF sosteniamo e che va ben oltre qualsiasi logica di sfruttamento esasperato delle risorse.
Noi riteniamo che l’ostacolo principale alla rigenerazione del paesaggio rurale non risieda soltanto nelle pratiche agronomiche adottate, ma sia strutturale e socioeconomico: la polverizzazione fondiaria. Oggi, le piccole proprietà frammentate, spesso in mano a ultra-sessantenni, rappresentano un freno sia alla gestione efficiente delle risorse che alla possibilità di adottare pratiche agroecologiche moderne e sostenibili.
A tal proposito, ADAF propone la creazione di un Ente Tecnico Pubblico composto da una task force multidisciplinare di Agrotecnici, Periti Agrari, Dottori Agronomi e Forestali, con il compito di coordinare interventi di rigenerazione ambientale, produttiva e sociale. Questo ente avrebbe accesso diretto a risorse economiche, garantendo che l'intervento sia basato su criteri scientifici di sostenibilità, resilienza climatica e tutela della biodiversità.
Una volta terminata l’opera di rigenerazione, le terre verrebbero riconsegnate ai legittimi proprietari, restituendo loro un patrimonio agricolo non solo economicamente più sostenibile, ma anche ambientale e sociale.
Casi di studio e letteratura scientifica a sostegno
La riforma agraria in Galizia (Spagna): A partire dagli anni ’90, la frammentazione delle piccole proprietà ha spinto la Regione a creare il modello delle "Banche della terra", gestite da enti pubblici, che aggregano temporaneamente i fondi agricoli polverizzati per interventi di riforestazione, agricoltura biologica e rigenerazione. Risultato? Riduzione dell’abbandono rurale e aumento della redditività locale. (Fonte: Galician Land Bank, Xunta de Galicia)
Land Consolidation nei Paesi Bassi: Dal dopoguerra, il governo olandese ha sostenuto politiche di land consolidation per accorpare le microproprietà, accompagnate da piani ambientali e rigenerativi gestiti da enti pubblici. Questo ha permesso di coniugare alta produttività con tutela ambientale e rigenerazione del suolo. (Fonte: FAO, "Land Consolidation: A Tool for Rural Development")
FAO – The State of the World's Land and Water Resources for Food and Agriculture (SOLAW): Nelle linee guida FAO si ribadisce come la governance collettiva e centralizzata delle risorse frammentate sia un fattore chiave per evitare sia il degrado che la sovra-sfruttamento del suolo.
Case Study: Rwanda Land Tenure Regularization – Anche in contesti molto diversi dal nostro, come in Rwanda, interventi pubblici coordinati hanno dimostrato che solo attraverso un’azione centralizzata e competente si possono superare problemi strutturali di frammentazione, evitando l’accaparramento da parte di grandi aziende e rendendo le terre nuovamente disponibili e produttive per i piccoli proprietari. (Fonte: World Bank, 2020)
Risposta alla critica sui superintensivi
Quanto agli impianti superintensivi, è chiaro che qualsiasi modello produttivo, se applicato in maniera acritica, può essere dannoso. La posizione dell’ADAF, però, non si riduce alla loro promozione indiscriminata. Al contrario, proponiamo un approccio tecnico-scientifico che tenga conto della vocazionalità dei suoli, delle risorse idriche disponibili, della biodiversità locale e della resilienza climatica. In molti casi, la scelta di sistemi agroforestali, permacultura, pratiche rigenerative e agricoltura biologica può essere favorita proprio grazie alla presenza di un ente tecnico pubblico competente, che esca dalle logiche di mercato puro.
Il mea culpa che invochi è, in effetti, un'autoanalisi che l'intera filiera agricola dovrebbe fare. Ma noi siamo convinti che serva un passo ulteriore: mettere nelle mani di tecnici qualificati il compito di rigenerare il paesaggio rurale, sottraendo le piccole proprietà all’abbandono, alla rendita passiva o alla speculazione.
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