venerdì 7 marzo 2025

Il Regolamento Europeo sul Ripristino della Natura: Un Passo Cruciale per la Sostenibilità Ambientale

 


Il Regolamento Europeo sul Ripristino della Natura: Un Passo Cruciale per la Sostenibilità Ambientale

Antonio Bruno, Dottore Agronomo esperto in diagnostica urbana e territoriale, formatore e giornalista pubblicista divulgatore scientifico

Il Regolamento Europeo sul Ripristino della Natura, proposto dalla Commissione Europea nel 2022 e attualmente in fase di negoziazione tra il Parlamento Europeo e il Consiglio dell'Unione Europea, rappresenta uno degli strumenti legislativi più ambiziosi e significativi nell'ambito della strategia dell'UE per la biodiversità e il Green Deal europeo. Questo regolamento mira a ripristinare gli ecosistemi degradati, a contrastare la perdita di biodiversità e a garantire la resilienza degli habitat naturali di fronte ai cambiamenti climatici. In un'epoca in cui la crisi climatica e la scomparsa di specie viventi minacciano l'equilibrio del pianeta, il ripristino della natura non è solo una scelta, ma una necessità urgente.

Contesto e Obiettivi del Regolamento

La proposta di regolamento nasce dalla consapevolezza che l'Europa, nonostante gli sforzi compiuti negli ultimi decenni, sta affrontando una crisi ecologica senza precedenti. Secondo i dati dell'Agenzia Europea per l'Ambiente (EEA), oltre l'80% degli habitat naturali nell'UE si trova in uno stato di conservazione "povero" o "cattivo". La perdita di biodiversità, l'inquinamento, il degrado del suolo e la frammentazione degli ecosistemi stanno compromettendo la capacità della natura di fornire servizi essenziali, come la purificazione dell'acqua, l'impollinazione delle colture e la regolazione del clima.

Il regolamento si pone l'obiettivo di ripristinare almeno il 20% degli ecosistemi terrestri e marini dell'UE entro il 2030, con un'estensione a tutti gli ecosistemi degradati entro il 2050. Questo obiettivo è allineato con gli impegni internazionali assunti dall'UE nell'ambito della Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD) e degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) delle Nazioni Unite.

Strumenti e Misure Proposte

Il regolamento prevede una serie di misure concrete per raggiungere gli obiettivi di ripristino. Tra queste, spiccano:

  1. Ripristino degli Ecosistemi: Gli Stati membri saranno tenuti a identificare e ripristinare gli ecosistemi degradati, con particolare attenzione a quelli ad alto valore ecologico, come le foreste primarie, le torbiere, le zone umide e gli ecosistemi marini. Saranno inoltre promosse pratiche di gestione sostenibile del territorio, come l'agricoltura rigenerativa e la silvicoltura rispettosa dell'ambiente.

  2. Connessione Ecologica: Uno degli aspetti chiave del regolamento è la creazione di una rete ecologica europea, che garantisca la connettività tra gli habitat naturali. Questo permetterà alle specie di muoversi liberamente e di adattarsi ai cambiamenti climatici, riducendo il rischio di estinzione.

  3. Monitoraggio e Reporting: Gli Stati membri dovranno sviluppare piani nazionali di ripristino della natura e monitorare i progressi compiuti, garantendo trasparenza e accountability. La Commissione Europea avrà il compito di valutare l'attuazione dei piani e di fornire supporto tecnico e finanziario.

  4. Coinvolgimento delle Comunità Locali: Il regolamento riconosce l'importanza del coinvolgimento delle comunità locali e delle parti interessate nel processo di ripristino. Questo approccio partecipativo non solo favorisce l'accettazione sociale delle misure, ma garantisce anche che le soluzioni siano adattate alle specificità locali.

Implicazioni Economiche e Sociali

Il ripristino della natura non è solo una questione ambientale, ma ha anche importanti implicazioni economiche e sociali. Secondo stime della Commissione Europea, ogni euro investito nel ripristino degli ecosistemi può generare un ritorno economico fino a 38 euro, grazie ai benefici derivanti dai servizi ecosistemici, come la prevenzione delle inondazioni, la cattura del carbonio e il miglioramento della salute umana.

Inoltre, il regolamento può contribuire alla creazione di nuovi posti di lavoro nel settore della conservazione della natura e dell'economia verde, promuovendo una transizione giusta verso un modello di sviluppo più sostenibile. Tuttavia, è essenziale che gli Stati membri garantiscano un adeguato sostegno finanziario e tecnico, soprattutto per le regioni e le comunità più vulnerabili.

Sfide e Criticità

Nonostante i suoi ambiziosi obiettivi, il regolamento non è esente da sfide e criticità. Alcuni Stati membri e settori economici, in particolare l'agricoltura e la pesca, hanno espresso preoccupazioni riguardo ai potenziali impatti economici delle misure di ripristino. È fondamentale trovare un equilibrio tra la protezione della natura e le esigenze socio-economiche, garantendo che le misure siano eque e inclusive.

Un'altra sfida è rappresentata dalla complessità tecnica e amministrativa dell'attuazione del regolamento. Gli Stati membri dovranno investire risorse significative nella pianificazione, nel monitoraggio e nella valutazione degli interventi, il che richiede una forte volontà politica e una cooperazione efficace a livello europeo.

Conclusione

Il Regolamento Europeo sul Ripristino della Natura rappresenta un passo cruciale verso un futuro più sostenibile e resiliente. Ripristinare gli ecosistemi degradati non solo è essenziale per proteggere la biodiversità e contrastare i cambiamenti climatici, ma offre anche opportunità per rilanciare l'economia e migliorare il benessere delle persone. Tuttavia, il successo del regolamento dipenderà dalla capacità dell'UE e degli Stati membri di tradurre gli obiettivi ambiziosi in azioni concrete, garantendo che la transizione ecologica sia giusta e inclusiva. In un momento in cui la natura è sotto minaccia come mai prima, il ripristino degli ecosistemi non è più un'opzione, ma un imperativo per garantire un futuro vivibile per le generazioni presenti e future.



Bibliografia

  1. Commissione Europea. (2022). Proposta di Regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio sul ripristino della natura. Bruxelles: Commissione Europea.
    Disponibile su: 
    https://ec.europa.eu

  2. Agenzia Europea per l'Ambiente (EEA). (2020). State of Nature in the EU: Results from reporting under the nature directives 2013-2018. Copenaghen: EEA.
    Disponibile su: 
    https://www.eea.europa.eu

  3. Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD). (2022). Global Biodiversity Framework.
    Disponibile su: 
    https://www.cbd.int

  4. Nazioni Unite. (2015). Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs).
    Disponibile su: 
    https://www.un.org

  5. Commissione Europea. (2021). The European Green Deal: Striving to be the first climate-neutral continent. Bruxelles: Commissione Europea.
    Disponibile su: 
    https://ec.europa.eu

  6. European Commission. (2022). Impact Assessment accompanying the proposal for a Nature Restoration Regulation. Bruxelles: Commissione Europea.
    Disponibile su: 
    https://ec.europa.eu

  7. World Economic Forum. (2020). Nature Risk Rising: Why the Crisis Engulfing Nature Matters for Business and the Economy.
    Disponibile su: 
    https://www.weforum.org

  8. IPBES (Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services). (2019). Global Assessment Report on Biodiversity and Ecosystem Services.
    Disponibile su: 
    https://ipbes.net

  9. European Environmental Bureau (EEB). (2022). Restoring Nature: The Case for an Ambitious EU Nature Restoration Law.
    Disponibile su: 
    https://eeb.org

  10. Parlamento Europeo. (2023). Dibattiti e negoziati sul Regolamento per il Ripristino della Natura.
    Disponibile su: 
    https://www.europarl.europa.eu




Nessun commento:

Posta un commento