martedì 25 marzo 2025

La bella addormentata... a Giammatteo - Il secolo di vita (e di “sonno”) del pregevole oleificio

 

La bella addormentata... a Giammatteo - Il secolo di vita (e di “sonno”) del pregevole oleificio

Fa tristezza ogni volta che si passa davanti al “trappito” di Giammatteo vederlo chiuso, spento e muto. E non ci si abitua a questo, pur se succede ormai da più di trent'anni, essendo il 22 dicembre 1993 la data ufficiale della liquidazione della Cooperativa che lo gestiva (l'attività era già ferma da un po' di tempo; oggi la struttura è proprietà privata: quale futuro avrà?).

Cento anni fa, nella stagione 1924-25, il frantoio di Giammatteo macinava fino a 100 quintali di olive al giorno. Era affresco di fabbrica. L'aveva voluto l'Opera nazionale combattenti che da pochi anni, in due riprese (1920 per acquisto, 1921 per esproprio) era diventata proprietaria di 2383 ettari di territorio che aveva come centro la masseria Frigole (antichissima, ma con l'aspetto moderno di palazzina, voluta trent'anni prima dall'allora proprietario Federico Libertini).

L'oleificio era stato eretto come una delle prime strutture di un vastissimo e rivoluzionario piano (edilizio, di bonifiche, di gestione territoriale, sociale...), che l'Opera combattenti aveva intenzione di realizzare. Era stato ideato con un certo gusto architettonico tipico degli inizi del Novecento: infatti a Giammatteo si vede un edificio a due piani compatto sì, ma armonioso, che si combina bene con la vecchia masseria che gli sta appresso.

A proposito di Giammatteo, un'importante “curiosità” storica: nelle foto più vecchie che ritraggono trappito e masseria, questa appare con una parte centrale sopraelevata, come “di consueto” nelle masserie; ebbene, una terribile bufera, abbattutasi nella zona il 23 ottobre 1939, danneggiò pesantemente quella parte alta, che venne abbattuta perché pericolante e non più ricostruita; stessa sorte toccò alla cappella della masseria. Va aggiunto che Giammatteo, e quindi anche l'oleificio, sono posti in un punto viario che una volta era strategico, e cioè a lato dell'antichissima strada (anche oggi percorribile, pur se a tratti sconnessa) che collegava le masserie della zona: da lì, verso nord-ovest si va alla Solicara e via via alle altre; verso sudest si incontra Cervalura, poi c'era Janne, abbattuta poco prima del 1930, quindi Olmo, e via via le altre.

Oleificio modernissimo

Quando fu costruito, il trappito di Giammatteo era un “gioiello”, dotato di macchinari all'avanguardia. Si parlò di “frantoio moderno e razionale”, con cisterne di vetro e cemento, con cinque presse, due ad alta pressione (300 atmosfere), tre a bassa pressione (150 atmosfere), con motore a 12 cavalli vapore, una pompa per l'acqua, una dinamo per la luce... La struttura e l'attrezzatura erano dimensionate per “guardare avanti”: sarebbero cioè state in grado di soddisfare una richiesta ben più ampia della presente, e oltre a quella dell'Opera combattenti, che pur era in espansione. 

Gestito da una cooperativa “specializzata”

Con l'arrivo a Frigole dell'Ente Riforma Fondiaria (data “ufficiale” 22 luglio 1952), cambiarono in alcuni anni tantissime cose. Tra queste la gestione del trappito che fu affidato alla Cooperativa Oleificio Giammatteo. Era una cosiddetta “cooperativa specializzata”, cioè con l'attività svolta in un solo settore (quelle addette ai “servizi collettivi” erano dette “a scopo plurimo”). L'oleificio cooperativo fu attivo per alcuni decenni e vi lavorarono e lo diressero varie persone di Frigole. Fino alla sua (mesta) chiusura e lo scioglimento della cooperativa nel dicembre 1993, come detto sopra.

Fonte: https://www.ecomuseofrigole.it/pillole-di-cultura/la-bella-addormentata-a-giammatteo-il-secolo-di-vita-e-di-sonno-del-pregevole-oleificio.html 



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