Lecce - Segnali di ripresa per l’agricoltura pugliese .Presentato il report sullo stato e sulle prospettive del settore
03/12/2016
Segnali di ripresa per l’agricoltura pugliese. Il totale degli operai agricoli dipendenti è salito da 181.443 a 185.820. L’incremento è di 4.377 lavoratori in più, pari a un tasso positivo del 2,4 per cento, in controtendenza con il trend degli ultimi anni.
E’ quanto si legge in report sullo stato e sulle prospettive del settore primario, presentato stamattina, nel Dipartimento di Scienze dell’Economia, da Rosario Centonze, presidente provinciale dell’Ordine dei dottori agronomi e dei dottori forestali, da Antonio Costa, ordinario di Economia Aziendale dell’Università del Salento e da Davide Stasi, autore del lavoro di ricerca e di elaborazione dati.
Nel corso dell’incontro con i giornalisti è stato distribuito lo studio con tutti i principali dati sulle aziende agricole (coltivatori diretti, coloni, mezzadri, imprenditori agricoli professionali - Iap) e relativi occupati, suddivisi per classe di età, sesso, tipologia di contratto e numero di giornate lavorate.
In particolare, la fascia d’età dove si concentra il maggiore numero di lavoratori (24.471) è quella fra i 45 e i 49 anni. Rappresenta il 13,2 per cento del totale. Segue quella fra i 40-44 anni, con 23.407 dipendenti, pari al 12,6 per cento del dato complessivo.
Nella classe 50-54 anni si contano 22.610 operai (12,2 per cento), in quella 35-39 anni sono 21.369 (11,5 per cento); in quella 25-29 sono 19.766 (10,6 per cento); in quella 30-34 sono 18.838 (10,1 per cento); in quella 20-24 sono 18.227 (9,8 per cento); in quella 55-59 sono 17.559 (9,4 per cento); in quella 60-64 sono 9.922 (5,3 per cento); in quella fino a 19 anni sono 5.035 (2,7 per cento); e in quella oltre 65 anni sono 4.616 (2,5 per cento).
In termini percentuali, rispetto all’anno prima, crescono di più le fasce estreme: quella degli ultra 65enni (+12,1 per cento), quella 60-64 anni (+11,5 per cento) e quella fino a 19 anni (+6,7 per cento). Le donne sono 72.662, pari al 39,1 per cento del totale.
Gli operai a tempo indeterminato sono appena 2.800, pari all’1,5 per cento della totalità dei dipendenti. Sono 296.361 i rapporti di lavoro con impiego esclusivo di manodopera agricola, a cui si aggiungono 28.333 rapporti di lavoro misti con altre tipologie, di cui 482 per operai non agricoli e di apprendistato e 1.591 per dirigenti ed impiegati.
Nel corso del 2015, inoltre, sono stati utilizzati 40.550 voucher a favore di 2.802 lavoratori, da parte di 755 committenti.
Gli extracomunitari impiegati in Puglia, sempre nel settore primario, sono complessivamente 14.395. Pari al 7,7 per cento del totale degli operai agricoli dipendenti (185.820). Nella classe d’età 30-34 anni si contano 2.527 extracomunitari, pari al 13,4 per cento rispetto alla classe d’età di appartenenza; in quella 25-29 sono 2.478 (12,5 per cento); in quella 35-39 sono 2.279 (10,7 per cento); in quella 20-24 sono 1.792 (9,8 per cento); in quella 40-44 sono 1.791 (7,7 per cento).
Il numero di aziende che occupano operai agricoli dipendenti è passato da 34.429 (2014) a 35.078 nel 2015. Dopo ben sette anni, si registra, finalmente, un’inversione di tendenza. La crescita, nell’ultimo anno, è di 649 unità, pari all’1,9 per cento. Dal 2007, anno in cui si raggiunge il valore più elevato (38.925 aziende) al 2015, il numero di aziende, però, è diminuito complessivamente di 3.847 unità, per una flessione del 9,9 per cento.
Nell’ultimo anno, si contano 26.965 ditte in economia, 7.633 coltivatori diretti, 3 coloni e mezzadri, 22 corpi forestali, 12 consorzi di bonifica, 1.088 cooperative e 37 cooperative forestali.
Il numero di lavoratori agricoli autonomi è salito, complessivamente, di 474 unità, pari all’1,8 per cento (da 26.735 a 27.209). Più marcato l’incremento dei lavoratori di genere maschile: 355 unità in più (da 18.071 a 18.426), pari ad un tasso del 2 per cento. Le donne aumentano di 119 unità, pari all’1,4 per cento (da 8.664 a 8.783).
Il numero di aziende agricole autonome è passato da 23.999 del 2014 a 24.561 del 2015, registrando un incremento di 562 unità, pari al 2,3 per cento. Nel periodo 2009-2015 il numero di aziende agricole autonome è cresciuto di 3.695 unità, pari al 17,7 per cento.
Dal 2009 al 2015, tra le categorie di lavoratori autonomi, spicca la crescita degli Imprenditori Agricoli Professionali (IAP), con un balzo del 98,6 per cento, ovvero 2.491 unità in più, passando da 2.526 a 5.017. Crescono anche i coltivatori diretti da 18.331 a 19.542, cioè 1.211 unità in più, pari ad un tasso del 6,6 per cento. I coloni e i mezzadri, invece, trattandosi di un gruppo chiuso in ingresso, presentano un andamento decrescente piuttosto accentuato, passando da nove ad appena due.
Nell’universo dei coltivatori diretti, si registrano 16.297 titolari d’azienda, 2.916 attività con almeno un collaboratore, 267 con due collaboratori, 50 con tre collaboratori, 12 con quattro o più collaboratori.
E’ quanto si legge in report sullo stato e sulle prospettive del settore primario, presentato stamattina, nel Dipartimento di Scienze dell’Economia, da Rosario Centonze, presidente provinciale dell’Ordine dei dottori agronomi e dei dottori forestali, da Antonio Costa, ordinario di Economia Aziendale dell’Università del Salento e da Davide Stasi, autore del lavoro di ricerca e di elaborazione dati.
Nel corso dell’incontro con i giornalisti è stato distribuito lo studio con tutti i principali dati sulle aziende agricole (coltivatori diretti, coloni, mezzadri, imprenditori agricoli professionali - Iap) e relativi occupati, suddivisi per classe di età, sesso, tipologia di contratto e numero di giornate lavorate.
In particolare, la fascia d’età dove si concentra il maggiore numero di lavoratori (24.471) è quella fra i 45 e i 49 anni. Rappresenta il 13,2 per cento del totale. Segue quella fra i 40-44 anni, con 23.407 dipendenti, pari al 12,6 per cento del dato complessivo.
Nella classe 50-54 anni si contano 22.610 operai (12,2 per cento), in quella 35-39 anni sono 21.369 (11,5 per cento); in quella 25-29 sono 19.766 (10,6 per cento); in quella 30-34 sono 18.838 (10,1 per cento); in quella 20-24 sono 18.227 (9,8 per cento); in quella 55-59 sono 17.559 (9,4 per cento); in quella 60-64 sono 9.922 (5,3 per cento); in quella fino a 19 anni sono 5.035 (2,7 per cento); e in quella oltre 65 anni sono 4.616 (2,5 per cento).
In termini percentuali, rispetto all’anno prima, crescono di più le fasce estreme: quella degli ultra 65enni (+12,1 per cento), quella 60-64 anni (+11,5 per cento) e quella fino a 19 anni (+6,7 per cento). Le donne sono 72.662, pari al 39,1 per cento del totale.
Gli operai a tempo indeterminato sono appena 2.800, pari all’1,5 per cento della totalità dei dipendenti. Sono 296.361 i rapporti di lavoro con impiego esclusivo di manodopera agricola, a cui si aggiungono 28.333 rapporti di lavoro misti con altre tipologie, di cui 482 per operai non agricoli e di apprendistato e 1.591 per dirigenti ed impiegati.
Nel corso del 2015, inoltre, sono stati utilizzati 40.550 voucher a favore di 2.802 lavoratori, da parte di 755 committenti.
Gli extracomunitari impiegati in Puglia, sempre nel settore primario, sono complessivamente 14.395. Pari al 7,7 per cento del totale degli operai agricoli dipendenti (185.820). Nella classe d’età 30-34 anni si contano 2.527 extracomunitari, pari al 13,4 per cento rispetto alla classe d’età di appartenenza; in quella 25-29 sono 2.478 (12,5 per cento); in quella 35-39 sono 2.279 (10,7 per cento); in quella 20-24 sono 1.792 (9,8 per cento); in quella 40-44 sono 1.791 (7,7 per cento).
Il numero di aziende che occupano operai agricoli dipendenti è passato da 34.429 (2014) a 35.078 nel 2015. Dopo ben sette anni, si registra, finalmente, un’inversione di tendenza. La crescita, nell’ultimo anno, è di 649 unità, pari all’1,9 per cento. Dal 2007, anno in cui si raggiunge il valore più elevato (38.925 aziende) al 2015, il numero di aziende, però, è diminuito complessivamente di 3.847 unità, per una flessione del 9,9 per cento.
Nell’ultimo anno, si contano 26.965 ditte in economia, 7.633 coltivatori diretti, 3 coloni e mezzadri, 22 corpi forestali, 12 consorzi di bonifica, 1.088 cooperative e 37 cooperative forestali.
Il numero di lavoratori agricoli autonomi è salito, complessivamente, di 474 unità, pari all’1,8 per cento (da 26.735 a 27.209). Più marcato l’incremento dei lavoratori di genere maschile: 355 unità in più (da 18.071 a 18.426), pari ad un tasso del 2 per cento. Le donne aumentano di 119 unità, pari all’1,4 per cento (da 8.664 a 8.783).
Il numero di aziende agricole autonome è passato da 23.999 del 2014 a 24.561 del 2015, registrando un incremento di 562 unità, pari al 2,3 per cento. Nel periodo 2009-2015 il numero di aziende agricole autonome è cresciuto di 3.695 unità, pari al 17,7 per cento.
Dal 2009 al 2015, tra le categorie di lavoratori autonomi, spicca la crescita degli Imprenditori Agricoli Professionali (IAP), con un balzo del 98,6 per cento, ovvero 2.491 unità in più, passando da 2.526 a 5.017. Crescono anche i coltivatori diretti da 18.331 a 19.542, cioè 1.211 unità in più, pari ad un tasso del 6,6 per cento. I coloni e i mezzadri, invece, trattandosi di un gruppo chiuso in ingresso, presentano un andamento decrescente piuttosto accentuato, passando da nove ad appena due.
Nell’universo dei coltivatori diretti, si registrano 16.297 titolari d’azienda, 2.916 attività con almeno un collaboratore, 267 con due collaboratori, 50 con tre collaboratori, 12 con quattro o più collaboratori.
Nessun commento:
Posta un commento