sabato 25 maggio 2019

Mappa di Comunità di Cavallino il tabacco

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Nel febbraio del 1898 Cosimo De Giorgi (scienziato salentino 1842 - 1922) scriveva che il clima del Salento è simile a quello dei paesi orientali che si affacciano sul Mar Mediterraneo. Durante l’inverno si alternano venti caldo umidi di scirocco e di libeccio con quelli dei quadranti boreali. Il clima mite del Salento ha favorito la coltivazione del tabacco. La semina dei semenzai di tabacco si praticava nel mese di dicembre. L’altra condizione per la coltivazione del tabacco è di avere un estate senza pioggia e nel Salento le piogge erano precedute da temporali e quindi erano fenomeni eccezionali.
A Cavallino, così come in molti altri piccoli centri del salento fino alla metà del secolo scorso era fiorente la manifattura del tabacco. In molti centri infatti numerosi monumenti, chiostri, conventi, gallerie storiche) furono utilizzate per l'essicazione e la lavorazione del tabacco che impiegava soprattutto manovalanza femminile dando vita al fenomeno delle tabacchine del Salento da cui ha preso il nome la celebre canzone "fimmene fimmene". La coltivazione del tabacco era, dopo l’olivicoltura e la viticoltura, una delle principali attività in Terra d’Otranto e verso la fine dell’800 il circondario di Lecce era quello più produttivo. Lecce e Lequile superano i 2.000.000 kg, i Comuni di Cavallino, Galatone, Cutrofiano, Monteroni, S. Donato producono più di 500.000 kg, ecc..
Nel 1887 la coltivazione di tabacco e la produzione del tabacco si ridusse notevolmente. Il grave danno all’economia salentina, per la diminuzione del tabacco, non doveva essere attribuito né alla qualità né al prezzo della materia prima, ma alle tariffe, a causa dei quali i consumatori hanno preferito il tabacco estero e ciò aveva anche influito negativamente sui rapporti tra coltivatori e personale vigilante.

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