I Folonari agli inizi del
Novecento acquistarono molti vigneti pugliesi (dal Nord al
Sud nella Regione, in foto la consegna delle uve a Squinzano) approfittando
dell’embargo francese sui vini da taglio prodotti in Puglia. «I primi vigneti furono impiantati nel 1911 da Francesco
e Italo Folonari, 600-700 ettari messi a dimora da piantatori fatti
arrivare appositamente dalla Sicilia perché in Puglia non c’erano.
Con coraggio si gettarono nell’impresa, forti dell’entusiasmo della
manodopera locale che generosamente li avrebbe aiutati a superare le
non poche incognite e difficoltà. La Puglia, una delle più importanti
regioni vinicole del nostro Paese, era caduta in crisi dopo
l’allontanamento della Compagnia delle Indie da Brindisi e il
boicottaggio operato dai mercati esteri da mediatori privi di
scrupoli. Nelle annate di abbondante produzione la viticoltura soffriva: mancavano
capaci cantine di conservazione per un prodotto tanto pregiato».
Alberto Folonari, il nipote
e prosecutore della dinastia, lo racconta ancor meglio in un altro passaggio:
Lo zio Francesco e il nonno
Italo compresero bene che, sulla scorta della loro navigata
esperienza e con l’aiuto di grandi enologi, avrebbero potuto
accettare la sfida di produrre grandi quantitativi di vini realizzati
con i più moderni procedimenti. Le cronache dei quotidiani pugliesi riportano
con toni di gratitudine l’esempio dato dai Folonari, che impiantarono
a Squinzano, nei primi anni del Novecento, il vigneto pilota che
diede l’avvio alla ricostruzione viticola delle Puglie dopo la
distruzione fillosserica. Lo sviluppo produttivo incontrò,
come sempre avviene, una serie di circostanze favorevoli: fra tutte,
la Puglia poteva contare su un asse ferroviario capillare. A Lecce la
ferrovia era stata inaugurata nel 1866 e si era
andata progressivamente sviluppando negli anni successivi nelle
province di Taranto e Brindisi. Tutti gli stabilimenti vinicoli tra
Brindisi, Squinzano, San Pietro Vernotico, Trepuzzi erano sorti lungo
quella strada ferrata che determinò il lancio di un’economia
vincente.
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