Antonio Bruno è Laureato in Scienze Agrarie Dottore Agronomo iscritto all'Ordine di Lecce - Esperto in diagnostica urbana e territoriale e studente all'Università del Salento del Corso di laurea in Viticultura ed Enologia
sabato 4 settembre 2010
Il Corniolo (Cornus mas L.) dimenticato a Troia
Il Corniolo (Cornus mas L.) dimenticato a Troia
di Antonio Bruno*
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Il Corniolo è presente in tutta la penisola italiana ad eccezione delle isole, dal piano fino ai 1300 m di altitudine. Arbustivo-cespuglioso, ma a volte si presenta anche come alberello. Nel Bando pubblico per la presentazione di domande di aiuto del Piano di sviluppo rurale 2007 – 2013 della Regione Puglia sono previste delle misure finalizzate a un primo impianto di boschi per un miglioramento paesaggistico del territorio che incentivano l'utilizzo di questa pianta.
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Il Salento leccese è un territorio ad elevata densità abitativa ed un bassissimo indice di boscosità. Mio nonno Pietro detto Petruzzu era cavamonti o minatore, insomma lavorava nelle cave di calcarenite ( la pietra leccese) lavoro caratteristico del Salento leccese che si è sempre distinto per un’attività estrattiva piuttosto fiorente e che ha prodotto molte cave, e soprattutto sono sotto gli occhi di tutti quelle che non sono più coltivate da decenni e che risultano dismesse, tanto da versare in stato di abbandono, con forti impatti negativi sul paesaggio e sull’ambiente.
Nel Bando pubblico per la presentazione di domande di aiuto del Piano di sviluppo rurale 2007 – 2013 della Regione Puglia sono previste delle misure finalizzate a un primo impianto di boschi sia per un miglioramento paesaggistico del territorio, sia per apportare un contributo concreto alla mitigazione del cambiamento climatico, conseguente ai processi inquinanti dovuti all’emissione di gas ad effetto serra, oltremodo accentuati negli ambienti che sono nelle immediate vicinanze dei perimetri urbani.
In questo bando si legge:
“Al fine di realizzare popolamenti arborei equilibrati per specie e composizione sia nella facies
arborea che arbustiva, è consentito l’impiego di tutte le specie secondarie, arboree o arbustive
(olivastro, biancospino, lentisco, pero selvatico, corniolo, fillirea, terebinto, ginestra, tamerice,
ecc.), tipiche formazioni vegetanti che si riscontrano nella regione, purché impiegate come specie
di accompagnamento e in consociazione alle specie arboree principali, in misura non superiore al
20%.”
Tra queste specie secondarie c'è il corniolo (Cornus mas L.) che appartiene all'ordine delle Umbelliflorae, alla famiglia delle Cornacee e di cui è la specie da frutto più interessante.
I piccoli frutti sono drupe ovoidali, pendule, di colore rossastro che sono presenti da agosto ad ottobre e si utilizzano per fare dei succhi di frutta o marmellate (ottime accompagnate al bollito di carne) e per ottenere eccezionali bevande in cui il corniolo ha la funzione dell'aromatizzante come accade ad esempio con la grappa. I prezzi per questi prodotti sono relativamente alti. Si possono mangiare i frutti anche crudi, ma sono buoni solo quelli che sono appena caduti o quando cadono dallo stelo in seguito ad un leggero tocco. In caso contrario, se vengono raccolti dall'albero, sono acidi e astringenti per i tannini. I frutti hanno un alto contenuto in vitamina C: da 97,4 a 120 mg per 100 grammi di polpa, che è più di due volte la quantità contenuta negli agrumi e sono molto ricchi di caroteni, pectine e tannini. Come dite? Capisco! Volete sapere come ottenere la pianta del corniolo! Basta recarsi in un bosco e dalle piante di corniolo più belle raccogliere i semi che devono essere messi a germinare nel semenzaio e che, successivamente si devono innestare con parti di piante aventi delle buone caratteristiche produttive. Si può ricorrere anche all'uso dei polloni radicati (con il termine botanico pollone si indica quella parte di una pianta sotto forma di ramo che si sviluppa direttamente sul tronco o ai piedi dell'albero, a volte anche direttamente dalla radice), sfruttando la attitudine pollonifera della pianta del corniolo. Il corniolo è un piccolo albero deciduo (deciduo è un termine di derivazione latina che significa "destinato a cadere. Si utilizza riferendosi a quegli alberi o arbusti che nella stagione sfavorevole, nel nostro emisfero quasi sempre l'inverno, perdono le foglie per fenomeni di abscissione) ad accrescimento lento alto da 3 a 6 metri. Il fusto è contorto e la corteccia liscia e grigiastra nei rami giovani, nella fase adulta imbrunisce e si screpola.
I fiori sono piccoli e di un bel giallo intenso, sono riuniti in infiorescenze vistose formate da 10 – 30 fiori. La fioritura è a febbraio, marzo.
Lo so che volete sapere perchè si chiama corniolo, e io desidero soddisfare la vostra curiosità, anche perchè si tratta di una vecchia storia!
Semi di corniolo sono stati trovati nelle caverne preistoriche rinvenute vicino Cetona (SI) e sono datati tra il 13000 – 10000 a.C..
Il corniolo era diffuso nelle vicinanze di Troia, sul monte Ida, per questo motivo i Greci ed Ulisse utilizzarono il legno di corniolo per costruire il Cavallo di Troia.
Il Dio Apollo si arrabbiò moltissimo quando scoprì che gli alberi di corniolo erano stati abbattuti e, per questo motivo, i Greci si posero il problema di placare l'ira di Apollo, che risolsero organizzando delle feste che chiamarono “Kàrneios”.
Dall'antichità le corniole sono state cibo per gli uomini e le foglie dell'albero sono state alimento per il bestiame. Omero nell'Odissea racconta che la maga Circe dava da mangiare le corniole agli uomini che lei aveva trasformato in porci.
Pare che derivi dal latino “cornum” che significa corno che lungi dall'essere offensivo o scaramantico per i nostri antenati era il simbolo della forza e del coraggio.
Il nome deriva dal fatto che i greci prima e i romani poi utilizzavano il legno della pianta del corniolo per fare dei giavellotti, tanto che Virgilio e Ovidio usavano il nome della pianta del corniolo come sinonimo di giavellotto.
E' la durezza del legno del corniolo che lo rendeva adatto a forgiare armi e per questo motivo il corniolo era simbolo di durata e di coraggio virile.
Il giavellotto è un tipo di lancia usato come arma da lancio. Formato da un'asta munita di una punta di metallo, è utilizzato sin dai tempi più antichi per la caccia ed in combattimento. Nell'antichità si ha traccia dell'uso del giavellotto anche in competizioni di abilità.
Nell'antica Roma un giavellotto di Corniolo lanciato in campo nemico era un chiaro segnale di ostilità. Basti ricordare Romolo che lanciò l'asta verso il Palatino per divenire il padrone del Colle. Il legno di quel giavellotto era di corniolo e quando si conficcò nel terreno nessuno riuscì mai più a toglierlo e dopo da quel giavellotto nacquero due germogli che vegetarono e diedero vita a un grossissimo albero. Le generazioni di romani che seguirono venerarono quell'albero, erano sempre occupati nell'accudirlo.
Una donna dei tempi in cui non c'erano le città e i nostri antenati erano nomadi e raccoglievano il cibo che avrebbero poi mangiato, si accorse che dopo un lieve tocco cadevano le corniole di colore marrone, le assaggiò e le piacquero, poi tentò di mangiare quelle corniole rosse che erano ancora sull'albero e che la abbagliavano per il colore intenso ma che fecero sentire la sua bocca secca e rugosa come se avesse bevuto un the assurdamente forte, una donna che portò quei frutti ai suoi figli e che da allora, di generazione in generazione, divennero un frutto buono da mangiare, che ora perchè più nessuno lo fa, rischia di rimanere dimenticato.
Bibliografia
Bando pubblico per la presentazione di domande di aiuto ASSE II- MIGLIORAMENTO DELL’AMBIENTE E DELLO SPAZIO RURALE, MISURA 223 - PRIMO IMBOSCHIMENTO DI SUPERFICI NON AGRICOLE, AZIONE 1 BOSCO PERIURBANO (NON URBANO), AZIONE 2 BOSCO EXTRAURBANO http://www.regione.puglia.it/web/files/foreste/Pagine_da_N077_29_04_101.pdf
Fabio Di Gioia: Salvaguardia e coltivazione del corniolo.
CASTELLANEAT.A M . 1990 - I1 corniolo ne1 bosco Sant’Antuono. Umanesimo della Pietra-Verde 5: 56-58.[Flor; Tal]
Cornus mas: Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Bounous, G.; Beccaro, G. (Torino Univ. (Italia). Dipartimento di Colture Arboree); Bellini, E.; Natarelli, L. (Firenze Univ. (Italia). Dipartimento di Ortoflorofrutticoltura): Piccoli frutti e fruttiferi minori in montagna tra innovazione e tradizione
Tsipouridis, C. (National Agricultural Research Foundation (NAGREF), Naoussa (Greece). Pomology Inst.); Bellini, E.; Giordani, E. (Firenze Univ. (Italia). Dipartimento di Ortoflorofrutticoltura): Il corniolo [Cornus mas L.]
Francesco D'Amato, Osservazioni cito-embriologiche su Cornus mas L. con particolare riguardo alla sterilità di un biotipo triploide, Firenze, Società botanica italiana, 1947.
Francesco D'Amato, Fenomeni di auto-incompatibilità nel Corniolo (Cornus mas L.), Firenze, Società botanica italiana, 1948.
Hermann Hesse, Pellegrinaggio d'autunno e altri racconti, Roma, Newton Compton, 1992. ISBN 88-7983-086-4: "i cornioli erano già rossi" nella scena rivelatrice della vera natura di Salomè nello Hans Amstein, p. 57.
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