sabato 9 ottobre 2010

Uscire dal tunnel della “monotonia agricola” per ottenere una nuova Pac


Uscire dal tunnel della “monotonia agricola” per ottenere una nuova Pac
di Antonio Bruno*

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La mia nota sulla Pac ha prodotto due interventi che vengono riportati insieme a una nuova serie di osservazioni e dati. In questa nota si rileva il bisogno di una forte spinta sociale per imporre all'attenzione generale l'emergenza del paesaggio rurale dell'Europa
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Ho ricevuto due scritti che a seguito della mia nota sulla PAC: http://www.viniesapori.net/articolo/senza-una-nuova-pac-ovvero-la-disfatta-del-paesaggio-rurale-0910.html

il primo è del Dott. Alfonso Pascale http://www.alfonsopascale.it/

Caro Dottor Bruno,
le sue considerazioni sono dettate dal buon senso e dovrebbero essere immediatamente recepite dalla politica. Ma purtroppo non ci sono più forze politiche padrone di se stesse; e quelle attuali si lasciano condizionare in ...modo imbarazzante da organizzazioni che rappresentano più le proprie strutture sindacali che gli interessi globali dell'agricoltura italiana. La quale si compone di molteplici soggetti: imprenditori professionali, produttori part time, agricoltori amatoriali, tutti gestori del paesaggio rurale, che è il bene pubblico da salvaguardare.

e il secondo dal Dott. Mario Carminati http://ec2.it/mariocarminati

Il tema del riconoscimento economico agli agricoltori dei servizi "ecosistemici" ,della cura del paesaggio e dei servizi ambientali e paesaggistici alla collettività è un tema antico e complesso: condivido con l'autore la necessità di porre maggiormente l'attenzione a questi temi. Non ho dubbi che l'agricoltura italiana necessiti di progetto oltre che di misure di sostegno. Ad esempio penso che debba essere indagata con maggiore attenzione la relazione tra prodotti agricoli di qualità (a partire dalle piccole produzioni locali italiane che costituiscono uno dei più grandi patrimoni culturali e di biodiversità del mondo) e paesaggio di qualità. Questa riflessione dovrebbe essere estesa alla legge urbanistica nazionale e, di conseguenza, alle normative pianificatorie regionali che, a fronte di uno spaventoso consumo di suolo e di paesaggi, non prevede in maniera esplicita, ad esempio, la figura del dottore agronomo e del dottore forestale all'interno dei gruppi multidisciplinari cui affidare la pianificazione territoriale anche a scala comunale.

Non nascondo la soddisfazione che ho provato per le due note sopra riportate e, nello stesso tempo, non posso fare a meno di rilevare lo stridore tra noi che abbiamo dimostrato il valore economico dei servizi ecosistemici resi dai proprietari del Paesaggio agrario alla collettività chiedendo che lo stesso venga riconosciuto affinchè tali servizi vengano pagati da tutti i cittadini e le dichiarazioni rese dal Presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo Paolo De Castro alla Fiera del Levante durante i lavori della prima conferenza nazionale di ascolto sulla riforma della Politica agricola comunitaria, a cui hanno partecipato oltre allo stesso De Castro, il sottosegretario alle Politiche Agricole Antonio Buonfiglio e i rappresentanti nazionali di tutte le Organizzazioni di Categoria dello scorso settembre 2010. In quella circostanza De Castro ebbe a dire: “ La Pac ridistribuirà le risorse secondo nuovi criteri con effetti enormi sui territori. Non ci sarà più alcun riferimento ai “premi” storici, ma verranno introdotti criteri nuovi di trasparenza, di equità, di giustizia che terranno conto della qualità delle colture e del lavoro.....Siamo tutti impegnati nel riportare al centro della riforma il tema del reddito degli agricoltori, che soffrono più di altri gli effetti di un mercato ancora senza regole. Per questo abbiamo bisogno di un protagonismo nuovo del Sistema Italia”.
La visione del Presidente De Castro prevede una Pac rivolta esclusivamente agli Imprenditori Agricoli professionali. Una visione “monotona” condivisa da gran parte degli addetti ai lavori. Per discutere meglio di questa visione ancora molto diffusa tra “gli addetti ai lacvori” voglio riportare i dati del Rapporto Eiro sulla rappresentatività nel settore agricolo in Italia dell' European Commission, Eurostat, (Community Labour Force Survey – LFS) http://www.eurofound.europa.eu/eiro/studies/tn0608017s/it0608019q_it.htm .
L’ultimo censimento del settore agricolo in Italia (2000) ha registrato circa 2,5 milioni di aziende agricole, con un calo di circa il 14% rispetto al 1990. Nel 2004 se ne registrano 2,2 milioni, e secondo la classificazione Europea, che esclude quelle con meno di un ettaro di Superficie Agricola Utilizzabile, o con produzione di valore inferiore ai 2.500 Euro), sono 1,9 milioni.
Riporto le caratteristiche generali della forza lavoro del settore agricolo:
Numero di aziende agricole nel 1993 3 milioni nel 2004 1,9 milioni;
Forza lavoro complessiva* nel 1993 1,1 milioni di persone nel 2004 990mila persone.
Aggregate sectoral employment as a % of total employment in the economy(Aggregato di occupazione settoriale come% dell'occupazione complessiva nell'economia) nel 1993 il 5,4% e nel 2004 il 4,2%;
Aggregate sectoral employees as a % of the total number of employees in the economy (dipendenti di aggregazione settoriale come% del numero totale di dipendenti per l'economia) nel 2004 si ha il 2,6%.
Il 69% degli occupati, in termini di persone fisiche, in agricoltura è costituito da maschi; il 49% è impiegato al Sud, mentre il restante 51% è distribuito tra Nord (38%) e Centro (13%). Il rapporto tra lavoro agricolo e popolazione è mutato molto rapidamente nel decennio qui considerato. Nel 1994, infatti, vi erano 32 abitanti per ogni unità di lavoro agricola, mentre nel 2004 ve ne sono 46.
Infine il settore dell'agricoltura rappresenta il 2 – 3% del Prodotto interno lordo italiano.
Vi rimando alla lettura di tutti i dati per approfondire le mie affermazioni.
Riporto infine quanto scritto e riportato negli atti dell'ASSEMBLEA del 21 giugno 2010 organizzata dal Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro sul tema Osservazioni e Proposte “LO STATO DI ATTUAZIONE DELLA NUOVA PAC (Politica Agricola Comune) ED I PSR (Piani di Sviluppo Rurale)” http://www.agrotecnici.it/cnel/nuova%20PAC%20e%20piani%20regionali.pdf
“Il problema del corretto uso del suolo, in un Paese come l’Italia, costretta da una orografia particolare (con molte zone montuose o marginali e le già scarse pianure fortemente antropizzate), è di grande attualità; il consumo di territorio per fini non agricoli non cessa di crescere, complice anche l’assenza di una vera cultura urbanistica, incapace di vedere la campagna diversamente da un “vuoto da riempire”.
L’agricoltura invece opera sul territorio come cosa viva ed esplica potenti effetti positivi: mantiene la fertilità dei suoli, regimenta le acque, previene i dissesti idro-geologici.
Dobbiamo fare uno sforzo di uscire dal tunnel che impedendoci di vedere cosa c'è intorno fissa il nostro sguardo a una visione di un agricoltura italiana fatta “esclusivamente” da persone che lavorano nel settore agricolo in maniera esclusiva o da Imprenditori professionali, che come abbiamo visto sono meno di un milione di persone sui 60 milioni di abitanti del nostro paese.
Dobbiamo tutti uscire dal tunnel delle lamentazioni senza fine, dobbiamo uscire dal tunnel della narrazione di un Italia agricola del primo dopoguerra che oramai non c'è più! I proprietari del Paesaggio agrario Italiano devono alzare la testa e, con la schiena dritta, dire basta! Devono dire basta alla fornitura di servizi gratuiti all'intera collettività! Basta assorbire i gas nocivi presenti nell'aria, basta effettuare la produzione di cibo, basta con la depurazione dei rifiuti organici e basta con l'erogazione di valore ricreativo e culturale che svolgono gli spazi verdi. Sino al 2010 i proprietari del Paesaggio agrario hanno fornito GRATIS questi servizi ecosistemici alla collettività.
Ora i proprietari del Paesaggio agrario non possono più farci questo regalo!
C'è bisogno di una forte spinta sociale per imporre all'attenzione generale questa emergenza: l'emergenza territorio. Imporre! Già perchè Leo Longanesi ricordava a tutti che “Questo è il paese che alle manutenzioni preferisce le inaugurazioni!”.
*Dottore Agronomo

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