mercoledì 8 giugno 2011

CONVEGNO INTERNAZIONALE: I CENTO LAGHI DEL SALENTO LECCESE

CONVEGNO INTERNAZIONALE: I CENTO LAGHI DEL SALENTO LECCESE


SALA DEL TRONO DI PALAZZO GALLONE

TRICASE 3-06-2011



Si è svolto Venerdì 03-06-2011, presso la Sala del Trono di Palazzo Gallone a Tricase il convegno internazionale: “I cento laghi del Salento leccese” organizzato dal Consorzio di Bonifica di Ugento e Li Foggi e il Centro Internazionale di Cooperazione Culturale (C.I.C.C.).

Il Convegno di Tricase ha visto la partecipazione di diversi specialisti del settore agrario e ingegneristico, di rappresentanti di enti provinciali e regionali e di ospiti internazionali, rappresentando un’importante tappa del cammino che il CICC intende condurre, con quanti saranno disposti ad affiancarlo, verso il Forum Mondiale di Marsiglia nel Marzo 2012.

Il convegno, che ha visto come chairman il Prof. Luigi de Bellis, Università del Salento, è stato aperto dai saluti del Sindaco di Tricase Antonio Musarò, ai quali sono seguiti quelli del Presidente Provinciale della CIA (Confederazione Italiana Agricoltori) Giulio Sparascio.

IL Sig. Giulio Sparascio ha voluto focalizzare l’attenzione sulla necessità di uno sviluppo sostenibile in Salento, attraverso la realizzazione di programmi di crescita coerenti con le linee guida definite dai programmi internazionali europei. In questa direzione, l’attivazione di impianti di depurazione dell’acqua potrebbe essere un primo passo verso l’affermazione di politiche di tutela capaci di salvaguardare le risorse idriche salentine. La Dr.ssa Anna Chiumeo, Direttore Generale Unione Regionale Bonifiche Puglia, ha parlato di una falda acquifera salentina estremamente stressata e ha accolto con grande entusiasmo l’invito a partecipare al progetto dei 100 laghi. Le cave salentine sono come delle ferite che devono essere risanate attraverso il recupero delle acque reflue e piovane. Questi “ laghi” potrebbero inoltre essere aree d’ “attrazione”, delle oasi tematiche in grado di rilanciare il paesaggio salentino. La Dr.ssa Chiumeo ha concluso il suo intervento parlando di “società automa” che ha perso la sua umanità e che necessita di ridare valore al suolo per poter ritrovare le proprie radici sociali e umane. Il Dr. Antonio Lia, Presidente del GAL Capo di Leuca, ha mosso non poche critiche verso la non curanza e la non partecipazione della Regione Puglia, dell’Assessorato ai lavori pubblici e di tutte quelle figure che dovrebbero, invece, essere principali interlocutori di un evento simile. Il Dr. Lia ha parlato di un progetto presentato e bocciato dalla Regione Puglia, destinato al recupero delle acque piovane nella località di Specchia attraverso degli invasi ricavati su un terreno di sei ettari altrimenti inutilizzato. Il Dr. Lia ha concluso facendo riferimento ai moltissimi fiumi sotterranei, presenti in Salento, che sfociano in mare, fiumi di acque pure e dolci e dunque potabili, tenuti nascosti da un’economia viziata che “spende e spreca”. Ha concluso questa prima parte della Conferenza il Dr. Giulio Cesare Giordano, Presidente del CICCS ( Centro Internazionale di Cooperazione Culturale e Scientifica) il quale ha richiamato l’attenzione dell’utenza non solo sul ruolo degli impianti di purificazione, quanto piuttosto sulla necessità di intervenire attraverso la tecnica della Fito-depurazione, unico processo in grado di eliminare i batteri dalle acque depurate e utilizzate in agricoltura.

Il primo intervento specialistico è stato quello del Dr. Nicola Negro il quale sulla base della direttiva europea sul trattamento delle acque usate urbane (91/271/EEC), l’art.12 e il regolamento nazionale italiano ai sensi del D. Lgs 152/06 ha parlato di un progetto di ricerca, realizzato dal dottore stesso in collaborazione con la Regione Emilia Romagna, sulle componenti chimiche e batteriologiche presenti nell’acqua. Il secondo intervento è stato quello dell’ospite israeliano, il Prof. Iko Avital, Università di Beer Sheva, il quale ha fornito un quadro generale sulle tecniche di irrigazione, riutilizzo e sanificazione delle acque reflue e piovane in Israele. Le risorse idriche presenti in Israele sono quelle del Fiume Giordano, il quale nutre non solo il territorio israeliano, ma anche quello delle vicine Siria, Giordania, Palestina; e quelle del Mar Morto, la cui elevata salinità ne limita l’utilizzo solo per scopi termali. Essendo Israele un’area territoriale mista che vede un Nord molto piovoso e un Sud arido e desertico, la politica israeliana ha dovuto avviare una serie di azioni finalizzate a trasferire l’acqua da Nord a Sud (Injection system), a conservare e depurare l’acqua attraverso la costruzione di invasi, sistemi di irrigazione all’avanguardia basati sul sistema “a goccia” ( Drip Irrigation) e l’installazione di impianti di depurazione e desalinizzazione.

Il terzo intervento è stato quello dell’ospite palestinese Nael T. H. Ali Ahmad, Autorità palestinese per l’acqua, il quale ha descritto la drammatica situazione della popolazione palestinese per quanto concerne l’accesso e l’uso dell’acqua. La Palestina, infatti, compra l’acqua da Israele e nessun intervento di manutenzione o installazione impianti è possibile senza l’autorizzazione del Governo israeliano. Il PWA lavora costantemente per la realizzazione di Master Plan finalizzati all’installazione di impianti di depurazione e distribuzione dell’acqua in Palestina e si ritrova a dover affrontare numerose difficoltà burocratiche, tecniche, pratiche. Un esempio potrebbe essere l’elevato valore del BOD che si concentra in piccole quantità di acqua e il cui trattamento di diventa cosi estremamente complicato. Sono presenti nel territorio fiumi di acqua depurata (es. El Bireh) che nel loro tragitto si mixano ad altre acque di torrenti filtrate con filtri di sabbia. Quest’acqua viene utilizzata per l’agricoltura ed anche come acqua potabile pur non essendo adeguatamente depurata per nessuna di queste finalità, ma la popolazione non ha altre risorse e in alcuni casi è costretta anche a utilizzare l’acqua di scarico delle fogne.

Un ultimo intervento prima delle pausa pranzo è stato quello del giornalista Mario Barbarisi, Alto Calore Irpino Avellino, il quale ha parlato appunto di questo grande bacino idrografico (il più grande in Italia) che fornisce acqua a gran parte dell’area partenopea e dell’impianto di depurazione a fanghi attivi presente nel territorio dell’Irpinia, il cui progetto è stato realizzato prima del terremoto del 1980.

Nel pomeriggio si è tenuto un focus, che ha visto come coordinatore il Dr. Giulio Cesare Giordano, durante il quale sono stati identificati i temi della piattaforma programmatica da presentare al Forum di Marsiglia l’anno prossimo. Sono stati riconosciuti come obiettivi primari del progetto il riutilizzo delle acque reflue e piovane, il recupero del paesaggio inteso come simbolo dell’identità salentina, la fruibilità di questi specchi d’acqua e la multimedialità della comunicazione per poter informare quante più persone possibili. Tutte le parti hanno dichiarato l’intenzione di voler partecipare attivamente alla realizzazione del progetto, ognuna per il settore di competenza.

Il convegno internazionale: I cento laghi del Salento leccese si è concluso con la istituzione del Comitato di Azione per il Paesaggio (C.A.P.)che ha eletto all’unanimità come coordinatore il Sig. Giulio Sparascio.

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