Il batterio killer dell'Escherichia coli proviene da germogli di soia tedeschi, mangiati crudi.
Lo ha confermato ieri (domenica) pomeriggio in una conferenza stampa ad Hannover il ministro dell’Agricoltura della Bassa Sassonia, Gert Lindemann (Cdu), secondo il quale le autorità mediche si trovano adesso “sulla pista giusta”.
I germogli di soia che hanno un sapore vagamente simile al burro, si ricavano dal germoglio appena nato dal seme per essere consumati come verdure. E' quanto afferma la Coldiretti, in riferimento al nuovo allarme lanciato sull'origine del batterio killer diffuso dalla Germania, nel sottolineare che si tratta di un mercato di nicchia molto ristretto diffuso nella cucina etnica e tra i vegetariani per l'importante apporto di proteine.
In Italia i germogli di soia sono consumati in estate da soli o come condimento e sono venduti in buste, vassoi o in scatola ma recentemente - sottolinea la Coldiretti - si e' diffusa anche la coltivazione casalinga. I prezzi variano dai 4 ai 6 euro al chilo per il prodotto venduto in vassoi e nei supermercati - conclude la Coldiretti - e' possibile acquistare germogli di soia di produzione nazionale.
Non esiste un codice doganale dei semi di soia poiché l’importazione nel nostro paese è quasi inesistente.
Per ottenere i germogli di soia si prendono i semi che si coltiva in serre senza terra in “coltura idroponica” che richiede un substrato inerte su cui si poggia il seme che radicherà nutrito da acqua e nutrienti in essa disciolti. In questo modo il seme di soia germoglierà e verrà utilizzato come legume giovanissimo.
Nel 1996 i germogli di soia sono stati la causa di una grave epidemia di Escherichia coli in Giappone nella zona di Sakai dove si ammalarono 10mila persone.
Il batterio dell'Escherichia coli è in grado di fissarsi con successo sulla soia tanto che alcune proteine di questa pianta vengono utilizzate in laboratorio per il brodo di coltura dove viene fatta riprodurre l'Escherichia coli.
Alfredo Caprioli il direttore del laboratorio di riferimento europeo per l'Escherichia coli dell’Istituto superiore di sanità ha dichiarato che il batterio è in grado di restare in stato di quiescenza nel seme essiccato per poi tornare attivo quando nascono i germogli.
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