Puglia, adotta un ulivo
8000 piante cercano casaSi trovano sul cantiere del raddoppio della statale 16 e possono essere richiesti all'Anas. Dovranno essere espiantati entro la fine del mese, ma le richieste sono solo 1500. Parte la mobilitazione sul web
di CHIARA SPAGNOLO
Il Comune di Otranto ha già chiesto di poter "adottare" 500 degli 8.250 ulivi che dovranno essere espiantati per realizzare il raddoppio dell’ultimo tratto della statale 16 Adriatica, una delle più lunghe d’Italia con i suoi 1000 chilometri che si snodano dal Veneto alla Puglia. Alberi che ora cercano casa, dopo l'esprorio dei terreni per far spazio ai lavori. Disponibilità all'adozione di altre piante sono arrivate anche dalle amministrazioni di Maglie, Uggiano e Minervino, che ha individuato un’area di dieci ettari per mettere a dimora i giganti rimasti senza terra. Ma le richieste inoltrate all’Anas, che ha dato in appalto l’adeguamento del tratto stradale tra Maglie e Otranto, finora sono state solo 1.500. Apparentemente molte, in realtà poche, anzi pochissime, rispetto a tutti gli ulivi che dovranno essere tolti di mezzo entro il mese di marzo.
È questo infatti, secondo le leggi della natura, il periodo migliore per estirpare le piante e reimpiantarle in posti diversi da quelli in cui sono cresciute. Marzo. Ovvero i prossimi 23 giorni. Un tempo ristretto, scandito dal conto alla rovescia per l’apertura del cantiere e dall’allarme degli ambientalisti, che rimbalza fulmineo sui social network. Proprio sul web è partita una grande mobilitazione, grazie alla quale il problema degli ulivi del Salento sta conquistando la ribalta nazionale, spingendo amministrazioni e cittadini a farsi avanti per chiedere di adottare qualche albero. Solo 268, infatti, sono quelli che si salveranno di sicuro, perché inseriti nell’elenco dei “monumentali” del ministero dell’Ambiente. Per queste piante vige l’obbligo di reimpianto e il loro destino è in corso di valutazione presso il competente assessorato regionale. Per tutti gli altri, invece, il futuro è una grande incognita.
E i numeri lo dicono con crudele chiarezza. Sottratti agli 8.000 disseminati sui terreni espropriati per allargare la statale, i 268 alberi monumentali e i 1500 per cui è già stata chiesta l’adozione, ne restano quasi 6.000 di cui nessuno sa cosa fare. La richiesta di espianto di tutti gli alberi ai lati della carreggiata, nelle aree su cui si svilupperà il cantiere per l’ampliamento, è già stata inoltrata dall’Anas alla Provincia di Lecce e da Palazzo dei Celestini si attende l’ok definitivo. Un sì voluto come la manna dal cielo dagli operai della Co.edi.sal del gruppo Palumbo, che si è aggiudicata l’appalto da 55 milioni di euro per il raddoppio della statale 16, che da mesi aspettano senza stipendio l’apertura del cantiere. E ora che l’avvio sembra imminente, temono che l’allarme sul destino degli uliveti possa determinare ulteriori rallentamenti.
Le ragioni del lavoro, in realtà, non sono antitetiche rispetto a quelle dell’ambiente. L’iter degli espropri e degli espianti è stato definito con chiarezza nelle numerose conferenze di servizi che hanno accompagnato l’approvazione del progetto e indica una strada ben precisa da seguire nel tentativo di non sacrificare gli alberi. Il problema è che il disegno complessivo prevede il reimpianto “laddove è possibile”, ovvero se esiste un posto dove mettere a dimora i giganti simbolo della Puglia. Il posto, però, finora è stato trovato solo per 1.500 piante su 8.000. E per salvarle non esiste alcun piano B. Se le richieste di “adozione” non aumenteranno in fretta, migliaia di ulivi del Salento sono destinati inesorabilmente a diventare i martiri della statale 16.
Le richieste vanno inoltrate al Comparto regionale dell'Anas.
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(07 marzo 2012)
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