mercoledì 25 gennaio 2017

Reimpianto degli ulivi nelle zone colpite da xylella, Ingrosso: 'Atteggiamento responsabile, ma bisogna rimanere cauti'

Apprendiamo con soddisfazione la notizia riguardo la possibile apertura da parte dell’Unione Europea all’eventualità del reimpianto nelle aree afflitte da Xylella.

Finalmente un atteggiamento responsabile anche nei confronti dei tanti produttori letteralmente messi in ginocchio dai flagelli che hanno colpito, a vario titolo, l'agricoltura salentina.

All’eradicazione, termine molto inflazionato negli ultimi mesi, da ieri si inizia a ipotizzare - nelle previsioni più ottimistiche - la pratica del reimpianto, con il rinnovo del parco olivicolo.

Tuttavia, la parola d’ordine resta cautela: non facciamoci prendere da facili entusiasmi, poiché la strada è ancora lunga e bisogna approfondire il lavoro condotto negli ultimi anni nel campo della ricerca, specialmente sul fronte 'tolleranze/resistenze' delle piante da utilizzare.

Più volte abbiamo sottolineato l’importanza della ricerca su questo argomento e la necessità di avere certezze che possano essere comprovate. La regione ha dato il via  a diversi progetti di ricerca ed è su questi che bisogna insistere, anche attraverso un lavoro di messa a sistema, affinché il lavoro svolto da enti e associazioni dei produttori non siano casi isolati.

È necessario e urgente intervenire sul territorio, dando sì ristoro economico alle aziende, ma soprattutto fornendo una serie di  linee guida chiare e precise su come trattare le piante dal punto di vista della gestione (puntando al rinforzo degli alberi e al benessere dei terreni).

Va effettuato, inoltre, uno screening certosino per prevedere quale cultivar poter utilizzare al fine di verificare la possibilità del reimpianto, altrimenti si corre il rischio di impiantare - generando ingenti spese per le aziende - senza avere la certezza che tutto ciò non sia potenzialmente vano.

Sono oramai tre anni che i nostri olivicoltori sono senza reddito e ipotizzare di poter reimpiantare diventa una speranza per salvaguardare l’identità del territorio vocato all’olivicoltura. Per quanto premesso, occorre, pertanto, attivare le misure del PSR che sostengano le aziende dal punto di vista economico.

Fabio Ingrosso

1 commento:

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