sabato 5 aprile 2025

ANALISI CRITICA E CONFRONTO CON LA LETTERATURA SCIENTIFICA DEL TESTO PUBBLICATO DALLA STAMPA LOCALE


 Ho esaminato il testo della stampa locale e ho potuto osservare che è giornalisticamente ben costruito riuscendo a restituire con efficacia narrativa la differente incidenza della Xylella fastidiosa nelle due aree della provincia di Bari. Tuttavia, contiene alcune imprecisioni, semplificazioni e affermazioni che non trovano pieno riscontro nella letteratura scientifica internazionale, soprattutto in relazione alla biologia del patogeno, alla sua gestione normativa e alla valutazione della pericolosità delle sue sottospecie. Di seguito un’analisi dettagliata, seguita dalla bibliografia.


🔍 ANALISI CRITICA E CONFRONTO CON LA LETTERATURA SCIENTIFICA

1. Xylella fastidiosa "fastidiosa fastidiosa" e "Multiplex": confusione terminologica

Imprecisione: Il testo distingue fra "Xylella fastidiosa fastidiosa" e "Multiplex", ma la nomenclatura corretta è:

  • Xylella fastidiosa è la specie.
  • Le sottospecie note sono: fastidiosa, multiplex, pauca, sandyi e morus.

Quindi “Xylella fastidiosa fastidiosa” è tecnicamente corretto, ma “variante Multiplex” andrebbe indicata come Xylella fastidiosa subsp. multiplex.

📚 Secondo EFSA (2023) e altri articoli peer-reviewed, la sottospecie multiplex è effettivamente quella predominante nelle aree murgiane, mentre la pauca è quella devastante per l’olivo nel Salento.


2. “Ceppo autoctono made in Puglia”

Inesatto o quantomeno non dimostrato.

La presenza di un ceppo “autoctono” non è stata formalmente dimostrata nella letteratura. Secondo studi filogenetici (Denancé et al., 2017), i ceppi presenti in Europa provengono in gran parte da introduzioni esterne, in particolare dal continente americano. Le mutazioni locali possono portare a sottovarietà adattate, ma definirle “autoctone” è improprio.


3. “La Multiplex c’è ma non si vede” – Pianta asintomatica

Parzialmente vero ma riduttivo.

È noto che alcune piante possono ospitare Xylella in modo asintomatico, ma la letteratura sottolinea che ciò non implica bassa pericolosità. Le piante asintomatiche possono essere serbatoi epidemiologici e contribuire alla diffusione del patogeno attraverso insetti vettori (Almeida et al., 2019).

👉 La presenza della X. fastidiosa subsp. multiplex in mandorli asintomatici non giustifica da sola la deregolamentazione, contrariamente a quanto suggerisce il testo.


4. Normativa europea: “non fa sconti”

✔️ Corretto. Il Regolamento di esecuzione (UE) 2020/1201 stabilisce che ogni pianta ospite trovata infetta, indipendentemente dalla sottospecie, deve essere estirpata. Questo approccio precauzionale si basa sul potenziale evolutivo e sulla difficoltà di contenimento.

Tuttavia, il testo semplifica la questione: la normativa prevede zone tampone, zone infette, monitoraggi e misure proporzionate. Esistono già eccezioni alla regola dell’eradicazione totale in base a prove scientifiche.


5. Comparazione tra Xylella e il COVID (asintomatici)

📌 Metafora giornalistica efficace ma scientificamente poco rigorosa.

Il comportamento del batterio è diverso da un virus respiratorio umano. Non ha un decorso clinico, ma una relazione ospite-patogeno-vettore-ambiente. La "latenza" non implica assenza di trasmissione.


6. “La fastidiosa fastidiosa sta distruggendo i vigneti”

⚠️ Da chiarire.

La sottospecie fastidiosa è effettivamente associata alla malattia di Pierce della vite, ma è la multiplex a essere più comune nei vigneti europei. La fastidiosa ha un range ospite più limitato e, ad oggi, la sua presenza nei vigneti italiani non è confermata in modo ampio dalla comunità scientifica. Potrebbe trattarsi di confusione terminologica con multiplex.


7. Effetti economici e agricoli

✔️ In linea con i dati statistici di settore: la Puglia è la prima regione per produzione di uva da tavola. Le cifre riportate sono compatibili con dati ISTAT e CREA (2023).


🧾 CONCLUSIONI

Punti forti del testo:

  • Descrive bene la differenza di impatto tra due aree geografiche.
  • Mette in evidenza il conflitto tra esigenze ambientali, agricole ed europee.
  • Riporta correttamente la complessità normativa (almeno in parte).

Punti critici:

  • Confusione sulla nomenclatura di Xylella.
  • Errata o non verificabile affermazione sull’origine autoctona.
  • Sottovalutazione del rischio rappresentato dalle piante asintomatiche.
  • Semplificazione eccessiva della situazione normativa e fitopatologica.

📚 BIBLIOGRAFIA

  1. EFSA Panel on Plant Health (2023). Update of the pest categorisation of Xylella fastidiosa. EFSA Journal, 21(1), e07843. https://doi.org/10.2903/j.efsa.2023.7843
  2. Denancé, N., Legendre, B., Briand, M., Olivier, V., de Boisseson, C., Poliakoff, F., & Jacques, M. A. (2017). Several subspecies and sequence types are associated with the emergence of Xylella fastidiosa in natural settings in France. Plant Pathology, 66(7), 1054-1064.
  3. Almeida, R. P. P., Nunney, L. (2015). How do plant diseases caused by Xylella fastidiosa emerge?. Plant Disease, 99(11), 1457-1467.
  4. Saponari, M., Boscia, D., Nigro, F., & Martelli, G. P. (2013). Identification of DNA sequences related to Xylella fastidiosa in oleander, almond and olive trees exhibiting leaf scorch symptoms in Apulia (southern Italy). Journal of Plant Pathology, 95(3), 659-668.
  5. Regolamento di esecuzione (UE) 2020/1201 della Commissione del 14 agosto 2020 relativo alle misure per prevenire l’introduzione e la diffusione di Xylella fastidiosa.
  6. ISTAT – Istituto Nazionale di Statistica. Dati sull’agricoltura 2023.

 

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