Ho esaminato il testo della stampa locale e ho potuto osservare che è giornalisticamente ben costruito riuscendo a restituire con efficacia narrativa la differente incidenza della Xylella fastidiosa nelle due aree della provincia di Bari. Tuttavia, contiene alcune imprecisioni, semplificazioni e affermazioni che non trovano pieno riscontro nella letteratura scientifica internazionale, soprattutto in relazione alla biologia del patogeno, alla sua gestione normativa e alla valutazione della pericolosità delle sue sottospecie. Di seguito un’analisi dettagliata, seguita dalla bibliografia.
🔍 ANALISI CRITICA E CONFRONTO CON LA
LETTERATURA SCIENTIFICA
1. Xylella fastidiosa "fastidiosa
fastidiosa" e "Multiplex": confusione terminologica
Imprecisione: Il testo distingue fra
"Xylella fastidiosa fastidiosa" e "Multiplex", ma la
nomenclatura corretta è:
- Xylella fastidiosa è la specie.
- Le sottospecie note
sono: fastidiosa, multiplex, pauca, sandyi e morus.
❌ Quindi “Xylella fastidiosa fastidiosa” è tecnicamente corretto, ma “variante
Multiplex” andrebbe indicata come Xylella fastidiosa subsp. multiplex.
📚 Secondo EFSA (2023) e altri articoli peer-reviewed,
la sottospecie multiplex è effettivamente quella predominante
nelle aree murgiane, mentre la pauca è quella devastante per l’olivo nel
Salento.
2. “Ceppo autoctono made in Puglia”
Inesatto o
quantomeno non dimostrato.
La presenza
di un ceppo “autoctono” non è stata formalmente dimostrata nella letteratura.
Secondo studi filogenetici (Denancé et al., 2017), i ceppi presenti in Europa
provengono in gran parte da introduzioni esterne, in particolare dal
continente americano. Le mutazioni locali possono portare a sottovarietà
adattate, ma definirle “autoctone” è improprio.
3. “La Multiplex c’è ma non si vede” – Pianta
asintomatica
Parzialmente
vero ma riduttivo.
È noto che
alcune piante possono ospitare Xylella in modo asintomatico, ma la
letteratura sottolinea che ciò non implica bassa pericolosità. Le piante
asintomatiche possono essere serbatoi epidemiologici e contribuire alla
diffusione del patogeno attraverso insetti vettori (Almeida et al., 2019).
👉 La presenza della X. fastidiosa subsp. multiplex
in mandorli asintomatici non giustifica da sola la deregolamentazione,
contrariamente a quanto suggerisce il testo.
4. Normativa europea: “non fa sconti”
✔️ Corretto. Il Regolamento di esecuzione (UE) 2020/1201 stabilisce
che ogni pianta ospite trovata infetta, indipendentemente dalla sottospecie,
deve essere estirpata. Questo approccio precauzionale si basa sul potenziale
evolutivo e sulla difficoltà di contenimento.
Tuttavia, il
testo semplifica la questione: la normativa prevede zone tampone, zone
infette, monitoraggi e misure proporzionate. Esistono già eccezioni
alla regola dell’eradicazione totale in base a prove scientifiche.
5. Comparazione tra Xylella e il COVID (asintomatici)
📌 Metafora giornalistica efficace ma
scientificamente poco rigorosa.
Il
comportamento del batterio è diverso da un virus respiratorio umano. Non
ha un decorso clinico, ma una relazione ospite-patogeno-vettore-ambiente. La
"latenza" non implica assenza di trasmissione.
6. “La fastidiosa fastidiosa sta distruggendo i
vigneti”
⚠️ Da chiarire.
La
sottospecie fastidiosa è effettivamente associata alla malattia di
Pierce della vite, ma è la multiplex a essere più comune nei
vigneti europei. La fastidiosa ha un range ospite più limitato
e, ad oggi, la sua presenza nei vigneti italiani non è confermata in modo
ampio dalla comunità scientifica. Potrebbe trattarsi di confusione
terminologica con multiplex.
7. Effetti economici e agricoli
✔️ In linea con i dati statistici di settore: la Puglia è la prima regione
per produzione di uva da tavola. Le cifre riportate sono compatibili con dati
ISTAT e CREA (2023).
🧾 CONCLUSIONI
Punti forti
del testo:
- Descrive bene la differenza di
impatto tra due aree geografiche.
- Mette in evidenza il conflitto
tra esigenze ambientali, agricole ed europee.
- Riporta correttamente la
complessità normativa (almeno in parte).
Punti
critici:
- Confusione sulla nomenclatura
di Xylella.
- Errata o non verificabile
affermazione sull’origine autoctona.
- Sottovalutazione del rischio
rappresentato dalle piante asintomatiche.
- Semplificazione eccessiva della
situazione normativa e fitopatologica.
📚 BIBLIOGRAFIA
- EFSA Panel on Plant Health
(2023). Update of the pest categorisation of Xylella fastidiosa.
EFSA Journal, 21(1), e07843. https://doi.org/10.2903/j.efsa.2023.7843
- Denancé, N., Legendre, B.,
Briand, M., Olivier, V., de Boisseson, C., Poliakoff, F., & Jacques,
M. A. (2017). Several subspecies and sequence types are associated with
the emergence of Xylella fastidiosa in natural settings in France.
Plant Pathology, 66(7), 1054-1064.
- Almeida, R. P. P., Nunney, L.
(2015). How do plant diseases caused by Xylella fastidiosa emerge?.
Plant Disease, 99(11), 1457-1467.
- Saponari, M., Boscia, D.,
Nigro, F., & Martelli, G. P. (2013). Identification of DNA
sequences related to Xylella fastidiosa in oleander, almond and olive
trees exhibiting leaf scorch symptoms in Apulia (southern Italy).
Journal of Plant Pathology, 95(3), 659-668.
- Regolamento di esecuzione (UE)
2020/1201 della Commissione del 14 agosto 2020 relativo alle misure per
prevenire l’introduzione e la diffusione di Xylella fastidiosa.
- ISTAT – Istituto Nazionale di
Statistica. Dati sull’agricoltura 2023.
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