Il bosco salentino: uno spazio "abitato"
Fin dall'antichità, il territorio salentino si copriva di folti macchiati e querceti. Lo attesta Strabone2; lo dimostrano
i nomi volgari di diverse contrade3, «di fondi rustici, di villaggi e di paesi, derivanti da essenze boschive, nomi che tuttavia si conservano, sebbene non vi esista più un querciuolo .. 4. lnvero, le condizioni siivane del Salento, alla data delle predette notazioni del De Giorgi, 1884, erano assai impoverite; diverse rispetto a qualche decennio prima, quando ancora il mantello boschivo ammantava vaste zone pure della sub-regione delle Serre5: ripetute azioni antropiche, difatti,
collegate ad esigenze di ampliamento delle aree da mettere a coltura, per motivi di mutate condizioni di mercato6, portarono progressivamente (dopo le operazioni di quotizzazione dei demani ex-feudali, conseguenza delle leggi eversive dei latifondi signorili7) a cancellare quasi del tutto i luoghi selvosi8. Sul finire dell'800, allora, la superficie boschiva vincolata, in Terra d'Otranto andò via via riducendosi e solo i territori dei comuni di Mottola (7315 ha), Martina Franca (2892 ha), Laterza (2775 ha) e Castellaneta (1167 ha) mantennero discrete zone silvane9; il Salento leccese,
invece, vide sparire i fondi a boscaglia, tra i quali si distingueva per importanza selvicolturale il "Bosco di Belvedere"10, posto nella ubertosa Piana di Supersano: una vera e propria area microclimatica, dove bene vegetavano « ... Ghiande, Cerque, Lizze ed altri alberi»11, il cui taglio alimentava produzioni e mestieri12.
Con gli abbattimenti dei boschi, sempre più frequenti durante la seconda metà del secolo scorso, il paesaggio di campagna mutò radicalmente nel Salento meridionale, e l'esigenza di provvedere ai primi rimboschimenti13,
per rimediare in qualche modo agli squilibri territoriali causati dal deforestamento per fini di trasformazione agraria14, mosse l'interessamento di alcuni studiosi locali (tra questi il De Giorgi5), che di certo contribuirono a perorare la causa dell'impianto di essenze arboree (specialmente lungo i litorali) tra i più illuminati proprietari terrieri salentini di inizio '90016. Rimaste soltanto le tracce delle medioevali "foreste" salentina 17, che nei secoli addietro si aprivano ad una intensa frequentazione di uomini e di bestiame18, negli anni subito dopo il primo dopoguerra (con più efficacia nel decennio dei Trenta) vennero a concretizzarsi i piani di rimboschimento in provincia di Lecce: i cantieri silvani, in diverse fasi operative, rimodellarono soprattutto i litorali, tanto adriatici (San Cataldo, Alimini-Fontanelle) quanto jonici (Ugento, San Giovanni di Gallipoli, Portoselvaggio di Nardò, Arneo) 19. Intorno al1964 si concluse il periodo di intensa riforestazione: molti terreni denudati furono portati a vita; ma l'impegno di risanamento silvano fu ben presto
ridotto, sino a sparire del tutto ai nostri giorni20•
NOTE
1Cfr. A. SANASI, "Ricerche archeologico-topog.rafiche su 'Neretum' in età romana", estratto da La Zagaglia, a. V, 1964, n. 21; l'autore riporta l'esempio di un ritrovamento di una stele funeraria, in località "Case Arse", nei pressi di Porto Cesareo, dai cui resti si evince una scena di caccia in un bosco.
2 STRABON, Géographie, trad. frane. di G. AUJAC, Paris, Société d'édition "Les Belles Lettres·, 1969, t. Ili, lib. VI, 3, 4, p. 179.
3 Cfr. G. COLELLA, Toponomastica pugliese dalle origini alla fine del medio evo, Trani, Vecchi & C. Editori, 1941.
4 C. DE GIORGI, Cenni di geografia fisica della provinàa di Lecce, Lecce, Tipo-Litografia Ed. Salentina, 1884, p. 92.
5 Cfr. D. NOVEMBRE, "Aree antiche e recenti della macchia nel Salento", in Atti del XIX Congresso Geografico Italiano,
Como (Villa Olmo) 18-23 maggio 1964, 1965; A. AMICO, "Saggio di fitostoria della Puglia", in Atti dell'Accademia Pugliese delle Scienze, n. s., voi, VIli, pt. Il, 1950.
6 Cfr. E. PENNETTA, "L'economia agricola salentina nel sec. XVIII", Studi Salentini, vol. 111-IV, gen.-dic. 1957.
7 Cfr. D. LALA, "La quotizzazione", in MINISTERO PER l BENI CULTURALI E AMBIENTALI, ARCHIVIO DI STATO DI'LECCE, La Questione demaniale in Terra d'Otranto, s. e., s. d. [ma 1985), pp. 89-93. Sul più ampio tema della Questione demaniale - nei suoi riflessi territoriali – nel Mezzogiorno d'Italia, si vedano, tra gli altri: G. CONGEDO, Le vertenze sui demani comunali: Osservazioni e proposte, Napoli, Stab. tip. G. Cetrangolo e C., 1891, pp. 7-54; B. PALADINI, Dei demani comunali nelle province del Mezzogiorno: Considerazioni e proposte, Lecce, Tip.· 'Cooperativa, 1895, pp. 3-32.
8 Cfr. M. ZAPPELLA, "La Selvicoltura di Terra d'Otranto: Disboscamento e sue conseguenze nei rapporti agricoli", Corriere Meridionale, a. XVI, n. 7, 16 feb. 1905; ID., "La Selvicoltura di Terra d'Otranto: Disboscamento e sue conseguenze nei rapporti igienici", Corriere Meridionale, a. XVI, n. 10, 9 mar. 1905.
9 Cfr. C. DE GIORGI, Boschi in Terra d'Otranto, feb. 1884, manoscritto conservato presso la Biblioteca Provinciale di Lecce, ms. n. 145, pp. 389-395.
10 Sul "Bosco di Belvedere" nutrita è la bibliografia; ponderosa è la documentazione d'archivio; a riguardo di segnalazioni documentarie si rimanda specialmente a: Archivio di Stato di Lecce (d'ora in poi ASL), Archivio privato della famiglia Gallone, b. 22, fase. s. n.; ASL, Intendenza di Terra d'Otranto, Atti demaniali, b. 60, fase. 70; ASL, Intendenza... , fase. 705. Tra la letteratura- che solo incidentalmente
si sofferma sul Bosco- proponiamo: G. ARDITI, La corografia fisica e storica della Provincia di Terra d'Otranto, Lecce, Stab. tip. "Scipione Ammirato", 1879/1885, p. 65; C. DE GIORGI, La Provincia di Lecce: Bozzettidi viaggio, Galatina, Congedo, 1975, vol. Il, p. 82, ristampa fotomeccanica; R. MARTI, L'estremo Salento, Lecce, Stab. Tip. F. Scorrano & C., 1931, pp. 22-24. Una ricostruzione storica del Bosco è in M. MAl NARDI, "l boschi nel Salento", saggio di prossima pubblicazione per conto di Garofano Verde.
11 ASL, Scritture delle Università e Feudi, Catasto onciario di Tricase, a. 1745, vol. Il, f. 613.
12 «Le principali industrie dei Nocigliesi e dei Botrugnesi traggono la loro origine ed il loro incremento dal vicino bosco di Belvedere. Coi teneri virgulti delle quercia, aggratigliat[i] a ventaglio, essi formano delle scope tenaci ed economiche; ... Però l'industria prima è quella dei carboni di quercia" (C. DE GIORGI, La Provincia di Lecce: Bozzetti e Impressioni, Lecce, Tip. Campanella, 1877, p. 10). l supersanesi, poi, che nel passato vivevano del Bosco, pur'essi erano periti «a fare carboni» (L. GIUSTINIANI, Dizionario geografico-ragionato del Regno di Napoli, Bologna, Forni, 1969, t. IX, p. 120).
13 Un «Progetto per l'Imboschimento del fondo incolto patrimoniale denominato Serra del Comune di Supersano» è redatto nel 1883 (cfr. ASL, Prefettura, l serie, 2a vers.,.b. 8, fase. 134).
14 Cfr. G. G. LORENZONI, "La vegetazione naturale nell'assetto territoriale del Salento", in AA.VV., Risorse ambientali e sviluppo economico nel Salento, a cura di U. LEONE, Napoli, E.S.I., 1978, p. 207.
15 Di De Giorgi è una lettera (26 mag. 1898) indirizzata a Francesco Meoli, Regio lspe.ttore forestale di Foggia, dalla quale si ricavano utili informazioni circa il progetto d'imboschimento della Rada di San Cataldo dì Lecce (si conserva presso la Biblioteca Provinciale di Lecce, ms. n. 147, pp. 368-369).
16 Cfr. M. ZAPPELLA, "Gl'imboschimenti in Provincia di Lecce nel1905", Corriere Meridionale, a. XVII, n. 8, 22 feb.
1906.
17 Notevole è la bibliografia sulle "foreste" di Terra d'Otranto; un quadro generale ci è dato da D. NOVEMBRE, op. cit., al quale si rimanda pure per i rinvii a specifica letteratura. Sulla "foresta" di Lecce, tra gli altri, si indicano: N. BODINI, Il demanio comunale di Lecce, Lecce, Tip. del Popolo, 1913; ID., Demanio di Lecce, sentenza della Corte di Appello di Puglia ... , Lecce, Tip. del Popolo, 1917, specificamente le pp. 13-15, nota n. 3; ID., Ecc.ma Corte di Appello di Puglia ... Copia dei documenti ... , Lecce, Tip. Del Popolo, 1918, vol. l; G. F. T ANZI, l demani di Lecce, Lecce, R. Tip. Ed. Sal.na Ditta F.lli Spacciante, 1898; ID., La città di Otranto e il territorio municipale, Lecce, Siab. Tip. Giurdignano, 1906. Sulla "foresta" di Gallipoli e Nardò si rinvia a: C. MARRA, "Ancora dei demani di Gallipoli", Rivista Storica Salentina, a. 111, 1907, specificamente le pp. 109-115; D. NICOLI, "Demani di Gallipoli", Rivista Storica
Salentina, a. 111, 1907, cfr. p. 15, nota n. 1. La "Grande foresta" di Oria- che confinava con quella di Lecce – è trattata da: F. A. P. COCO, "La foresta oritana e i suoi antichi casali: appunti e documenti", Rivista Storica Salentina, a. Xli, n. 7-8, ago. 1919; E. TRAVAGLINI, /limiti della foresta oritana in documenti e carte dal 1432 al 1809, Oria, Società di Storia Patria per la Puglia, Sezione di
Oria, 1977.
18 Le "foreste" salentina, per la loro vicinanza a nuclei e centri rurali, hanno rappresentato uno spazio "abitato", dove i sentieri che le attraversavano erano percorsi da armenti diversi. .. Territorj boscosi per uso di pascoli d'animali piccoli ... , e pascolo di porci...• (M. CAZZATO, Collepasso, pp. 142-144, in AA. VV., Paesi e figure del vecchio Salen to, a cura di A. DE BERNART, Galatina, Congedo, 1989) erano comuni nei secoli addietro, e in essi abusivamente pasturavano animali pure diffidati (cfr., per il Bosco di Supersano,
quanto riportato da A. RAELI, Aneddoti di storia tricasina, a cura di M. PAONE, Galatina, Congedo, 1981, pp. 239-240).
19 Cfr. R. CONGEDO, "L'attività che il Corpo Forestale dello Stato potrà sviluppare in provincia di Lecce•, in AA. VV., Prospettive agricole della provincia di Lecce, Convegno provinciale per la programmazione in agricoltura tenuto ad iniziativa dell'Amm.ne Prov.le di Lecce, 15-16 aprile 1966, Galatina (stampato), Laterza, 1968.
20 Cfr. P. DE VITOFRANCESCHI, "Potenzialità per la forestazione produttiva del Salento", in AA. W., Parco naturale Salento Europa Mediterraneo, Atti del Convegno su "La forestazione produttiva•, Lecce, 28 feb. 1985, Ed. Espresso Sud, 1985, p. 54; M. MAINARDI, "Le aree boschive in provincia di Lecce•, Terra d'Otranto, a. 111, n. s., n. 4, 1986, p. 95.
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