Progetto: Ente Agricoltura Salento (EAS)
Introduzione
La provincia
di Lecce custodisce un patrimonio agricolo inestimabile, fatto di paesaggi,
biodiversità, saperi contadini e potenzialità produttive ancora inespresse.
Oggi, però, oltre 80.000 ettari di terreni agricoli risultano incolti o
sottoutilizzati, vittime di abbandono, frammentazione fondiaria, mancanza
di ricambio generazionale e difficoltà strutturali nella gestione agricola.
Il progetto Ente
Agricoltura Salento nasce per affrontare con visione e concretezza questa
sfida, trasformandola in una straordinaria occasione di rilancio economico,
ambientale e sociale per tutto il territorio salentino. L’idea fondante è
semplice quanto innovativa: creare un Ente tecnico pubblico che assuma
la gestione e l’amministrazione di questi terreni – previa adesione volontaria
dei proprietari – restituendo loro un dividendo annuo per ettaro e
generando, al tempo stesso, occupazione, sviluppo agricolo sostenibile, filiere
produttive competitive e nuova identità per l’agricoltura del Salento.
Il progetto
si inserisce all’interno di un quadro strategico nazionale e internazionale
favorevole alla rigenerazione delle aree marginali, alla transizione verde e
alla diversificazione dei mercati agroalimentari. Con il supporto dei fondi
europei (PAC, PSR, PNRR) e delle competenze tecniche degli agrotecnici, periti
agrari, agronomi e forestali del territorio, Ente Agricoltura Salento
punta a diventare un modello replicabile di agricoltura pubblica intelligente,
orientata al mercato, all’innovazione e alla tutela del paesaggio rurale.
Attraverso
questo progetto, la terra torna a vivere, a produrre valore e a costruire
futuro.
1. Obiettivi del Progetto
- Valorizzazione degli 80.000
ettari incolti nella provincia di Lecce.
- Affidamento della gestione
tecnica a un ente pubblico composto da agrotecnici, periti agrari, dottori
agronomi e forestali.
- Generazione di reddito per i
proprietari terrieri sotto forma di dividendo annuo per ettaro.
- Sviluppo della filiera
agroalimentare salentina per il mercato interno ed estero, seguendo la
strategia nazionale di diversificazione dei mercati.
2. Assetto Istituzionale
- Denominazione: Ente Agricoltura Salento (EAS)
- Forma giuridica: Ente tecnico pubblico a partecipazione
mista (Regione Puglia, Comuni, consorzi agrari, professionisti).
- Governance: Consiglio di gestione composto
da rappresentanti istituzionali e delle categorie professionali tecniche
(agrotecnici, periti agrari, dottori agronomi/forestali).
- Sede operativa: Lecce, con sportelli
territoriali nei principali distretti agricoli della provincia.
3. Modalità di Gestione dei Terreni
- I proprietari terrieri
sottoscrivono un accordo decennale di cessione dell’uso e dell’amministrazione
del terreno all’EAS.
- In cambio, ricevono un dividendo
annuo fisso pari a 350–400 €/ettaro (in linea con media dei
premi PAC per superfici incolte o a riposo).
- L’ente si fa carico di:
- Progettazione colturale
sostenibile e produttiva
- Meccanizzazione e lavorazione
dei suoli
- Semina, gestione, raccolta e
trasformazione
- Certificazioni ambientali e
tracciabilità dei prodotti
4. Fonti di Finanziamento
Fondi Pubblici Disponibili
- Politica Agricola Comune (PAC): ogni anno circa 30–35 milioni
di euro sono destinati a proprietari medi e grandi di terreni nella
provincia di Lecce sotto forma di contributi diretti e greening (fonte:
elaborazione dati AGEA e CREA).
- Questi fondi possono essere
convogliati in gestione all’EAS, che li distribuisce ai proprietari
in forma di dividendi e reinveste il resto in innovazione, lavoro e
infrastrutture agricole.
- PSR Puglia (Programma di Sviluppo
Rurale): accesso a misure per agricoltura sostenibile, innovazione,
meccanizzazione, giovani agricoltori e reti logistiche.
- Fondo per la transizione
ecologica e PNRR
(Missione 2, Componente 1) per interventi su agroforestazione e recupero
aree marginali.
5. Filiera Produttiva e Commercializzazione
Produzione Prevedibile (per anno)
- Olivicoltura rigenerativa
(superfici colpite da Xylella)
- Cereali autoctoni (grano duro,
orzo)
- Leguminose per rotazione (ceci,
lenticchie)
- Ortaggi a ciclo breve
(pomodori, meloni, fave)
- Colture da reddito: canapa
industriale, lavanda, mandorlo, fico d’India
- Settore zootecnico integrato
per aree marginali (ovini, caprini)
Previsioni di Mercato
- Mercato interno
(regionale/nazionale): 60% della produzione
- Distribuzione GDO (coop locali,
Eataly, NaturaSì)
- Consorzi e mercati contadini
- Settore HO.RE.CA.
(ristorazione e turismo enogastronomico)
- Esportazione (40%):
- Target: Germania, Francia,
Regno Unito, Canada, USA, Emirati, Vietnam, Messico
- Strategie: accordi con
consorzi di esportazione, uso marchi territoriali, certificazioni
bio/DOP/IGP
- Obiettivo: imitare il modello
del Parmigiano Reggiano che oggi esporta il 48,7% della produzione
6. Innovazione e Sostenibilità
- Autoproduzione energetica da
fotovoltaico agricolo (agrovoltaico)
- Certificazioni ambientali e
tracciabilità blockchain
- Ricerca e sviluppo con
Università del Salento e CREA
- Creazione di un marchio
collettivo: "Salento Verde"
7. Impatto Occupazionale e Sociale
- Stima di 1.500–2.000 nuovi
occupati tra operai agricoli, tecnici, logistica, marketing e
trasformazione.
- Inclusione sociale: progetti di
agricoltura sociale con cooperative e soggetti fragili.
- Rilancio delle aree interne,
contrasto allo spopolamento e alla desertificazione rurale.
8. Indicatori di Successo (entro 5 anni)
- 70% dei terreni incolti
conferiti all’ente
- 80% dei prodotti tracciati e
certificati
- 60% autosufficienza energetica
dell’ente
- +50% incremento dell’export
agroalimentare salentino
9. Comunicazione e Marketing
- Campagne “Coltiva Salento”
rivolte ai proprietari
- Promozione internazionale del
marchio Salento Verde
- Storytelling digitale: dal
campo alla tavola
Ovviamente progetto ok. Ma chiedo. Non si rischia di
ricadere negli aiuti di stato, non ammessi dall' UE?
Io ho risposto:
Caro Giuseppe, grazie per la domanda molto centrata e puntuale.
Per rispondere in modo completo, è utile partire da alcuni dati oggettivi.
1. Quantificazione delle risorse pubbliche già stanziate a favore dei proprietari del paesaggio agrario salentino
Attualmente, tra pagamenti diretti della PAC (Politica Agricola Comune), misure agroambientali del PSR (Programma di Sviluppo Rurale) e sostegni straordinari post-Xylella, i proprietari dei terreni agricoli nella provincia di Lecce ricevono ogni anno una cifra stimabile tra 30 e 35 milioni di euro, in larga parte come contributi a fondo perduto o premi ad ettaro.
Queste risorse sono destinate, formalmente, alla tutela del paesaggio agrario, alla conservazione dell’ambiente, alla biodiversità e alla sicurezza alimentare, anche in assenza di coltivazione vera e propria (es. prati permanenti, incolti, superfici a riposo). Questo è un dato che dimostra chiaramente che la remunerazione del paesaggio e la funzione ecologica del suolo agricolo sono già considerate dall’Unione Europea come servizi di interesse pubblico generale, quindi non soggetti alla disciplina degli aiuti di Stato.
2. Situazione a 12 anni dalla comparsa della fitopatia Xylella
A oltre un decennio dall’arrivo della fitopatia, il bilancio è severo: meno di 20.000 ettari sono stati effettivamente riconvertiti o rigenerati, a fronte degli oltre 80.000 ettari colpiti o abbandonati. Questo significa che il sistema agricolo locale non è riuscito a reagire in modo strutturato, nonostante gli incentivi e i fondi ricevuti. Il progetto Ente Agricoltura Salento intende quindi trasformare una risposta passiva (sussidi) in una gestione attiva e collettiva, senza richiedere nuovi aiuti diretti, ma coordinando quelli esistenti.
3. Polverizzazione fondiaria: un ostacolo strutturale
Un altro fattore che impedisce la rigenerazione spontanea è la forte frammentazione della proprietà fondiaria. In provincia di Lecce, il numero medio di particelle per azienda è superiore alla media nazionale, e buona parte dei fondi è detenuta da eredi, assenteisti o proprietari senza competenze agricole. Questa situazione rende impossibile, in moltissimi casi, una gestione efficiente, razionale e produttiva delle superfici, anche qualora ci fosse volontà di investire.
Il progetto Ente Agricoltura Salento, con la formula della gestione volontaria conferita a un ente tecnico pubblico, supera questa criticità senza toccare la proprietà, ma solo l’amministrazione e conduzione, e quindi non introduce alcuna forma di intervento economico distorsivo della concorrenza.
4. Assenza di rischio di aiuti di Stato: le evidenze giuridiche e scientifiche
Dal punto di vista normativo e giurisprudenziale:
-
L’art. 107 del TFUE definisce aiuti di Stato solo quegli interventi che alterano o minacciano di alterare la concorrenza favorendo alcune imprese o produzioni.
-
Il progetto non favorisce imprese private, ma un ente tecnico pubblico, e non introduce sussidi aggiuntivi, bensì organizza meglio fondi già esistenti e legittimi (PAC, PSR, misure ambientali).
-
Esistono numerosi precedenti europei di gestione collettiva di fondi agricoli, sia da parte di consorzi pubblici (es. land consolidation in Germania e Austria), sia attraverso strumenti simili (es. GIE in Francia).
Dal punto di vista scientifico:
-
L’agricoltura di paesaggio, rigenerativa e multifunzionale, è oggi riconosciuta come bene comune e leva di resilienza climatica (fonte: FAO, IPCC, ISPRA).
-
Nessuna evidenza scientifica solleva dubbi sulla compatibilità ambientale e normativa di strumenti di gestione pubblica o consortile dei terreni agricoli frammentati o abbandonati.
In conclusione:
Il progetto non ricade negli aiuti di Stato, perché:
-
Non crea nuove sovvenzioni,
-
Non avvantaggia imprese individuali,
-
Gestisce fondi già legittimati dalla normativa UE,
-
Fornisce un servizio pubblico (rigenerazione agricola e paesaggistica),
-
E risponde a un fallimento del mercato che, da solo, non ha saputo reagire.
È quindi pienamente conforme ai principi europei di sostenibilità, equità territoriale e multifunzionalità agricola.
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