venerdì 18 aprile 2025

Progetto: Ente Agricoltura Salento (EAS)


 Progetto: Ente Agricoltura Salento (EAS)

Introduzione

La provincia di Lecce custodisce un patrimonio agricolo inestimabile, fatto di paesaggi, biodiversità, saperi contadini e potenzialità produttive ancora inespresse. Oggi, però, oltre 80.000 ettari di terreni agricoli risultano incolti o sottoutilizzati, vittime di abbandono, frammentazione fondiaria, mancanza di ricambio generazionale e difficoltà strutturali nella gestione agricola.

Il progetto Ente Agricoltura Salento nasce per affrontare con visione e concretezza questa sfida, trasformandola in una straordinaria occasione di rilancio economico, ambientale e sociale per tutto il territorio salentino. L’idea fondante è semplice quanto innovativa: creare un Ente tecnico pubblico che assuma la gestione e l’amministrazione di questi terreni – previa adesione volontaria dei proprietari – restituendo loro un dividendo annuo per ettaro e generando, al tempo stesso, occupazione, sviluppo agricolo sostenibile, filiere produttive competitive e nuova identità per l’agricoltura del Salento.

Il progetto si inserisce all’interno di un quadro strategico nazionale e internazionale favorevole alla rigenerazione delle aree marginali, alla transizione verde e alla diversificazione dei mercati agroalimentari. Con il supporto dei fondi europei (PAC, PSR, PNRR) e delle competenze tecniche degli agrotecnici, periti agrari, agronomi e forestali del territorio, Ente Agricoltura Salento punta a diventare un modello replicabile di agricoltura pubblica intelligente, orientata al mercato, all’innovazione e alla tutela del paesaggio rurale.

Attraverso questo progetto, la terra torna a vivere, a produrre valore e a costruire futuro.

 

1. Obiettivi del Progetto

  • Valorizzazione degli 80.000 ettari incolti nella provincia di Lecce.
  • Affidamento della gestione tecnica a un ente pubblico composto da agrotecnici, periti agrari, dottori agronomi e forestali.
  • Generazione di reddito per i proprietari terrieri sotto forma di dividendo annuo per ettaro.
  • Sviluppo della filiera agroalimentare salentina per il mercato interno ed estero, seguendo la strategia nazionale di diversificazione dei mercati.

2. Assetto Istituzionale

  • Denominazione: Ente Agricoltura Salento (EAS)
  • Forma giuridica: Ente tecnico pubblico a partecipazione mista (Regione Puglia, Comuni, consorzi agrari, professionisti).
  • Governance: Consiglio di gestione composto da rappresentanti istituzionali e delle categorie professionali tecniche (agrotecnici, periti agrari, dottori agronomi/forestali).
  • Sede operativa: Lecce, con sportelli territoriali nei principali distretti agricoli della provincia.

3. Modalità di Gestione dei Terreni

  • I proprietari terrieri sottoscrivono un accordo decennale di cessione dell’uso e dell’amministrazione del terreno all’EAS.
  • In cambio, ricevono un dividendo annuo fisso pari a 350–400 €/ettaro (in linea con media dei premi PAC per superfici incolte o a riposo).
  • L’ente si fa carico di:
    • Progettazione colturale sostenibile e produttiva
    • Meccanizzazione e lavorazione dei suoli
    • Semina, gestione, raccolta e trasformazione
    • Certificazioni ambientali e tracciabilità dei prodotti

4. Fonti di Finanziamento

Fondi Pubblici Disponibili

  • Politica Agricola Comune (PAC): ogni anno circa 30–35 milioni di euro sono destinati a proprietari medi e grandi di terreni nella provincia di Lecce sotto forma di contributi diretti e greening (fonte: elaborazione dati AGEA e CREA).
  • Questi fondi possono essere convogliati in gestione all’EAS, che li distribuisce ai proprietari in forma di dividendi e reinveste il resto in innovazione, lavoro e infrastrutture agricole.
  • PSR Puglia (Programma di Sviluppo Rurale): accesso a misure per agricoltura sostenibile, innovazione, meccanizzazione, giovani agricoltori e reti logistiche.
  • Fondo per la transizione ecologica e PNRR (Missione 2, Componente 1) per interventi su agroforestazione e recupero aree marginali.

5. Filiera Produttiva e Commercializzazione

Produzione Prevedibile (per anno)

  • Olivicoltura rigenerativa (superfici colpite da Xylella)
  • Cereali autoctoni (grano duro, orzo)
  • Leguminose per rotazione (ceci, lenticchie)
  • Ortaggi a ciclo breve (pomodori, meloni, fave)
  • Colture da reddito: canapa industriale, lavanda, mandorlo, fico d’India
  • Settore zootecnico integrato per aree marginali (ovini, caprini)

Previsioni di Mercato

  • Mercato interno (regionale/nazionale): 60% della produzione
    • Distribuzione GDO (coop locali, Eataly, NaturaSì)
    • Consorzi e mercati contadini
    • Settore HO.RE.CA. (ristorazione e turismo enogastronomico)
  • Esportazione (40%):
    • Target: Germania, Francia, Regno Unito, Canada, USA, Emirati, Vietnam, Messico
    • Strategie: accordi con consorzi di esportazione, uso marchi territoriali, certificazioni bio/DOP/IGP
    • Obiettivo: imitare il modello del Parmigiano Reggiano che oggi esporta il 48,7% della produzione

6. Innovazione e Sostenibilità

  • Autoproduzione energetica da fotovoltaico agricolo (agrovoltaico)
  • Certificazioni ambientali e tracciabilità blockchain
  • Ricerca e sviluppo con Università del Salento e CREA
  • Creazione di un marchio collettivo: "Salento Verde"

7. Impatto Occupazionale e Sociale

  • Stima di 1.500–2.000 nuovi occupati tra operai agricoli, tecnici, logistica, marketing e trasformazione.
  • Inclusione sociale: progetti di agricoltura sociale con cooperative e soggetti fragili.
  • Rilancio delle aree interne, contrasto allo spopolamento e alla desertificazione rurale.

8. Indicatori di Successo (entro 5 anni)

  • 70% dei terreni incolti conferiti all’ente
  • 80% dei prodotti tracciati e certificati
  • 60% autosufficienza energetica dell’ente
  • +50% incremento dell’export agroalimentare salentino

9. Comunicazione e Marketing

  • Campagne “Coltiva Salento” rivolte ai proprietari
  • Promozione internazionale del marchio Salento Verde
  • Storytelling digitale: dal campo alla tavola

 Il Dottore Agronomo Giuseppe Romano ha scritto:

Ovviamente progetto ok. Ma chiedo. Non si rischia di ricadere negli aiuti di stato, non ammessi dall' UE?

 

Io ho risposto:

Caro Giuseppe, grazie per la domanda molto centrata e puntuale.

Per rispondere in modo completo, è utile partire da alcuni dati oggettivi.

1. Quantificazione delle risorse pubbliche già stanziate a favore dei proprietari del paesaggio agrario salentino

Attualmente, tra pagamenti diretti della PAC (Politica Agricola Comune), misure agroambientali del PSR (Programma di Sviluppo Rurale) e sostegni straordinari post-Xylella, i proprietari dei terreni agricoli nella provincia di Lecce ricevono ogni anno una cifra stimabile tra 30 e 35 milioni di euro, in larga parte come contributi a fondo perduto o premi ad ettaro.

Queste risorse sono destinate, formalmente, alla tutela del paesaggio agrario, alla conservazione dell’ambiente, alla biodiversità e alla sicurezza alimentare, anche in assenza di coltivazione vera e propria (es. prati permanenti, incolti, superfici a riposo). Questo è un dato che dimostra chiaramente che la remunerazione del paesaggio e la funzione ecologica del suolo agricolo sono già considerate dall’Unione Europea come servizi di interesse pubblico generale, quindi non soggetti alla disciplina degli aiuti di Stato.


2. Situazione a 12 anni dalla comparsa della fitopatia Xylella

A oltre un decennio dall’arrivo della fitopatia, il bilancio è severo: meno di 20.000 ettari sono stati effettivamente riconvertiti o rigenerati, a fronte degli oltre 80.000 ettari colpiti o abbandonati. Questo significa che il sistema agricolo locale non è riuscito a reagire in modo strutturato, nonostante gli incentivi e i fondi ricevuti. Il progetto Ente Agricoltura Salento intende quindi trasformare una risposta passiva (sussidi) in una gestione attiva e collettiva, senza richiedere nuovi aiuti diretti, ma coordinando quelli esistenti.


3. Polverizzazione fondiaria: un ostacolo strutturale

Un altro fattore che impedisce la rigenerazione spontanea è la forte frammentazione della proprietà fondiaria. In provincia di Lecce, il numero medio di particelle per azienda è superiore alla media nazionale, e buona parte dei fondi è detenuta da eredi, assenteisti o proprietari senza competenze agricole. Questa situazione rende impossibile, in moltissimi casi, una gestione efficiente, razionale e produttiva delle superfici, anche qualora ci fosse volontà di investire.

Il progetto Ente Agricoltura Salento, con la formula della gestione volontaria conferita a un ente tecnico pubblico, supera questa criticità senza toccare la proprietà, ma solo l’amministrazione e conduzione, e quindi non introduce alcuna forma di intervento economico distorsivo della concorrenza.


4. Assenza di rischio di aiuti di Stato: le evidenze giuridiche e scientifiche

Dal punto di vista normativo e giurisprudenziale:

  • L’art. 107 del TFUE definisce aiuti di Stato solo quegli interventi che alterano o minacciano di alterare la concorrenza favorendo alcune imprese o produzioni.

  • Il progetto non favorisce imprese private, ma un ente tecnico pubblico, e non introduce sussidi aggiuntivi, bensì organizza meglio fondi già esistenti e legittimi (PAC, PSR, misure ambientali).

  • Esistono numerosi precedenti europei di gestione collettiva di fondi agricoli, sia da parte di consorzi pubblici (es. land consolidation in Germania e Austria), sia attraverso strumenti simili (es. GIE in Francia).

Dal punto di vista scientifico:

  • L’agricoltura di paesaggio, rigenerativa e multifunzionale, è oggi riconosciuta come bene comune e leva di resilienza climatica (fonte: FAO, IPCC, ISPRA).

  • Nessuna evidenza scientifica solleva dubbi sulla compatibilità ambientale e normativa di strumenti di gestione pubblica o consortile dei terreni agricoli frammentati o abbandonati.


In conclusione:

Il progetto non ricade negli aiuti di Stato, perché:

  • Non crea nuove sovvenzioni,

  • Non avvantaggia imprese individuali,

  • Gestisce fondi già legittimati dalla normativa UE,

  • Fornisce un servizio pubblico (rigenerazione agricola e paesaggistica),

  • E risponde a un fallimento del mercato che, da solo, non ha saputo reagire.

È quindi pienamente conforme ai principi europei di sostenibilità, equità territoriale e multifunzionalità agricola.

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