mercoledì 30 aprile 2025

A ZOLLINO (LE) il 6 maggio 2025 alle ore 19.00 "Il cibo è politica" è un saggio scritto da Fabio Ciconte, attivista e direttore dell’associazione ambientalista Terra!

 


"Il cibo è politica" è un saggio scritto da Fabio Ciconte, attivista e direttore dell’associazione ambientalista Terra!, che esplora il legame profondo tra alimentazione, potere economico e decisioni politiche. Il libro denuncia come le scelte su cosa mangiamo ogni giorno siano fortemente condizionate da interessi economici, dalle grandi filiere agroindustriali e dalle politiche agricole nazionali ed europee.

Temi principali del libro:

  1. Il potere della GDO (Grande Distribuzione Organizzata)
    Ciconte mostra come i grandi supermercati e le catene di distribuzione dettino legge su prezzi, qualità e condizioni dei prodotti, spesso a scapito dei piccoli produttori e della sostenibilità.

  2. La retorica del "cibo giusto"
    Il libro smonta la narrazione del cibo "buono, pulito e giusto" se non accompagnata da una reale giustizia sociale e ambientale, mostrando come anche prodotti apparentemente etici possano nascondere sfruttamento e speculazione.

  3. Caporalato e sfruttamento
    Ampio spazio è dato al tema dello sfruttamento dei lavoratori agricoli, in particolare migranti, che lavorano in condizioni spesso disumane per far arrivare cibo a basso costo sulle nostre tavole.

  4. Politiche agricole europee e nazionali
    L'autore critica il modo in cui la Politica Agricola Comune (PAC) distribuisce i fondi, favorendo i grandi attori economici e penalizzando le piccole realtà locali.

  5. La responsabilità del consumatore
    Pur consapevole dei limiti individuali, Ciconte invita il lettore a non sottovalutare il potere delle scelte quotidiane in materia di cibo: scegliere cosa e da chi comprare è un atto politico.

Conclusione:

"Il cibo è politica" è un invito a guardare oltre l'etichetta e a comprendere che ogni acquisto alimentare è parte di un sistema più ampio che coinvolge lavoro, ambiente, economia e giustizia. Non si tratta solo di nutrirsi, ma di scegliere da che parte stare.


Ecco un riassunto per capitoli del libro "Il cibo è politica" di Fabio Ciconte, focalizzato sui passaggi principali:


Capitolo 1 – Il supermercato non è neutrale

Ciconte apre il libro con una riflessione provocatoria: il supermercato è un luogo politico, dove non ci sono solo prodotti, ma scelte di potere. I prezzi bassi non sono casuali: sono il frutto di filiere opache e squilibri di forza tra produttori e distributori. L'autore smaschera la retorica del risparmio, spesso usata per giustificare lo sfruttamento.


Capitolo 2 – I contadini invisibili

Dietro la frutta e verdura che consumiamo ci sono braccianti sfruttati, spesso migranti, reclutati tramite il caporalato. Il sistema produttivo agricolo italiano regge su salari bassissimi, mancanza di diritti, alloggi fatiscenti. Lo Stato, denuncia Ciconte, è spesso complice attraverso leggi deboli o inapplicate.


Capitolo 3 – A chi vanno i soldi?

La Politica Agricola Comune (PAC), che distribuisce ogni anno miliardi di euro, premia i grandi latifondi e le aziende più ricche. I piccoli agricoltori ricevono poco o nulla. L’autore critica l’assenza di criteri legati a sostenibilità, equità o rispetto dei diritti del lavoro.


Capitolo 4 – Il marketing del “buono”

Anche i prodotti “bio”, “a km zero” o “etici” possono nascondere storture. Le grandi marche si appropriano del linguaggio del consumo critico, ma lo svuotano di significato. È la cosiddetta “greenwashing del cibo”, dove l’apparenza vale più della sostanza.


Capitolo 5 – Il cibo è giustizia

L’autore rilancia un’idea forte: il cibo è un diritto, ma anche una responsabilità collettiva. Per costruire un sistema alimentare più giusto servono politiche pubbliche serie, regole che proteggano i deboli della filiera, e un ruolo attivo della società civile.


Conclusione – Cosa possiamo fare

Ciconte chiude il libro con un appello: non basta cambiare abitudini individuali, bisogna fare pressione sul sistema. Consumatori, attivisti, politici e agricoltori devono allearsi per trasformare il modello agroalimentare. Scegliere cosa mangiamo è scegliere che mondo vogliamo costruire.

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