Un Mondo senza fame
C’era un
tempo in cui il cibo grondava sangue. Un tempo in cui mani spezzate e corpi
piegati al sole raccoglievano i frutti di una terra che non apparteneva a
nessuno, eppure veniva difesa come se fosse oro. In quel tempo antico – che poi
era il nostro presente – il pomodoro era rosso come la passione, ma anche come
la ferita. E ogni morso era inconsapevolmente un atto di silenziosa complicità.
Ogni seme
contiene un sogno, e ogni campo coltivato è una preghiera che chiede di essere
ascoltata. Ma in questo mondo nuovo, quello che sogniamo insieme, il campo non
è più un luogo di dolore. È un luogo sacro, dove la terra nutre senza essere
sfruttata, dove l’uomo raccoglie senza essere schiavo.
Immagina un
mondo in cui nessun essere umano debba più morire per un pomodoro.
In questo
mondo, il cibo non è merce ma diritto. È offerto come si offre l’acqua a chi ha
sete, come si offre una carezza a chi ha sofferto. Un Ente Tecnico Pubblico
veglia su questa armonia: non per controllare, ma per custodire. Produce cibo
per tutti, gratuitamente, con la stessa dolcezza con cui una madre allunga una
mela al figlio. Gli agricoltori non sono più invisibili. Sono guardiani della
terra, alleati del sole, portatori di dignità.
Satnam Singh
non muore più dissanguato sul selciato. Paola Clemente non cade più nei filari,
annientata dalla fatica. I loro nomi non sono commemorati, ma celebrati – perché
in questo mondo, il loro sacrificio non è stato vano. Ha seminato coscienza.
I mercati
non odorano più di indifferenza. Le cucine delle case non sanno più di colpa.
Ogni piatto è un atto d’amore, ogni pasto un piccolo miracolo condiviso. Non ci
sono più baraccopoli, perché chi lavora la terra ha una casa. Non ci sono
caporali, perché chi coordina, guida con rispetto. Non c’è più sfruttamento,
perché il profitto non è il fine, ma solo un mezzo per servire la vita.
In questo
mondo, raccontato da un vecchio saggio che ha vissuto anche il tempo del
dolore, i bambini ascoltano la storia dei Pomodori rosso sangue come si
ascolta una favola crudele ma passata. E si stringono al cuore della terra, che
non ha più bisogno di gridare. Perché finalmente è stata ascoltata.
E allora: "Quando
metti l’amore al centro, persino la fame diventa memoria. E la terra,
finalmente, smette di sanguinare."
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